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domenica 9 settembre 2018

Summer of 84 (2018)

Finirà quest'ondata nostalgica anni '80? Se lo chiedete ai registi François SimardAnouk Whissell Yoann-Karl Whissell, autori di Summer of 84, direi proprio di no.


Trama: in una sonnacchiosa cittadina di provincia americana, un gruppo di ragazzini decide di indagare sul poliziotto di quartiere, convinti che in realtà sia un pluriomicida.



Gli RKSS, ovvero il collettivo di registi formato dai realizzatori di Summer of 84, hanno fatto degli anni '80 il loro biglietto da visita, colpendo le platee di tutto il mondo con lo scatenato, esageratissimo Turbo Kid, l'omaggio puro ed innocente a un cinema "per sfigati" creato da chi è ancora orgoglioso della propria sfiga, di chi non la percepisce ancora come moda sdoganata da quei maledetti di The Big Bang Theory. Alla fine del post su Turbo Kid mi ero chiesta se gli RKSS avrebbero continuato a mantenere tale purezza d'intenti e guardando Summer of 84 ammetto che mi sia sorto più di un dubbio in merito, poiché la pellicola in questione cavalca spudoratamente l'onda di serie come Stranger Things e di pellicole come il nuovo It, senza tuttavia impegnarsi a creare la necessaria empatia verso questi ragazzini in bicicletta, che passano le serate a giocare a "manhunt" e a fare le prime esperienze "da adulti". I protagonisti di Turbo Kid, benché tagliati con l'accetta come tradizione vuole, erano interessanti e ben caratterizzati mentre quelli di Summer of 84, chi più chi meno, sono dei cliché ambulanti di cui arriva ad importarci ben poco ed è davvero un peccato perché, se solo gli sceneggiatori si fossero impegnati a fornirci qualcosa di più oltre a brevi scampoli di problemi reali (la disperazione della madre di Woody o la situazione famigliare disastrata di Eats potevano anche venire approfondite, ché come insegna Stephen King in It anche i personaggi "secondari"  vanno seguiti con attenzione), probabilmente avremmo avuto un gioiellino quasi a livelli di Stand by Me, altra sicura fonte di ispirazione. Invece, la trama prosegue regolare e prevedibile come da copione, in una lenta caccia al serial killer che non offre un brivido che sia uno, intervallata da un'inutile "love story" del protagonista con la baby sitter di un tempo e brevi riti di passaggio dall'infanzia all'età adulta, come la scoperta dei giornalini porno o dell'alcool, il tutto accompagnato da una colonna sonora elettronica e minimal, che più eighties non si può.


La zampata degli RKSS arriva, fortunatamente, sul finale, unico motivo che dovrebbe spingervi a guardare il film. E qui vi inviterei a smettere di leggere perché sarò costretta ad andare un po' nello specifico, rischiando lo SPOILER. La bellezza delle ultime sequenze di Summer of 84 risiede nell'incredibile crudeltà con cui lo status quo raggiunto dai protagonisti viene completamente ribaltato, condannando il protagonista ad un destino infausto che lo porterà a pentirsi amaramente della sua intraprendenza da ragazzino scavezzacollo; quello di Summer of 84 è un finale amaro, capace di spezzare il cuore e spedire brividi di freddo giù per la schiena, ché il monologo del serial killer, nella sua lapidaria semplicità, mozza il respiro. Oltre a quello, si ha davvero la percezione della fine dell'infanzia, della rottura di amicizie che si credevano eterne, della perdita di qualcosa di importantissimo... mentre il mondo continua a girare come se niente fosse, incurante della tragedia di Davey e soci così com'era indifferente davanti ai loro successi iniziali, alla loro crescita, al loro apparente trionfo. E, signori, miei, brutto da dire ma la vita è così, anche per il più simpatico dei bambini. Questo finale in aperto contrasto con l'atmosfera giocosa e un po' cialtrona del resto del film è ciò che eleva Summer of 84 dalla media degli horror/thriller ispirati agli anni '80 e riesce a far perdonare un'assenza di gore che, francamente, non mi sarei aspettata dagli RKSS, non dopo le esagerazioni di Turbo Kid, e che avrebbe reso la pellicola un po' più vivace o, perlomeno, avrebbe contribuito a tenere desta l'attenzione di uno spettatore ammorbato dalle indagini dei ragazzini. Insomma, Summer of 84 non è brutto ma è purtroppo dimenticabile, ed è un peccato visto chi sta dietro l'operazione. Che dire, aspettiamo Turbo Kid 2, sperando non sia altrettanto deludente!


Dei registi François Simard, Anouk Whissell e Yoann-Karl Whissell ho già parlato QUI.

Judah Lewis, che interpreta Eats, era il protagonista de La babysitter. Se Summer of 84 vi fosse piaciuto non vi consiglio il recupero di un film, bensì di una serie, Stranger Things. E, ovviamente, di Turbo Kid. ENJOY!

8 commenti:

  1. Direi che questo rendere tutto 80's ha rotto un po' le palle.
    Direi che pare riuscito a metà.
    Ma, ovvio, lo vedrò lo stesso. Perché alle atmosfere kinghiane quando mai ho resistito.

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    1. Diresti bene in entrambi i casi. Spero possa piacerti più di quanto è piaciuto a me :)

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  2. Anche a me ha rotto un po' il plot standard che si rifà al periodo anni '80, però non resisto e film del genere li vedo tutti.
    Ma il passaggio nei cinema nostrani ci sarà?

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    1. Al momento, non si sa nulla. Si può solo sperare in distribuzioni illuminate come quelle della Midnight Factory, magari in home video...

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  3. Interessante, e non solo per l'atmosfera anni '80 che forse in verità sta cominciando a stancare..

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  4. Un po' in ritardo ma l'ho visto! Al ToHorror me lo ero perso perché sono arrivato il giorno dopo :( Mah, secondo me questo è un po' il chiodo sulla bara dei film con i bambini degli anni '80 che sgominano i cattivi sulle bici da cross. A parte il finale, non c'è la minima rilettura del genere di riferimento e comunque anche la conclusione poteva essere giocata meglio (sembra un po' fatta apposta per poter dire "vedete che cinque minuti ci abbiamo pensato?"). Anche Judah Lewis, che in The Babysitter era perfetto, qui è inguaiato con un personaggio che River Phoenix aveva fatto in modo eccellente in Stand by me.
    Comunque la devono piantare, ecco. :D

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    1. Il chiodo sulla bara purtroppo è arrivato con La befana vien di notte XD
      Scherzi a parte, concordo su tutto: il finale arriva troppo poco e troppo tardi.

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