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venerdì 25 novembre 2016

Animali fantastici e dove trovarli (2016)

Dopo gli Animali notturni di Tom Ford è arrivato il momento degli Animali fantastici e dove trovarli (Fantastic Beasts and where to Find Them), diretto da David Yates e sceneggiato da J.K. Rowling in persona!


Trama: il mago inglese Newt Scamander approda a New York con una valigia piena di Bestie Magiche proprio quando in città comincia a manifestarsi un pericoloso Oscuro. I sospetti del Ministero della Magia Americano ricadono ovviamente su Newt ma la verità sull'origine dell'Oscuro è ben più pericolosa...


Chiusa la parentesi Harry Potter e la maledizione dell'erede (che, peraltro, ho letto senza trovarlo abominevole come tanti avrebbero voluto far credere) è giunta di nuovo l'ora, per gli appassionati, di tornare ad immergersi nelle atmosfere magiche create da J.K. Rowling e il viaggio questa volta non parte proprio da Hogwarts, bensì dal libriccino Gli animali fantastici: dove trovarli, scritto dalla Rowling nel 2001 a scopi benefici. Il libro in questione è uno dei testi che Harry, Ron ed Hermione vengono costretti a studiare nei romanzi e, alla faccia degli scopi benefici, la Rowling ha deciso di trarne una serie di cinque film legati anche ad alcuni avvenimenti che si trovano solo sul sito Pottermore, ampliando di fatto la sua ormai tentacolare presa sui nerd di tutto il mondo e aumentando esponenzialmente le proprie finanze. Sospendo un attimo la critica morale sulla natura bieca di questa operazione chinando il capo con vergogna perché, pur consapevole di tutto ciò che ho detto sopra, Animali fantastici e dove trovarli mi è piaciuto molto, per un paio di motivi. Innanzitutto, Animali fantastici e dove trovarli è fruibile anche da un neofita poiché è stato scritto sfruttando il punto di vista privilegiato del no-mag Jacob, dell'englishman in New York Newt Scamander e di un mondo magico ancora privo dell'agevole manuale di quest'ultimo e, seconda cosa ma non meno importante, fa piazza pulita di tutte le trame legate al Prescelto e Colui-che-non-deve-essere-nominato, offrendo qualcosa di nuovo e fresco anche per gli appassionati. Il gusto della "scoperta" è dunque l'emozione che governa il film dall'inizio alla fine e che rende giustizia al titolo in quanto, al di là dell'indispensabile sotto-trama "oscura" che spero verrà sviluppata meglio nei prossimi capitoli della saga, sotto i riflettori ci sono principalmente gli Animali Fantastici. Quello di Newt è un personaggio molto delicato, un outsider capace di rendersi speciale e unico in virtù del rapporto privilegiato che ha con le bestie del mondo magico, rapporto coltivato grazie ad un'incredibile dose di sensibilità combinata con pazienza, passione e sincero amore per queste creature; accompagnati dalla mano esperta dello zoologo, noi spettatori ci mettiamo nei panni del no-mag Jacob e testimoniamo incantati un mondo precluso non solo ai normali esseri umani ma anche alla maggior parte dei maghi i quali, come abbiamo già avuto modo di evincere dai romanzi di Harry Potter e come viene ulteriormente chiarito in questo film, formano una comunità di individui elitari, diffidenti, superbi e crudeli. Nel mondo magico degli anni ’20, afflitto dallo spauracchio di Grindelwald, le bestie amate da Newt vengono bollate semplicemente come mostri, vige il divieto di sposare babbani e la pena di morte viene elargita con un sorriso, tanto che il cieco terrore mostrato dai cosiddetti Salemiani non appare poi così infondato: quello di Newt Scamander è pertanto un universo più “adulto”, dove i ricordi di scuola sono ormai lontani e mitizzati e chi non riesce ad adeguarsi alle severe leggi vigenti oppure ad usare al meglio la magia viene trattato da reietto se non addirittura obliviato e ucciso.


