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mercoledì 30 novembre 2011

GetBabol #1

Ultima rubrica nuova, giurin giuretto. La piattaforma nuova mi fa sentire ispirata e si vede. Perché GetBabol? Beh, dovete sapere che esiste una sorta di "social network" (non saprei come meglio definirlo) chiamato Getglue, la cui funzione principale è quella di consentire agli amici su FB e Twitter di sapere in tempo reale cosa stai guardando o leggendo in quel momento. Secondaria, ma non meno importante, la possibilità di dare un giudizio sulle cose viste e lette e, in base a tale giudizio, di ritrovarsi un elenco di altri film, telefilm, libri ecc. simili che il sito ci consiglia pensando ci possano piacere. A inizio settimana, poi, sempre in base a queste preferenze, il sito "impone" all'utente alcuni dei film usciti quel giorno negli USA. E da qui parte la rubrica, per dare un'occhiata a quel che vorrebbero propinarci i cugini d'Oltreoceano (o a quello che viene propinato loro!!). Are you ready? ENJOY!

Coriolanus
Di Ralph Fiennes
Con Ralph Fiennes, Gerald Butler, Brian Cox

Trama (da Getglue): come regista ed interprete, Ralph Fiennes porta per la prima volta sul grande schermo questa intensa opera di Shakespeare. Coriolanus è un dramma senza tempo, una riflessione sulla guerra e un atteso debutto registico per uno dei più grandi attori classici mondiali.

Getglue me lo consiglia perché mi sono piaciuti Platoon e La sottile linea rossa (e non parliamo mica di pizza e fichi!!). A occhio e croce, sembra parecchio interessante. In primis, perché adoro Shakespeare, anche se Coriolano non l'ho mai letto, sono sincera. Seconda cosa, adoro Ralph Fiennes e amo vederlo sullo schermo, così come ho grande stima di Gerald Butler e Brian Cox (tra gli altri interpreti, inoltre, c'è anche quella vecchia grandissima, mitica carampana di Vanessa Redgrave!!). L'unica cosa, mi pare di capire sia una rivisitazione in chiave moderna che mantiene i nomi e la storia originale del bardo e queste sono cose che, se fatte male, rischiano di diventare kitsch. Siccome, quindi, non ci sto capendo molto, andiamo di corsa a visionare il trailer, già bello e disponibile su youtube. Ci risentiamo dopo il video.



O belin. A tratti mi sembra una zamarrata allucinante, a tratti ho già voglia di vederlo. Al di là degli altisonanti titoli di altrettanto altisonanti giornali specializzati, della musica accattivante e delle scrittine fiQue, mi ispira davvero tanto lui, Fiennes. Il mio cuore di donna è debole. Se troverò qualcuno di altrettanto debole e pazzo mi sa che darò retta a Getglue e andrò a vederlo.
Probabile uscita italiana: Ancora non pervenuta, negli USA uscirà ufficialmente a gennaio.


Per questa settimana è tutto, ormai il sito mi conosce come persona reffia e mi da solo un consiglio. Evidentemente il resto della fuffa che sta uscendo negli USA non fa per me!
Alla prossima settimana (forse!)

martedì 29 novembre 2011

A qualcuno piace caldo (1959)

Talvolta accade che un piccolo film incappi nel miracolo di riuscire ad essere, semplicemente… perfetto. Un tempo succedeva spesso, ovviamente, ma per fortuna chi al giorno d’oggi avesse voglia di rivedere certi capolavori ha un modo per farlo, e Dio benedica le tecnologie che ce lo permettono. In breve, la recensione di oggi è interamente dedicata allo splendido A qualcuno piace caldo (Some Like it Hot), diretto nel 1959 dal regista Billy Wilder.


Trama: Joe e Gerry sono due musicisti spiantati che, per un caso sfortunato, si ritrovano a fare da testimoni alla Strage di San Valentino. Per fuggire ai gangster che vogliono eliminarli, sono costretti a travestirsi da donne e infiltrarsi in un gruppo jazz femminile, dove incontreranno la splendida Zucchero.. e allora per Josephine e Daphne cominceranno i veri guai!


Ormai ho perso il conto di quante volte ho visto A qualcuno piace caldo. Eppure, nonostante conosca benissimo praticamente ogni battuta, ogni scena, ogni sviluppo della trama, non mi stancherei mai di vederlo. Perché è rilassante, divertente, “leggero”, nostalgico, frizzante, affascinante, moderno, diretto e recitato benissimo. Nonostante abbia ormai più di 50 anni A qualcuno piace caldo è un capolavoro senza tempo, che non risente affatto del peso degli anni. Forse perché affronta con leggerezza e sommo stile temi universali come l’amore, l’amicizia, l’incertezza per il futuro, la completa accettazione degli altri. “Nessuno è perfetto” dice il vecchio Osgood nella famosissima battuta finale, accettando così ogni stranezza della presunta futura moglie: un pensiero e una decisione che, in quegli anni, sicuramente avrà fatto molto discutere, così come il fatto che, a differenza di Joe, il buon Jerry non sembrerebbe affatto a disagio nei panni di donna, anzi (non a caso parecchi stati americani e altre istituzioni boicottarono il film, che ha avuto difficoltà anche all’estero…)!


Lungi da me togliervi ogni sorpresa per quanto riguarda la trama (se non avete mai visto il film, ovvio), perché merita di essere gustata e scoperta a poco a poco, quindi parlerò un po’ degli attori e della messa in scena in generale. Al di là della “divina” Marilyn della quale, purtroppo, non sono mai riuscita a capire il fascino e che qui si limita a fare la parte dell’ochetta bionda (con qualche difficoltà tra l’altro, perché pare che l’attrice non riuscisse proprio a ricordare le battute, tanto che Billy Wilder era costretto a fargliele scrivere ovunque!), Tony Curtis, Jack Lemmon e gli altri comprimari sono semplicemente strepitosi; Lemmon soprattutto è un piacere da vedere ed ascoltare, sia quando duetta con Curtis che quando interagisce con Joe E. Brown, il bravissimo, particolarissimo attore che interpreta Osgood. Per quanto riguarda regia e sceneggiatura, Wilder regala immagini vivaci ed emblematiche, infonde nuova linfa ai cliché dei film d’amore e di gangster, mescola con leggerezza e bravura numeri musicali, siparietti comici e momenti più seri con una naturalezza che ha dell’incredibile. Insomma, A qualcuno piace caldo è un capolavoro che non potete assolutamente perdere!

