Trama: la vita scorre serena all'interno di Barbieland finché una Barbie comincia a notare stranezze e difetti nella sua esistenza sulla carta perfetta. Per indagare, la Barbie (assieme a Ken) valica i confini che separano il suo mondo da quello umano...
Di Barbie si è già detto e scritto tutto ancora prima che uscisse, quindi non sarà facile scrivere qualcosa di interessante e poco banale, soprattutto senza fare spoiler, ma ci proverò. Preceduto da un trailer accattivante e sciocchino, Barbie, per la prima mezz'ora, è, volutamente, tutto quello che i suoi detrattori pensavano. In un trionfo di rosa e kitsch, veniamo introdotti in quella che è la realtà di Barbieland, un luogo in cui ogni giorno è perfetto ma anche perfettamente uguale a quello precedente, e dove ogni Barbie può essere ciò che vuole, da presidente ad astronauta, in un susseguirsi di scene tra l'esilarante e il paradossale. Furbamente, la Gerwig e Baumbach puntano i riflettori sulla "Barbie" per eccellenza, bionda bella e sorridente, e modellano la perfezione di Barbieland su di lei perché, capirete bene, non tutte le bambine (me compresa) si limita(va)no a pensare noiose quanto glamour giornate di ozio, svago e trionfi per le proprie bambole; questo stereotipo radicato nel tempo da decenni di marketing e pubblicità è però essenziale per rendere ancora più duro lo scontro con la realtà, allorché Barbie, allarmata da terrificanti cambiamenti all'interno della sua routine e dei suoi pensieri, decide di andare nel mondo umano per indagare. E' qui che il film prende una piega inaspettata e devia da quel trailer che ci viene propinato da mesi, diventando una riflessione su un aspetto ben preciso della società, legato a doppio filo al desiderio di Ruth Handler, la creatrice di Barbie, di dare alla figlia e alle donne la possibilità di sognare in grande, proiettando ogni aspirazione su una bambola che non si limitava ad essere solo madre o moglie, ma poteva essere qualunque cosa. Prigione dorat, ehm, rosa dove questo desiderio è portato all'estremo, Barbieland è un'isola felice rigidamente amministrata da un consiglio direttivo della Mattel gestito interamente da uomini, e al suo interno c'è qualcuno che invece NON può essere quello che desidera, perché creato per esistere in funzione di Barbie, ovvero Ken. Si può dunque dire che Barbieland è il riflesso distorto di un'idea di per sé giusta, un luogo che non solo ha creato dei mostri nella realtà, alimentando ideali di bellezza e perfezione irraggiungibili, ma che "vendica" la sopraffazione con una sopraffazione al contrario, dove c'è sempre e comunque qualcuno che soffre e che viene ignorato o considerato "inferiore", a discapito di tutta la tolleranza e l'inclusività moderna predicata dal marchio Barbie.
Alla faccia di tutta la gioiosa idiozia riversataci addosso da trailer, meme ed anteprime, Barbie è un film molto amaro, che non mostra il fianco neppure per un istante a soluzioni semplici ed happy ending posticci. La Gerwig e Baumbach, anzi, sembrano volerci dire che la vita è fatta di scelte e sofferenza, una lotta continua per affermare noi stessi in una società che probabilmente non ci vuole e che ci impone assurdi modelli maschili o femminili; ancora peggio, non esistono cambiamenti nati da illuminazioni improvvise e lo status quo è terribilmente difficile da sradicare, quindi tutto il contrario di ciò che ci è sempre stato insegnato dalla Disney e dai suoi emuli (se poi pensate che l'amore possa vincere su ogni cosa, avete davvero puntato sul film sbagliato). Tutto ciò viene gettato in faccia allo spettatore col sorriso, con i toni garbati di una commedia capace di spingere il pedale sull'acceleratore dell'assurdo senza mai deviare dal suo percorso né imbroccare la via senza ritorno della caciara fine a se stessa, cosa che dimostra l'incredibile lucidità mentale della Gerwig e il suo polso fermissimo sia in fase di scrittura che di regia. Se, a tratti, Barbie vi sembrerà un po' troppo fighetto e "maestrino" nel suo desiderio di aprirci gli occhi al mondo, beh, non sarò io a farvi cambiare idea, perché ogni tanto ho avuto io stessa la sensazione di venire "bacchettata" tra una risata e l'altra (probabilmente avvertivo l'aura di Baumbach, con cui non vado d'accordissimo), ma siccome sul finale sono riuscita persino a commuovermi direi che nel film c'è soprattutto del sentimento, non solo del freddo, cinico calcolo.
