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domenica 2 dicembre 2018

Bohemian Rhapsody (2018)

Era uno dei film più attesi del 2018 quindi appena è uscito mi sono fiondata a vedere Bohemian Rhapsody, diretto (quasi tutto) dal regista Bryan Singer.


Trama: ascesa e caduta di Freddie Mercury, frontman dei Queen, dagli esordi alla partecipazione al Live Aid.


La solita, ignorante premessa vuole che io i Queen li avessi conosciuti solo alle medie grazie a San Toto che aveva il Greatest Hits II contenente l'adorata Innuendo e che avessi consumato la cassetta a furia di ascoltarlo. Lo stesso anno acquistai il Live at Wembley '86 come regalo di Natale per la mamma e lì mi innamorai di Bohemian Rhapsody, canzone che da il titolo al film di Singer e probabilmente uno dei brani più belli mai realizzati non solo dai Queen ma da qualsiasi altra band, nonché una delle mie canzoni preferite. La mia storia con Mercury & co. finisce qui, nel senso che non sono mai stata una fan sfegatata del gruppo: se in radio passano le loro canzoni metto il volume al massimo e mi sgolo in maniera ridicola ma, per esempio, chi sapeva che Freddie Mercury avesse avuto una fidanzata? Io credevo si fosse sempre palesato come gay. Rammentavo, vagamente, che avesse intrapreso una carriera da solista ma non avevo idea avesse rotto con i Queen (e in effetti questa è, se non ho capito male, una delle tante "libertà" che si sono presi gli sceneggiatori, chè a quanto pare l'idea di prendersi una pausa era stata comune, non solo di Freddie Mercury). E d'altronde, io sono sempre stata Madonnara accanita fin dall'età di 8 anni e quando c'è stato il Live Aid ne avevo solo 4, quindi la storia dei Queen l'ho saltata a pié pari. E' dunque con animo abbastanza libero da pregiudizi e speranze che mi sono recata al cinema a vedere Bohemian Rhapsody, forse per questo l'ho apprezzato più di tanti altri che lo hanno demolito, riuscendone a scorgere pregi e difetti senza esagerazioni da una parte o dall'altra. Cominciamo dagli ultimi, così ci togliamo il dente. Bohemian Rhapsody è MOLTO melodrammatico, parecchio distaccato dagli eventi reali e segue una precisa traccia di ascesa-caduta-risalita tipica del 90% dei film a tema musicale/sportivo, inoltre è anche troppo concentrato sulla sfera sentimentale di Mercury, dipinto come un fragile ragazzetto isterico terrorizzato dalla solitudine a causa delle sue origini etniche (parsi, figlio di genitori zoroastriani e nato a Zanzibar come Farrokh Bulsara) e dal suo orientamento sessuale; si sottolinea nel film il suo rapporto al limite del morboso con la fidanzata Mary Austin, amica indispensabile fino alla fine, e l'influenza negativa del manager Paul Prenter, dipinto come un depravato mostro gay e quasi come l'unico agente della caduta del cantante, un uomo privo di scrupoli che ha contribuito a costruire attorno a Mercury la cappa di solitudine che lo ha portato agli eccessi e infine alla morte. Insomma, la trama di Bohemian Rhapsody da questo punto di vista è molto tranchant e zeppa di personaggi 100% positivi (i membri dei Queen, la Famiglia per eccellenza, dotati di ogni pregio e di qualche trascurabile difetto) o negativi, senza tonalità di grigio in mezzo, il che rende la vita di Mercury anche troppo romanzata.