Aggiungere qualcos’altro relativamente alla trama imbastita dalla Rowling è peccato mortale, il bello di Animali fantastici e come trovarli è proprio quello di godersi una storia nuova, all’interno della quale le dinamiche tra i personaggi principali e la natura dei villain (sotto alcuni aspetti prevedibili, per altri meno) sono tutte da scoprire per poi cominciare a ricamare tutta una serie di congetture, pensieri e speranze. Quello che posso dire è che il bestiario messo in piedi dai tecnici degli effetti speciali è delizioso; accanto all’inevitabile omaggio ad animaletti già comparsi nei film precedenti che però in questa pellicola ottengono un ruolo maggiore, come per esempio l’asticello, compaiono finalmente bestiole mitiche come lo Snaso (mattatore indiscusso di buona parte del primo tempo) e il Purvincolo e si aggiungono quegli animali che i lettori del libro della Rowling aspettavano da tempo di vedere portati in vita. Da bambina quale sono, mi sono innamorata sia del mondo nascosto all’interno della valigia di Newt, un trionfo di CG combinata alla bellezza artigianale delle scenografie classiche, sia delle adorabili bestie piumate e pelose che i nostri devono recuperare (lo scimmiesco Demiguise è tenerissimo ma il premio dolcezza va agli Occamy e, soprattutto, al meraviglioso Tuono Alato di nome Frank, che interagisce assieme ad Eddie Redmayne con una naturalezza incredibile), e ammetto che anche se il film fosse stato carente per quel che riguarda il reparto “battaglie a colpi di bacchetta magica” sarei uscita comunque molto soddisfatta. Da fangirl quale sono (quindi non solo bimbaminkia), mi sono anche ritrovata a fare un tifo spaventoso per la buona riuscita di una relazione sentimentale tratteggiata magnificamente, scritta da una Rowling particolarmente ispirata e interpretata da due attori che, non me ne vogliano quelli principali e soprattutto le fan di Redmayne che mi pare sempre più assimilabile per aspetto fisico al rospo Demetan, mi sono rimasti nel cuore più di tutti gli altri, ovvero il cicciotto Dan Fogler e la svampita Alison Sudol, che spero verranno riconfermati anche nel prossimo film. Redmayne, come ho detto, continua a non piacermi ma per il personaggio schivo di Newt Scamander sfodera un linguaggio corporeo e un'interpretazione a dir poco perfetti mentre se devo proprio trovare un difetto al film lo ricercherei nell’insipienza di Tina e dell’attrice che la interpreta, difetto superato solo da un diludendo finale con tanto di occhi roteati che ovviamente non spoilero. A parte questo, mi unisco all’inaspettato applauso spontaneo partito in sala durante i titoli di coda e confermo quello che ho scritto su Facebook appena uscita dalla visione: cinematograficamente parlando, Animali fantastici e dove trovarli è MOLTO meglio di Harry Potter. E ora, resta "solo" da aspettare il 2018!  


Del regista David Yates ho già parlato QUI. Eddie Redmayne (Newt Scamander), Colin Farrell (Graves), Katherine Waterston (Tina Goldstein), Dan Hedaya (Red), Jon Voight (Shaw senior) e Ron Perlman (Gnarlack) li trovate invece ai rispettivi link.

Samantha Morton interpreta Mary Lou. Inglese, la ricordo per film come Minority Report, The Libertine e Elizabeth: The Golden Age. Anche regista, sceneggiatrice e produttrice, ha 41 anni e un film in uscita.


Dan Fogler interpreta Kowalski. Americano, ha partecipato come doppiatore a film quali Kung Fu Panda e a serie come American Dad! e Robot Chicken; come attore, è comparso in serie quali Hannibal. Anche regista, produttore e sceneggiatore, ha 40 anni e tre film in uscita.


Ezra Miller interpreta Credence Barebone. Americano, ha partecipato a film come ... e ora parliamo di Kevin, Noi siamo infinito e Suicide Squad. Ha 24 anni e tre film in uscita, ovvero Justice League, The Flash e Animali fantastici e dove trovarli 2.


Carmen Ejogo interpreta Seraphina Piquery. Inglese, ha partecipato a film come The Avengers - Agenti speciali, Anarchia - La notte del giudizio e Selma - La strada per la libertà. Ha 43 anni e due film in uscita tra cui Alien: Covenant.


