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mercoledì 31 luglio 2019

Midsommar - Il villaggio dei dannati (2019)

Era uno degli horror che aspettavo di più quest'anno, ovviamente a Savona non è uscito e così lunedì sono emigrata a Genova per vedere Midsommar - Il villaggio dei dannati (Midsommar), diretto e sceneggiato dal regista Ari Aster.


Trama: quattro ragazzi e una ragazza partono per un viaggio in Svezia, diretti in un piccolo villaggio dove ogni 90 anni si tengono i festeggiamenti di mezza estate. Inutile dire che il biancore abbacinante e la gentilezza degli abitanti nascondono turpi segreti...


Aiuto. Ero convinta che sarei uscita dal cinema rigirandomi in testa una recensione piena di belle parole, invece Midsommar si è rivelato uno di quei film infingardi di cui non si può parlare male ma nemmeno bene, quindi il post sarà difficilissimo da scrivere. Partiamo con i punti di forza, ché fino alla metà del secondo tempo Midsommar rischiava di essere davvero il film dell'anno. Ari Aster, come già in Hereditary, sceglie fin dall'inizio di non fare sconti allo spettatore e apre Midsommar con una sequenza cupissima, ad alto tasso di tachicardia, che costruisce la tensione fino allo spasimo per poi distruggerla con un urlo e un pianto disperati. L'inverno, per la giovane Dani, non è mai stato così freddo e oscuro, e il suo ragazzo, Christian, non è in grado di sostenere se stesso figuriamoci lei. "Uomo" senza spina dorsale, Christian è pronto per partire per la Svezia assieme a tre amici, per una vacanza a base di sballo, sesso e sì, anche studio, eppure alla fine decide di portarsi dietro anche Dani mosso dai sensi di colpa, imponendo la presenza della fanciulla agli amici perplessi e scoglionati, benché ormai non la ami più chissà da quanto. La Svezia accoglie i quattro con un'esplosione di calore e bellezza (ma quella ripresa capovolta ci segnala che i ragazzi stanno entrando in un mondo altro, inquietante e pericoloso), tra natura rigogliosa, colori sgargianti e sostanze psicotrope; la comune in cui è cresciuto Pelle, uno dei quattro ragazzi, è un luogo dove la gente è amichevole e serena, forse un po' strana e cresciuta nel culto di riti pagani ma hey, nessuno è perfetto. Lo stato d'animo di Dani si rispecchia perfettamente nella percezione dello spettatore e il suo punto di vista diventa il nostro; per motivi diversi da quelli della fanciulla ancora traumatizzata da un recente lutto, non riusciamo a fidarci di quelle immagini di geometrica precisione e biancore perfetto, cerchiamo la dissonanza e l'oscurità all'interno di una fotografia perfetta, che restituisce colori vivissimi, sui quali spicca l'azzurro del cielo, il bianco delle vesti degli abitanti e il giallo di un tempio dove non si può entrare, accogliamo i brividi che ci mandano giù per la schiena degli affreschi e dei quadri dal sapore medievale che, in sostanza, raccontano tutto il film e contengono il destino dei protagonisti. Aspettiamo, come Dani, che succeda "qualcosa" e quando questo succede rimaniamo scioccati e disgustati ma, lo stesso, non possiamo andarcene né distogliere lo sguardo e tutto comincia a sfuggirci tra le dita, perso in una danza vorticosa e uno stato di allucinazione costante: amore, amicizia, inibizioni, sanità mentale, tutto si perde nella bianca luce di un giorno perenne che nasconde sguardi maliziosi e orrori indicibili, il tutto subordinato a quel perverso desiderio propiziatorio di rinnovamento e rinascita  che era già il fulcro di un capolavoro come The Wicker Man. Insomma, una meraviglia, l'ennesima dimostrazione di quanto Ari Arter ci sappia fare sia dietro la macchina da presa sia dietro quella da scrivere. Ma qui, proprio qui, casca l'asino.