Billy Wilder (nato Samuel Wilder) è il regista della pellicola. Uno dei più grandi registi americani (anche se nato nell’attuale Polonia), in grado di passare dalla commedia leggera al dramma sottilmente inquietante, lo ricordo per film come lo splendido Viale del Tramonto, Sabrina, Quando la moglie è in vacanza e Prima pagina, solo per citare quelli che ho visto. Anche sceneggiatore, produttore e talvolta attore, è morto di polmonite nel 2002, all’età di 95 anni.


Marilyn Monroe (nata Norma Jeane Mortenson) interpreta Zucchero “Candito” Kandinsky, in originale Sugar “Kane” Kowalczyk. Attrice assurta ad immortale icona cinematografica, afflitta da depressione ed insicurezza croniche, protagonista di storie d’amore e complotti politici talmente fitti e complicati da risultare addirittura irreali, la ricordo per film come lo splendido Eva contro Eva, Come sposare un milionario, Gli uomini preferiscono le bionde, Quando la moglie è in vacanza e infine Gli spostati, l’ultimo film che l’ha vista protagonista. Anche cantante, sceneggiatrice e produttrice, è morta nel 1962 per presunta overdose, all’età di 36 anni.


Tony Curtis (vero nome Bernard Herschel Schwartz) interpreta Joe/Josephine. Altro grandissimo e bellissimo attore americano, nominato all’Oscar come miglior attore protagonista per La parete di fango, lo ricordo per film come Francis il mulo parlante, Operazione sottoveste, Spartacus e Rosemary’s Baby. Ha inoltre partecipato ad un episodio del telefilm Pappa & Ciccia e doppiato una puntata de I Flinstones. Anche produttore, è morto l’anno scorso per arresto cardiopolmonare, all’età di 85 anni. Tuttavia, deve ancora uscire l’ultimo film che lo vede protagonista.


Jack Lemmon (vero nome John Uhler Lemmon III) interpreta Gerry/Daphne. Altro grandissimo attore americano che, negli anni, anche noi “giovani” abbiamo imparato ad amare in coppia con il compianto Walter Matthau, lo ricordo per film come L’appartamento, Irma la dolce, La strana coppia, Prima pagina, JFK – Un caso ancora aperto, America oggi, Due irresistibili brontoloni, That’s Amore – Due improbabili seduttori, Hamlet e La strana coppia due, inoltre ha doppiato un episodio de I Simpson. Nominato all’Oscar per otto volte (anche, giustamente, per A qualcuno piace caldo, sebbene il regista volesse Frank Sinatra nel ruolo di Jerry!), ne ha vinti due, uno come miglior attore non protagonista per La nave matta di Mr. Roberts e uno come miglior attore protagonista per Salvate la tigre. Anche regista, è morto nel 2001 per un cancro alla vescica, all’età di 76 anni.


E ora un paio di curiosità. Pare che Anthony Perkins, che poi sarebbe diventato famoso come il Norman Bates di Psyco, avesse fatto l’audizione per il ruolo di Gerry/Daphne, ruolo che Jerry Lewis, invece, ha rifiutato perché non voleva vestirsi da donna, salvo poi pentirsene dopo la nomination all’Oscar di Lemmon. Nonostante abbia fatto storia e abbia dato origine anche ad un musical dal titolo Sugar, A qualcuno piace caldo non deriva da un’idea originale, bensì da un film tedesco del 1951, Fanfaren der Liebe (che, se il mio tedesco arrugginito non mi inganna, dovrebbe significare Fanfare d’amore), che credo sia inedito in Italia. E ora che avete finito di leggere il post, andate a guardarvi A qualcuno piace caldo! ENJOY!

domenica 27 novembre 2011

I predatori del Bollalmanacco perduto: Mamma mia! (2008)

E recuperiamo oggi... Mamma Mia! Con tanto di foto e video, guarda un po'... errori od Orrori di grammatica/sintassi/ortografia/distrazione compresi! Vi faccio notare anche come la povera Amanda Seyfried, che nel film interpreta la figlia di Meryl Streep, non venisse neppure nominata... ma d'altronde, all'epoca, era praticamente all'inizio della carriera e non la conoscevo! Un paio di post su di lei comunque li trovate qui.


Anche se il tempo è poco, mi ritroverò a scrivere sul mio santo Bollalmanacco, perché alla fine ho promesso a IlRanocchio che lo avrei fatto.. e poiché almeno qui sono padrona di mettere quello che voglio, ecco che mi ritroverò a parlare del Musical dell’anno: Mamma Mia! di Phyllida Lloyd, tratto dall’omonimo show di Broadway basato sulle canzoni degli ABBA.


Chi frequenta da tempo il Bollalmanacco secondo me storcerà il naso, scioccato, ma credetemi, gente, poche cose sono più trash e divertenti di questo film, e diciamo che il trash e il ridicolo (volontari o meno) sono un po’ il fil rouge di questo blog. La trama è semplice: In un’isoletta greca si sta per festeggiare il matrimonio di Sophie, una ragazza che vive sola con la madre Donna, la quale gestisce un albergo sull’orlo del fallimento. E il padre, vi chiederete? Il padre non c’è, o meglio potrebbero essercene tre, quindi la futura sposa decide di invitare segretamente tutti e tre gli ex della mamma per scoprire, finalmente, la verità. Con tutte le conseguenze del caso.


