Pagine

domenica 24 novembre 2019

Il tagliaerbe (1992)

Me la sono cercata. E' dal ToHorror Film Fest che me la cerco ed invoco Il tagliaerbe (The Lawnmower Man), diretto e co-sceneggiato nel 1992 dal regista Brett Leonard, e qualche sera fa alla fine l'ho riguardato.


Trama: uno scienziato sperimenta una combinazione di farmaci psicotropi e realtà virtuale su Jobe, tagliaerbe dall'intelletto limitato, trasformandolo così in un essere pericolosamente intelligente.


Chiunque conosca un minimo Stephen King sa che non ha mai scritto nulla di simile a Il taglierbe e che l'unica sua creatura dotata di questo nome è l'inquietante fauno presente nella raccolta di racconti A volte ritornano. Niente realtà virtuale, dunque, per il buon Stephen, e allora perché ovunque si legge che Il tagliaerbe è "tratto da un racconto di Stephen King"? Well, perché la New Line, produttrice del film in questione, aveva ottenuto i diritti per realizzare una pellicola basata su Il tagliaerbe, poi s'è ritrovata tra le mani un'altra sceneggiatura dal titolo Cyber God e boh, ha deciso di mettergli il titolo del racconto di King, mandando giustamente il Re su tutte le furie. La cosa è finita con una querela e l'uscita di fior di dollari dalle casse della New Line, il tutto per quello che non ho paura a definire "film demmerda". Il tagliaerbe era già brutto nel 1992 (credo di averlo visto in TV due o tre anni dopo l'uscita cinematografica e di essermi infilata educatamente due dita in gola) ma oggi, alla faccia dei soldi spesi per creare quelle che all'epoca erano innovative sequenze di animazione computerizzata, fa proprio schifo e crea letteralmente imbarazzo in chi è tanto sfortunato da vederlo. Per chi non conoscesse la storia, in pratica abbiamo un Pierce Brosnan abbastanza figo, pre-007, alle prese con una depressione da fallimento; infatti, tutti i suoi esperimenti a base di droghe e realtà virtuale sono finiti con la morte dei poveri scimpanzé usati come cavie e con l'esercito (incarnato dal testone del futuro Big Jim "Barbie Did It" Rennie e sì, prima che me lo chiediate, ce l'ho ancora a morte con quella schifezza di Anderdedoum) che sta lì ad aspettare ulteriori risultati a mo' di gatto attaccato ai marroni. Sconfortato e abbandonato persino dalla moglie, il Dottor Brosnan si imbatte nello scemo del villaggio, Jobe, pronunciato in italiano "Giobbe". Jobe o Giobbe che dir si voglia è purtroppamente un po' tardo, vive in una baracca accanto alla chiesa dove un pedoprete di tanto in tanto lo frusta per togliergli dalla testa le birbanterie del Demonio e lavora come tagliaerbe, da qui il titolo del film e il vilipendio a King.