Da un certo punto in poi la fascinazione e il brivido dell'attesa si trasformano in perplessità e noia. Giuro, ho detto noia. Uno spettatore un minimo scafato sa benissimo dove vuole andare a parare Midsommar: l'inverno lascerà lo spazio alla primavera, in maniera sicuramente poco ortodossa, ve lo concedo, e chi una famiglia non l'ha mai avuta si ritroverà a dover stralciare legami inutili per affidarsi completamente a chi non abbandona nessuno del "branco", dall'inizio alla fine della sua vita, abbandonandosi così alla locura di Borisiana memoria. Tutto molto bello, ma bastavano mezz'ora di riti pagani in meno, senza arrivare a trasformare, già al secondo film, The Wicker Man in quella castroneria di The Wicker Tree. Nel precipitare di eventi che porta al finale di Midsommar, Ari Aster sbraga, non c'è altro modo di dirlo, perde totalmente il controllo della sua creatura e comincia, scusate la volgarità, a spippettarsi davanti allo specchio sconfinando in un trash e in un camp che nemmeno Aronofsky in Madre! (o Noé in Climax, o Refn in The Neon Demon, o Guadagnino in Suspiria, aggiungete quel che volete e contate che ho adorato tre sui quattro film citati). Anche perché, diciamolo, Aronofsky (prendo a esempio lui perché forse è il più eclatante) non ti dava il tempo di perplimerti: come un novello Kenshiro, ti colpiva ripetutamente strillando fino a farti esplodere la capoccia, mentre Aster strilla e basta ma sostanzialmente a un certo punto smette di sfiorarti. Anzi, le donne svedesi strillano, strillano assieme a Florence Pugh e io capisco tutto, capisco l'empatia e il significato di quegli strilli in cacofonia, ché non sono scema, ma quando mezza sala scoppia a ridere e a mia volta (io, che notoriamente ODIO chi scoppia a ridere durante una scena seria) mi ritrovo costretta a portare la mano alla bocca per non fare altrettanto, annuendo indulgente tra uno strillo e l'altro, capisco anche che c'è qualcosa che non va. Ma perché indulgere per dieci minuti buoni sul primo piano sconvolto di Jack Reynor, attorniato da signore urlanti, in procinto di fare "quella cosa" (SPOILER: quando la tizia gli urla in faccia sul più bello e lui la guarda come a dire "cazzovoi?" sono morta. Era troppo anche per me.), perché costringere Florence Pugh a quel zappino scoglionato che non palesa tristezza, pare proprio stia pensando "me' cojoni!"? Perché ammorbare lo spettatore con infiniti riti pagani che va bene, ho capito, bella la fotografia, la costruzione della scena, il folklore, i fiorellini, le signorine con le fiaccole ma anche basta? E soprattutto: perché doppiare OGNI vecchio della comune come un povero rincoglionito? Anche lì, ho faticato, eh, a non scoppiare a ridere nel momento di tensione massima.


Insomma, sono triste. Lo sono perché Midsommar è splendido e io non volevo parlarne male, anche perché come si fa a parlar male di un horror girato completamente alla luce del sole, nel paese virtualmente più bello del mondo, un film che propone al pubblico un modo di vivere deprecabile ma anche, sotto sotto, seducente e consolatorio, soprattutto per chi non ha più nulla da perdere nella vita? Come si fa a non volergli bene con quella colonna sonora bellissima e angosciante? Come si fa a non apprezzare soluzioni grandguignolesche gettate in faccia allo spettatore manco fossero caramelle? Riguarderò Midsommar, lo farò. Voglio capirlo meglio, voglio vedere quante delle cose tagliate in fase di montaggio (pare almeno mezz'ora di girato eliminato per ottenere un NC-17 dalla MPAA) avrebbero potuto farmi entusiasmare maggiormente, voglio vederlo nel silenzio della mia casetta in solitudine, magari quando sono anche un po' depressa. Sono sicura che a una seconda visione mi libererò da questa odiosa coltre d'ignoranza che mi pesa addosso come un macigno. Ora come ora, e mi vogliano perdonare tutti i cVitici blasonati, i cinèfili dell'internet e gli amici che di cinema ne sanno molto più di me, Midsommar mi è sembrato un The Wicker Man in cui a un certo punto è entrato di corsa Nicolas Cage inseguito dalle fottutissime api per farmi una delle sue faccette e scappare via ridendo come un pazzo. Insomma, non si fa così, e che diamine.


Del regista e sceneggiatore Ari Aster ho già parlato QUI. Jack Reynor (Christian) e Will Poulter (Mark) li trovate invece ai rispettivi link.

Florence Pugh interpreta Dani. Inglese, ha partecipato a film come Lady MacBeth e L'uomo sul treno. Ha 23 anni e due film in uscita, Piccole donne e Black Widow.


Se Midsommar - Il villaggio dei dannati vi fosse piaciuto recuperate il pluricitato e mai troppo osannato The Wicker Man e magari anche Apostolo. ENJOY!


24 commenti:

  1. Ahi ahi ahi....! Giuro stasera,bighellonando in centro, stavamo per entrare in sala ma io ho detto : mah no dai, magari domani o nel week-end. Senza aggiungere "sto aspettando il Bollalmanacco" (tanto non saprebbero cos'è e a spiegarlo sarei stata spernacchiata). Ma, visto il genere di film, io del Bollalmanacco mi fido. Eccoti qui, molto chiara ed esauriente. Io aspetto l'home video,deciso.
    Grazie, cara Erica.Ciao!

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    1. Ahahaha ma come! Devi farmi pubblicità u.u
      Scherzi a parte, se già non avevi apprezzato Hereditary non penso questo possa fare per te :)
      E grazie a te per la fiducia!

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  2. vabbè lo guarderò pure io...se non mi piace però lo dirò

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  3. Dopo aver storto il naso quando ho visto il trailer, con le varie recensioni mi sto incuriosendo. Anche se non credo sia esattamente il mio genere.

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  4. Ho trovato Hereditary buono (il maledetto schiocco di lingua della maledetta ragazzina mi ha spezzato i nervi) ma non il capolavoro letto in giro, questo lo ha visto il figlio maggiore domenica, reazione:”Madonna ma’ che schifo, peggio di “Suspiria”. Considerato che a me Suspiria è piaciuto un sacco, che faccio, vado o aspetto il passaggio televisivo?o.t. Ho visto “Annabelle 3” davvero poca cosa....