Allora, un avvertimento: il film inizia malissimo, come uno di quegli orrendi DVD di Barbie. La ragazzina canterina sul balcone spedisce le tre lettere in un trionfo di glitter e melensaggine. Quando si incontra con le due amichette, sembra di assistere all’incontro tra Barbie, Skipper e Theresa alle Hawaii: urletti, mossette, filastrocche e nomignoli. Se resisterete alla tentazione di alzarvi e andarvene inveendo contro il mondo intero, allora vi troverete davanti un Musical fatto di splendide canzoni, cantanti bravissimi, momenti esilaranti e commoventi, attori strepitosi e un finale che è la gioia di ogni cultore del Trash. Imperdibili soprattutto Dancing Queen e Does Your Mother Know?, oltre che la splendida The Winner Takes It All, che mostra tutta la bravura della vecchia Meryl.


La Streep è streepitosa e anche un po’ streeppona, canta da dio ed è assolutamente perfetta per il personaggio di Donna. L’altra sorpresa del film è Pierce Brosnan che, nonostante l’evidente sforzo che lo porta ad accartocciarsi ad ogni canzone, sfoggia uno charme e una voce alla David Bowie veramente inaspettati. I costumi sono un trionfo, i numeri musicali ovviamente strepitosi e ben coreografati, anche grazie al cast di supporto che è decisamente azzeccato. L’unica cosa che mi ha fatto storcere un po’ il naso è l’utilizzo degli autoctoni greci come una sorta di “Coro” antico composto da macchiette, emblema del maledetto senso di superiorità Americano. Prima il Capitano Corelli e il suo dannato mandolino, ora questo.. almeno non utilizzano più gli italiani, noi siamo stati eletti a “raffinati” e stilosi mafiosi. Mah.

Phyllida Lloyd è alla seconda opera cinematografica, ed è una delle più apprezzate registe teatrali inglesi. Ha 51 anni.


Meryl Streep, che interpreta Donna, è uno dei mostri sacri del cinema americano, impegnato ma anche frivolo, tendenza che ha dimostrato di apprezzare soprattutto negli ultimi anni. Tra i suoi film più belli ricordo il cacciatore, Manhattan, Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie ( per questi due film ha vinto l’Oscar), She Devil – Lei, il diavolo, La morte ti fa bella, La casa degli spiriti, The Hours, Angels in America (forse la più bella miniserie televisiva che sia mai stata concepita), Lemony Snicket – Una serie di sfortunati eventi, Radio America, Il Diavolo veste Prada. Ha persino dato la voce alla figlia del Reverendo Lovejoy in un episodio dei Simpson. Ha 59 anni e tre film in uscita.


Pierce Brosnan interpreta Sam, uno dei tre presunti padri. Famoso per aver interpretato il personaggio di James Bond dal 1995 con Goldeneye, fino al 2002 con Die Another Day e aver raccolto per primo l’eredità di Sean Connery. Ha partecipato, tra gli altri, a Il Tagliaerbe, Mrs. Doubtfire, Mars Attaks!, Dante’s Peak. Ha 55 anni e 3 film in uscita.


Colin Firth interpreta il secondo presunto papà. L’attore inglese ha interpretato film come il paziente inglese, Shakespeare in Love e un horror intitolato Genova. Perché lo nomino? Innanzitutto per il titolo, anche se non l’ho mai visto.. e poi perché due mie grandissime amiche hanno recitato come comparse, in mezzo a una marea di altri studenti, proprio in questo film! Ha 48 anni e 3 film in uscita.


Julie Walters interpreta Rosie, una delle vecchie amiche di Donna, il Lupo Solitario del gruppo. L’attrice inglese è famosa per aver interpretato l’insegnante di ballo di Billy Eliott e soprattutto la Signora Weasley nella serie Harry Potter e ha partecipato anche all’esilarante Calendar Girls. Ha 58 anni e due film in uscita.


Christine Baranski interpreta Tanya, la fatalona reduce da mille matrimoni e altrettanti lifting. L’attrice newyorchese ha partecipato a film come Nove settimane e mezzo, La Famiglia Addams 2 (interpreta la maledettissima Becky Martin-Granger ), Piume di struzzo, Cruel Intentions, Il Grinch. Ha partecipato anche a Una famiglia del terzo tipo, serie che mi manca tantissimo, e come doppiatrice a un episodio di American Dad! Ha 56 anni.


Stellan Skarsgard interpreta Bill, il terzo papà, il più avventuroso. L’attore svedese ha partecipato a The Kingdom II, Ronin, Dancer in The Dark, L’Esorcista – La genesi ed è stato il padre di Orlando Bloom nella serie Pirati dei Caraibi. Ha 57 anni e 3 film in uscita.


E per finire all'insegna del trash... Dancing Queen cantata dagli ABBA in abiti ottocenteschi!!! Enjoy!!!

sabato 26 novembre 2011

Il Bollalmanacco in Trailer #1

Piattaforma nuova, vita nuova! Inauguro oggi un'altra rubrica dal solito titolo idiota, Il Bollalmanacco in Trailer, ovvero: chiose e pensieri personali sui trailer visti al cinema in settimana, nell’attesa del film principale. Ovviamente trattasi di rubrica assai discontinua e dipendente sia dalla frequenza con cui vado al cinema sia dalla possibilità di vedere trailer prima dello spettacolo. Ovviamente, ove possibile, metterò trailer in lingua, non mi piacciono molto doppiati. Ma non tituBBiamo e proseguitiamo.

#1. J. Edgar

Io adoro la storia moderna americana. Starei ore a leggere di Kennedy, Nixon, Roosevelt e compagnia cantante. Quindi l’idea che il buon Clint Eastwood (che pure mi ha deluso con il moscissimo Hereafter)abbia deciso di dirigere un film su J. Edgar Hoover, ambiguo fondatore dell'FBI, non può che farmi friggere d'aspettativa. A rovinare un po' il tutto c'è Leonardo di Caprio, che come attore non mi fa impazzire, ma la presenza di Judy Dench mi pare un ulteriore, ottimo incentivo. In Italia dovrebbe uscire a gennaio.





