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martedì 16 dicembre 2025

Lupin the IIIrd - The Movie - La stirpe immortale (2025)

Grazie all'infinita pazienza di Mirco, la settimana scorsa sono andata a vedere Lupin the IIIrd - The Movie - La stirpe immortale (LUPIN THE IIIRD THE MOVIE 不死身の血族), diretto dal regista Takeshi Koike.


Trama: Lupin e soci si recano su un'isola non segnata sulle mappe, per scoprire chi, da anni manda loro contro degli assassini per ucciderli. Scoprono così che l'isola è il regno di Muom, una creatura apparentemente immortale che ha deciso di eliminare dalla faccia della Terra Lupin e compagni...


Sono passati tredici anni da quando il nome di Takeshi Koike ha cominciato a fare capolino nel franchise di Lupin the IIIrd, nella fattispecie da quando era uscita quella meraviglia di La donna chiamata Fujiko Mine, di cui Koike era character designer e capo animatore. Il suo design "selvatico", che richiamava tantissimo lo stile pop di Monkey Punch, unito alle tematiche molto adulte e ad una punta di psichedelia, era la forza della serie e molte delle caratteristiche che l'avevano resa una boccata d'aria fresca all'interno di un franchise (ammettiamolo) ormai un po' stantio erano state trasposte in quell'altro capolavoro de La lapide di Jigen Daisuke. Mai avrei pensato, nel 2014, anno di uscita del mini-film dedicato a Jigen, che Koike ne avrebbe in seguito realizzati altri tre, ognuno avente per protagonista un diverso personaggio della saga, e che tutto ciò sarebbe culminato nella prima uscita cinematografica a tema Lupin dopo Lupin e le profezie di Nostradamus, ormai del 1995. E mai avrei pensato, detto in tutta sincerità, che la qualità dell'ambizioso progetto sarebbe andata via via scemando, sotto tantissimi aspetti, e mi sarei ritrovata alla fine de La stirpe immortale con un po' di amaro in bocca e la sensazione che persino Koike, col tempo, sia stato "addomesticato", vuoi per limiti di budget, di tempo o che so io. C'è da dire che La stirpe immortale non è un'opera compiuta, o meglio, offre delle risposte a tutti gli indizi che erano stati seminati nelle opere precedenti, ricollegandosi persino a La pietra della saggezza, del 1978, ma apre a tantissime domande, non ultima la fondamentale "chi o cosa cavolo è Lupin?". Un concetto astratto di "ladro", un'idea filosofica che può assumere mille incarnazioni e mille identità, come si ventilava nell'ardito Lupin III: Verde contro rosso e come aveva accennato, sia pur timidamente, la quinta stagione della serie regolare? Non lo sapremo mai, mentre forse prima o poi scopriremo se ci sarà un confronto diretto con il Mamo originale (a quanto pare, quello morto ne La pietra della saggezza era solo un clone, oppure è esattamente il contrario), visto che stavolta lo sceneggiatore Yuya Takahashi si limita a ciurlare nel manico come già ai tempi dell'orrenda Avventura italiana, sfidando i limiti psicofisici di Lupin e compagni mettendoli contro a un essere immortale, Moum, con velleità di ripulire il mondo dai "rifiuti", loro compresi. 


