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martedì 7 maggio 2019

Stanlio e Ollio (2018)

Passata la doverosa febbre da Endgame, domenica sono andata al cinema per recuperare Stanlio e Ollio (Stan & Ollie), diretto nel 2018 dal regista Jon S. Baird e tratto dal libro Laurel & Hardy - Thr British Tour di A.J. Marriot.



Trama: Negli anni '50, ormai in declino, Stanlio e Ollio decidono di imbarcarsi in un ultimo tour teatrale, sperando così di poter promuovere un loro futuro film.



Ah, Stanlio e Ollio. Quanti pomeriggi passati a godersi le loro comiche in TV, quante serate a guardare i film, col loro umorismo surreale e delicato, perfetto per tutta la famiglia. Siamo così abituati a vedere lo svanito Stanlio e il burbero Ollio che è difficile pensare l'ovvio: dietro quelle maschere c'erano degli uomini veri, reali, coi loro pregi, i loro difetti e i loro umanissimi problemi. Ecco allora che Stan Laurel era rissoso e schivo, interamente consacrato al lavoro, mentre Oliver Hardy aveva pesanti problemi di salute, amava le donne e le scommesse alle corse, e quest'ultimo binomio lo portava a scialacquare ingenti somme di denaro. E' difficile pensare, anche, che i due potessero stare separati, eppure è successo. Nel 1939 ad Ollio era stato affiancato tale Harry Langdon, un comico americano, poiché il produttore Hal Roach aveva licenziato in tronco Stanlio, giusto per citare un episodio ricordato anche in Stanlio e Ollio; a proposito di questa separazione, nel film si da ad intendere che lo screzio derivante dal "film con l'elefante" (Ollio sposo mattacchione) avesse suggellato la fine del sodalizio artistico tra i due, almeno fino alla fine degli anni '50, ma in verità gli attori hanno continuato a lavorare di coppia, pur con sempre meno successo, per la Fox e la MGM almeno fino al 1946 e l'anno dopo sono partiti per il tour europeo di cui racconta la pellicola di Jon S. Baird, mix tra quella e un altra tournée intrapresa negli anni '50, teatro del commovente episodio irlandese citato anche nel Preacher di Garth Ennis. A prescindere dalle libertà storiche prese da questo Stanlio e Ollio, è innegabile che il film funzioni sia come ritratto del privato dei due famosissimi attori sia come testimonianza di una Hollywood sicuramente più ingenua ma non meno insidiosa, dove le cosiddette "star" altro non erano che carne da macello (soprattutto quelle più sprovvedute) e sicuramente non venivano ripescate, come succede oggi, da reality o altre schifezze simili; la fine di una carriera, decretata dal gusto del pubblico o da scandali più o meno gravi, era il prodromo di indigenza, oblio, depressione e infine morte, tanto che il tour di Stanlio e Ollio risulta più una fuga da un destino ingrato più che una corsa verso un rinnovato successo.


E così, tra la perfetta ricostruzione di gag amatissime dal pubblico, momenti di dolorosa introspezione e la gioia (o forse la fatica?) di indossare la maschera di Stanlio e Ollio per propiziarsi l'amore di persone sconosciute, il film scorre portando il pubblico ad affezionarsi ancor più a questi due uomini in declino, afflitti da amarezza e vecchiaia, portati sul grande schermo da due attori grandissimi e perfetti. Come già accaduto in Bohemian Rhapsody con Rami Malek pronto a restituire agli spettatori la performance soprattutto fisica di Freddy Mercury, Steve Coogan e John C. Reilly si annullano nei tic che hanno reso Stanlio e Ollio famosi ed adorabili in tutto il mondo, come per esempio Stanlio che si spettina i capelli o Ollio che sfarfalla le dita imbarazzato, ma non solo. Coogan e Reilly fanno rivivere Stan Laurel e Oliver Hardy anche e soprattutto al di fuori dello spettacolo; due amici, due uomini diversi e complementari costretti a stare insieme per uno scherzo del destino, due anime in pena prese tra il desiderio di tornare alla ribalta e quello di vivere un'esistenza tranquilla, due attori fatti prigionieri dai loro personaggi iconici, prede di un odi et amo durato quasi mezzo secolo. Ad arricchire ulteriormente la performance degli attori, ci pensano Shirley Anderson e Nina Arianda nei panni delle ultime mogli di Stan e Oliver, caratteri peculiari e tragicomici quanto i mariti, che affrontano ognuna in modo diverso l'idea di celebrità in declino e di uomini che invecchiano senza mai far venir meno l'ingrediente più importante: l'amore. E su questa nota sdolcinata chiudo, consigliandovi senza remore il dolceamaro Stanlio e Ollio. Non so quale effetto avrà avuto sui fan tout court ma per chi, come me, ha sempre apprezzato il duo comico per eccellenza, ha l'effetto di un balsamo nostalgico e chissà che non metta voglia di saperne di più anche a chi, poverello, non ha idea di chi fossero Stanlio e Ollio. A questi ultimi posso solo dire un "oooooh, stupìdi!". Hmp!