#2. Capodanno a New York

Eh no, non è l'ennesimo film con Boldi e De Sica, ma qualcosa di comunque altrettanto ammorbante. Un cast all star (tra i mille che passano rapidissimi nel trailer si riconoscono Robert De Niro - perché, Bob????!!! -, Ashton Kutcher, Halle Berry, Michelle Pfeiffer - perché, Michelle???!!!! -, Sarah Jessica Parker, Zac Efron, Hilary Swank, Alyssa Milano e persino Jon Bon Jovi) per quella che si preannuncia essere una rottura di palle epica. Da quel che si capisce nel trailer tutto ruota su un'infinità di personaggi e varie microstorie ambientate nella stessa notte di capodanno e, ovviamente, a New York. Che è una città meravigliosa, ma passare capodanno a Time Square, checché se ne pensi, non è la cosa più fiQua del mondo, eh. E lo dico per esperienza. Lo eviterò senza ripensamento alcuno.




#3. Sherlock Holmes - Gioco di ombre

Last ma, ovviamente, NOT least! Innanzitutto è il film dicembrino che voglio più vedere a prescindere, perché il primo Sherlock Holmes mi era piaciuto molto e perché, diciaaaamocelo, Robert Downey Jr. mi fa sbavare. Copiosamente. Sì, anche quando in questo trailer fa il travestito, anzi, soprattutto quando è così (d'altronde anche Tim Curry nel Rocky Horror Picture Show mi piaceva. Sarò forse deviata? Sì.). Seconda cosa il trailer in sé è davvero una figata, c'è di tutto e di più, anzi... pure troppo. Mi va bene darmi un assaggio anche del buon Moriarty che finalmente compare, ma non vorrei che il trailer fosse costruito su TUTTE le scene migliori. Speriamo di no, sicuramente a dicembre andrò al cinema fiduciosa come avevo fatto la prima volta.

venerdì 25 novembre 2011

WE, Bolla! del 25/11/2011

Nuova rubrica, nuovo nome idiota: WE, Bolla! (pronunciato rigorosamente “uè, Bolla!”). La rubrica nasce dai commenti tra l’entusiasta e lo scazzato che accompagnano, nel WeekEnd appunto, ogni mia visita al sito del multisala della mia zona e dell’altro cinemino un po’ più d’élite. Commenti che, come avrete intuito, riporterò per darvi un’idea della sofferenza che una povera cinefila come me prova ogni volta nel vedere che parecchi film molto attesi non sono usciti, surclassati spesso e volentieri da indegne ciofeche che, però, tirano. Oh, se tirano. Ma siccome ho già detto troppo, cominciamo.

1/12/2011: A Day With Shakira
Reazione a caldo: Ma cos’è sta p*****ata?!?
Bolla, rifletti!: Ultimamente vanno di moda queste cose. Concerti, opere teatrali, balletti al cinema. Ma sono solo io a trovarla un’idea assurda? Qual è il bello di vedere un concerto su schermo gigante? E la sensazione di essere parte integrante dello spettacolo dove finisce? Ho capito che qui ti aggiungono anche dietro le quinte e intervista alla Loca loca, lì, però chissene. Bah. Evito

Happy Feet 2 – 3D
Di George Miller
Reazione a caldo: Ehmbufff……
Bolla, rifletti!: Eh, non ho visto il primo episodio. E il secondo è pure in 3D, cosa che mi spinge ad evitarlo. Però mi dicevano che il primo Happy Feet era carino, quindi forse recupererò entrambi con altri mezzi. Evito (per ora).

Anonymous
Già visto e recensito qui.

Il re leone – 3D
Di Roger Allers e Rob Minkoff
Reazione a caldo: ‘natravotta?!?
Bolla, rifletti!: Rifletti un par de zebre. Insomma, sono contenta che un capolavoro come Il re leone (che pure non è il mio cartone Disney preferito...) venga recuperato a beneficio dei pargoli dopo una ventina d’anni. Però perché farlo vedere in 3D? Magari sarebbe piaciuto anche a me tornare a vederlo, nonostante abbia anche il DVD, ma così no. E’ la solita fregatura commerciale. Evito (e mi guardo il DVD).

Scialla!
Di Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bobulova, Vinicio Marchioni
Reazione a caldo: Bah.
Bolla, rifletti!: Onestamente, non so nemmeno di cosa parla ma già il titolo non mi ispira. Aspettate che leggo e torno (…). La trama sulla carta parrebbe anche interessante, sebbene mi sappia di già vista mille volte, ma so già che verrà rovinata dalla solita recitazione da fiction televisiva e da inutili sentimentalismi. Evito.

Tower Heist: colpo ad alto livello
Di Brett Ratner, con Ben Stiller, Eddie Murphy, Matthew Broderick, Casey Affleck
Reazione a caldo: No grazie.
Bolla, rifletti!: No, so di cosa parlo, ho visto il trailer. E non mi ha ispirata per nulla. Beninteso, Ben Stiller lo adoro, ma il trailer è davvero fiacco e poi c’è Eddie Murphy. Che mi piaceva un casino quando avevo otto anni ma poi non ne ha più azzeccata una! Evito.

Real Steel – Cuori d’acciaio
Di Shawn Levy, con Hugh Jackman, Evangeline Lily, Dakota Goyo
Reazione a caldo: sbavo copiosamente
Bolla, rifletti!: Intanto mi asciugo la bava. Eh beh, non si può dire che non mi piaccia Hugh Jackman. Quindi Real Steel, nonostante l’orrendo sottotitolo italiano, parte già avvantaggiato. E poi il trailer mi era sembrato carino, insomma, un po’ particolare questa storia di robot lottatori con bimbetto annesso. Le recensioni lo danno come non esageratamente bello ma neppure malaccio, mercoledì saprò farmi un’idea più chiara. Vado, vado.

