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martedì 21 maggio 2024

Abigail (2024)

Prima di partire per la Borgogna sono corsa al cinema a vedere Abigail, diretto dai registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett.


Trama: una squadra di malviventi assortiti viene incaricata di rapire una ragazzina per una cifra spropositata. Purtroppo per loro, la piccola Abigail non è indifesa come sembra...


Abigail
è una deliziosa, piccola chicca che mi aveva attirata già dal trailer, per una volta affatto ingannevole, anzi, sincero relativamente a ciò che è la natura del film: tanto divertimento, tanto splatter, qualche brivido. In più, e questo è un valore aggiunto per me, coniuga due delle cose che più amo vedere al cinema, ovvero gli heist movies con un cast molto affiatato e, ovviamente, i vampiri. Abigail comincia, infatti, come il più classico esponente della prima categoria di film che ho citato: una banda di persone che non si conoscono tra loro, ed usano nomi falsi nel caso venissero colti in flagrante, devono fare un colpo. Ci vengono risparmiate le fasi organizzative, la vicenda comincia già all'ingresso della magione dove la banda dovrà rapire una ragazzina, e una rapida carrellata (alla quale si aggiungerà, più avanti, un simpatico "gioco" che consente allo spettatore di approfondire maggiormente le personalità dei singoli membri) ci mostra le abilità di ognuno dei rapitori. E' un'introduzione rapida e divertente, perché la ciccia vera consiste nell'arrivo dei protagonisti all'interno di una splendida villa ove dovranno passare la notte con la ragazzina rapita, nell'attesa che arrivino i soldi del riscatto. Lì dentro l'atmosfera da heist movie dura il tempo di un battito di ciglia, prima che entri a gamba tesa l'elemento gotico, veicolato da scenografie a dir poco splendide, zeppe di dettagli rivelatori (e di un omaggio artistico a Finché morte non ci separi, che ha più di un elemento in comune con Abigail), e quello horror tout court, quando la ragazzina si rivela un vampiro famelico che ama giocare con le sue prede prima di divorarle in un sol boccone. Abigail è "tutto qui". Non c'è la satira sociale di Finché morte non ci separi e i personaggi sono incasellabili, come ironicamente sottolineato a un certo punto, all'interno di cliché abbastanza banali, quindi tutto il film si gioca su un canovaccio vecchio come il mondo, quello del mostro che uccide, una dopo l'altra, le sue vittime. Tutto sta a rendere carismatico il mostro ed interessanti le vittime, e l'intera prima parte del film è focalizzata sul secondo obiettivo; tolti un paio di elementi sacrificabili, è dura sopportare l'idea che Abigail uccida i superstiti del Rat Pack (segnatevi questo nome perché tornerò sulla questione alla fine del post) e molta della tensione deriva non tanto dal terrore verso la pur cattivissima vampiretta, ma dal dispiacere che uno dei nostri personaggi preferiti faccia una brutta fine.



