A dicembre la Midnight Factory ha portato in Italia, sempre sul mercato dell'home video, anche Il sangue di cristo (Da Sweet Blood of Jesus), diretto e sceneggiato nel 2014 dal regista Spike Lee.
Trama: il Dottor Hess, facoltoso antropologo appassionato di arte africana, viene ucciso dal proprio assistente con una lancia appartenuta ad un'antica civiltà dove le persone si nutrivano di sangue umano per vivere. L'uomo torna in vita dopo poco tempo, trasformato in un "vampiro", e si innamora di Ganja, ex moglie del suo assistente morto suicida...
Prima di cominciare a parlare de Il sangue di Cristo devo fare outing: di Spike Lee ho visto solo La 25ma ora, film peraltro apprezzatissimo, per il resto ciccia. Ciccia perché Mister Lee mi è sempre stato sulle balle a pelle, in quanto il tipo si è imbarcato in una crociata contro Quentin e quando mi toccano l'aMMore regredisco allo stato di bimbaminkia faziosa. Oh. Detto questo, ho fatto voto di recuperare tutto ciò che la Midnight Factory fa uscire in home video quindi mi sono comunque imbarcata nella visione de Il sangue di Cristo, benché scoraggiata da recensioni negative e da un trailer che a definirlo noioso gli si fa un complimento (al punto che il Bolluomo ha detto "questo te lo guardi da sola!") e, forse perché ho avuto la brillante idea di NON guardarlo dopo cena infilata nel letto come al solito bensì di approfittare del fatto che Mirco stesse dando ripetizioni, non mi è dispiaciuto quanto pensavo. Non mi sento nemmeno di consigliarlo, a dire il vero, perché mi ha suscitato sensazioni ambivalenti. Ciò che devo riconoscere a Il sangue di Cristo è una messa in scena assai ricercata che colpisce fin dai titoli di testa, durante i quali il ballerino Lil Buck ipnotizza lo spettatore danzando all'interno di varie location sparse per Brooklin; la musica è l'altro elemento portante della pellicola, espressione dell'atmosfera un po' raffinata, un po' soul, un po' religiosa, un po' tribale, un po' romantica e anche un po' ironica che pervade tutto il film, a seconda dei momenti, e non c'è un solo momento in cui le note della colonna sonora non accompagnino le azioni dei protagonisti, talvolta sovrastandole. Erroneamente, anche perché, come ho detto sopra, non conosco la filmografia di Spike Lee, credevo che il regista fosse abbonato ad atmosfere da ghetto e black power, quindi mi ha colpita la decisione di scegliere un protagonista ricchissimo, dotato persino di maggiordomo, e di indugiare con la macchina da presa sull'opulenza che lo circonda, facendo ampie panoramiche della villa con spiaggia e giardino adiacenti, accarezzando la superficie lucente di macchine di lusso e bicchieri di cristallo, riempiendo ogni ambiente di opere d'arte e persone con abiti eleganti, con l'unica eccezione di una chiesa battista e un paio di ambienti più "degradati" dove Hess va a cercare le sue vittime. Onestamente, dovessi basarmi solo su quello che ho visto e "sentito", potrei dire senza dubbio che Il sangue di Cristo è un film molto bello... il problema è che ha anche una trama e su quella avrei parecchio da ridire.
