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martedì 22 settembre 2020

La babysitter - Killer Queen (2020)

So che l'etichetta cinèfila avrebbe voluto che guardassi prima Sto pensando di finirla qui invece di La babysitter - Killer Queen (The Babysitter: Killer Queen), diretto e co-sceneggiato dal regista McG, ma amici mi hanno sconsigliato di approcciarmi all'ultimo film dell'adorato Charlie Kaufman in questo momento di umore nero, così ho preferito buttarmi sulla supercazzola.


Trama: Cole è cresciuto ma è sempre lo stesso sfigato e, soprattutto, nessuno gli crede quando racconta che tre anni prima la sua babysitter Bee è scomparsa dopo aver cercato di usarlo come sacrificio umano assieme ad altri ragazzi ora morti. La situazione ovviamente peggiora quando il culto satanico di tre anni prima torna a cercarlo...


La babysitter, uscito su Netflix nel 2017, aveva due meriti: uno, quello di avere attirato l'attenzione sulla bionda e bellissima Samara Weaving, due, non prendersi mai sul serio nemmeno per sbaglio. A dire il vero ci sarebbe anche un terzo merito, quello di essere uno dei film più splatter sul catalogo Netflix, non fosse che quello di La babysitter era un gore così cartoonesco da non turbare neppure gli stomaci deboli, quindi rimaniamo concentrati sui primi due punti. Purtroppo, il sequel La babysitter - Killer Queen ha l'unico, enorme difetto di privarsi del punto uno, mentre per il resto rimane fedele al secondo per tutta la sua durata, anzi, se possibile è ancora più cazzone e cretino del primo capitolo. Cole è cresciuto, non ha più bisogno di una babysitter, ma è rimasto comunque un liceale sfigato e weird, reso ancora più disadattato dagli eventi che lo hanno visto potenziale vittima sacrificale della babysitter Bee e dei suoi amici, tutti peraltro morti per mano sua o quasi; come nelle migliori tradizioni horror, infatti, nessuno gli crede, i genitori preoccupati lo considerano pazzo e persino la migliore amica d'infanzia, Melanie, finge che non sia accaduto nulla e gli consiglia di fare altrettanto. Tutto cambia durante una serata di libertà in cui Cole, trascinato da Melanie e dai suoi amici, non decide di smettere di fare il bravo ragazzo e decide di andare a una festa privata sul lago (notoriamente pessimi posti per gli horror), ritrovandosi così davanti il suo peggior incubo. E qui mi fermo, perché Killer Queen nasconde tantissime sorprese che vi lasceranno alternativamente scioccati e piacevolmente stupiti se avete voluto anche solo un po' di bene a La babysitter. Tra personaggi amatissimi che ritornano ancora più in forma di prima, altri ai quali viene concesso più spazio (i padri snaturati di Melanie e Cole) e nuovi arrivi, in tutta onestà, non particolarmente carismatici, anche questa volta Cole avrà il suo bel daffare per sopravvivere a quell'innocenza che pare essere nettare prelibato per il diavolo e, ovviamente, per dimostrare di non essere lo sfigato che tutti credono.


Quanto alla realizzazione, se conoscete un po' McG sapete bene che il regista non è uno dei più raffinati, anzi, realizza buona parte dei suoi film come se avesse per le mani un cartone animato di inizio nuovo millennio e non risparmia citazioni a piene mani (il Bolluomo s'è commosso per il momento Street Fighter, per esempio), ralenti, flashback trattati col metodo "grindhouse", scritte in sovrimpressione, momenti pop come se piovessero e bagni di sangue con morti splatterosissime. Personalmente, durante la visione di Killer Queen sono rimasta estasiata davanti alla sequenza/metafora sessuale più trash ed esilarante di sempre, con tanto di balletto retrò ad accompagnare il tutto, qualcosa che non avrebbe sfigurato in capolavori del nonsense come Una pallottola spuntata o Hot Shots!, per intenderci. La sequenza è accompagnata da una canzone di cui non conosco assolutamente il titolo, parte di una colonna sonora bellissima che trionfa sul finale con l'ovvia ma perfetta Killer Queen dei Queen e che fa venire voglia di recuperare altre hit citate ma, ahimé, non utilizzate come Can't Touch Me o Ice Ice Baby, giusto perché di trash dal sapore anni '90 non ce n'è mai abbastanza. Molto valido, ovviamente, anche il cast: Judah Lewis si diverte palesemente molto nel ruolo di Cole ma mai quanto Bella Thorne, Andrew Bachelor e Robbie Amell, tra i quali non saprei scegliere chi mi fa più ammazzare dalle risate, e la strana coppia Ken Marino-Chris Wylde stavolta dà letteralmente il bianco, così come l'esilarante Carl McDowell. Io non so se faranno il terzo La babysitter ma, per una volta, mi auguro proprio di sì e che la squadra vincente non si cambi, perché sarebbe come l'appuntamento annuale con Sharknado ma senza la vergogna di dire "ca**o, non vedo l'ora che esca il prossimo Sharknado!". Cole, sarai anche sfigato ma ti si vuole bene.


Del regista e co-sceneggiatore McG ho già parlato QUI. Samara Weaving (Bee), Emily Alyn Lind (Melanie), Bella Thorne (Allison), Ken Marino (Archie) e Leslie Bibb (Phyllis) li trovate invece ai rispettivi link.

Judah Lewis interpreta Cole. Americano, ha partecipato a film come La babysitter e Summer of '84. Ha 19 anni.


Ovviamente, se La babysitter - Killer Queen vi fosse piaciuto recuperate anche La babysitter. ENJOY!

10 commenti:

  1. Di McG ho amato il primo Charlie's Angels mentre ho odiato il secondo dove davvero esagerava con il cartoonismo (la corsa di motocross era tremenda). Dici che qui va meglio?

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    1. Il primo Charlie's Angels lo adoro, il secondo dopo averlo visto al cinema non l'ho mai più guardato. Io fossi in te una chance al primo Babysitter la darei, poi vedi se provare anche il secondo!

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  2. Il primo mi era piaciuto molto, questo mi è parsa una trashata evitabile.

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    1. Infatti è proprio quello di cui avevo bisogno: una trashata.

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  3. Il primo era piaciuto sorprendentemente anche a me. Questo mi puzza un po', ne ho letto anche parecchio male su I 400 Calci, però quando e se avrò voglia di una sonorissima trashata e non avrò nient'altro da recuperare, molto probabilmente lo guarderò lo stesso.

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    1. Ho letto anche io la recensione de I 400 Calci, che solitamente adoro, e mi chiedo onestamente cosa pensavano di guardare: è un film di McG, con tutto quello che ne consegue, non certo di Wes Craven.

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  4. Un passo indietro rispetto al film, ma è un buon film per passarsi il tempo.

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    1. Esatto. Bisogna riconoscerne i "meriti" oggettivi. Per esempio ieri ho visto Jack in the Box e quello non è buono neppure per passare il tempo.

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  5. Oddio, non conoscevo nessuno dei due capitoli 🧐

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