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domenica 17 marzo 2019

Lords of Chaos (2018)

Dopo averne letto benissimo sul blog di Lucia ho deciso di recuperare Lords of Chaos, diretto e co-sceneggiato nel 2018 dal regista Jonas Åkerlund.


Trama: ascesa e caduta di Euronymous, fondatore della band black metal Mayhem, che dopo aver mietuto successi sulla scena musicale internazionale viene ucciso dall'amico e collega Varg, fondatore di Burzum.


Ciò che mi ha attirata di Lords of Chaos, oltre al bellissimo post di Lucia, sono state le immagini viste online e più in generale una sorta di macabra attrazione verso una storia vera che non conoscevo e che, sicuramente, all'epoca avrà fatto moltissimo scalpore tra gli amanti di un certo genere di metal. Essendo ignorantissima in materia, non avevo mai sentito nominare né Euronymous (i Mayhem sì) né tanto meno Burzum, "one man band" composta da Varg Vikernes, e non avevo idea dell'enorme influenza che hanno avuto questi gruppi norvegesi sulla scena musicale internazionale dopo un inizio praticamente in sordina. Intendiamoci, il film di Jonas Åkerlund non aiuta lo spettatore ignorante come me a farsi un'idea del processo creativo dietro la nascita di queste band né permette di conoscerne la musica (i coinvolti ovviamente non hanno dato i diritti), anche se sicuramente invoglia a documentarsi; quello che interessa al regista e co-sceneggiatore, dopo aver tratto spunto dalla biografia omonima di Michael Moynihan e Didrik Søderlind, è mostrarci un branco di ragazzini stupidi che hanno cominciato a giocare con cose più grandi di loro e si sono rovinati l'esistenza. L'intera vicenda viene raccontata, molto ironicamente, dalla voce di Euronymous, al secolo Øystein Aarseth, ragazzotto norvegese dalla lingua lunga e dalle enormi velleità artistiche che, un giorno, decide di fondare i Mayhem per diventare famoso a livello internazionale. "Tutto chiacchiere e distintivo", Euronymous predica l'avvento del Male, sobilla amici e conoscenti, si spara pose da satanista ma in realtà non farebbe del male a una mosca; a far le spese di questo atteggiamento sono Dead, il cantante dei Mayhem, già profondamente depresso di suo e sicuramente non invogliato a risollevarsi da un chitarrista che per la pubblicità si venderebbe anche la madre, e Varg Vikernes, talmente disprezzato durante il primo incontro con Euronymous da essere costretto a mostrarsi capace di fare dannatamente sul serio. Ovviamente, il punto di vista di Euronymous, peraltro voce narrante, è quello che gli sceneggiatori hanno dovuto ricostruire da zero, attraverso testimonianze e mitologia impossibili da districare, dunque non abbiamo la certezza che Øystein fosse davvero così. Più certo, invece, il livello di idiozia di gente come Varg, Faust e tutto il resto del Black Circle fondato da Euronymous, poco più che adolescenti e fomentati da una contraddittoria ridda di "idee" spazianti dal satanismo al paganesimo al nazismo, giusto per non farsi mancare nulla.


Åkerlund non perde occasione di beffarsi di questa gente, figli di papà fancazzisti costretti a chiedere soldi ai loro genitori per finanziare la loro stessa "ribellione" dalla società e spesso sembra di avere davanti una di quelle commedie americane a base di adolescenti idioti (l'intervista di Varg è tragicomica, davvero. E per quanto possa essere sicuramente romanzata, sta di fatto che l'imbecille le foto se le è fatte davvero fare), se non fosse per quelle tre morti violente che arrivano a spezzare il ritmo del film e schiaffeggiano lo spettatore riportandolo alla brusca realtà. La storia del black metal norvegese nasce da un profondo e stupido disagio ma è realmente costellata di sangue, di quella morte tanto favoleggiata da Euronymous e compagnia come qualcosa di epico e "satanico" ma in realtà faticosa, sporca, "banale" quasi. Alla facilità con cui le chiese fatte di legno bruciano si contrappone la testarda tenacia di corpi umani che non vogliono abbandonare la vita, né quando vengono colpiti dalle coltellate d'altri, né tanto meno quando la morte viene auto inflitta, come nel caso di Dead; e se la morte e il sangue in Polar, sempre di Åkerlund, avevano il sapore finto e trash di un film alla Rodriguez (o degli horror che i protagonisti del film, Faust in primis, guardano in loop continuo), in Lords of Chaos sono insostenibili, reiterate, raggiungono un livello tale di profondità che pare quasi di sentirsi il coltello di Varg nella pancia e nella schiena, altro che snuff movie. Hai voglia poi a dire "era tutto uno scherzo" quando lo scherzo fomenta le psicosi di gente già matta di suo. E così questo Lords of Chaos, imperniato su vicende destinate a un pubblico "di nicchia", diventa un film in grado di parlare un linguaggio universale, arrivando a confermarsi come una delle pellicole più belle ed interessanti viste in quest'anno cinematografico da poco iniziato.


Del regista e co-sceneggiatore Jonas Åkerlund ho già parlato QUI. Rory Culkin (Euronymous) ed Emory Cohen (Kristian "Varg" Vikernes) li trovate invece ai rispettivi link.

Sky Ferreira interpreta Anne-Marit. Cantante americana, ha partecipato a film come The Green Inferno, Baby Driver - Il genio della fuga e a serie come Twin Peaks: Il ritorno. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 27 anni.


Jack Kilmer, che interpreta Pelle "Dead" Ohlin è il figlio di Val Kilmer mentre, come si evince dal cognome e dai tratti somatici, Valter Skarsgård, che interpreta Bård Guldvik 'Faust' Eithun, è figlio di Stellan Skarsgård e fratello minore di Bill Skarsgård. ENJOY!


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