Da quel che ho letto, Il sangue di Cristo è la versione patinata ma riproposta quasi scena per scena di Ganja & Hess, film sperimentale a tema vampirico realizzato da Bill Gunn negli anni '70. Non ho avuto modo di fare confronti se non guardando qualche spezzone su YouTube che confermerebbe quanto sopra ma, parlando solo della storia, il dramma di Hess lascia un po' il tempo che trova e quell'elemento "sacro" inserito a forza fin dal titolo mi ha abbastanza tediata. Hess è profondamente religioso ma è soprattutto una pittima incredibile, che si fa sopraffare dall'idea di una vita eterna dopo un anno o poco più (per dire, David Bowie in Miriam si sveglia a mezzanotte, film che sicuramente Spike Lee si è visto un paio di volte prima di dirigere il suo "horror", si lasciava andare dopo secoli, un po' di spina dorsale, su!) perché vinto dal senso di colpa derivante dal suo credo; oltre ad essere pittima, costui è però anche paraculo, in quanto non si fa scrupolo a nutrirsi di belle donzelle sfruttando fascino e soldi e, soprattutto, "regala" la vita eterna alla sua sposa Ganja (e non solo a lei, per inciso. Tutti quelli che vengono morsi da Hess diventano vampiri e resuscitano ma lui talvolta se ne pente e li seppellisce per evitare che siano infelici come lui. Si può essere più stronzi e ipocriti?) nel momento esatto in cui lui sta pensando di rinunciare alla propria. No, ma grazie. Potevo vivere fino a cento anni ma tu mi uccidi a trenta e mi lasci pure da sola CHIEDENDOMI di morire con te sotto la Croce? Mah. Non c'è da stupirsi che Ganja, personaggio odioso ma comunque cazzuto, gli faccia un gesto dell'ombrello grande come una casa e, dopo l'ovvio sconcerto iniziale, decida di trarre il meglio dalla nuova condizione. Ma d'altronde, da una che si "innamora" di te solo dopo aver visto l'ingresso della villa, cosa diamine potevi aspettarti? Mah. Quest'immagine un po' blasé e ipocritamente tormentata del vampiro moderno ha fatto un po' il suo tempo e sinceramente mi aspettavo qualcosa di più "sovversivo" da Spike Lee, ecco perché Il sangue di Cristo non mi ha entusiasmata o esaltata come altri film dedicati ai succhiasangue ed ecco perché, nonostante molti pregi, non mi sento di consigliare a tutti questa pellicola. Magari, giusto agli estimatori di Spike Lee o a chi è curioso di vedere la versione black di un vampiro senza dover ricorrere a ciofeche come Vampiro a Brooklin o scavare negli anni '70 e un po' camp di prodotti come Blacula.
Spike Lee (vero nome Shelton Jackson Lee) è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Fa' la cosa giusta, Mo' Better Blues, Jungle Fever, Malcom X, La 25ma ora, Inside Man e Old Boy. Anche produttore e attore, ha 60 anni e un film in uscita.
Nei panni del maggiordomo Seneschal Higginbottom c'è la star di Mr. Robot, l'attore Rami Malek, che aveva già collaborato col regista in Old Boy, mentre le due donne bianche che interpretano le ospiti del protagonista sono Katherine Borowitz, moglie di John Turturro, e Donna Dixon, moglie di Dan Aykroyd. Il film, finanziato da un fondo Kickstarter, è il remake di Ganja & Hess, horror anni '70 scritto e diretto dal regista Bill Gunn, che qui è citato come sceneggiatore; non l'ho mai visto e francamente non ho particolarmente voglia di farlo ma se foste interessati è disponibile per intero su YouTube. ENJOY!
Nonostante Lee abbia criticato Quentin, l'ho sempre apprezzato...cmq anche a me le critiche all'aMMore mi sembrano un po' eccessive, anche se la parola negro è offensiva...ma lo zio Quentin non la usa per disprezzare ^_^
RispondiEliminaContestualizzata nei film a me disturba poco, detto molto sinceramente. Ovvio che usarla nella realtà come insulto è tutt'altro paio di maniche...
EliminaGià Spike Lee non mi piace normale...
RispondiEliminaChe poi, come regia, combinazione di immagini e colonna sonora, non è un film malvagio. Però è moscio da morire ed è anche un po' anacronistico, se vogliamo...
EliminaSpike Lee è uno che non ho mai capito. Pure nelle sue crociate...
RispondiEliminaComunque, questo film nemmeno sapevo della sua esistenza. Sembra un pochino di serie b, ma una possibilità gliela voglio dare.
E' uscito un po' in sordina, almeno in Italia (credo non sia nemmeno arrivato al cinema). Chissà se non sarebbe meglio recuperare invece Ganja & Hess...
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