venerdì 1 novembre 2019

Il Bollodromo #72: ToHorror Film Fest - parte 3

La bellissima esperienza al ToHorror Film Fest 2019 si è conclusa sabato col mio film preferito del festival (tra quelli visti, ovvio) e quello che più mi ha lasciata perplessa, per usare un eufemismo. Per quest'anno è tutto, spero davvero di riuscire a partecipare al festival anche l'anno prossimo, ma nell'attesa vi lascio, dopo le due mini-recensioni, l'elenco dei vincitori dell'edizione 2019. ENJOY!


Why don't You Just Die! (Papa, sdokhni) di Kirill Sokolov

Durante la presentazione ho storto il naso, lo ammetto. Quando mi citano Tarantino e Oldboy tra le fonti di ispirazione sono solita portare la mano al petto onde sedare un principio di infarto causato da siffatte bestemmie. Stavolta, fortunatamente, mi sono dovuta ricredere, nella misura in cui l'opera prima del giovane Sokolof è una gustosissima commedia nera che non lesina sequenze da far digrignare i denti condite da abbondanti secchiate di coloratissimo sangue, il tutto accompagnato da una colonna sonora accattivante capace di risuonare nella testa dello spettatore per tutta la sera dopo la visione. Gli attori poi, sono semplicemente meravigliosi, di quelli in grado di risvegliare la fangirl che è in me per andare a reperire tutta la loro filmografia. Il protagonista Aleksandre Kuznetsov, con quella faccia da sconvolto alla Tom Yorke, perfetta per entrare di diritto nel cast di un film alla Guy Ritchie vecchia maniera, fa venire voglia di abbracciarlo da tanto è sfigato, ma viene spesso eclissato dal suo antagonista Vitaliy Khaev, un mix tra Bruce Willis, Dave Bautista e Dean Norris, talmente esilarante nel suo essere merda da meritare l'Oscar. E a proposito di Bruce Willis: Michael Gor, attore russo spesso utilizzato anche in produzioni occidentali (Il ponte delle spie, La morte può attendere e persino Come ti ammazzo il bodyguard) mi ha ricordato tantissimo il bruccino de La morte ti fa bella. L'unico neo è che questo film, che ha ottenuto la menzione d'onore della giuria dei lungometraggi, pare disperso nell'etere distributivo e anche nel web non c'è possibilità di reperirlo, per il resto... cosa può chiedere di più una fanciulla?


Perfect di Eddie Alcazar

Beh può chiedere, per esempio, di non vedere mai più, e sottolineo MAI più questa camurrìa prodotta da Soderbergh in un evidente e fortissimo "momento droga". Perfect reca seco una divertente storia di ordinario rincoglionimento. Ero convinta cominciasse alle 22 e con Mirco ci siamo presentati al cinema alle 2145, solo per scoprire che la proiezione era prevista per le 21. FORTUNATAMENTE è stato tutto un po' ritardato e il film di chiusura del festival è cominciato alle 2120, minuto più, minuto meno, cosa che ci ha spinti a entrare comunque in sala, anche perché ormai avevamo già il biglietto. Non l'avessimo mai fatto. A film cominciato, ci si è parata innanzi una storia incomprensibile, un delirio di immagini visivamente splendide, sproloqui tra il biblico e il naturalistico e una colonna sonora obiettivamente molto evocativa, in cui l'unica cosa che si poteva capire era che il protagonista vuole diventare perfetto ricostruendosi mattoncino dopo mattoncino, il tutto all'interno di una clinica il cui obiettivo è far evolvere le persone e liberarle dal marcio. Forse. Ovviamente, Eddie Alcazar è uno di quei sceneggiatori e registi ai quali piace dimostrare di essere fighi realizzando lunghissimi, tediosi videoclip di fattura pregevolissima che ambiscono a toccare i massimi temi filosofici quando in realtà non dicono nulla, e lo dimostra il fatto che, in definitiva, Perfect è Il tagliaerbe per cinèfili dell'internet. Pur consapevoli di questo, colmi di vergogna per aver perso 20 minuti di questo mattone attaccato alle palle, abbiamo comunque aspettato all'esterno i nostri ben più accorti compagni di sventura (tra i quali figura Marco. Oh hi, Marco!) per chiedere lumi e l'unanime risposta è stata: "succede così e cosà. No, non ci si capiva un ca**o comunque". A postissimo! What a Story, Eddie!


E ora vai con l'elenco dei vincitori:

Premio del pubblico della giuria per il migliore lungometraggio a The Odd Family: Zombie on Sale di Lee Min-jae (2019).

Premio del pubblico per il migliore lungometraggio a The Invisible Mother di Jacob Gillman e Matt Diebler (USA 2018).

Premio della giuria per il migliore cortometraggio allo spagnolo El Cuento di Lucas Paulino e Angel Torres (2019). Menzione speciale al canadese Re: Possessed Homes (2018) di Matthew Evans Landry che vince anche il premio del pubblico.

Premio della giuria per la migliore animazione al francese Cadavre Exquis di Stéphanie Lansaque & François Leroy (2018). Menzione speciale all’italiano Bavure di Donato Sansone (2018). Premio del pubblico al tedesco Fuse di Shadi Adib (2018).

Premio speciale Anna Mondelli alla miglior opera prima a Tous les dieux du ciel di Quarxx.

Premio speciale Antonio Margheriti alla inventiva artigianale a The Invisible Mother.

Premio per i migliori effetti speciali all’australiano The Furies di Tony D’Aquino (2019).

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