Anche se è amore non si vede
Di Ficarra e Picone, con Ficarra e Picone, Ambra Angiolini
Reazione a caldo: un altro film coi comici della tv? Uff…
Bolla, rifletti!: ho visto il trailer e so cosa mi aspetta. I soliti Ficarra e Picone che, come tutti i comici, mi vanno bene per cinque, dieci minuti ma poi mi stufano. Non credo neppure che lo recupererò in DVD a meno che non legga qualche recensione più che positiva. Evito.

Breaking Dawn parte 1
Di Bill Condon, con Kristen Stewart, Robert Pattinson e Taylor Lautner
Reazione a caldo: mavafancoool! (con accento alla Tony Soprano)
Bolla, rifletti!: Ahah! Ma perché dovrei vedere un film brutto tratto da un brutto libro? E non lo dico “per sentito dire”, ma perché prima ancora che scoppiasse la mania Twilight io il primo romanzo lo avevo comprato e letto, da buona amante dei vampiri. Ed è uno dei pochi libri che ho posato schifata per poi regalarlo alla prima anima prava che volesse tentare l'impresa di leggerlo, anima che, tra risate a profusione, mi ha poi raccontato il geniale finale dell'intera saga. Se devo vedere un film comico e brutto preferisco a sti punti un cinepanettone. Evito come la peste.

E qui finiscono i film del multisala. Nel cinemino d'élite che fanno?


Pina 3D, fino a lunedì.
Di Wim Wenders, con Regina Advento, Malou Airaudo e Ruth Amarante
Reazione a caldo: ... sinceramente non saprei che dire. Parla di ballerine?
Bolla, rifletti! : Cavoli, dopo aver capito di che parla, mi rendo conto che deve essere bello. Bello da vedere al cinema, soprattutto, un po' come un The Tree of Life. Purtroppo l'argomento non è tra i miei preferiti (andrei lì davvero avvolta da una coltre d'ignoranza Crassa) e tra l'altro la sala in questione non ha il 3D, quindi... a che pro andarlo a vedere lì? Evito, con un po' di rimpianto.

E per questo WE that's all, folks! Voi cosa andrete a vedere?
A prescindere da quel che sarà... ENJOY!

giovedì 24 novembre 2011

Anonymous (2011)

Dopo qualche settimana di assenza dalle sale cinematografiche, ieri sera mi sono rimessa finalmente in poltrona per vedere Anonymous di Ronald Emmerich.



Trama: noi tutti siamo abituati a considerare William Shakespeare come il Bardo per eccellenza, simbolo dell’era Elisabettiana. Ma se non fosse stato proprio così…? E se il buon Will fosse stato solo un semplice strumento e dietro le sue opere ci fosse stata ben altra mano, come per esempio quella del Conte di Oxford?


Quando ho sentito le due parole Shakespeare ed Emmerich nominate in una stessa frase, lo ammetto, ho avuto un mancamento. Voglio dire, stiamo parlando di un regista che ha girato roba come Independence Day e Godzilla, come minimo mi aspettavo una rumenta dove il Bardo si sarebbe dovuto ad un certo punto confrontare con un duca proveniente da una lontana colonia inglese spaziale, ben deciso a far saltare in aria la gorgera di Sua Maestà la Regina. E invece, come al solito, aspettandosi nulla si ottiene comunque la possibilità di gustarsi di più un film onestamente carino, ben diretto e ben fatto. Eh sì, perché al di là della trama e dell’accuratezza storica, il bello di Anonymous sono proprio la regia e il fluidissimo alternarsi di momenti più statici e riflessivi (assai sontuosi, grazie ai bellissimi costumi e alle splendide scenografie), interessanti rappresentazioni delle opere di Shakespeare che cercano di ricostruire in maniera filologica quello che doveva essere il modo di sentire il Teatro all’epoca, qualche scena d’azione impressionante come l’incendio del teatro all’inizio e la soppressione della rivolta finale, e infine grandiose sequenze come quella del funerale di Elisabetta, con il corteo che sfila in una Londra ricoperta di neve con tanto di Tamigi ghiacciato. Molto azzeccata anche l’idea di girare il film come una “rappresentazione nella rappresentazione”: Anonymous infatti incomincia ai giorni nostri e la storia ci viene introdotta su un palco teatrale dal sempre bravo Derek Jacobi che, con un prologo, comincia a raccontare al suo pubblico quello che poi vedremo anche noi, mentre dietro di lui attori e macchinisti si danno da fare per preparare la rappresentazione. Un primo piano di Sebastian Armesto (alias Ben Jonson) ci consente di passare così, senza soluzione di continuità, dalla finzione del teatro alla realtà della storia narrata. E qui cominciano sia il film che qualche difetto ad esso legato.


La storia raccontata in Anonymous è molto interessante e mette in scena un dubbio che si erano già posti fior di narratori come Dickens: ma com’è possibile che non esistano manoscritti a provare che sia stato proprio Shakespeare a scrivere le sue opere? Inoltre, come diamine ha fatto quest’uomo anche solo a pensare delle trame così colte e complesse se la storia ce lo presenta praticamente analfabeta? Eh, questo è un bel mistero e Anonymous ci da una possibile (per quanto onestamente improbabile) soluzione, che include anche qualche bell’intrigo di corte che appassiona sempre il pubblico. Per chi ha studiato un po’ di storia e letteratura elisabettiana come me e quindi arriva al cinema con un minimo di infarinatura il film non presenta stonature evidenti e, anzi, parrebbe sfruttare al meglio delle verità storiche conosciute e comprovate ma mai ben specificate (per esempio, Marlowe, che pure non dovrebbe essere vivo all’epoca dei fatti narrati, si dice sia morto in una rissa di strada, ma ovviamente nessuno ha mai spiegato il motivo della rissa..), introducendo tanti personaggi realmente esistiti. Se cercate quindi una critica storico/culturale rimarrete delusi, mi manterrò molto più terra terra (ma se volete vi dico che il Globe viene bruciato dopo, che MacBeth è stato scritto durante il regno di Giacomo I e non di Elisabetta, che prima della ribellione di Essex hanno messo in scena Riccardo II e non Riccardo III. Secondo voi, però, queste cose me le sono ricordate al cinema? No.). Onestamente, devo dire che Anonymous si mantiene brillantemente lontano da castronerie varie almeno fin verso il finale: certo, la Regina Elisabetta che ci viene mostrata è ben diversa dalla figura forte e razionale a cui siamo stati abituati dai film a lei dedicati, in Anonymous è più una sorta di isterica Brooke di Beautiful ante litteram e, sinceramente, anche l’idea di mostrare uno Shakespeare cialtrone, ignorante e puttaniere mi ha un po’ spezzato il cuore. Ma il finale colpisce in faccia lo spettatore con un colpo di scena da telenovela talmente gratuito e improbabile che per un attimo ho dimenticato tutto quel che di buono avevo visto fino a quel momento e, lo ammetto, non sono più riuscita a stare seria fino alla conclusione definitiva.