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    1. Secondo me una visione la merita a prescindere, è sicuramente molto particolare come film :)
      Annabelle 3 è poca roba davvero...

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  5. Uhi, mi spiace che non ti abbia convinta... Io ho riso senza vergogna, perché credo - credo, eh - che molte scene (inclusa quella che citi) fossero volutamente grottesche. Per carità, per certo non mancano i difetti e di sicuro dopo Hereditary avevamo delle aspettative altissime, però alla fine... per me è sì. :-)

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    1. Ah dici dunque che dovevamo ridere?
      Può essere ma, boh... l'idea mi perplime un pochino.

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  6. come ho già detto ad altri, non apprezzando Hereditary temo sia difficile riuscirci con Midsommar ma mai dire mai!!

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  7. Ma ma ma....è stato un sequestro di persona, non un film! Alla fine mi è sembrato che fosse durato 5 ore 🤭 E poi troppo grottesco dai! Oltre a quella che hai citato tu, ma la scena della "spingitrice di deretano"? (penso tu abbia capito 🤭🤭) è stata troppo dai! 😂😂 In sala sia risate di naso che belle grasse! Anche quella faccenda del deforme "puro e superiore" buttata là così...non l'ho proprio capita!
    E poi tutti i ragazzotti lì a chiedersi "ma che vorranno dire tutti questi disegni nella casetta dormitorio comune?" Eh già furbacchiò, che vorranno dire? A tratti il doppiaggio mi è sembrato così pessimo che mi pareva il Trio quando prendevano in giro le soap opera brasiliane (Pedro, accomodati e bevi qualcosa...vuoi bere qualcosa Pedro?) 😄😄 Dimenticavo: e il torsoncello che con tutto il posto che c'è intorno, la boscaglia dove infrattarsi, va a pisciare proprio lí? 😂😂🤦🏻‍♂️🤦🏻‍♂️

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    1. P.S. L'unica cosa positiva della serata è stato rivedere il trailer del prossimo di Pupi Avati...speriamo bene!!🤫🤞🏻

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    2. Il doppiaggio è inqualificabile. Appena Midsommar sarà disponibile in lingua lo guarderò, magari anche la spingitrice mi farà meno ridere, chissà.
      comunque è piaciuto immensamente a tutti gli amici che di cinema se ne intendono, solo io ho avuto delle riserve, quindi un po' mi vergogno ç_ç
      E Pupi Avati lo attendo con gioia, anche perché il libro scritto da lui, da cui è tratto il film, è davvero bello!

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  8. Mah secondo me il cinema come altre manifestazioni di arte è molto soggettivo quindi non credo ci si debba vergognare se non si incontrano le critiche degli "esperti"😀

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    1. Eh ma quando si è l'unica dei propri fidati amici cinefili ad avere avuto dubbi... ci si vergogna per forza ç_ç

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  9. Aggiornamento. Ho recuperato Midsommar al cinema estivo.
    Decisamente penso che Ari Aster NON sia il nuovo regista-talento dell'horror. Aveva fatto meno peggio in Hereditary che già con la povera Toni Collette trasformata in scream queen......
    Qui mi è scappato da ridere più volte , un horror non dovrebbe fare quest'effetto, no ?
    La "spingitrice di deretano" poi ha suscitato ben udibili risatine nel pubblico. Non ci siamo.
    Ari Aster ha dichiarato che sta progettando una commedia. Ecco, forse sarà quello il suo genere. Meglio se grottesca. Con l'horror è meglio che lasci perdere, secondo me.
    Io preferisco rivedermi "Us" di Jordan Peele, almeno lì stile e buona regia non mancano. Per me il nuovo talento dell'horror rimane lui.

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    1. Una commedia sarei curiosa di vederla, anche se preferirei una di quelle belle commedie nere, che ti fanno ridere per poi vergognarti subito dopo.
      Comunque momentaneamente preferisco anche io Peele. Detto che comunque Midsommar è un horror che non si dimentica facilmente e che riguarderò in lingua originale appena possibile!

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    2. Ahahah anche tu "la spingitrice di deretano"! Vedi poco sopra 😂😂

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    3. Direi che quella scena ha perplesso tutti XD

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  10. Mah...amo gli horror...ma questo è stata una delusione monumentale...Noioso è di poco..e nemmeno ridere mi ha fatto!! Concludo dicendo che se cercato un horror questo evitatelo come la peste..mi pento di averlo visto..p.s. hereditary è stato moooolto meglio (e a me a fatto pena ....)
    Ora vado a dormire che è meglio..ciauuu

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    1. E' un horror particolarissimo, ovviamente non ha la pretesa di piacere a tutti. Di sicuro è scioccante, poi girato così in pieno giorno guadagna punti sui soliti horror che invadono le sale italiane. Ma ancora non l'ho riguardato, quindi il giudizio è sempre un po' sospeso :)

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  11. Ops...la stanchezza fa brutti scherzi "ha fatto pena"con l'h ovviamente ;)

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