Una curiosità divertente sul film: Eddie Redmayne aveva fatto il provino per interpretare Tom Riddle in Harry Potter e la camera dei segreti ma era stato subito scartato mentre, una volta arrivato il successo, è stato la prima ed unica scelta per il ruolo di Newt Scamander. Michael Cera invece ha rinunciato a partecipare come Jacob Kowalski, preferendo lavorare come doppiatore di Robin nell'imminente The Lego Batman Movie. Nell'attesa che esca Animali fantastici e dove trovarli 2, previsto per il 2018, se il film vi fosse piaciuto consiglio di recuperare tutti gli Harry Potter scritti e cinematografici. ENJOY!

mercoledì 20 luglio 2011

Harry Potter e i doni della morte - parte II (2011)

Avete ripassato tutti i libri? Avete riguardato tutti i film o, perlomeno, il penultimo? Sarebbe meglio, visto che sto per imbarcarmi nella recensione di Harry Potter e i doni della morte – parte II (Harry Potter and the Deathly Hollows – part II), il finale della saga del maghetto creato da J.K.Rowling, diretto dall’ormai veterano David Yates.



Trama: avevamo lasciato Harry, Ron ed Hermione a Villa Conchiglia, salvi grazie al sacrificio dell’elfo Dobby, mentre il buon Lord Voldemort, dopo aver profanato la tomba di Silente, si appropriava dell’invincibile bacchetta di Sambuco. Ora i nostri devono penetrare alla Gringott, dove sicuramente è nascosto un altro Horcrux, e tornare a Hogwarts per la battaglia finale…



Lasciatemi subito dire una cosa: sono soddisfatta di questo ultimo capitolo, sicuramente uno dei pochi che è riuscito a mantenere un miracoloso equilibrio tra fedeltà all’opera originale ed esigenze cinematografiche. La saga di Harry Potter si è così degnamente conclusa con un film che, effettivamente e purtroppo, approfondisce poco e si distacca quasi completamente dalle spiegazioni filosofiche e morali della Rowling, ma che nel compenso ci regala delle splendide immagini e, finalmente, una battaglia conclusiva degna di questo nome, dopo le clamorose mancanze del sesto episodio.



All’ingresso del cinema, avevo “solo” tre punti fermi che regista e sceneggiatori avrebbero dovuto mantenere, a costo di partire per gli USA e fare sommaria giustizia: il duello tra Bellatrix e Molly, il tanto atteso bacio tra Ron ed Hermione e, soprattutto, una degna rappresentazione del passato di Piton. Sono stata esaudita in parte perché, se è vero che la sequenza dedicata a Severus è commovente, poetica e molto dolorosa (splendide le immagini delle foglie tramutate in mille piccoli uccellini e quella, straziante, della scoperta del cadavere di Lily, che mi ha fatto versare copiose lacrime) e il bacio tanto bramato è stato accolto in sala da un’ovazione da stadio, il duello che la Rowling è riuscita a rendere toccante ed emozionante in due parole viene invece trattato nel film come una mera postilla, quasi un riempitivo. Per il resto, sufficienza piena con qualche riserva. La trama viene sfoltita parecchio, semplificata ma non impoverita, vengono aggiunte nuove scene, trovate nuove soluzioni per descrivere quello che già ci aveva mostrato la scrittrice inglese, la figura di Silente viene quasi completamente “ripulita” (per la serie: che ci frega che, in fin dei conti, fosse un uomo di mmmm…? D’altronde, chi se l’è mai filato?!? Però magari qualche parola in più sul passato di Aberforth, Ariana e Grindelwald potevano spenderla a beneficio di chi è digiuno dai romanzi…) e il parallelo con Gandalf viene infine reso in tutta la sua ovvietà, trasformando il barbuto mago in una sorta di Yoda che elargisce al povero Harry dei consigli inutili quanto il sostegno dei defunti che lo accompagnano al confronto finale con Voldemort.



