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mercoledì 27 marzo 2024

Rustin (2023)

Tornano i rimasugli della Road to the Oscars, con un altro biopic! Oggi tocca a Rustin, diretto nel 2023 dal regista George C. Wolfe, candidato a un Oscar per il miglior attore protagonista.


Trama: Bayard Rustin, attivista di colore, deve affrontare i suoi demoni personali e l'ostracismo dei capi dei movimenti per i diritti civili, ed organizzare la marcia di protesta pacifica più grande della storia degli USA...


Ormai da parecchi anni, tra i film che partecipano alla Notte degli Oscar, ci dev'essere l'inevitabile quota di biopic dedicati a figure più o meno conosciute della cultura afroamericana. Questo, in particolare, punta i riflettori su Bayard Rustin, attivista di colore nell'America degli anni '60 nonché organizzatore della famosissima, storica marcia su Washington dove Martin Luther King ha pronunciato il suo discorso "I Have a Dream". Il buon reverendo King compare spesso nel film, ma il suo ruolo, benché importante, è secondario, tanto è vero che al discorso si accenna en passant, mentre la trama si focalizza interamente sul perché Bayard Rustin fosse considerato un paria tra i paria: (trigger warning: umorismo da Drive In in arrivo) non solo era di colore, ma persino comunista e financo gay, gli mancava solo di essere alieno poi le aveva tutte, insomma. Una persona così sfaccettata, diciamo, aveva già una vita non facile, eppure ha deciso di imbarcarsi comunque nella missione pressoché impossibile di annullare le differenze tra le innumerevoli realtà che componevano il movimento per i diritti civili e unirle per un obiettivo comune, quello della marcia su Washington. Il film dunque racconta la lunga strada verso l'evento, tra entusiasmi iniziali e compromessi necessari, pochi amici diffidenti e tantissimi nemici pronti a mettere i bastoni tra le ruote a Bayard, dirigenti di colore più stronzi dei bianchi e bianchi di imbarazzante razzismo, il tutto affrontato con piglio deciso e una discreta cazzimma da parte del protagonista. Tra una lotta e l'altra, la sceneggiatura ha anche il tempo di dare qualche pennellata di melò, inserendo struggenti storie di amore proibito tra Bayard e un paio di protetti, con la minaccia della buoncostume (o peggio) sempre a pendere sul capo di un uomo che proprio non riusciva a tenere temporaneamente a bada il suo desiderio d'amore onde evitare di danneggiare l'importante causa in cui era impegnato.


Colman Domingo,
in tutto questo, ci sguazza. Ennesima perdita per il genere femminile, ché 'sto pezzo di marcantonio è gay anche fuori dal personaggio, l'attore offre una performance convincente nei panni di un uomo orgoglioso della propria diversità e pronto a combattere l'inevitabile scoramento causato da una vita passata a combattere e giustificarsi, tra momenti di esilaranti confronti e terribile disperazione. Poiché vengono sfruttate anche le sue doti canore, Colman Domingo è l'elemento migliore del film assieme alla colonna sonora jazz, ma non basta a salvare Rustin dall'impressione di trovarsi davanti un compitino ben eseguito nella sua banalità. Il cast di supporto è "sufficiente" (salvo per Chris Rock, quello mi strappa gli schiaffi dalle mani sempre e comunque) e la storia scorre senza troppi entusiasmi o emozioni; la regia è nella media per quanto riguarda le riprese in interno ma diventa imbarazzante nelle sequenze ambientate a Washington, dove si cerca di sopperire ad un budget probabilmente insufficiente con video di repertorio e un green screen talmente posticcio che, al confronto, l'ultimo Ant-Man sembrava un capolavoro di effetti speciali. Rustin, prodotto dalla prestigiosa Higher Ground di Barack e Michelle Obama, lo trovate comodamente su Netflix quindi è facilissimo da recuperare, se vi va di conoscere un importante protagonista della storia americana che magari qui in Italia (ma secondo me anche in America) non viene mai neppure nominato, ma se cercate un'opera di alto valore cinematografico il mio consiglio è quello di rivolgervi altrove.   


Del regista George C. Wolfe avevo già parlato QUIColman Domingo (Bayard Rustin), Glynn Turman (A. Philip Randolph), Chris Rock (Roy Wilkins), CCH Pounder (Dr. Anna Hedgeman), Jeffrey Wright (Rep. Adam Clayton Powell) e Da'Vine Joy Randolph (Mahalia Jackson) li trovate invece ai rispettivi link.





4 commenti:

  1. Io lo sto vedendo, se non mi convince ovviamente non gli darò certamente un giudizio positivo :)

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  2. Troppo semplicistico per coinvolgere davvero, un film banale nonostante tutto.

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    1. Purtroppo, come la maggior parte dei biopic che vengono nominati agli Oscar!

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