Gli aspetti positivi sono invece la resa favolosa della pura energia che ha animato i Queen fin dai loro esordi. La ricostruzione della nascita del gruppo e di alcuni dei loro pezzi più famosi, come la pluricitata Bohemian Rhapsody, We Will Rock You, Another One Bites the Dust e molte altre, danno proprio l'idea del sacro fervore che muoveva Mercury, May e compagnia, musicisti con la M maiuscola desiderosi di sperimentare, di farsi ricordare, di divertirsi, di lasciare il segno nel mondo della musica. Anche lì, sicuramente l'interazione tra i vari membri del gruppo è molto romanzata e ognuno di essi è caratterizzato in modo anche troppo netto (Freddie è il genio sregolato, Brian May il paciere, Roger Taylor la testa calda fondamentalmente buona, John Deacon il bassista carismatico che sta in silenzio ma apporta un contributo inestimabile) ma se non altro riesce a creare momenti di divertimento ed esaltazione puri, senza contare che ascoltare le canzoni dei Queen e veder rivivere su schermo alcune delle loro performance migliori fa salire brividi di emozione lungo la schiena. Soprattutto, Rami Malek ha catturato alla perfezione i movimenti, i tic, i tratti salienti delle performance di Freddie Mercury, tanto che vedere l'attore saltare e cantare sul  palco fa venire la folle idea di avere davanti il cantante redivivo, benché la voce non sia la sua ma un mix di quella di Mercury, dello stesso Malek e di un altro cantante canadese (magie della tecnologia!), e addirittura i suoi degni compari Gwilym Lee, Ben Hardy e Joseph Mazzello sono anche più credibili del protagonista. In verità, l'unico difetto di Rami Malek è quella terrificante protesi dentale unita ad eccessiva magrezza che, soprattutto all'inizio, lo fanno somigliare più a Michael Jackson che a Freddie Mercury e non rendono giustizia alla bellezza di quest'ultimo, gradevole d'aspetto anche da giovane. Se a tutti i pregi aggiungete il meraviglioso cameo di Mike Myers, l'uomo che ha rilanciato Bohemian Rhapsody rendendola il momento clou del suo Fusi di testa, costretto a vestire i panni di chi ha rifiutato di riconoscere la bellezza di quel grandissimo capolavoro... beh, capirete che, nonostante i suoi difetti innegabili, il film di Singer mi è piaciuto parecchio. Non da applausi finali, che molti hanno tributato nella sala dove ho guardato Bohemian Rhapsody, ma comunque da vedere almeno una volta, anche solo per deprimersi all'idea di aver avuto 4 anni il giorno del Live Aid!


Del regista Bryan Singer ho già parlato QUI. Lucy Boynton (Mary Austin), Aidan Gillen (John Reid) e Mike Myers (Ben Foster) li trovate invece ai rispettivi link.

Rami Malek interpreta Freddie Mercury. Americano, ha partecipato a film come Una notte al museo, Una notte al museo 2 - La fuga, The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte II, The Master, Il sangue di Cristo, Notte al museo - Il segreto del faraone e a serie quali Una mamma per amica, Medium, 24 e Mr. Robot; come doppiatore, ha lavorato in Bojack Horseman. Anche produttore, ha 37 anni e un film in uscita.


Joseph Mazzello, che interpreta John Deacon, era il piccolo Tim di Jurassic Park. Il protagonista del film avrebbe dovuto essere Sacha Baron Coen (con Stephen Frears alla regia) ma sia Brian May che Roger Taylor hanno messo il veto sia alla sua presenza sia allo script precedente questo, che si concentrava quasi esclusivamente su Freddie Mercury e sui suoi scandali sessuali. Non che le riprese di Bohemian Rhapsody siano state meno difficili: verso la fine Bryan Singer è stato licenziato per le continue assenze e il film è stato finito e seguito in post-produzione da Dexter Fletcher, benché non accreditato. Detto questo, se Bohemian Rhapsody vi fosse piaciuto recuperate Fusi di testa. ENJOY!

16 commenti:

  1. Non ho mai amato i Queen e ti rassicuro, il Live Aid non è stato un così memorabile concerto (anni prima c'è stato molto di più), almeno non da deprimersi per esserci stati ma a soli 4 anni :)
    Comunque i gusti sono gusti, e se andremo a vedere Bohemian Rhapsody sarà solo per il regista, oltre che per questa tua rece.

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    1. Ho un po' esagerato ma siccome sono relativamente "giovane" mi rendo conto di essermi persa pezzi di storia musicale, tra i quali non può non figurare anche questo Live Aid.
      Se andate per il regista, secondo me resterete delusi anche perché stavolta, tranne per quel che riguarda la ricostruzione appunto del Live Aid, Singer s'è tanto seduto sugli allori.