La questione del colpo di scena ha purtroppo influenzato in parte anche il mio giudizio sugli attori. Se, infatti, Rhys Ifans riesce a tenere la testa alta fino alla fine e a mangiarsi tutti gli altri interpreti con un’interpretazione del Conte di Oxford a dir poco magistrale (anche se il già citato Sebastian Armesto nei panni di Jonson e il figlio di Timothy Spall, Rafe, nei panni di Shakespeare sono davvero bravissimi), chi ne fa maggiormente le spese è quella povera crista di Vanessa Redgrave. Per carità, grande attrice, ma in questo film sembra il monumento nazionale alla cartapecora e, soprattutto verso il finale, più che la regina Elisabetta ricorda un incrocio tra E.T. e la trashissima Mahaut interpretata da Jeanne Moreau ne La maledizione dei templari (per dire che la si vede anche urlante in mutande: holy crap!!). Per contro, nel vedere la pur bella figlia Joely Richardson (che interpreta Elisabetta da giovane) mi aspettavo sempre che da dietro al trono comparisse Julian McMahon per bombarsela in qualche strana ed inventiva posizione. Altro neo, gli anonimi, bellocci ed efebici giovinetti usati per interpretare il Conte di Oxford da giovane e il Conte di Southampton, abbastanza privi di personalità, ma voto dieci al mollissimo, scazzato, gobbo e viscido Robert Cecil di Edward Hogg. Altra cosa ottima, e per nulla scontata in un adattamento italiano, è il visibile sforzo portato avanti dai bravi doppiatori che, per una volta, si sono impegnati ad adottare una pronuncia decente dei nomi inglesi. In definitiva, Anonymous è un film che consiglio comunque di vedere, nonostante qualche difetto. Se vi interessa l’argomento e riuscite a sorvolare su qualche espediente da soap opera non rimarrete delusi.


Di Rhys Ifans, che interpreta il Conte di Oxford, ho già parlato qui. Rimanendo sempre in ambito Potteriano, David Thewlis, che interpreta William Cecil, lo trovate qua. Derek Jacobi, che interpreta invece il narratore, è già stato nominato qui.

Roland Emmerich è il regista della pellicola. Tedesco, ha diretto film come Stargate, Independence Day, Godzilla, Il patriota, L’alba del giorno dopo, 10000 AC e 2012. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 56 anni.
Vanessa Redgrave interpreta Elisabetta da anziana. Attrice inglese, la ricordo per film come Blow – Up, Assassinio sull’Orient Express, Casa Howard, La casa degli spiriti, Mission: Impossible, Wilde e Deep Impact. Ha inoltre doppiato Cars 2 e partecipato alla serie Nip/Tuck, ovviamente nei panni della madre del personaggio interpretato da Joely Richardson, che è la sua vera figlia. Anche produttrice, ha 74 anni e tre film in uscita. Ha avuto sei nomination all’Oscar ma ne ha vinto solo uno, quello come miglior attrice non protagonista per il film Giulia.


Joely Richardson interpreta Elisabetta da giovane. Inglese, figlia di Vanessa Redgrave, come attrice la ricorderò sempre nei panni dell’ammorbantissima Julia della serie Nip/Tuck, ma ha partecipato anche a film come Hotel New Hampshire, La carica dei 101 – questa volta la magia è vera, Il patriota e L’intrigo della collana. Ha 46 anni e tre film in uscita, tra cui l’imminente Millenium: uomini che odiano le donne, dove interpreterà Anita Vanger.


Rafe Spall interpreta Shakespeare. Inglese, degno figlio di tanto padre (ovvero Timothy Spall), ha partecipato a film come Shaun of the Dead, Un’ottima annata, Hot Fuzz e Grindhouse (uno dei pezzi non visti in Italia, ovvero il fake trailer Don’t, diretto da Edgar Wright). Ha 28 anni e due film in uscita.


Jamie Campbell Bower (vero nome James Campbell M Bower) interpreta il Conte di Oxford da giovane. Inglese, ha partecipato a Sweeney Todd: il diabolico barbiere di Fleet Street (nei panni di Anthony), Harry Potter e i doni della morte – parte I e parte II (nei panni del giovane Grindelwald), New Moon e Breaking Dawn – parte I. Ha 23 anni e due film in uscita.


Sebastian Armesto interpreta Ben Jonson. Inglese, ha partecipato a film come Marie Antoniette, Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare e al telefilm Doctor Who. Ha 29 anni e un film in uscita.

Con questo si conclude la recensione. Sappiate che domani e dopo potrebbero cominciare due nuove rubriche sul Bollalmanacco! Nell'attesa di ciò... ENJOY!!

martedì 22 novembre 2011

I predatori del Bollalmanacco perduto: Psycho (1998)

Siccome col passaggio da Splinder a Blogger si è perso un intero mese di Bollalmanacco (ottobre 2010, nientemeno!!) ho deciso di ripostare i pezzetti mancanti, anche a beneficio dei nuovi lettori. Ovviamente copierò i post paro paro, quindi eventuali errori/refusi vanno guardati con assoluta indulgenza, vi prego!

Comincerò con Psycho di Gus Van Sant... ENJOY!!