E che confronto!! Le scene della battaglia, come ho detto, sono epiche. Dopo un’introduzione da brivido, con agghiaccianti urla femminili ad accompagnare la voce di Voldemort, alla faccia dei 300 e di Hero i Mangiamorte salutano Hogwarts con una pioggia di scintille manco fosse il quattro luglio, prima di una corsa mozzafiato su un ponte in pieno stile action movie e, per tornare in tema Signore degli Anelli, arrivano anche giganti armati di falci e statue di pietra semoventi. Il ritmo del film diventa così talmente frenetico che, prima della pausa tra un attacco e l’altro, sembra siano passati solo una ventina di minuti dall’irruzione dei nostri alla Gringott, altra sequenza diretta magistralmente, con una vorticosa discesa nelle segrete della banca e un’impressionante fuga a dorso di Drago (non di Draco. A quello ci arriviamo dopo!). Dopo averci mostrato, comunque, il destino di Piton, il film giustamente e necessariamente rallenta per introdurci nella parte più “riflessiva”, per darci il tempo di piangere i defunti (punto a sfavore: la morte di Fred manca assolutamente di pathos, un altro episodio “di passaggio”, messo tanto per dare un contentino) e prepararci alla necessaria riflessione con morale annessa e inevitabile nostalgia per il tempo che fu, accompagnata alla consapevolezza che questa (a meno che la Rowling non ci ripensi) sarà l’ultima volta che vedremo Harry, Ron ed Hermione, ormai cresciuti e pronti a congedarsi dal pubblico (lacrimuccia, lacrimuccia). Rimane giusto il tempo per uno stacco temporale che ci porta in avanti di 19 anni, ma qui subentriamo nei difetti del film e nei momenti esilaranti. Apriamo quindi un altro paragrafo!



Lucius... vabbé, lo sai cosa mi necessita... :Q______


Ah, l’ironia, la sublime ironia. A volte volontaria, e questo Harry Potter e i doni della Morte – Parte II è molto più ironico del cupo libro della Rowling, ricco di momenti esilaranti affidati ad un Ron che, come sempre, è mattatore ma stavolta anche fichissimo eroe, ad un Neville che viene schernito dai Mangiamorte manco fossimo in un film dei Vanzina e si profonde in dichiarazioni amorose ad una perplessa (e meravigliosa) Luna Lovegood, ad una splendida Minerva MacGrannitt che manda a spigolare il povero Gazza (costretto a pulire fino all’ultimo) e ad un incazzosissimo Voldemort che per ogni “Mio Signore…” pigolato da uno dei suoi lacché risponde con un inequivocabile “AVADA KEDAVRA!!” che fa a pugni con la sua vocina dolce e sommessa (il doppiatore italiano in questo caso merita voto 10). Per quanto riguarda l’ironia involontaria sconfinante nel trash la palma d’oro va invece all’inutile ultimo capitolo, quel “19 anni dopo” che è commovente ed indispensabile nel libro della Rowling, ma che al cinema mette solo una gran tristezza. Colpa dei truccatori, gente. Un conto è sbattersi per rendere credibile Brad Pitt in un film come Il curioso caso di Benjamin Button, dove gli effetti speciali e il make – up per ringiovanire o invecchiare il protagonista dovevano essere al top pena la rovina dell’intera pellicola, ma qui si vede che han fatto proprio un lavoro a tirar via. Ma io mi chiedo QUALE trentottenne andrebbe in giro conciato come i protagonisti da adulti???? Gli unici che se la cavano sono Harry ed Hermione, ma Ron con la buzza che gli tende un’orrenda camicia di flanella non si può guardare, e Ginny versione Desperate Housewife con capello rosso cotonato e calza 90 denari viola è semplicemente imbarazzante, anche se il peggio conciato è lo stempiatissimo Draco Malfoy, che dimostra più o meno 90 anni (i geni di Lucius non hanno attecchito pare. Oddio, ho detto Lucius. Scusate, la bava, ehm…). Inguardabile anche il ringiovanimento al computer di Piton durante i flashback, salvato solo dall’innegabile bravura di Alan Rickman. E fu così che arrivammo a parlare degli attori…



