Trama: ascesa e caduta del fisico J. Robert Oppenheimer, dai frenetici e visionari anni giovanili, alla consacrazione come "padre della bomba atomica", per arrivare all'indagine su possibili coinvolgimenti coi comunisti...
Avevo il TERRORE di questo Oppenheimer. Tre ore biografiche su una figura storica al cui riguardo non ho mai letto nulla, gestite da un regista che, nonostante l'indubbia bravura, ama sbrodolarsi addosso e farla più lunga e difficile di quello che è, tra l'altro viste (tappatevi gli occhi, saltate un paio di righe, andate oltre soprattutto se siete tra quelli che hanno prenotato un viaggio a Londra solo per andare a vedere Oppenheimer) SENZA 70mm, SENZA IMAX, DOPPIATE, per l'amor d'iDDio!!! Qualcuno potrebbe dirmi che, a queste condizioni, qualunque cosa io possa scrivere sul film non varrebbe. Questo qualcuno si beccherà, oltre al mio dito medio alzato e un invito a pagarmi viaggio + biglietto verso il primo cinema valido disponibile, anche la stilettata di sapere che l'aria condizionata del Multisala (come avevo già intuito durante la visione de La casa dei fantasmi) era guasta e che quindi ho visto l'intero film col suono del condizionatore morente sparato nell'orecchio sinistro. "Now I Am Become Death, the Destroyer of Ears", come se non fosse bastata l'avvolgentissima colonna sonora di Ludwig Göransson ad insinuarsi nei padiglioni auricolari, nella mente e nel cuore, spesso sovrastando persino i dialoghi. Eppure, nonostante ciò, Oppenheimer mi è piaciuto davvero molto. Per me non è e non sarà mai un capolavoro necessario, come ho letto da più parti, perché per quanto mi riguarda pecca di lungaggine eccessiva e l'appendice del processo annacqua un po' la questione pressante del dilemma morale del protagonista contrapponendo a quest'ultimo una "nemesi" quasi puerile nelle sue machiavelliche macchinazioni, ma sicuramente è un film interessante, che fa riflettere. E, nella sua alternanza di stili, tiene desta l'attenzione dello spettatore ben più di quanto è riuscito a fare Ari Aster, di solito più nelle mie corde, con Beau ha paura (giusto per paragonare due film dalla durata elefantiaca usciti nello stesso anno).
L'inizio, per esempio, è ipnotico. L'inquadratura della donna dalle braccia incrociate di Picasso, il quale dichiarava "Dipingo gli oggetti come li penso, non come li vedo", carica di significato tutte le visioni giovanili di Oppenheimer, la dolorosa intrusione nella realtà comunemente conosciuta di flash fatti di fiamme, esplosioni e scie luminose; sembra quasi di guardare un film di Malick, e il montaggio che alterna e mescola presente e passato è a malapena "aiutato" dallo stacco tra immagini a colori e un bianco e nero che è raffinato specchio di un mondo privo di quella vitale e frenetica pulsione (di quell'inarrestabile reazione a catena) che ha spinto Oppenheimer ad arrivare dove nessuno sarebbe mai dovuto giungere. Una volta esplosa la bomba, tutto si esaurisce, si "scarica". Il protagonista ha letteralmente dato forma a ciò che era solo pensiero, è rimasto disgustato dal suo egoismo e dalla sua cieca sconsideratezza, cerca di chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, rimettendoci la carriera in un parossismo punitivo; di conseguenza, al pensiero creativo si sostituisce la squallida realtà distruttiva di chi, imperterrito, continua a pensare solo al successo materiale e al prestigio, anche a costo di condannare l'umanità intera. Lo stesso film, a quel punto, si adagia sul sentiero stra-battuto del courtroom movie, dove contano più le interpretazioni della regia, e lo fa come se Nolan fosse stato fiaccato dallo sforzo di costruire la sequenza per me più emozionante di Oppenheimer, quella dove, a Los Alamos, la bomba viene fatta esplodere per la prima volta. La magia di Nolan, lì, è stata quella di farmi dimenticare che l'esperimento era riuscito, di farmi stare sulle spine assieme a tutti i membri del Progetto Manhattan, di spazzare via la sala del cinema tanto che mi sembrava di essere lì, un tutt'uno con la colonna sonora soverchiante e le immagini frenetiche, tanto che quando il suono della bomba è arrivato ho fatto un salto di un metro. L'unica cosa che Nolan non mi ha fatto dimenticare, neppure per un istante, è la conseguenza del successo di Oppenheimer, che mi ha strappato una dolorosa lacrima ben prima che l'orrore (costruito con tutti i terrificanti stilemi di un film di genere) travolgesse il protagonista con visioni di un terribile futuro. Una visione pessimista, un monito che chiude inequivocabilmente il film con lo sguardo allucinato di chi potrà venire riabilitato dalla storia, ma non da se stesso, e che ci ricorda quanto la spada di Damocle di un olocausto nucleare sia sempre lì a penderci sul capo, cosa che mi ha stretto di nuovo la gola in un magone angosciato.