In realtà, il problema di Jobe non è l'avere il quoziente intellettivo di una zucchina matura, ma il fatto che se ne va in giro con una salopette da belinone e una zazzera di capelli color stoppia la quale, unita alla fissità dell'espressione e a quegli occhi azzurrissimi, rende Jeff Fahey decisamente inguardabile. Ah, se come me state arrovellandovi per ricordare o capire perché il nome Jeff Fahey vi è familiare e non riuscite a spiegarvi come mai dovreste conoscere 'sto bambolone biondastro, sappiate che, col tempo, Fahey è invecchiato benissimo e si è unito alla Rodriguez Factory e persino al cast della serie Lost; probabilmente la bionda infoiata che a un certo punto comincia a sbattersi Jobe in tutti i luoghi, tutti i laghi e anche nella realtà virtuale era in grado di prevedere il futuro o non si spiega il suo desiderio ninfomane. Ma sto divagando. Ovviamente, in tempo zero Dott. Brosnan trasforma Jobe da bietolone ingenuo a creatura intelligentissima prima e Jean Grey poi e tutto sarebbe bellissimo se non fosse per il governo (e i matusa) che ci mette lo zampino risvegliando il lato oscuro di Jobe. Quando costui si convince di essere Dio, gli sceneggiatori perdono tutte le loro facoltà mentali e, senza alcun nesso logico, decidono che l'allora poco conosciuta realtà virtuale sarebbe stata in grado di modificare la realtà vera, così, a cazzo de cane. Come un novello Carrie, Jobbe si vendica dunque di tutti coloro che gli hanno fatto del male, alternando inquietanti momenti di vero disagio in cui trasforma le persone nell'equivalente di una piscina di pallette dell'Ikea, ad altri in cui forse dà fuoco alla gente o forse la muta nella versione 8-bit de la Torcia Umana in un qualsiasi videogioco anni '80, fino ad arrivare agli inguardabili 10 minuti finali di film in cui sette animatori, in otto mesi, hanno dilapidato 500.000 dollari per offrire al pubblico la mostruosità di un Jeff Fahey fattosi boss di fine livello all'interno di un alveare cibernetico (ah, ci sono anche delle bees che farebbero invidia a Nicolas Cage). E forse sono un'ingrata millenial che non riesce a mettersi nei panni di chi, nel 1992, pensava di aver fatto chissà cosa (rammento in particolare che la scena di sesso virtuale aveva fatto versare fiumi di inchiostro) ma, come ho detto, Il tagliaerbe mi aveva fatto abbastanza schifo già all'epoca e comunque il piglio squallido e televisivo della regia e della fotografia mette angoscia. Di un film che meriterebbe l'oblio salvo solo la sequenza finale: tutti quei telefoni che squillano, onestamente, mi mettono i brividi ancora adesso.


Di Jeff Fahey (Jobe Smith), Pierce Brosnan (Dr. Lawrence Angelo), Geoffrey Lewis (Terry McKeen) e Dean Norris (Il direttore) ho già parlato ai rispettivi link.

Brett Leonard è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Premonizioni e Virtuality. Anche produttore e attore, ha 60 anni e due film in uscita.


Troy Evans interpreta il Sergente Goodwin. Americano, lo ricordo per film come Halloween 5 - La vendetta di Michael Myers, Balle spaziali 2 - La vendetta, Poliziotto in blu jeans, Demolition Man, Ace Ventura - L'acchiappanimali, L'ombra dello scorpione, Phenomenon, Sospesi nel tempo e Paura e delirio a Las Vegas inoltre ha partecipato a serie quali Hunter, Matlock, Dallas, I segreti di Twin Peaks, I racconti della cripta, Renegade, La signora in giallo, Una bionda per papà, Quell'uragano di papà, Cinque in famiglia, Più forte ragazzi, Senza traccia, CSI:Miami, E.R. Medici in prima linea e Hannah Montana; come doppiatore ha lavorato in Mucche alla riscossa e Il libro della vita. Ha 71 anni.


Del film esiste un director's cut dove lo scimpanzé non viene ucciso all'inizio ma viene trovato e accudito da Jobe e dove la moglie del Dr. Angelo viene controllata mentalmente da Jobe fino a venire uccisa dai poliziotti, inoltre esiste anche un sequel, con attori diversi, dal titolo Il tagliaerbe 2 - The Cyberspace. Ovviamente NON vi consiglio il recupero, ci mancherebbe! ENJOY!

6 commenti:

  1. Credo di averlo visto in videocassetta, attirato dagli effetti speciali, che comunque per l'epoca mi lasciarono abbastanza sbalordito.
    Tutto il contorno era però un'accozzaglia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ero rimasta schifata già all'epoca. Evidentemente, la CGI non mi è mai piaciuta XD

      Elimina
    2. Un uso sapiente dei computer è in C'era Una Volta A Hollywood, usato per riportare le strade e gli edifici all' aspetto che avevano all'epoca. Meglio così piuttosto che porcherie fintissime.

      Elimina
    3. Quello sì, assolutamente. Deve essere qualcosa di impercettibile all'occhio, non una trashata degna del peggior Sharknado XD

      Elimina
  2. Visto e ne ho parlato anche da me di come fosse un film già vecchio alla sua uscita.
    Zio King viene citato per pochi secondi nella scena della falciatrice assassina, ma tutto lì.
    Chiaro che Stephen avesse le balle girate quando ha visto il risultato finale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No beh, è tutta un'altra storia rispetto al racconto dello Zio! Ovvio che gli abbia fatto causa XD

      Elimina