Al solito, Takahashi introduce concetti interessanti, come avversari quasi sovrannaturali che spingono i personaggi sull'orlo della disperazione e generano mondi surreali, perfetti per la regia di Takeshi Koike, ma poi si perde. Tra dialoghi "elevati" che puzzano di aria fritta lontano un chilometro, e scontri ripetitivi con un personaggio imbattibile, in sostanza il film risulta un brodo allungato a dismisura con pochissimi elementi degni di nota, che forse avrebbero potuto venire sviluppati un po' meglio (carina la bimbetta inquietante ma risulta una mera pennellata di colore, interessante l'idea di una tribù di assassini "scartati", dal tempo limitato, anche se il veleno non agisce sempre in 24 ore, o come farebbero gli ex avversari di Jigen e Goemon ad essere lì sull'isola?, bellissimi la biblioteca sotterranea e il passaggio dorato che si apre ma, e quindi?, il personaggio dell'arciera che senso ha se me lo mostri in due scene e poi te ne dimentichi?), e si appoggia a un "non lo famo ma lo dimo" francamente irritante, soprattutto sul finale. Anche i rapporti tra i personaggi non sono gestiti meglio. Al di là del fortissimo legame di amicizia e rispetto vigente tra Jigen e Lupin, c'è poco altro, e anche quello scompare quando c'è da salvare la pellaccia, come dimostra la tremenda scena iniziale dell'aereo che precipita; lo stesso Zenigata, che nel prequel Zenigata e i due Lupin avrebbe ulteriormente cosparso di benzina il ladro gentiluomo nel caso di un incendio, qui si ammorbidisce al punto da diventare un alleato che si affida in toto alle parole di Lupin, senza mai metterle in dubbio. Fujiko e Goemon, poverini, rimangono a fare la carta da parati, soprattutto la prima, come se i due personaggi ormai non avessero più granché da dire, salvo mostrare le grazie nel primo caso e mostrare l'abilità con la katana nel secondo (ma ormai i bei tempi in cui Goemon tagliava qualsiasi cosa sono andati).


Purtroppo, assieme alla trama ambiziosa ma poco sostanziosa, c'è una cosa ancora peggiore, ovvero delle animazioni approssimative. Io non so se ricordo male la serie Una donna chiamata Fujiko Mine, se ormai sono arrivata a mitizzarla perché non la riguardo da qualche anno, ma salvo un paio di personaggi grotteschi a me pare che le animazioni e il character design fossero bellissimi. La stirpe immortale vanta un antagonista orrendo, con quelle mutande in mezzo alle chiappe che non si possono proprio guardare, e una sciatteria a livello di dettagli francamente imbarazzante. I volti dei personaggi sono molto basilari, le linee si sono ammorbidite avvicinandosi di più al design delle serie televisive recenti, persino i tratti sbozzati di Zenigata non hanno più la profondità delle opere precedenti di Koike e, spesso, le proporzioni dei personaggi travalicano il buon senso anatomico, sia presi da soli sia rapportati a mezzi o edifici. Qualcosina di interessante ancora c'è, come per esempio i colori allucinati dell'isola di Moum, tutte le animazioni che riguardano i disastri naturali legati alla rabbia del villain, oppure ciò che si nasconde nelle acque dell'isola e nel santuario di Moum, ma non c'è nulla di particolarmente memorabile o impressionante, che mi faccia dire ne sia valsa la pena di approfittare di un giro a Torino per vedere La stirpe immortale in sala. Ci sono solo due cose davvero positive del film, almeno per quanto mi riguarda. La prima è che Jigen è vestito in maniera davvero stilosa ed è spesso senza cappello, anche se avrei preferito la pettinatura de La lapide, ché quel ciuffo alla Elvis è un po' inguardabile; la seconda, è stato poter vedere il film in v.o., perché dopo decenni passati a liberarmi il cervello dal doppiaggio italiano, ci mancava solo di sorbirmi i nuovi doppiatori, con tutto il rispetto. Peccato, davvero, che un film atteso da anni si sia rivelato ben poca cosa! Koike, redimiti, fammi questo favore!


Del regista Takeshi Koike ho già parlato QUI.


Lupin the IIIrd - The Movie - La stirpe immortale
segue direttamente il suo prequel "ufficiale", Lupin the IIIrd - Zenigata e i due Lupin, ed è il compimento di un percorso che comprende Lupin the IIIrd - La lapide di Jigen Daisuke, Lupin the IIIrd - Ishikawa Goemon getto di sangue e Lupin the IIIrd - La bugia di Fujiko Mine; per capire proprio tutto, però, vi consiglio anche il recupero di Lupin III - La pietra della saggezza. ENJOY!

2 commenti:

  1. Non ne capisco nulla di anime, ma credo che il tuo giudizio sia condiviso da un po' tutti quelli che l'hanno visto: infatti non mi aspettavo un flop così clamoroso al botteghino, almeno a livello di incassi... credo che il passaparola negativo abbia influito parecchio.

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    1. O il passaparola o la solita distribuzione merdifera della Midnight Factory. Per dire che, persino a Torino, dove sono emigrata io, l'unica sala che lo dava nei pressi del centro era comunque fuori rispetto alle altre 6 che si trovano a 10 minuti dalla Mole!

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