Cillian Murphy, poverino, sembra caricarsela tutta addosso questa visione, dà l'idea che se lo sia spolpato fino alle ossa, trasformandolo in uno scheletro tutto occhi, a cui pendono i vestiti di dosso. Lo sguardo febbrile di Murphy diventa il film stesso, tanto che l'attore si annulla e scompare, più vero della realtà, ed inevitabilmente spiccano accanto a lui l'ambiguo Robert Downey Jr. ed Emily Blunt i quali, invece, "interpretano" ed affascinano, diventando punte di diamante di un cast all star dove il meno conosciuto si è comunque fatto anni come co-protagonista in E.R oppure fa Skarsgård di cognome (ah, lo scrivo qui sperando che legga. Non ricordo in quale gruppo di cinema su Facebook qualcuno ha scritto "lo spettatore medio nemmeno riuscirà a capire chi interpreta Truman". Gianfresc*, col cuore, vai a giocare in autostrada. E' colpa di invasati spocchiosi come te se il cinema, lentamente, muore). La Blunt, in particolare, è ammirevole per il modo in cui ha messo anima e corpo nel tentativo (riuscito) di rendere tridimensionale un personaggio la cui unica funzione è quella di fungere da alcolizzata bussola morale del marito, in contrasto con l'altra donna presente nel film, che invece ha il solo scopo di destabilizzare il protagonista e fungere da gancio per tutte le accuse di comunismo ai danni di Oppenheimer (ma tanto Florence Pugh è splendida comunque e affronterebbe con grazia anche il ruolo di un cassonetto). Altri interpreti che ho adorato o che mi hanno colpita, in ordine sparso: un irriconoscibile ed agghiacciante Casey Affleck nei panni dell'"inquisitore" russo, il sempre bravo Matt Damon, un David Dastmalchian che vorrei finalmente vedere protagonista di un film che ne metta in risalto il carisma magnetico, il "fidanzatino" ebreo di Mercoledì Addams invecchiato ed imbolsito e, ovviamente, un Dane DeHaan sempre meravigliosamente merda. Quindi, come avete potuto vedere, Nolan mi ha convinta. Oppenheimer non è un film che riguarderò presto, anche se mi piacerebbe, appena sarà disponibile, godermelo in lingua originale, ma è sicuramente un'opera splendida, nata e pensata per il grande schermo, fatta per chi non è ancora pronto a soccombere allo strapotere dei film usa e getta e visti con un occhio sullo smartphone. A tal proposito, dal giorno dell'uscita gli spettacoli di Oppenheimer al multisala di Savona hanno fatto sempre il tutto esaurito, e anche Barbie ha fatto sfracelli sia lì che nel cinema all'aperto. Spero proprio non sia un trend limitato a questi due "colossi" accompagnati da battage pubblicitari assurdi e che la gente abbia riscoperto l'amore per la sala, perché ce n'è bisogno!
Del regista e sceneggiatore Christopher Nolan ho già parlato QUI. Cillian Murphy (J. Robert Oppenheimer), Emily Blunt (Kitty Oppenheimer), Robert Downey Jr. (Lewis Strauss), Alden Ehrenreich (l'assistente del Senato), Scott Grimes (il consulente legale), Jason Clarke (Roger Robb), Tony Goldwyn (Gordon Gray), Macon Blair (Lloyd Garrison), James D'Arcy (Patrick Blackett), Kenneth Branagh (Niels Bohr), David Krumholtz (Isidor Rabi), Josh Hartnett (Ernest Lawrence), Alex Wolff (Luis Alvarez), Florence Pugh (Jean Tatlock), Matthew Modine (Vannevar Bush), David Dastmalchian (William Borden), Matt Damon (Leslie Groves), Dane DeHaan (Kenneth Nichols), Jack Quaid (Richard Feynman), Benny Safdie (Edward Teller), Rami Malek (David Hill), Casey Affleck (Boris Pash), Steve Coulter (James Conant) e Gary Oldman (Harry Truman) ho già parlato ai rispettivi link.
