mercoledì 19 ottobre 2016

Ratter: Ossessione in rete (2015)

Spinta dall'entusiasmo mostrato da Kara Lafayette, ho deciso di recuperare in questi giorni Ratter: Ossessione in rete (Ratter), diretto e sceneggiato nel 2015 dal regista Branden Kramer.


Trama: Emma, studentessa universitaria, si trasferisce da sola nel nuovo appartamento newyorkese ma subito qualcuno le hackera cellulare e computer e comincia a spiarla attraverso le telecamere...



Quando ho cominciato a guardare Ratter ammetto di avere pensato con una punta di sconcerto "Santo Dio, l'ennesimo found footage girato a pazzo di cane" e di avere versato una lacrima di frustrazione all'idea di guardare un'ora e mezza di pellicola in cui Ashley Benson viene costretta a portare perennemente con sé tablet e cellulare, riprendendosi nelle situazioni più improbabili a beneficio dell'anonimo hacker che la perseguita e degli spettatori i quali, altrimenti, avrebbero avuto un film senza immagini. Fortunatamente, superata la camurrìa iniziale mi sono goduta non un capolavoro ma comunque una pellicola che fa il suo dovere, ovvero quello di mettere un'ansia bestiale dipingendo una realtà semplicissima nella sua banalità, che a poco a poco viene mandata in pezzi da una mano sconosciuta. Emma è una ragazza qualsiasi, come avrei potuto essere io durante l'anno passato in Australia; sola, ancora senza amici, lontana da casa ma comunque eccitata all'idea di cominciare una nuova esperienza di vita, è naturale che la fanciulla esca poco e passi il tempo che non dedica allo studio o a frequentare l'università persa nel lontano mondo familiare che può essere raggiunto solo tramite telefonate via skype o videochat. Sfruttando questa sua debolezza, l'hacker misterioso entra letteralmente nella vita della ragazza, spiandola nei momenti in cui è più vulnerabile (per esempio mentre si prepara per uscire) senza lasciar intuire la propria presenza, fatto ancora più inquietante rispetto all'inevitabile momento in cui lo stalker decide di palesarsi entrando in casa di Emma mentre dorme oppure è fuori con gli amici. Piccoli particolari fanno sì che Emma si accorga gradualmente che qualcosa non quadra, come per esempio quando le viene recapitato a casa un pacco anonimo, e la consapevolezza di essere spiata da una persona malevola e folle cresce sempre più, fino a toccare il punto di non ritorno del panico e della tardiva richiesta di aiuto alla polizia, la quale mostra ancora una volta come persino in America non si riesca ancora a fare nulla contro chi sceglie di sfruttare la tecnologia a nostro svantaggio.


A onor dei detrattori di Ratter, e sono moltissimi in rete, bisogna dire che Branden Kramer si prende il suo tempo prima di tirare i pugni allo stomaco capaci di abbattere lo spettatore mediamente sensibile, quindi se siete in cerca di un film dove "succedono cose" questa pellicola non fa affatto per voi. Almeno fino all'ultimo quarto d'ora ciò che passa sullo schermo è semplicemente la vita di Emma, senza troppi eventi degni di nota e con moltissimi tempi morti causati dalle normalissime attività quotidiane della ragazza, quindi allo spettatore si chiede di mettersi letteralmente nei panni dello stalker che perseguita la protagonista e immaginare di stare guardando ciò che vede lui, creando di fatto uno sdoppiamento spiacevole (noi SIAMO lo stalker ma empatizziamo con la povera Emma e lo odiamo di conseguenza) ma non per questo necessariamente emozionante: ammetto che durante la visione di Ratter mi sono qualche volta ritrovata a farmi i fatti miei, per poi tornare attentissima durante quei famosi quindici minuti finali. La sequenza conclusiva del film compensa la lentezza che la precede e rovescia sullo spettatore tutto il dolore della violazione e dell'impotenza, oltre ad un senso di terrore molto simile a quello che avevo provato guardando l'introduzione del primo Scream. Diciamo che lo stalker si vede poco ma quando sceglie di agire fa venire voglia di alzarsi, accendere tutte le luci e chiudere non solo le porte a chiave, ma anche le finestre di eventuali browser o le connessioni a webcam e telefonini. Di questi tempi, non si sa mai chi potrebbe spiarci mentre ci depiliamo sotto la doccia o facciamo workout con qualche videogiochino da sbarbe.

Branden Kramer è il regista e sceneggiatore del film, al suo primo lungometraggio. Americano, è anche produttore.


Ashley Benson interpreta Emma. Americana, ha partecipato a film come Spring Breakers e a serie come Settimo cielo, The O.C., CSI: Miami, Supernatural, How I Met Your Mother e Pretty Little Liars, inoltre ha doppiato un episodio de I Griffin. Ha 27 anni.


Ratter è l'estensione del corto Webcam, diretto da Branden Kramer (sempre sceneggiatore) e da altri tre registi; se volete guardarlo potete trovarlo in rete e, se Ratter vi fosse piaciuto, aggiungete The Den e Unfriended. ENJOY!

8 commenti:

  1. Mi è piaciuto così tanto, come sai, che ancora me lo ricordo bene. Io non mi sono annoiata a stare appresso alla vita di Emma, ma c'è da dire che adoro Ashley Benson, la scelte dell'attrice è stata molto azzeccata.

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    1. Non seguendo molte serie TV non conoscevo la Benson, però mi è piaciuta molto nel film :) Molto realistica.

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  2. Lei è anche bellina, quasi quasi lo provo!

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  3. A me ha messo molta ansia questo film...

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    1. Eh sì, anche a me. Soprattutto verso il finale :)

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  4. Un'ora e un quarto di noioso preambolo, che poteva essere fatto in venti minuti per dare al film anche una STORIA, per arrivare ad un finale cretino, tutt'al più morboso, di tre minuti. Bella roba.

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    1. Sicuramente ci sono film migliori legati al genere "dark web": a tal proposito, è molto bello Host oltre ai più famosi Unfriended.

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