Al di là di queste considerazioni che, come avrete capito, non posso sviscerare appieno pena incappare in sgraditi spoiler, Barbie è proprio bello cinematograficamente parlando. Se date un'occhiata QUI, vi farete un'idea di quante, elegantissime fonti d'ispirazione abbiano guidato la Gerwig nella realizzazione del film che, effettivamente, è una gioia per gli occhi fatta di inquadrature iconiche ed intelligenti, con numeri musicali dal sapore vintage, capaci di lasciare a bocca spalancata. Le scenografie sono spettacolari e non potrebbe essere altrimenti: il rosa e i colori pastello delle case dei sogni di Barbieland si accompagnano a fondali disegnati che noi bambine conosciamo molto bene, e non contrastano neppure troppo con la fredda monocromia e regolarità degli uffici della Mattel, proprio a rispecchiare il rigido controllo presente in due mondi strettamente legati. Personalmente, non ho mai avuto molte Barbie con cui giocare ma mi sono ammazzata di cataloghi Mattel (li adoravo, avendo sempre amato disegnare mi davano una fonte d'ispirazione costante per vestire le mie donnine e, in più, erano scritti in almeno un paio di lingue) e non nascondo di avere represso più di un brivido di gioia davanti al rispetto filologico di costumi, pettinature, accessori e linee, spesso utilizzati come ulteriore fonte di ironica presa in giro. La presenza di una narratrice d'eccezione, che spesso sfonda la quarta parete dialogando con spettatori e realizzatori, è l'ulteriore aggiunta a un cast perfetto. Se Michael Cera e Kate McKinnon sfruttano al meglio il poco tempo a loro concesso e Margot Robbie è una Barbie fatta e finita, a rubarle la scena c'è un Ryan Gosling favoloso, che si è gettato anima e corpo in un ruolo che molti avrebbero rifiutato perché troppo "stupido"; l'attore ha reso finalmente giustizia al povero Kentozzi(tm) rendendolo tragico, eroico "imperatore del regno di mille fighe di legno", "monumento" di un algido piccione biondo, che verrebbe voglia di abbracciare per tutta la durata del film. Non mi vergogno a dire che, per quanto mi riguarda, questa è l'interpretazione migliore di Gosling e, prima di venire linciata, vi invito a correre al cinema a vedere Barbie. Lo so, è una cretinata, ma andate con almeno un accessorio rosa, perché vedere una sala gremita di gente tutta vestita a tema, persino nel triste multisala di Savona, è stata un'esperienza bellissima!!
Della regista e co- sceneggiatrice Greta Gerwig ho già parlato QUI. Margot Robbie (Barbie), Kate McKinnon (Barbie), Alexandra Shipp (Barbie), Emerald Fennell (Midge), Ryan Gosling (Ken), Michael Cera (Allan), America Ferrera (Gloria), Helen Mirren (narratrice), Will Ferrell (CEO della Mattel) e Lucy Boynton (Barbie Proust) li trovate invece ai rispettivi link.
Simu Liu interpreta Ken. Cinese, lo ricordo per film come Shang - Chi e la leggenda dei dieci anelli, inoltre ha partecipato a serie quali Slasher e prestato la voce per I Simpson. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.
Rhea Perlman interpreta Ruth. Americana, moglie di Danny De Vito, ha partecipato a film come Matilda 6 mitica e a serie quali Taxi, Blossom, Cin Cin, Innamorati pazzi e Ally McBeal; come doppiatrice ha lavorato ne I Simpson, American Dad!, Robot Chicken e Sing. Anche produttrice e sceneggiatrice, ha 75 anni.
