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venerdì 17 giugno 2022

Bolla Loves Bruno: Trappola di cristallo (1988)

L'appuntamento (mensile? Quindicinale?) con l'amato Bruno entra oggi nel vivo col film che lo ha consacrato all'Olimpo del cinema action, ovvero Trappola di cristallo (Die Hard), diretto nel 1988 dal regista John McTiernan e tratto dal romanzo Nulla è eterno, Joe di Roderick Thorp.



Trama: La vigilia di Natale, il poliziotto John McClane decide di fare una sorpresa alla moglie e presentarsi al suo party aziendale, ma rimane vittima della follia criminale di un gruppo di terroristi che hanno preso i dipendenti in ostaggio...


Scrivere qualcosa di nuovo o interessante su un capolavoro come Trappola di cristallo, con tutti i siti specializzati che ci sono oggi e con tutti i critici competenti che hanno trattato l'argomento su libri e monografie, sarà impossibile, me ne rendo conto. Infatti, mentre scrivo ho la stessa ansia da prestazione che mi prende al momento di affrontare Kubrick, Scorsese o Lynch, perché d'altronde il primo Die Hard è un caposaldo del cinema di genere e ha definito non solo la carriera di Bruce Willis ma anche un certo modo di fare action ironico ed intelligente. Permettetemi dunque di cominciare riprendendo le due righe meravigliate che ho scritto su Facebook. Non sono arrivata a 41 anni senza aver mai visto Trappola di cristallo, anzi. Me ne ero già innamorata da bambina, dopo averlo visto per caso una sera in TV, confondendone il titolo con quello di uno dei film che preferivo, ovvero L'inferno di cristallo; da quel giorno di amore a prima vista (non solo per Bruce Willis, ma ci torniamo su Bruno, ovvio) ho smesso di contare le volte in cui, intero o a spezzoni, mi è capitato di guardare il film di McTiernan, ma era davvero passato parecchio tempo dall'ultima volta in cui avevo prestato davvero attenzione. In occasione della stesura del post mi sono presa una sera di calma, stupendomi innanzitutto della durata. Due ore e dodici. Al giorno d'oggi se non si sforano le due ore i film non li fanno neppure uscire, all'epoca era strano che questo genere di pellicola durasse così tanto, e mentirei se dicessi di non aver cominciato a sudare freddo, reduce da un lunedì di fuoco e vittima di una stanchezza abissale. Eppure. L'attenzione non è calata neppure per un istante, la palpebra men che meno. Dal primo scambio di battute sull'aereo tra l'esperto di voli e un Bruce Willis stanco ma sornione, con quell'aura al tempo stesso cool e dimessa di chi potrebbe avere tutte le donne che vuole ma anche no, troppa sbatta, preferisco l'azione e le sigarette, si rimane catturati dall'archetipo di tutte le storie action degne di venire raccontate: poliziotto dalla vita famigliare a pezzi si riscatta agli occhi della moglie dimostrando al mondo di essere un eroe. Perché noi, signori, non vogliamo il principe azzurro. Noi vogliamo il ruzzo working class hero in canotta che sgomina da solo, tra una battuta e una posa epica, dei pericolosi terroristi. E, ovviamente, pretendiamo che la sua storia venga tramandata senza sciatteria.


In Trappola di cristallo, per l'appunto, non c'è NIENTE di sciatto (a partire dalla colonna sonora che unisce allo score tipico di un action le melodie natalizie). A livello di sceneggiatura non ci sono mai tempi morti o momenti di noia e neppure un personaggio sprecato, perché anche le semplici comparse che si vedono per qualche secondo hanno una spiccata personalità e qualcosa da dire (fateci caso. Molti dei terroristi si somigliano eppure sono tutti facilmente riconoscibili e, soprattutto, non si dimenticano!); il registro del film si compone di elementi comici, romantici, drammatici e thriller mescolati assieme con un equilibrio invidiabile, senza che mai uno prevalga sull'altro o, cosa ancor peggiore, senza che la comicità snaturi il dramma della situazione estrema in cui viene a trovarsi McClane, il quale a sua volta dispone dell'indistruttibilità del tipico eroe senza risultare inverosimile, neppure per un istante. La regia di McTiernan è curatissima, anche qui non c'è mai un'inquadratura banale o anonima. La "trappola di cristallo" del titolo italiano, il Nakatomi Plaza, si fa lui stesso protagonista fin dalle prime inquadrature, che riprendono i terroristi dal basso oppure dall'alto, perché il regista riesce a sfruttare corridoi, scale, intercapedini, angoli morti ed ombre di un edificio enorme che riesce a diventare claustrofobico e stretto, una trappola senza via d'uscita, dove la tecnologia non è amica di chi non sa usare il cervello e trovare soluzioni alternative per sopravvivere. Questo, parlando solo delle sequenze "tranquille", perché tra vetri che si disintegrano, corpo a corpo violentissimi ed esplosioni, Trappola di cristallo è un trionfo di scene action che lasciano ancora oggi, dopo più di trent'anni, a bocca aperta.


