martedì 7 giugno 2022

The Innocents (2021)

Apprezzato durante l'edizione 2021 del Festival di Cannes, è di recente diventato disponibile anche per il pubblico comune The Innocents (De uskyldige), diretto e sceneggiato nel 2021 dal regista Eskil Vogt.


Trama: durante le vacanze estive, la piccola Ida trasloca in un quartiere nuovo coi genitori e la sorella autistica, Anna. Lì, le sorelle e altri due bambini verranno coinvolti in eventi misteriosi e cupi...


Disclaimer: il regista ha ammesso di avere due gatti, quindi non posso maledirlo, ma io vi avviso lo stesso, così potete decidere se guardare o meno il film (e quindi continuare a leggere il post che, per quanto possibile, sarà privo di spoiler). The Innocents, dopo più o meno una ventina di minuti dall'inizio, sbatte in faccia allo spettatore un'orribile sequenza avente per protagonista, per l'appunto, un gatto, una roba così atroce che mi sono ritrovata in lacrime a carezzare la mia Sandy per trarre un po' di conforto. Se pensate di riuscire a superare una cosa così fastidiosa, allora il film di Eskil Vogt potrebbe piacervi, soprattutto se amate un certo tipo di cinema "rarefatto" e dai tempi dilatati, il cui orrore non deriva dallo splatter o dai jump scare, bensì da una costante sensazione di disagio vissuta, almeno in questo caso, in pieno giorno. L'orario diurno è inevitabile, perché The Innocents parla di bambini piccoli (Anna, più grandicella, è gravemente autistica quindi subisce per forza di cose le stesse restrizioni) e di ciò che, inaspettatamente, accade in un'estate di magia e terrore, quando alcuni di loro cominciano a manifestare dei poteri. Il film di Eskil Vogt, non a caso sceneggiatore di Thelma, mostra cosa succede quando dei bambini, quindi creature dal senso della morale non ancora perfettamente formata, vittime dei loro istinti e di emozioni spesso incontrollabili e propense a far compiere loro azioni che un adulto definirebbe "cattive", si ritrovano a dover gestire dei doni potenzialmente pericolosi, sia per loro che per gli altri. A differenza di The Children (una pellicola realizzata dal punto di vista degli adulti, in quanto i bambini diventano degli assassini e i genitori devono superare il dannoso istinto che li spinge a non far loro del male), The Innocents abbraccia esclusivamente il punto di vista dei piccoli protagonisti, veicolando principalmente sensazioni di gioiosa scoperta, frustrazione per l'incapacità di comprendere e di farsi capire dagli adulti, il terrore tutto infantile di non essere al sicuro neppure insieme ai genitori, perché chissà quali mostri possono nascondersi nelle ombre, e anche una profonda tristezza, soprattutto di fronte a genitori spesso assenti (sia Aisha che Ben non hanno papà, mentre le attenzioni dei genitori di Ida vanno quasi totalmente verso Anna, amata e odiata dalla piccola in egual misura).


Il punto di vista infantile viene mantenuto anche a livello di regia; la maggior parte delle inquadrature sono ad altezza bambino e mostra ciò che vedono i piccoli protagonisti, oppure qualcosa che gli adulti non possono o non vogliono vedere. Così, i palazzi del quartiere residenziale dove va ad abitare Ida sembrano tanti alveari in apparenza vuoti, le strade dei labirinti, il parco giochi un luogo gigantesco al pari dei boschi che circondano la zona, il sottoscala diventa l'emblema della colpa e le porte chiuse degli invalicabili ostacoli; tutto appare strano, misterioso e pericoloso, e il tempo o si dilata a dismisura oppure si condensa in attimi di divertimento e bombardamento sensoriale talmente intensi da trasformare le ore in secondi, il che rappresenta un po' la percezione falsata che avevamo da bambini. Le vicende di Ida e dei suoi piccoli amici, nonostante la natura terribile delle esperienze vissute, vengono letteralmente baciate dal sole estivo delle vacanze, grazie alla calda fotografia di Starla Brandt Grøvlen, il che le rende molto più realistiche e verosimili di quelle di un horror (anche se, non nascondiamoci dietro a un dito, The Innocents appartiene allo stesso genere), e a completare il quadro di verosimiglianza ci pensano quattro bravissimi piccoli attori, sui quali spicca Alva Brynsmo Ramstad, talmente disarmante e realistica nella sua interpretazione di Anna che ho dovuto cercare online per capire se era davvero autistica. Ho cercato di non fare troppi spoiler relativamente alla trama, perché a mio avviso The Innocents è uno di quei film da scoprire, ma spero che quanto ho scritto vi invogli alla visione, in quanto parliamo dell'ennesimo gioiellino di genere giunto dalle fredde terre Scandinave, che ultimamente danno una quantità immensa di gioie. 

Eskil Vogt è il regista e sceneggiatore della pellicola. Norvegese, ha diretto già un altro film, Blind. Anche produttore e attore, ha 48 anni.


Se The Innocents vi fosse piaciuto recuperate Thelma! ENJOY!

6 commenti:

  1. Un po' mi tenti, un po' mi spaventi.
    Non so se riuscirei a digerire e andare oltre la scena del gatto, ma so che questi horror silenziosi sono quelli più per me.
    Lascio decantare l'idea, in attesa del coraggio.

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    1. Guarda, la scena del gatto per me fa accapponare la pelle e rivoltare lo stomaco. Ti dico solo che a ripensarci mi magono. Però il resto del film è davvero bello. Spero che prima o poi possa uscire un "cat cut"!

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    2. Notizie del gatto ? Spero non gli sia stato “ torto un pelo” … altrimenti non sarebbe giustificabile in alcun modo !

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    3. Ma no, tranquill*! Il regista ha due gatti e ha confermato che quello utilizzato per la scena sta, ovviamente, benissimo!

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  2. Grazie per la tua segnalazione su FB. Visto , chicca di classe. Avevo amato Thelma. Questo è meno potente ma comunque azzeccato. Io non ho sofferto per il gatto ma per Ben , straziante dolore senza controllo sui propri poteri. Ricorda un pò Thelma bambina. Bambini indimenticabili, la dolcissima Aisha, Ida che da sola non riesce. Anna che varca confini per lei apparentemente invalicabili.

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    1. Felice che la pagina Facebook serva ancora a qualcosa!
      The Innocents è davvero un film doloroso, si soffre per chiunque a un certo punto, perché le esperienze che vivono, appunto, questi innocenti, sono troppo grandi per poter stigmatizzare le scelte di chi non conosce né il bene né il male ma vive ancora di istinto.

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