Il merito di tanto affetto va, in primis, al cast. Melissa Barrera sembra molto più a suo agio qui che sul set di Scream, forse perché lontana dall'eredità scomoda lasciata da Neve Campbell, in più attorno a lei ci sono caratteristi di lusso. Kevin Durand aggiunge un twist inedito al suo solito ruolo da duro, Kathryn Newton ormai è abbonata ai ritratti di ragazze weird dall'espressione stralunata ed è sempre più adorabile, Dan Stevens è figo anche con canottiera e occhialazzi da wog, ma a un certo punto diventa ancora più figo: dico solo che non mi veniva voglia di sventagliarmi così, a mo' di Maria Antonietta davanti a Fersen, dal 22 maggio 2001, e più non dimandate. E poi, ovviamente, c'è Abigail. Una leziosa ballerina dalla vocina delicata, capace di staccarti la testa con un morso. I due registi si divertono un sacco a mescolare senza soluzione di continuità elementi infantili e graziosi a topoi horror, e rendono ancor più "personaggio" la vampira costruendole attorno delle performance di danza di tutto rispetto, cosa che tocca il suo apice nell'esibizione simultanea col burattino umano di turno; in più, viene fatto un uso ottimo della splendida location, che può tranquillamente essere definita personaggio a se stante, con tutti quei piccoli elementi rivelatori, le singole stanze piene di personalità, e un aspetto esteriore ingannevole, che nasconde all'interno abissi (o piscine) di depravazione schifosa e tanto squallore. Infine, c'è il sangue. Tanto, tantissimo sangue, un bagno di liquido rosso godereccio e divertito, alla faccia dell'educata cenere in cui dovrebbero trasformarsi i vampiri di fronte alla morte ultima. Sogno, neanche a dirlo, un Radio Silence cinematic universe, magari un prequel condiviso tra Abigail e Finché morte non ci separi in cui la piccola vampira interagisca col demoniaco Le Bail, e chiedo a gran voce un film come questo a settimana, perché mi ha scaldato il cuore e ce n'è gran bisogno. Concludo, infine, con una chiosa da non traduttrice rosicona, sottolineando la pochezza dell'adattamento italiano. A un certo punto, Lambert definisce i rapitori "branco di ratti", questo dopo averli battezzati con i nomi dei componenti del Rat Pack: Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Joey Bishop,  Peter Lawford e Don Rickles, che in realtà non faceva proprio parte ufficialmente del gruppo. Buona parte di loro era nel cast dell'heist movie Colpo grosso, quindi l'umorismo di Lambert è duplice, un po' dispregiativo, un po' giocoso, e in italiano non solo si perde il riferimento e il gioco di parole ma non si capisce nemmeno perché, a un certo punto, il personaggio di Kevin Durand si "svegli" e capisca un riferimento che, di fatto, in italiano non viene reso. Mi chiedo se non ci fosse un modo per tradurlo meglio nella nostra lingua, invece di costringermi a bestemmiare sonoramente in sala. 


Dei registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett ho già parlato QUI. Dan Stevens (Frank), Kathryn Newton (Sammy), Kevin Durand (Peter), Giancarlo Esposito (Lambert) e Matthew Goode (il padre) li trovate invece ai rispettivi link.

Melissa Barrera interpreta Joey. Messicana, la ricordo per film come Scream e Scream VI. Anche produttrice, ha 34 anni e un film in uscita. 


Se Abigail vi fosse piaciuto recuperate Finché morte non ci separi e Renfield. ENJOY!

10 commenti:

  1. Davvero una ventata di aria fresca, scanzonato ma visivamente - in alcuni momenti - anche molto elegante.

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    1. Sì, ha delle soluzioni di regia e scenografia che sono davvero eleganti. Quasi gotiche, e ci sta!

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  2. Divertente, intrattiene e è un po' troppo basato sulla svolta che è un segreto di Pulcinella. Poco male prima o poi tutti i registi horror devono affrontare quel tema lì, in ottica futura, questo è quello dei Radio Silence e fa il suo dovere ;-) Cheers

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    1. Beh, ma non è nemmeno il segreto di Pulcinella, è tutto chiaro fin dalla locandina e dal trailer. Ma è divertente lo stesso!

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  3. Renfield molto meglio
    Ma cmq un bel filmetto per passare una serata tranquilla e splatterina

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    1. Io ho preferito questo, pur con tutto l'amore che ho nutrito per Renfield!

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  4. Oh, me lo sono goduta anch'io, eccome! E devo ringraziarti per avermi messo la pulce nell'orecchio su Finché morte ci separi che avevo stupidamente ignorato al momento dell'uscita e che ho trovato altrettanto fantastico. Sì, di film così ne vorrei spesso anch'io, mi limito a uno al mese per non fare indigestione dai :)

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    1. Di nulla, sai che sono sempre felice di instradarti all'horror. E poi Ready or Not è davvero un gioiellino, più di Abigail.

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  5. Quando Stevens nella trasformazione pare Bill Paxton in Near Dark mi sono gasato a mille!

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