Ci sono dei film che sono capolavori assoluti, a prescindere dal genere. E poi, ovviamente, ci sono i remake, più o meno belli, i prequel e i sequel (spesso pessimi) e cose come lo Psycho di Gus Van Sant che non si limita ad essere un remake, ma un omaggio scena per scena, una copia precisa ed aggiornata dell’opera di Hitchcock, una testimonianza dell’allievo verso il Maestro indiscusso impreziosita da una colonna sonora che, aggiornata dal dio Elfman, non penalizza affatto le splendide e famosissime musiche di Bernard Herrmann.

La trama, per chi non la sapesse, è questa: Marion Crane lavora in banca, un’umile impiegatuccia che ha una tresca con un altro poveraccio che non arriva alla fine del mese. L’occasione per cambiare vita si presenta quando un miliardario deposita nella sua banca una somma di denaro spropositata, che le viene affidata. Marion prende i soldi e scappa, finendo a rifugiarsi nel Bates Motel, gestito da Alan Bates, tassidermista vessato da una madre carogna. Rifugio infausto, visto che la povera Marion, come da leggenda, viene fatta fuori nella doccia dalla madre di Bates… e lì cominciano le indagini (e il vero fulcro del film).

Come dicevo sopra, più che un remake questo è un omaggio, rifatto scena per scena, dello Psyco originale, ambientato ai nostri giorni ma con un gusto molto retrò, sia per gli ambienti che per i costumi (si vedano le splendide mise di Anne Heche o l’abito molto “bogartiano” del detective Arbogast) che, a mio avviso, anziché esaltare i pregi dell’originale, affossa completamente una trama che, per chi ha già visto la pellicola di Hitchcock, si rivela essenzialmente banale e anche un po’ kitsch (Vince Vaughn imparruccato e caramellomane non si può vedere!). Certo, l’analisi della schizofrenia è sempre interessante, soprattutto per l’inquietante finale che si discosta un po’ dall’originale, e gli attori sono bravini (seppure ogni personaggio sia una figuretta bidimensionale eclissata da quello di Norman Bates) ma alla fine questo film è stato così tante volte ridotto a clichè e parodia che qualunque cosa si discosti dal Capolavoro del regista inglese sa un po’ di presa in giro commerciale.

Rammento infatti che ai tempi ci fu un gran battage pubblicitario per questo remake.. oggetti ora introvabili come la tenda da doccia completamente rossa sangue con il logo della pellicola, per esempio. Mentre invece, parlando di parodie, a mio avviso la migliore è e resterà sempre Il Silenzio dei Prosciutti del nostrano Ezio Greggio, che vanta nel cast la presenza di Martin Balsam (il detective Arbogast dello Psyco originale), Billy Zane, Dom DeLuise e anche John Astin, il Gomez della vera Famiglia Addams. Impareggiabile… IGHIBU’!!


Gus Van Sant è un regista americano esperto di film stilosi, patinati e soprattutto commerciali. Non ne vado proprio matta, ma tra le sue pellicole ricordo Belli e dannati, Cowgirls il nuovo sesso, Will Hunting e Elephant. Ha 56 anni e due film in uscita.

Vince Vaughn interpreta Norman Bates ed è, lo ammetto, una mia debolezza, da quando mi sono vista almeno cinque o sei suoi film in Australia. In originale è incomprensibile, ha una parlantina velocissima ed è logorroico da morire. Però è un fico, c’è poco da fare. Tra i suoi film ricordo Il mondo perduto: Jurassic Park, l'orrendo The Cell - La cellula, Starsky and Hutch, Dodgeball, l'esilarante Anchorman: The Legend of Ron Burgundy, Due single a nozze. Ha 38 anni e due film in uscita.

Anne Heche interpreta Marion Crane. Salita alla ribalta ai tempi per essere la fidanzata di Ellen DeGeneres, la prima attrice ad essersi dichiarata liberamente lesbica e fiera di esserlo, ha interpretato tra gli altri Donnie Brasco, So cosa hai fatto, Sei giorni sette notti e ha partecipato, per la tv, a serie come Allie McBeal, Ellen, Nip/Tuck. Ha 39 anni e un film in uscita.


William H. Macy, che interpreta il Detective Arbogast, è uno dei miei attori/caratteristi preferiti, sposato con la splendida Felicity Hauffman. Assieme alla lunga partecipazione al serial ER lo ricordo in Radio Days, Il cliente, Fargo, Air Force One, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Pleasantville, Magnolia, oltre che alla serie Incubi e deliri. Ha 58 anni e sei film in uscita.

Viggo Mortensen interpreta il fidanzato di Marion, Sam Loomis, ed è l’unico attore mostro, che diventa un fico assurdo quando è spettinato, zozzo e barbone. Artista, cantante e scrittore, oltre che attore, ha recitato in film come Non aprite quella porta III, Carlito's Way, L'ultima profezia, Ritratto di Signora, Insoliti criminali, Daylight - Trappola nel tunnel, Il delitto perfetto (è abbonato ai remake di Hitchcock XD) la trilogia de Il Signore degli Anelli, A History of Violence. Ha 50 anni e 3 film in uscita.

Julianne Moore è una delle mie nemesi. Interpreta Lila, la sorella di Marion, e al pari di Nicholas Cage non capisco perché un’attrice col carisma e l’espressività di una patata molla e lessa debba essere protagonista di film splendidi. Tra le pellicole che ho visto e di cui è protagonista: I delitti del gatto nero, Body of Evidence, America oggi, Il mondo perduto: Jurassic Park, I segreti del cuore, Boogie Nights - L'altra Hollywood, Il grande Lebowski, Magnolia, Hannibal, The Shipping News, Far From Heaven, The Hours. Ha 48 anni e cinque film in uscita.

Nel post originale mettevo qualche foto e concludevo con un paio di video de Il silenzio dei prosciutti, ma visto che Blogger ha qualche problema con le foto e i video non sono più disponibili e che comunque ora non metto più video l'intento filologico è andato a farsi benedire. Pertanto... ENJOY il resto del blog u__u!

