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lunedì 5 dicembre 2022

Bolle dall'Abisso: Bones and All (2022)

Da oggi si inaugura una rubrica che, spero, si riproporrà a cadenza mensile e che vede protagonista Vidur di Pellicole dall'Abisso, uno dei blog che amo più seguire tra quelli storici, il quale tratta al 90% di film di serie B e trashate assortite... ma, come vedrete, può anche addentrarsi nei territori del dramma horror di alto profilo, come l'attesissimo Bones and All (che, tra l'altro, devo ancora vedere quindi doppiamente grazie a Vidur!), diretto da Luca Guadagnino. Leggete il post di Vidur, fategli sentire tutto il vostro entusiasmo per l'ospitata e non dimenticatevi di andare su Pellicole dall'Abisso anche perché, da sabato, rischiate di trovarci anche le mie indegne "recensioni". ENJOY!


Il buon Guadagnino colpise ancora e questa volta lo fa allo stomaco, dopo averci fatto fondere il cervello con il controverso remake di Suspiria.  L’accoppiata è sempre la stessa, ovvero quella formata dal regista palermitano e dal fido sceneggiatore David Kajganich, ma il risultato è molto diverso: dove Suspiria si prestava a molteplici interpretazioni frutto di una trama convulsa e poco lineare, Bones and All va dritto come un treno, presentandoci una storia tanto viscerale e violenta, quanto dolce e poetica.


Proprio i contrasti sono il fulcro del film che si riflettono anche sui protagonisti: piccoli, soli, fragili, emotivamente devastati, ma anche famelici, spietati, cannibali. E i due attori sono magistrali nella loro interpretazione di personaggi così sfaccettati e fuori dagli schemi. Timothée Chalamet si conferma un attore versatile ed efficace in ogni ruolo, anche se le sue espressioni facciali si contano sulle dita di una mano -ma saper trasmettere così tanto con così poco è un pregio e non un difetto- mentre la rivelazione, premiata anche a Venezia, è Taylor Russell, bellissima e bravissima ventottene canadese destinata ad un prossimo futuro denso di successi.  


Spuntano anche due caratteristi di lusso, Mark Rylance e Michael Stuhlbarg, entrambi impegnati in ruoli assolutamente disturbanti (soprattutto il primo) e pure David Gordon Green, regista di quella mezza -se non tutta- chiavica della nuova trilogia di Halloween
Per gli standard di Guadagnino, anche la regia è piuttosto essenziale e convenzionale e in questo senso si adatta perfettamente alla storia, così come la colonna sonora ad opera di Trent Reznor e Atticus Ross, con i classici echi anni ’80, decade in cui il film è ambientato, a fare da cornice al viaggio on the road di Maren e Lee per l’America rurale e dimenticata, splendidamente fotografata nella sua cruda maestosità. 


Bellezza, dunque, ma anche tanto sangue. Il film parla di antropofagia e non si vergogna di farlo vedere. Gli scoppi di violenza sono spesso improvvisi e ben poco edulcorati per un film di questo genere, con effetti speciali, totalmente prostetici, che funzionano senza sbavature.
Ad essere pignoli, potremmo dire che dieci o quindici minuti in meno non gli avrebbero fatto male e che, pur accettando il contesto pseudo-fantastico in cui ci si muove, è difficile mandare giù alcune dinamiche, ma sono piccolezze a confronto di quello che è già destinato a diventare un cult moderno per il cinema di genere. 
Attendiamo con curiosità il prossimo film di Guadagnino, ambientato nel mondo del tennis e con l’ormai onnipresente Zendaya


4 commenti:

  1. Gran film veramente, nonostante certe gigionate di Timothée Chalamet (ma lo perdoniamo, come abbiamo perdonato altri grandi da De Niro in giù). Tra i migliori film dell'anno accanto a "Licorice Pizza" (anche lì una "coppia" a parte, postpandemica).

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    1. Purtroppo continuo a non averlo ancora visto e, ormai, dovrò aspettare lo streaming. Tra l'altro spero non sia come Licorice Pizza perché non l'ho apprezzato granché...

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  2. Detesto Guadagnino ma per questo Bones and All devo fare un'eccezione abdicando alla mia viscerale antipatia. È un ottimo B movie tanto azzeccato che forse non è poi così B, anzi tutt'altro. Non so come, ma Guadagnino è riuscito a quadrare il cerchio e fare centro. Finalmente ha girato un film di buon livello. Poco importa il genere. Tutto sta in equilibrio, poche sbavature. Non sembra per niente Guadagnino. Quindi, complimenti a lui.

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    1. Io ammetto di avergli preferito altre opere di Guadagnino, anche se non mi era dispiaciuto.

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