E a proposito di bocca aperta, non si può non parlare di Bruce Willis, d'altronde questi post sono dedicati a lui. Bruccino in Trappola di cristallo è bello da far paura. Non esistono altri action, per quanto zeppi di manzi, a crearmi scompensi ormonali, perché onestamente ho sempre provato abbastanza repulsione per Stallone, Schwarzy e compagnia picchiante e, parliamoci chiaro, Chris Hemsworth è un babbalone belloccio ma la personalità dov'è quando abbandona il ruolo di Thor? Meh. Willis invece ha trovato qui la sua ragione d'essere, con quel mix di muscolo e panzotta (i costumisti qui sono da ringraziare, così come la generosità di una sceneggiatura che a un certo punto, oh cheppeccato, vuole che la canotta scompaia!), il sorriso obliquo e la battuta pronta, quel minimo di tenerezza paterna e di marito innamorato ma totalmente clumsy, l'aria misteriosa di chi nella vita ne ha viste di stronzate eppure rimane lo stesso umile. In una parola, perfetto. D'altronde anche tutti gli altri attori sono in stato di grazia. Spendo giusto due parole per il mai troppo compianto Alan Rickman al suo primo ruolo "internazionale" eppure già in grado di dare vita a un personaggio iconico, in bilico tra eleganza e pazzia, con quella voce che a perdersela in originale si fa peccato, e all'adorabile Reginald VelJohnson, che l'anno dopo sarebbe diventato l'ancor più adorabile papà Winslow della serie Otto sotto un tetto e che non mi stanco mai di vedere, con la sua espressività e il suo sorriso. Insomma, la visione di Trappola di cristallo mi ha dato gioie a non finire e adesso aspetto di rimettere le manine sul sequel, che onestamente ricordo molto meno.


Del regista John McTiernan ho già parlato QUI. Bruce Willis (John McClane), Bonnie Bedelia (Holly Gennaro McClane), Alan Rickman (Hans Gruber) e Robert Davi (Big Johnson) li trovate invece ai rispettivi link. 

Reginald VelJohnson interpreta il Sergente Al Powell. Americano, lo ricordo per film come Ghostbusters (Acchiappafantasmi), Mr. Crocodile Dundee, Turner e il casinaro, 58 minuti per morire - Die Harder e per serie quali 8 sotto un tetto, I racconti della cripta, CSI - Scena del crimine, Will & Grace, Raven, Ghost Whisperer, Monk e Bones. Anche sceneggiatore e produttore, ha 70 anni.



Il ruolo di John McClane era stato proposto a Richard Gere, Sylvester Stallone, Harrison Ford, Mel Gibson, Arnold Schwarzenegger, Clint Eastwood, Robert De Niro, Charles Bronson, Don Johnson, Burt Reynolds e Michael Madsen (John Travolta era tra i papabili ma era già considerato demodé) ma tutti hanno rifiutato e lo stesso vale per Sam Neill per quanto riguarda il ruolo di Hans Gruber; tra le prescelte per interpretare Holly c'erano Linda Hamilton, Geena Davis, Debra Winger, Michelle Pfeiffer, Jamie Lee Curtis e Carrie Fisher. Tra i registi che hanno preferito dedicarsi ad altri progetti, invece, c'erano Richard Donner e Paul Verhoeven. Le differenze principali tra libro e film è che, nel primo, John McClane (che però si chiama Joe Leland, ha almeno 30 anni più del personaggio di Trappola di cristallo e ha una relazione con la hostess che si vede a inizio film, che diventerà la sua interlocutrice telefonica nel corso del romanzo) non va a trovare la moglie, bensì la figlia, la quale sul finale muore cadendo dal grattacielo assieme al villain, mentre John/Joe rimane permanentemente invalido. I seguiti ufficiali di Trappola di cristallo, di cui spero di poter parlare nel prossimo futuro, sono 58 minuti per morire - Die Harder, Die Hard - Duri a morire, Die Hard - Vivere o morire e Die Hard - Un buon giorno per morire, ma se cercate film dalla trama simile, negli anni '90 ne sono usciti a bizzeffe, tra cui Trappola in alto mare, Air Force One, Con Air e Trappola sulle montagne rocciose. ENJOY!


3 commenti:

  1. Io preferisco "Duri a morire" :) comunque anche questo è un piacere per gli occhi: tutta la serie di "Die hard" è uno dei migliori compromessi di sempre tra cinema commerciale e di qualità. Che nostalgia!

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    1. Duri a morire è anche uno dei miei preferiti e c'è stato un tempo in cui in effetti guardavo di più quello, ma il primo Die Hard è davvero un capolavoro!

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  2. A Natale preferisco altri film, come The Nightmare Before Christmas o Gremlins, ma questo è grandissimo cinema per tutte le stagioni!!

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