Tra le mille Barbie e Ken presenti nel film spuntano Dua Lipa e John Cena in versione sirene. Se Barbie vi fosse piaciuto il mio consiglio è di recuperare davvero le fonti di ispirazione della Gerwig, male non farà di sicuro! ENJOY!
Mah... per me una grossa occasione mancata. Se lo si prende per quello che è risulta pure divertente, ma basta un attimo di analisi per fare fallire il presunto femminismo della Gerwig.
RispondiEliminaPerò io non sono sicura che sia un film "femminista". Barbieland è dipinta negativamente quanto il mondo reale e i Ken sono parodizzati quanto vuoi ma non fanno una bella vita. Lì secondo me chi "vince" o, almeno, ci prova, è chi spezza la ruota del destino a prescindere dal genere.
EliminaPer una volta sono completamente in disaccordo, cara Babol, Sarà anche che sono un uomo e in quanto tale sono stato insultato, sbeffeggiato e preso per il culo per oltre 120 minuti. Immaginate un film il cui messaggio urlato in faccia allo spettatore ad ogni fotogramma è UOMINI=MERDA. Neanche i film di propaganda nazisti mettevano in mostra tanto odio per una categoria sociale (in questo caso il 50% dell'umanità). Aldilà di questo, a mio parere il film nella seconda parte non ha proprio senso e nel finale diventa davvero palloso. Salvo alcune gag della prima parte e un eccezionale Ryan Gosling che regge il film da solo (ironico che un uomo sia la cosa migliore di un film in cui i maschi sono trattati alla stregua di scarafaggi). Poi non so, magari se avessi una vagina sarei entusiasta anch'io...
RispondiEliminaOddio... sono uomo e non mi sono sentito minimamente offeso, anzi, mi sono fatto due risate. Che tutto il film potesse essere gestito meglio è un altro discorso...
EliminaIl disaccordo ci sta, assolutamente. Ero insieme a un po' di persone a vedere Barbie, tra cui un uomo, e il suo punto di vista mi interessava molto. Lui si è divertito, però ha anche detto una cosa vera, cioè "alla fine però per i Ken non cambia nulla". A me questa cosa è piaciuta. Non che per i Ken non cambi nulla, intendiamoci, ma che non esista un finale risolutivo in cui tutto cambia perché finalmente qualcuno ha aperto gli occhi. Nella realtà purtroppo non ha mai funzionato così e non funziona così nemmeno nel "meraviglioso", utopico ed orribile mondo di Barbie, che a me non è sembrato così incensato. La Mattel ha creato uno stupido mondo al femminile a mo' di contentino per una realtà ingiusta, travisando completamente lo scopo iniziale della bambola Barbie, e il film questo lo sottolinea spesso, criticando sia il patriarcato (a me questa costante ripetizione della parola sa tanto di presa in giro voluta, ma magari sbaglio) che l'altro estremo. Alla fine, se vai a vedere, non cambia niente nemmeno per Barbie che, però, almeno proverà a vivere in un mondo fatto di mille sfumature, positive e negative, maschili, femminili o chissà. Almeno, questo è come l'ho visto io, ma ognuno ha la propria sensibilità, ovviamente, e c'è da dire che a volte il film manca il bersaglio ergendosi in cattedra, ma questo l'ho scritto anche nel post!
EliminaDevo ancora vederlo e... Ammetto che mi incuriosisce. Devo solo convincere il mio Bassotto a passare qualche ora da solo a casa, e vado! :-)
RispondiEliminaMagari il bassotto può entrare in sala, anche se due ore in mezzo al casino potrebbero essere tantine!
EliminaC’è una battuta molto divertente che quel geniale attrezzo di Jim Carrey fa a Margot Robbie al Graham Norton Show di qualche anno fa, dopo averle confidato di non essere mai stato in Australia si complimenta con lei per il successo conseguito nonostante i suoi “obvious physical disadvantages” il che ci dice molto della Barbie e del perché Margot Robbie sia l’attrice perfetta per il ruolo. Ti sorprenderesti di scoprire quanti maschietti hanno giocato (giocano ancora?) con la Barbie: io ero uno di quelli, avendo una sorella praticamente coetanea con la quale ho diviso gran parte del mio spensierato tempo di bambino. Però per me la migliore interpretazione di mr. Gosling resta il gioiellino Blue Valentine. P.s ne Il regno delle donne il medico argentino Ricardo Coler ci racconta di una vera società matriarcale, non a Barbieland ma qui su questa terra.