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  2. Anche da me a fine proiezione è scattato l'applauso... e, per quanto non ami questa pratica, è la dimostrazione che il film raggiunge lo scopo: la storia sarà forse romanzata, ma lo spirito che restituisce è autentico. A me va benissimo così
    (p.s. non lo nego, da "vecchio" blogger mi sono commosso anch'io!)

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    1. A me spesso venivano i brividi, sono sincera. Forse è scattato un mix di ammirazione sincera, rimpianto, nostalgia... vai a sapere.
      Assolutamente concorde col fatto che lo spirito di Bohemian Rhapsody sia autentico!

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  3. Nonostante ne abbia letto in generale più male che bene, lo vedrò senz'altro. Anche per unirmi all'appluaso finale, che gradisco sempre. :)

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    1. Sinceramente, non capisco cosa si aspetti la gente da un film simile. Un po' è spiaciuta anche a me la non aderenza alle vicende reali ma comunque come storia fila e le canzoni sono belle, oltre ad avere degli interpreti spettacolari.

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  4. Bellissima recensione.
    Immaginavo che tutto fosse romanzato per eliminare aree di grigi e che ci fosse netta distinzione tra buoni e cattivi. Un po' stile cinema '80-'90, per rimanere in tema con il periodo a cui fa riferimento il film.
    Ma ciò che conta è la musica.
    Ho letto una recensione che si conclude con un: preparate i fazzoletti.

    Comunque credo che tutti diventino fan dei Queen partendo dal GH volume II!
    In realtà il mio Freddie, quando ero bambino, è stato soprattutto "remixes" del 1992 (disco che appunto è stato fatto postumo).

    ah, il cameo di Mike Myers è geniale!

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    1. L'amore per la Musica traspare dall'inizio alla fine, su quello non ci piove. E' questo secondo me che rende Bohemian Rhapsody un ottimo film.
      Grazie per il complimento e anche per aver condiviso un po' di ricordi d'infanzia ^__*

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  5. Anch'io ho storto un po' il naso davanti alla caratterizzazione "ad accetta" di alcuni personaggi totalmente buoni o completamente cattivi: credo che questo sia l'aspetto che più penalizza il film soprattutto se si pensa che sì, la pellicola si fa apprezzare dagli appassionati dei Queen ma, a mio parere, si rivolge soprattutto a chi li conosce di meno che, incuriositi dopo la visione, rimarranno un pizzico delusi da questa visione a scompartimenti stagni poi confrontata con la "realtà". Per il resto, i più maestosi brani dei Queen e un grande Rami Malek sanno salvare un film altrimenti piuttosto tradizionale e banaluccio nella sua struttura :)

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    1. Tradizionale lo è di sicuro. Quello che conta però, secondo me, è proprio l'energia che riesce a trasmettere. Di fatto, non volevano un film sui Queen ma sulla loro musica e in tal senso il film è azzeccato.

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  6. Per me è stata una delusione, mi aspettavo più trasgressione visto che Freddie Mercury era gay, volevo che la storia fosse più incentrata sul grande artista che era Freddie, non sulla superstar, niente da dire per gli interpreti, ma il problema è lo script...troppo all'acqua di rose

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    1. Se hai letto quel che ho scritto dopo il post sono stati proprio i membri dei Queen a non volere un biopic incentrato sulle trasgressioni sessuali di Freddie Mercury. Purtroppo May e Taylor figurano tra i produttori, quindi capisci bene che non si poteva proprio fare diversamente da come volevano loro.

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  7. Mi sembra una lettura lucida e fuori dagli isterismi che si sono avuti da una parte (esaltatori) e dall'altra (detrattori)...
    Insomma, il film con tutte le sue licenze e le sue imperfezioni è un film che sta piacendo e i dati (impensabili prima dell'uscita) degli incassi sono lì a dimostrarlo...

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    1. Ma infatti è scoppiata una Queen-mania!
      Da una parte sono contenta, dall'altra un po' perplessa... insomma, è un bel film ma non un capolavoro :)

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