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martedì 13 dicembre 2022

Speak No Evil (2022)

Altro che Barbarian, il film più bastardo dell'anno è Speak No Evil, diretto e co-sceneggiato dal regista Christian Tafdrup.


Trama: una famiglia danese decide di accettare l'invito di un'altra famiglia, conosciuta in vacanza, a passare un weekend da loro in Olanda. La convivenza però non sarà così piacevole...


Ma si può sapere cosa diamine hanno i popoli scandinavi? Di tutti i film visti quest'anno, quelli che mi hanno angosciato di più sono stati Lamb (coproduzione in cui compare anche la Svezia), The Innocents (Norvegia), Hatching (Finlandia) e Syk Pike (Norvegia), adesso è arrivato Speak No Evil, uno slow burn danese dal finale terrificante, che mi ha lasciato addosso un nervoso mai più provato dai tempi di Funny Games. Cercherò di non fare spoiler, ovviamente, anche se immagino l'avrete già guardato tutti visto che si trova sul canale Midnight Factory di Prime Video. Nel caso non fosse così, sappiate che Speak No Evil è uno di quei film in cui "non succede niente" quasi fino alla fine, più uno studio sui personaggi e sulle interazioni tra gli stessi che un thriller/horror e, quel che è peggio, è terribilmente verosimile. La storia, infatti, è quella di Bjørn, Louise e la piccola Agnes, famigliola danese che, in vacanza in Italia (dovrebbe essere a Volterra, per la cronaca), ha modo di passare parecchio tempo con la famiglia olandese composta da Patrick, Karin e dal loro scontroso figlioletto Abel. Finita la vacanza, ai danesi arriva una cartolina da parte degli olandesi, che li invitano a passare un weekend da loro; dopo qualche giorno di riflessione, i danesi decidono di accettare, memori dei bei momenti passati assieme, tuttavia l'accoglienza olandese non è proprio quella sperata e la famiglia di Bjørn si ritrova ad essere sempre più insofferente davanti alle mille piccole cose che non vanno. Lo studio dei personaggi comincia già dalla breve parentesi italiana. Dal gioco di sguardi, mezze parole e atteggiamenti, capiamo che Bjørn e Louise hanno i loro problemi come coppia (probabilmente stanno scendendo la china verso un divorzio neppure troppo distante), per nulla aiutati dalla natura "mammona" di Agnes, che non può stare senza il suo coniglietto di peluche e non riesce nemmeno a dormire in camera sua. La costante ricerca di distrazioni, di novità, deriva da un'impossibilità di comunicare e di rovinare la facciata esteriore di perfezione borghese, due caratteristiche che Bjørn e Louise si portano dietro in Olanda e che, complice anche il gap linguistico/culturale, impedisce loro di tirare fuori le palle quando gli atteggiamenti di Patrick e Karin cominciano a risultare sgradevoli.


La bastardaggine insita in Speak No Evil è proprio questa. Bjørn ed Agnes, per educazione o desiderio di quieto vivere, mostrano, durante la prima parte del film, un fastidio piccato che si risolve in "scaramucce" interne alla coppia, seguite da sorrisi falsi all'indirizzo dei loro ospiti; il "gioco" è quello di spingere lo spettatore ad alzare gli occhi al cielo di fronte alla rozzezza degli olandesi, ma anche a chiedersi quanto possano essere rompicoglioni 'sti due danesi, ai quali non va bene mai nulla, un dualismo che mi sono ritrovata a sperimentare io stessa nella vita, arrivando in diverse occasioni a non esternare le mie rimostranze per paura di essere io la rompiscatole che magari non capisce le buone intenzioni di chi mi circonda. Speak No Evil approfitta di questa verosimiglianza, è un continuo rimpiattino che cambia continuamente punti di vista e lascia lo spettatore sul chi va là, preso dal disperato tentativo di capire dove e come arriverà l'incoolata, talmente intento a sviscerare dialoghi e sguardi da perdersi i tanti piccoli indizi rivelatori che il regista lascia cadere fin dall'inizio, anzi, da ancora prima che cominci il film, a ben vedere. Il risultato, almeno per me, è stato un nervoso senza fine scatenato dagli ultimi dieci minuti di film. Capitemi, vi prego: Speak No Evil è una delle pellicole più interessanti, ben costruite e meglio interpretate dell'anno, ha anche una colonna strepitosa, però ha smosso in me un odio fuori dal comune e, per spiegarvi il motivo, dovete prima andare a vedere il film e poi tornare qui. A prescindere, guardatelo e cercate di non maledirmi, perché non riesco a sconsigliarvelo, dopodiché parliamo di questo:

SPOILER

Mamannaggialapu**ana, ma veramente fate??? Davanti a due persone folli, che 99 su 100 vi uccideranno comunque, davvero non provate nemmeno per un istante a reagire? A me, in tutta onestà, è parso che gli olandesi fossero armati solamente di un paio di forbici e non ho visto nessuna pistola, per dire, quindi perché mai né Bjørn né Louise hanno fatto almeno un tentativo di prenderle e infilarle in un occhio ai loro aguzzini? Ma io mi contorcevo sulla sedia, pregavo di avere il potere di entrare nello schermo a fare scempio di sti due maledetti, con le unghie e con i denti, altro che annuire e nascondersi dopo due pugnetti allo stomaco. Figli miei, vi meritate di venire lapidati, eh, anche se un po' di magone mi è venuto. E i pargoletti, santo cielo. Ho capito il gap linguistico e la mancanza letterale della lingua ma esistono I DISEGNI, esiste prendere per mano la figlia delle vittime e portarla a vedere l'inquietante sala dei trofei, esistono mille modi per evitare che altri bambini vengano condannati a un infausto destino! Ma dai, ma che nervoso!!

FINE SPOILER, CORRETE A VEDERE IL FILM 

Christian Tafdrup è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Danese, ha diretto i film A Horrible Woman e Parents. Anche attore, ha 45 anni.


Se il film vi fosse piaciuto, recuperate Il sacrificio del cervo sacro, The Invitation e Funny Games. ENJOY!



SPOILER SUL FINALE:
Il finale originale prevedeva la presenza di altre persone uccise in modi diversi, altri ospiti di altre famiglie olandesi, riunite in una vera e propria setta. Poiché si è rivelato difficile girare con così tante persone, alla fine il regista ha deciso di ridurle a due.


9 commenti:

  1. Appena finito... Per metà sono rapito, per l'altra perplesso 😶

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  2. Visto stasera e sono corsa a leggere la tua rece. Che esprime i miei esatti sentimenti, soprattutto nella parte sotto spoiler. Non è all'altezza di The Invitation, a mio modesto parere.

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    1. No, The Invitation è molto più centrato e "plausibile", se vogliamo. Questo fa arrabbiare e basta.

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  3. 'Questo fa arrabbiare e basta' dici tu rispondendo all'ultimo commento ed avendo visto The invitation anch'io, invece questo l'ho preferito e il tuo post esplicita bene il nervoso dirompente che chiunque prova alla visione, segno forse che il film in qualche modo ha fatto centro.
    Credo sia una 'critica' sottile al voler essere a tutti i costi imparziali, quello stare nel mezzo senza mai dover prendere una decisione contrapposta all'altro, il voler andare d'accordo con tutti spesso andando contro se stessi e il proprio sentire. È indubbio che il film ti faccia notare tutto questo con delle forzature, gli horror sono pieni di situazioni così ma in questo film banalmente il coniglietto della figlia viene tirato in ballo 2 volte e la prima volta che il padre tornerà indietro a prenderlo riceverà persino delle lodi, dei complimenti quasi esagerati da parte di Patrick per un gesto da lui giudicato fuori dagli schemi ...come se un normale gesto di gentilezza fosse letto come un qualcosa di enorme. Sarà proprio il coniglietto nuovamente dimenticato (e invece non lo era) a farlo tornare indietro e qui uno stuolo di psicologi dovrebbe spiegarci il perché....a volte purtroppo sembra che i personaggi vedano poco chiaro quello che sta succedendo (mi ha ricordato per certi versi il protagonista di Eight eyes che si buttava inconsapevole o cieco perso in braccio a un pazzo assassino, so che lo hai visto anche tu).
    Essere consapevole di un disagio ma cercare di mediare o di sottovalutare un pericolo dando a noi stessi la colpa di essere esagerati nel giudicare spesso è alla base di situazioni simili che poi sfociano in tragedia. Durante la lettura del tuo post tu stessa racconti una situazione che credo abbiamo provato in tanti.
    Quando ho visto le macchine fotografiche dentro quell'antro zeppo anche di foto ho pensato uccidessero i turisti solo per impossessarsi dei loro averi. Quando Bjorn chiese a Patrick che lavoro facesse lui rispose nessuno, era contrario al fatto di lavorare; (precedentemente aveva detto di essere un medico per fare colpo).
    È chiaro che il film non si pone problemi di realismo effettivo poiché tutte quelle famiglie svanite nel nulla non potrebbero sparire così, credo il film abbia voluto calcare proprio sul fatto che certe situazioni accadono perché mettiamo in moto delle dinamiche che ci appartengono: distrazione, inerzia, fare buon viso a situazioni negative quando dentro la nostra testa si accende un semaforo rosso....la frase di lui: Voi ce lo avete permesso è molto esplicita. Nello stesso tempo ti chiedi allora la gentilezza che posto dovrebbe prendere, se dobbiamo sempre essere prevenuti o peggio se è sbagliato cercare di raddrizzare una situazione.
    È chiaro che Patrick viene rappresentato come un grande manipolatore e questo fa rimettere in discussione tutto quello provato da loro e nella vita reale situazioni così ne capitano e ti trovi a 'combattere' con te stessa quando persone così cercano di confonderti le idee. Ricordo una persona così.
    Speak no evil! Il consiglio è chiaro; se qualcosa non ti torna... scappa!
    Non so se sono riuscita a rispondere a qualche tuo dubbio, invece magari tu potresti rispondermi al quesito della lingua, gesto terribile che non ho capito: vuole sempre riallacciarsi al titolo? Nei confronti dei bambini sono state usate le peggio cattiverie e torture, questo non
    l' ho afferrato, ovvero, in questa pellicola carica di inquietudine e crudeltà questa cosa l'ho capita meno.