RispondiEliminaEffettivamente anche nel film c'è una battuta molto ironica sulla "bruttezza" della Robbie, che ha fatto ridere mezza sala. Per quanto riguarda la Barbie, non vedo perché un maschietto non ci possa giocare, d'altronde un gioco è un gioco, punto. Io sono figlia unica e giocavo con le amiche, ma non fatico ad immaginarmi fratellini e sorelline che giocano assieme con le stesse cose. Quanto a Il regno delle donne, me lo segno!
EliminaSono d'accordo che Barbie sia un buon film, cinematograficamente parlando (anche se - my opinion - è il film più debole della Gerwig). Io però tutta questa profondità non ce l'ho vista... anzi, secondo me è proprio questo il problema: Barbie è troppo poco profondo per essere un film impegnato e troppo "serio" per essere una commedia. Colpa di una sceneggiatura per me davvero scarsa che mette troppa carne al fuoco ma non porta in fondo niente: il film non si "accende" mai, non emoziona, non decolla. E oltretutto mi pare che banalizzi molto anche il concetto di patriarcato (Il "mondo reale" dove comandano solo gli uomini è davvero tagliato con l'accetta). Rimane una perfetta operazione di marketing che ha il grande merito di aver riportato la gente in sala a frotte a fine luglio: e non è affatto poco.
RispondiEliminaPer me il film più debole della Gerwig è l'incensatissimo LadyBird, che a me non aveva detto nulla, però lì sono gusti.
EliminaLa banalità del mondo reale e del patriarcato sono, a mio parere, filtrati dal punto di vista di Ken, che, come Barbie, vede quello che vuole vedere. Sul mettere troppa carne al fuoco sono d'accordo, però continuo a sostenere che il film non è così superficiale e che ha molti piani di lettura.
pensavo fosse un film cretino ma forse è troppo intelligente per me... Devo vederlo (magari in streaming).
RispondiEliminané troppo cretino né troppo intelligente, secondo me è un film in grado di parlare a tutti! :)
EliminaFinalmente posso leggere tutto, che dure settimane sono state queste a evitare di sapere di più!
RispondiEliminaMa ne è valsa la pena, gran bel post per un gran bel film a cui si perdonano anche i difetti sotto forma di spiegoni. Ken così fantastico da riuscire ad oscurare Barbie, altra sorpresa imprevista.
Grazie mille!! Ken è la vera rivelazione del 2023, altroché!
EliminaE finalmente sono riuscita a vederlo, un martedì pomeriggio, è vero che è agosto, ma incredibile la gente che c'era!
RispondiEliminaMi trovo perfettamente con la lettura che gli hai dato, soprattutto nei commenti avrei risposto uguale 👍
Il film mi è piaciuto molto e ti dirò, facile che torno a rivederlo. Al di là di una scenografia indubbiamente azzeccata, anche la scrittura non è cosa da poco, alcuni messaggi che passano via veloci, sono in fondo stereotipi pazzeschi. Avrei voluto essere al tavolo con loro, invisibile, in fase di scrittura... Già dalla scelta dei due protagonisti di partecipare al film era chiaro da subito che fosse un'idea geniale e trovo che sia stata sfruttata bene perché mentre a volte ti sembra che il messaggio ti venga sbattuto in faccia con troppa enfasi è invece quello più sottile sotto traccia che rischia di sfuggire.
Mi sono divertita ed emozionata e sono contenta del successo di pubblico e della presa che è riuscito a trasmettere tanto da riempire le sale in un periodo dell'anno già di per sé complicato.
Da noi hanno fatto due giorni di sold out al cinema all'aperto dopo settimane dall'uscita, una meraviglia!
EliminaIo vorrei rivederlo ma in lingua inglese, cosa che da noi, ovviamente, è impensabile, quindi recupererò quanto prima il bluray appena uscirà!