Dylan Arnold interpreta Frank Oppenheimer. Americano, ha partecipato a film come Mudbound, Halloween, Halloween Kills e a serie quali The Purge. Anche produttore, ha 29 anni e un film in uscita.
Tra le mille altre facce più o meno conosciute presenti nel film segnalo Harry Groener (Senatore McGee, era il sindaco Wilkins della serie Buffy l'ammazzavampiri), Matthias Schweighöfer (Werner Heisenberg, era il tedesco di Army of the Dead nonché protagonista dello spin-off Army of Thieves), Emma Dumont (Jackie Oppenheimer, era la Polaris di The Gifted) e Gustaf Skarsgård (Hans Bethe, ha partecipato alla serie Vikings). La storia raccontata in Oppenheimer era stata già portata sullo schermo con L'ombra di mille soli, film che non ho mai visto, dove Paul Newman interpretava Leslie Groves; se l'argomento vi interessasse, potreste recuperarlo assieme a I Giorni Dell'Atomica, mentre se amate le biografie di geni controversi potete buttarvi su La teoria del tutto, Il diritto di contare, The Imitation Game e A Beautiful Mind. ENJOY!
Dalle recensioni (compresa questa) capisco che il film andrebbe visto. Ma di Nolan non mi fido più, dopo i bizantinismi di Tenet, e la durata di questa pellicola mi risulta davvero indigesta. Per cui Oppenheimer me lo vedrò in streaming quando sarà disponibile... Così potrò fare tutti i necessari pit stop.
RispondiEliminaL'ho trovato molto più lineare e centrato di Tenet, giocattolone bellissimo visivamente ma una sciocchezzina cervellotica a livello di trama. Comunque, e non me ne vogliano i nolaniani de fero, Oppenheimer riuscirai a godertelo bene anche a casa!
EliminaGuarda, un horror scritto e diretto da Nolan lo vedrei proprio volentieri. Magari senza troppe pippe mentali, con più rilassatezza.
RispondiEliminaPer me è un film grandioso... e ammetto che dopo Tenet partivo molto, molto prevenuto. Invece stavolta Nolan è riuscito anche ad emozionarmi, cosa che non succedeva dai tempi de Il Cavaliere Oscuro. Solo il tempo dirà se è un capolavoro o no, per adesso mi "accontento" di quello che ho visto, che è tanta roba.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la modalità di fruizione, è ovvio che questo è un film che va visto assolutamente al cinema: non dico in 70mm o IMAX (dato che sono pochissime le sale italiane attrezzate per questi formati) ma almeno in una sala con lo schermo più grande possibile e un audio decente (io l'ho visto doppiato, perché ci sono troppi dialoghi importanti). Tra l'altro ho letto che alcuni illustri critici cinematografici si sono lamentati per la colonna sonora quasi opprimente che copriva le battute degli attori: devo dedurre che le copie distribuite non sono tutte uguali perché io ho capito benissimo tutto: in questo mi interesserebbe conoscere anche la tua opinione)
p.s. l'unica cosa su cui non concordo è la Pugh: forse è un problema mio (non riesce a piacermi, non posso farci nulla) ma ho trovato la scena di sesso in biblioteca davvero pacchiana e volgarità, l'unico neo in 181 minuti di lunghezza. Ma devo dire che in questo caso è "colpa" più del regista che dell'attrice...