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    1. Secondo me ai bambini viene tagliata la lingua perché sono gli unici che sopravvivono, e, ovviamente, che potrebbero raccontare ciò che fanno i due assassini. Speak no Evil è anche un monito per loro: l'innocenza dei bambini non è tollerata, non è tollerata la sincerità, il non volere fare cose solo per piacere ad altri, il dissenso naturale dei piccoli verso la manipolazione, quindi gli si taglia la lingua per avvicinarli a quella perfezione posticcia che vorrebbero gli aguzzini. Non a caso, una volta uccisi i genitori si cambia bambino, nell'impossibile ricerca di qualcosa che soddisfi in pieno l'ego.

      Certo, Speak no Evil è un film molto allegorico, la verosimiglianza non andrebbe cercata, se non appunto in quelle dinamiche che citi tu e dalle quali, ahimé, è difficile tenersi distanti. Bisognerebbe invece essere un po' più fermi sull'amore verso noi stessi e la nostra famiglia, senza tentare di piacere a tutti i costi o mantenere legami imposti da convenzioni sociali che, senza arrivare agli estremi del film, ci fanno sentire a disagio e ci portano a rovinare i rapporti con chi amiamo.

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  4. Si! Hai centrato perfettamente il senso e infatti mi viene da pensare al bambino che apre la bocca per cercare di far notare a Bjorn che è senza lingua; pur non potendo parlare cerca di farglielo capire. Terribile! In effetti i bambini sarebbero proprio dei testimoni scomodi.

    La seconda parte del tuo commento è davvero sentita, mi ci ritrovo 👍
    Il film pare filare via senza avere niente di importante da dire, se lo si guarda 'tanto per' ti chiedi: e dunque?
    Ma è impossibile che il regista non volesse dire nulla e più ci penso e più mi vengono in mente altri particolari che andrebbero approfonditi, tipo il viaggio che fanno in macchina i due uomini, il loro urlo liberatorio. Bjorn gli ha persino confessato di reprimere se stesso, c' è veramente ancora altro in questo film.
    Contenta di averlo visto.

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    1. Secondo me Speak no Evil è un film che merita più di una visione. Alla prima, è normale rimanere sconvolti dal nervoso e liquidarlo come un esercizio di violenza fine a se stesso (ma conosco molti, anzi, troppi che dicono lo stesso di Arancia Meccanica) invece a mente fredda escono fuori tanti piccoli ragionamenti che lo rendono più interessante di quanto non appaia.

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  5. Sicuramente, è un film con tanti sottotesti e una violenza non fine a se stessa, grazie della bella chiacchierata!
    Arancia meccanica invece è un film che vorrei rivedere perché visto troppo tempo fa.

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