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martedì 16 luglio 2024

Il Bollalmanacco On Demand: Phenomena (1985)

Torna il Bollamanacco on Demand con Phenomena, film richiesto da Arwen chissà quanto tempo fa. Mi spezza il cuore che Laura non possa più leggere né commentare le stupidate che scrivo su questo blog ma non smetterò mai di ringraziarla per tutti i film che mi ha spinto (e ancora mi spingerà, prossimamente) a vedere o riguardare. Nel piccolo della nostra comunità di blogger, non esisterà mai una cinefila appassionata come lei. 


Trama: Jennifer, figlia di un famoso attore americano, viene iscritta in un collegio svizzero. Nei pressi, un feroce serial killer fa scempio di ragazzine e Jennifer, per salvarsi dalle mire di costui, dovrà ricorrere al suo potere ESP, che le consente di comunicare con gli insetti...


Durante la visione di Abigail, il mio amico Ale ha dichiarato di avere apprezzato molto la citazione della "piscina di Phenomena", e io mi sono resa conto di non ricordare più una mazza di un film visto 30 anni fa e poi mai più. Ho quindi appreso con gioia che l'On Demand del mese era proprio Phenomena e, avendolo rivisto con Abigail ancora fresco in mente, posso confermare senza timore che il buon Ale aveva ragione, le piscine dei due film possono essere tranquillamente cugine, se non sorelle, e mi causano conati profondi allo stesso modo. Così non è invece per Phenomena, un'ottima pellicola del periodo in cui il nome Dario Argento era ancora una garanzia, benché forse si tratti di un'opera dallo stile inusuale rispetto al resto della sua filmografia. Phenomena è infatti una fiaba nera avente per protagonista una ragazzina col potere di comunicare con gli insetti e, se è vero che la vicenda la vede impegnata contro un serial killer, l'ambientazione e tutta una serie di altri elementi sono distanti da quelli dei violenti thriller del regista. Ci sono alcune caratteristiche che lo accomunano a Suspiria, come il fatto che la protagonista sia una ragazza costretta a frequentare una scuola in un paese straniero e che l'ambiente scolastico non sia proprio amichevole, ma in Suspiria il fulcro era proprio l'Accademia di danza e tutto ciò che essa nascondeva, qui invece il cuore della storia è Jennifer, una divinità (o un demone?) in miniatura che fin dal principio risulta essere un gradino sopra le sue coetanee. Jennifer è diversa dagli altri: bellissima, figlia di un attore famosissimo, ama gli insetti e loro la amano di rimando, al punto da aiutarla e difenderla quando la sua diversità la porta ad entrare in risonanza con la mente di un assassino. Jennifer è la principessa della fiaba, l'eroina se vogliamo, ma non è soltanto una bella figurina vuota. Diversamente da altre protagoniste argentiane, Jennifer gode di quel minimo approfondimento psicologico che ci fa capire come la solitudine derivante dall'avere un padre famoso e sempre impegnato sia ulteriormente accresciuta da un potere misterioso che la rende diversa dagli altri, e ciò consente allo spettatore di sviluppare maggiore empatia nei suoi confronti, cosa che rende l'orrore di cui è permeato il film ancora più efficace.


Se il sembiante di Jennifer e l'ambientazione svizzera con in suoi boschi da cui non si riesce ad uscire (per non parlare della casa della "strega" nel prefinale) evocano tantissimo l'idea di una fiaba nera, molte immagini e sequenze del film hanno connotazioni fortemente oniriche e le qualità di un incubo, come se la protagonista non le mettesse effettivamente a fuoco o fosse soverchiata dall'orrore degli avvenimenti. Tante cose che accadono nel film, infatti, non hanno una spiegazione logica, oppure vengono mostrate all'improvviso senza nessuna correlazione con ciò che è accaduto in precedenza, ma non lo ritengo un difetto, quanto piuttosto il frutto della volontà di creare un'opera potente ed evocativa, in grado di inquietare a prescindere dalla violenza che viene messa in scena quando il killer colpisce. Altri elementi che danno un tocco surreale al tutto sono il voice over del narratore quando Jennifer arriva a scuola (voce che non si sentirà più per il resto del film), la presenza di una scimmia "infermiera", il suono costante del vento, emblema di follia, e, soprattutto, la spettacolare colonna sonora dei Goblin (il tema portante del film è il fiore all'occhiello di Argento Vivo, CD acquistato in Australia e consumato a furia di ascoltarlo) intervallata da pezzi originali di Iron Maiden e altri gruppi "delicatissimi". Dulcis in fundo, c'è Jennifer Connelly. Io non so come sia possibile l'esistenza di un essere umano così bello, ma la Connelly, all'età di quattordici anni, aveva un volto perfetto e un magnetismo che le giovani attrici di oggi si sognano; più che altro, la cosa che stupisce, è che in Labyrinth sembra molto più "bambina", mentre sia  Sergio Leone che Dario Argento sono riusciti a tirarle fuori un'ombra di nobile alterigia nello sguardo e nell'espressione, un dettaglio che la rende adulta, quasi ultraterrena. E pensare che Argento poi ha fatto solo dei gran pasticci, soprattutto a livello di direzione degli attori. E' un vero peccato che abbia sparato tutte le ultime cartucce con Phenomena, ma da un certo punto di vista meno male, altrimenti non esisterebbe questo piccolo, originalissimo gioiello!


Del regista e co-sceneggiatore Dario Argento, che funge anche da narratore, ho già parlato QUI. Jennifer Connelly (Jennifer Corvino), Daria Nicolodi (Frau Brückner), Donald Pleasence (Professor John McGregor), Michele Soavi (Kurt, l'assistente di Geiger) li trovate invece ai rispettivi link.


Nel cast ci sono che Dalila Di Lazzaro nei panni della direttrice dell'istituto e Fiore Argento, che interpreta Vera Brandt. Nel 2001 era stato annunciato un sequel ma, siccome Dario Argento era sotto contratto con la Medusa, il progetto è sfumato. Ciò detto, se Phenomena vi fosse piaciuto recuperate Suspiria. ENJOY!

8 commenti:

  1. Pazzo, folle, anti cartesiano e con il ritmo di un incubo, ancora oggi il mio Argento del cuore (storia vera). Cheers!

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  2. Alcune scene isolate dal resto del film si salvano, e per tanti basta questo. Ma l'insieme, per me, è ben mediocre, e non lo salva nemmeno Jennifer Connelly, o Pleasance o chiunque altro. Per me è uno dei primi film in cui si manifesta lo slittamento di DA verso l'abisso che ha raggiunto oggi.

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    1. Lo slittamento non l'ho percepito, nell'insieme è caotico e confusionario ma regge, forse anche per questo motivo. Se non altro, qui c'è ancora una forte impronta autoriale.

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  3. Che bello il tuo ritratto di Jennifer Connelly!

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  4. A parte Jennifer, un film di stile e d'atmosfera di gran qualità.

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