A me Tenet non era dispiaciuto, un giocattolone meno pretenzioso di quell'Interstellar che invece non ero proprio riuscita a mandare giù. Oppenheimer però è un'altra cosa, è Cinema di altissimo livello. Per quanto riguarda la questione colonna sonora, potrebbe essere un problema di missaggio italiano, perché in alcuni casi anche io ho avuto l'impressione che alcune battute venissero coperte, ma non tanto da essere incomprensibili. La Pugh è la mia stellina, lo sai, le perdono tutto, anche se ammetto di avere riso davanti al momento "sanscrito"... ma dopo avere visto la sequenza "io sono tuo padre" di Beau ho paura ormai mi sembra tutto normale XD
EliminaPiaciuto molto, anche se ho particolarmente sofferto la prima parte. La seconda invece è stata un'ansia continua dall'inizio alla fine...
RispondiEliminaLì è proprio questione di gusto personale. La prima parte a me è volata, l'ultimo atto meno, ma nel complesso è un ottimo film!
EliminaGran film, concordo (come sai già!), e bella la tua carrellata di nomi del cast, hai scritto proprio bene, anche una particina da due minuti l'hanno affidata a gente con un curriculum di anni di successi alle spalle! Davvero incredibile!
RispondiEliminaSì, era la sagra della "stella" questo film. E alcuni volti noti è davvero bello vederli in ruoli a loro magari meno congeniali!
EliminaL'ho visto il primo giorno che è uscito, sala completa, Nolan anche stavolta non mi ha deluso né me lo aspettavo, perché lo reputo un bravo regista, io ho amato anche Tenet per dire....Un creatore di mondi che questa volta sembrava dovesse giocare più facile dovendo scrivere una storia già scritta e un po' l'ho pensato dopo la visione. La tensione provata e l'inquietudine per qualcosa che già conoscevo anche se superficialemente era comunque davvero sproporzionata . Ero particolarmente riposata e nonostante sono stata catapultata in una storia che conoscevo poco non ho perso l'attenzione e ho seguito tutto con interesse tanto da cercare in rete notizie. Ho ascoltato e letto parecchio in pochi giorni e ho visto che tanti hanno fatto altrettanto. Una sola visione la scordi in fretta, soprattutto i dettagli, cose che non conoscevo potevano essere rimasti nascoste. Avevo veramente voglia di rivederlo e stasera sono tornata in sala. Devo dire che poche volte mi è capitato di apprezzare un film ancora di più alla seconda visione, spesso le emozioni scemano. E invece ho unito i puntini, la storia, i nomi che avevo trovato e che riconoscevo tutti, è stata una seconda splendida esperienza. Questa volta sono stata anche più attenta alle 'linee guida' dateci da Nolan che avendo scritto lui personalmente la sceneggiatura, ha adottato un sistema per evidenziare la soggettività, i pensieri di Oppenheimer, il suo punto di vista e questa è la parte a colori, c'è la scrittura di Nolan, quello che ha immaginato possa avere vissuto Oppenheimer, mentre tutta la scrittura in bianco e nero è oggettiva, è quanto è stato documentato e realmente successo. Anche tramite queste semplici indicazioni che si trovano in rete in una sua intervista, il percorso diventa un po' più semplice. Credo comunque che sia un film da vedere almeno due volte per apprezzarlo al meglio. Inutile dire che il film mi è piaciuto tantissimo e se pensavo che avesse avuto gioco facile mi sono ricreduta, ha fatto un grande lavoro.
RispondiEliminaCerto non posso non sentire che mi è mancato qualcosa, alcune cose vengono sfiorate, i personaggi più importanti, le donne della sua vita potevano avere una scrittura più approfondita e uno spessore diverso, ma tutto questo alla seconda visione l'ho percepito meno, anzi mi sono commossa, ho vissuto la visione con una consapevolezza diversa.
Complimenti per la recensione, e 'vai a giocare in autostrada ' mi ha fatto sorridere 😁👍
Intanto grazie per i complimenti :)
EliminaVedere il film come hai fatto tu, riguardandolo dopo esserti documentata, è la cosa migliore che si potrebbe fare, a consapevolezza aumentata il valore si fa più profondo, ma anche la prima visione mi ha lasciata molto soddisfatta e, di sicuro, ritengo Oppenheimer il film migliore del Nolan post-Inception.
Commento cancellato, succede ancora...
RispondiEliminaMi piace perché Blogger fa tutto da solo. Nonostante avessi risposto, era finito in spam, l'ho recuperato e ripubblicato!
EliminaBuona settimana! è un mistero questo 😀
RispondiEliminaBuona settimana anche a te!
Elimina