Già pubblicato anche su The Ed Wooder

domenica 20 novembre 2011

Borderland - Linea di confine (2007)

Come è accaduto per slasher e film sugli zombie, c’è stato un periodo in cui anche i “torture porn” prosperavano, soprattutto dopo che l’Hostel di Eli Roth aveva segnato il percorso da seguire, per così dire. Frutto di questo genere è anche Borderland – Linea di confine (Borderland), diretto nel 2007 dal regista Zev Berman.


Trama: tre amici decidono di fare una vacanza in Messico, o meglio, di “sconfinare”. Loro ovviamente si aspettano droga, alcool e prostitute, troveranno invece un culto di pazzi torturatori, sangue e morte.


Dichiaratamente basato (ovviamente) su una storia vera, giusto per rendere il tutto più inquietante agli occhi del novellino che non ha mai visto un horror in vita sua, questo Borderland sposta il luogo minaccioso, arretrato e nemico dove finiscono i tre poveretti americani dall’Europa dell’Est a quella terra di nessuno che è il confine tra America e Messico, ci infila un fatto di cronaca risalente agli anni ’80 e condisce il tutto citando a piene mani i mille casi irrisolti di “desaparecidos”. Pare infatti che verso il 1989 un gruppo di cosiddetti “narcosatanisti” avesse fatto fuori almeno una ventina di persone per portare avanti i loro rituali, che avrebbero consentito loro di passare indenni ed invisibili sotto il naso dei poliziotti con gli abituali carichi di droga. Pura follia, ma non c’è cosa che non possa ispirare un horror, ed ecco che i realizzatori di Borderland aggiungono l’elemento soprannaturale a quello della tortura.


L’unico problema è che film come Hostel sono apprezzabili (se dico belli passo per psicopatica) e raggiungono lo scopo perché sono in qualche modo verosimili e soprattutto perché indugiano sull’elemento voyeuristico, altrimenti non verrebbero definiti torture porn. Borderland invece manca proprio di quell’elemento tanto pubblicizzato sulle locandine (Hostel ha fissato il limite, Borderland lo supera…), così che lo spettatore si ritrova, sempre più perplesso, a guardare un film che, dopo un inizio “a effetto” se la smenazza per più di metà della sua durata con le pippe mentali degli odiosi protagonisti, storie d’amore (?), sbruffonate assortite, i soliti poliziotti compiacenti che non sanno, non c’erano e se c’erano dormivano e assurdi deliri pseudo-satanisti. Certo, il momento clou, per così dire, è abbastanza impressionante, ma per citare Generazione X è “troppo poco, troppo tardi”, e il solito finale alla homo homini lupus, con il ragazzo buono e gentile il cui sogno è andare in Africa e fare il volontario che sevizia a colpi di machete uno dei torturatori, è liberatorio fino a un certo punto.


Oltre che dalla noia e da una trama abbastanza stupida, Borderland è afflitto anche dall’insopportabilità dei protagonisti, che è sì un problema comune ad altre produzioni simili, ma che qui forse tocca il suo apice: il più “sensato” del trio è innaturalmente mollo e depresso, il “coglioncello” lo è veramente a livelli improponibili (la scena più sconcertante è quella in cui insulta l’amico che vorrebbe andare a fare il volontario “cosa sei, un Democratico del cazzo adesso?” aah, ma che bell’amicizia…) salvo poi abbassare la cresta al primo sentore della pericolosità dei nemici, mentre il ragazzino è fastidioso nella sua innocente idiozia (leggi: accettare un passaggio da sconosciuti di notte), e ovviamente anche i villains non si salvano, con quella loro aria “mistica” da santoni drogati. L’unica nota positiva e scioccante del film è la presenza di Sean Astin in un inedito ruolo da redneck incattivito, misogino e psicopatico che gli calza stranamente a pennello, anche se spesso mi ritrovavo comunque a pensare a Samvise Baggins, con un effetto straniante mica da ridere! Insomma, anche se siete appassionati di horror io eviterei la visione, e cercherei di meglio.


Di Jake Muxworthy, che interpreta Henry, ho già parlato qui.

Zev Berman è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo terzo film. Di costui purtroppo non riesco a trovare informazioni anagrafiche di nessun tipo, quindi chiedo aiuto a qualche esperto che ne sa più di me!


Sean Astin (vero nome Sean Patrick Duke) interpreta Randall. “Figlio” d’arte (il papà, anche se non biologico, era il vero Gomez della Famiglia Addams televisiva, John Astin), ha cominciato la carriera come membro dei Goonies, per poi affermarsi come Hobbit con lo splendido personaggio di Samvise Gamgee nella trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson, ma ha partecipato anche a film come il bellissimo La guerra dei Roses e Cambia la tua vita con un click, a serie come 24 e My Name is Earl e anche doppiato un episodio di Robot Chicken. Americano, anche regista, produttore e sceneggiatore, ha 40 anni e due film in uscita; inoltre, doppierà nientemeno che Raffaello nell’ennesima serie a cartoni animati dedicata alle mitiche Tartarughe Ninja.


Brian Presley interpreta Ed. Americano, ha partecipato a qualche film e a serie come Beverly Hills 90210, Settimo cielo e General Hospital. Anche produttore, ha 34 anni e un film in uscita.


Rider Strong interpreta Phil. Già protagonista del Cabin Fever di Eli Roth, ha partecipato anche al seguito Cabin Fever 2: Spring Fever e a serie come Quell’uragano di papà, Party of Five – Cinque in famiglia, Hercules, Veronica Mars, Bones, oltre ad aver doppiato alcuni episodi di Kim Possible. Americano, anche sceneggiatore, regista e produttore, ha 32 anni e due corti in uscita.


Se vi piacesse questo genere di film, vi consiglierei di puntare sul già citato Hostel, Hostel 2 e infine sul poco conosciuto ma pregevole Captivity, uscito anche in Italia. Questo è il primo post scritto sulla piattaforma, speriamo di non aver fatto qualche casino. ENJOY... comunque!