Di Steve Coogan (Stan Laurel), John C. Reilly (Oliver Hardy), Shirley Henderson (Lucille Hardy) e Danny Huston (Hal Roach) ho parlato ai rispettivi link.

Jon S. Baird è il regista della pellicola. Scozzese, ha diretto film come Filth ed episodi della serie Vinyl. Anche produttore e sceneggiatore, ha 47 anni.


Se Stanlio e Ollio vi fosse piaciuto potreste riguardare o recuperare le opere citate nel film: i corti La scala musicale e Ospedale di contea assieme ai film Fra' Diavolo e I fanciulli del West, questo tanto per cominciare. Aggiungerei anche la serie Feud, ovviamente. ENJOY!

13 commenti:

  1. Ultimamente sto guardando poco purtroppo. Questo biopic avrà comunque la priorità!
    Sul tems, dopo Feud, occhio anche alla bella Fosse-Verdon.

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    1. Sai che le serie le seguo ancora meno dei film. Ho ancora da finire Sabrina, American Gods e Santa Clarita, cominciare la terza stagione di True Detective, la seconda di Runaways e ci sono The Boys e Preacher in imminente arrivo che hanno la strapriorità! ç_ç

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  2. Quanti pomeriggi o mattine insieme? Tante come le risate ;)
    Spero solo siano riusciti a rendergli omaggio, basterebbe :)

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    1. Come ho detto, io non sono una fan esperta. Ma ci sono dei momenti del film in cui pare toccare con mano l'entusiasmo infantile per quelle comiche tanto amate :)

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  3. Forse mi interessa di più questo che Avengers Endgame...

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    1. No, dai, Endgame è il film Marvel definitivo :P

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    2. Certamente, però devi ammettere che la prima ora è terribilmente noiosa e poteva essere accorciata almeno della metà

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    3. Guarda, a me Endgame è piaciuto tutto. Soprattutto la prima ora. In generale, avrebbe potuto anche durare due ore in più e probabilmente non me ne sarei accorta :)

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  4. Io l'ho visto solo per Reilly ( ed infatti ho visto anche I Fratelli Sisters ) e per essere un biopic mi è piaciuto, anche se nonostante la bravura dei due attori l'ho trovato un po' moscio.

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    1. I Fratelli Sisters lo recupererò prima o poi, dicono sia davvero molto bello!

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  5. Da fan della coppia non potevo perdermi questo film. L'ho trovato veramente ben fatto e ho adorato le citazioni ai loro vecchi film, anche se alcune semplificazioni si potevano evitare (che sto povero "film dell'elefante" sembra la causa di ogni male).

    Peccato che il doppiaggio italiano applichi la infelice scelta di rendere le parti "recitate" usando il forte accento inglese del doppiaggio nostrano, cosa per me disturbante visto che non ha molto senso in un film biografico.

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    1. Hai ragione, ma siccome viene usato quando si calano nei personaggi, per un pubblico italiano a mio avviso ha senso :)

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  6. Molto molto carino! Non sapevo nulla del loro rapporto al di fuori delle scene: è stato interessante conoscere alcuni dettagli (seppur sicuramente romanzati) della parte finale della loro carriera...
    Coogan e Reilly sono stati davvero bravissimi a reinterpretare rispettivamente il proprio personaggio: a tratti mi sembravano proprio gli originali! 😃

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