Ovviamente, in un film così corale ci possono essere poche figure di spicco (nonostante il protagonista, Daniel Radcliffe, sia sempre espressivo come un gatto di marmo…) e tante piccole parti che invece non sviluppano appieno il loro potenziale, ma lasciatemi levare il cappello davanti alla misurata, dolce interpretazione di Evanna Lynch nei panni di Luna Lovegood, troppo poco sullo schermo, ahimé, ma abbastanza per entrare nel cuore. Sempre bravissimi Rupert Grint ed Emma Watson, che qui duettano in modo superbo nel mostrare il nuovo legame nato tra Ron ed Hermione; magistrale Alan Rickman nel suo ambiguo, profondissimo ruolo, che purtroppo perde sempre nel doppiaggio italiano (la sua vera voce è insostituibile, sorry); stupenda Helena Bonham Carter nel doppio ruolo di un’Hermione sotto effetto della pozione polisucco, impacciata sui tacchi ed imbarazzata, e in quello della solita, perfida e affascinante Bellatrix; immancabile Jason Isaacs, a confermare come non importa quanto il suo personaggio sia abbruttito, sfigato e vessato da Voldemort (un po’ deludente, per essere il villain, lo ammetto, anche se Ralph Fiennes è sempre bravo!!), perché basta il sangue puro a rendere sexy un mago, anche quando fugge a gambe levate dalla battaglia! Infine, un applauso a Matthew Lewis che, dopo sette film, ha finalmente l’occasione di mostrare tutta la bellezza del suo sottovalutato Neville Paciock, l’anima umile e sfigata di ogni spettatore che avrebbe voluto andare a Hogwarts. Compresa la sottoscritta, ovvio.



Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Julie Walters (Molly Weasley), Jason Isaacs (Lucius Malfoy), Robbie Coltrane (Hagrid), Ralph Phiennes (Voldemort), Michael Gambon (Albus Silente), Emma Thompson (la professoressa Sibilla Cooman), Gary Oldman (Sirius Black) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).

Maggie Smith (vero nome Margaret Natalie Smith) interpreta la professoressa Minerva McGrannitt. Una delle più grandi attrici inglesi viventi, vincitrice di due Oscar, la ricordo, oltre che per tutti i film della serie Harry Potter, per pellicole come Invito a cena con delitto, Camera con vista, Hook – Capitan Uncino, Sister Act – Una svitata in abito da suora (e seguito) e Gosford Park. Ha 77 anni e due film in uscita.



Kelly MacDonald interpreta il fantasma di Helena Corvonero. Scozzese, la ricordo per film come Trainspotting, Elizabeth, Gosford Park, Neverland – Un sogno per la vita e Non è un paese per vecchi, inoltre ha partecipato ad un episodio della serie Alias. Ha 35 anni e tre film in uscita.



Ciarán Hinds interpreta Aberforth Silente. Irlandese, ha partecipato a film come Excalibur, Mary Reilly, Il mistero dell’acqua, Era mio padre, Calendar Girls, Il fantasma dell’Opera e Il rito. Ha 58 anni e cinque film in uscita, tra cui il seguito dell’orrendo Ghost Rider, che uscirà nel 2012 (speriamo il mondo finisca prima!!) e che avrà per protagonista sempre Nicolas Cage. Orrore.



David Thewlis (vero nome David Wheeler) interpreta Remus Lupin. Inglese, ha partecipato a film come Poeti dall’inferno (ma poveraccio, non se lo ricorderà nessuno visto che gli occhi delle bimbeminkia dell’epoca erano tutti per Leonardo Di Caprio..), Dragonheart, Sette anni in Tibet, Il grande Lebowski, Gangster N°1 e The Omen. Anche regista e sceneggiatore, ha 48 anni e tre film in uscita.



Warwick Davis interpreta sia il professor Vitious che il folletto Unci Unci. Voi forse non lo sapete, ma ci siete cresciuti con il nanetto inglese, e lo capirete scorrendo i titoli dei film a cui ha partecipato, cose come Il ritorno dello Jedi, Labirynth dove tutto è possibile, Willow e soprattutto Leprechaun (e tutti i seguiti, gente, il Leprechaun è LUI!!). Anche sceneggiatore e produttore, ha 41 anni e due film in uscita.



E con questo si concludono sia la recensione che la serie di Harry Potter. Grazie a J.K.Rowling per avere creato un mondo così fantasioso popolato da personaggi così reali. Grazie a tutti gli attori e i registi che, tra alti e bassi, si sono adoperati per rendere immortale la saga del maghetto anche su pellicola. Per parafrasare Silente: “Certo, tutto questo è solo nelle nostre teste… ma perché diavolo dovrebbe essere meno reale?” Vi lascio con un piccolo tributo a tutti questi anni di avventure cinematografiche, se ne trovate uno migliore fatemelo sapere, provvederò a metterlo. ENJOY!!!

martedì 30 novembre 2010

Harry Potter e i Doni della Morte - parte 1 (2010)

E’ cominciata qualche giorno fa, almeno per me, la lunga attesa che si protrarrà fino a giugno/luglio 2011, periodo in cui uscirà la seconda e ultima parte di Harry Potter e i Doni della Morte (Harry Potter and the Deathly Hallows), diretto da David Yates. Se il buongiorno si vede dal mattino posso ben sperare, visto che finora questo è il film della saga che mi è piaciuto di più, anche se ovviamente il libro è molto superiore.

Harry Potter and the Deathly Hallows Part I Poster 1

Trama: dopo la morte di Silente il mondo della magia è nel caos. Mentre Voldemort prende il potere, sia in Inghilterra che a Hogwarts, Harry, Ron ed Hermione partono alla ricerca degli Horcrux, oggetti incantati nei quali Colui che non deve essere nominato ha nascosto pezzi della sua anima. Il compito, ovviamente, è molto meno facile di quanto si aspettassero…

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Dopo anni passati a vedere gli splendidi libri della Rowling sacrificati in due ore e passa di film, penalizzati da tagli, approssimazioni, buchi e quant’altro, finalmente all’ultimo romanzo viene dato il trattamento che merita e si è deciso di dividerlo in due film parecchio lunghetti e pregni di indizi, rimandi ai precedenti, momenti di approfondimento e quant’altro. Per chi, come me, rasenta il fascismo quando si tratta di adattamenti cinematografici, una cosa simile è una manna dal cielo, ma nonostante questo, credetemi, avrò qualcosa per cui lamentarmi, più o meno verso la fine del post. Per ora, parliamo delle (molte) cose positive: innanzitutto, complimenti agli sceneggiatori, al regista, agli scenografi e ai costumisti perché questo Harry Potter e i Doni della Morte è curatissimo soprattutto nei dettagli. Nonostante manchino gli ambienti grandiosi e fantastici tipici dei film precedenti, come la Gringott o Hogwarts, il senso di meraviglia viene mantenuto vivo innanzitutto dagli spettacolari paesaggi che vengono utilizzati come sfondo per i vari spostamenti del trio durante la ricerca degli Horcrux, dai pochi ma degnissimi inseguimenti e scontri a base di incantesimi, dalle stilosissime mise che indossano i protagonisti e, soprattutto, dai piccoli gesti che, più di qualsiasi dialogo, mostrano allo spettatore i legami di amicizia o amore che legano i vari personaggi: commovente l’inizio con Hermione che cancella sé stessa dalla mente dei genitori, da vera wakka wakka il gesto di Ginny che, a schiena nuda, chiede a Harry di tirarle su la zip dell’abito, stupendo il faccione rapito di Ron che contempla Hermione impegnata ad insegnargli a suonare Fur Elise al pianoforte, molto carina la scena in cui Harry cerca di tirare su il morale ad Hermione facendola ballare (anche se il tutto risulta un barbatrucco per trarre in inganno gli sprovveduti che, non avendo letto i libri, potevano pensare ad una liaison tra i due…); ma quello che ho amato di più, oltre al bellissimo cartone animato che racconta la storia dei Doni della Morte (esemplare, quasi più bello dello stesso film e con un impatto grafico che mi ricordava tantissimo le Totentanzen e, per estensione, Il settimo sigillo), è come il regime di Voldemort influenzi il ministero, che si trasforma in una fabbrica di pamphlet anti-babbani in perfetto stile stalinista pattugliata da camicie nere e decorata da statue che rappresentano Babbani schiacciati dalla potenza dei maghi.

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Nonostante questa quasi perfezione, però, ho provato uno strano senso di “fretta”, di mancanza di sentimento (il che è paradossale, visto quello che ho scritto prima). Gli sceneggiatori, molto intelligentemente, hanno gettato qualche spiegazione che rammentasse gli eventi passati, hanno snellito qualche punto che nel libro era troppo lungo e ripetitivo e hanno ovviamente eliminato parecchi utilizzi della Pozione Polisucco, che ci avrebbero fatto assistere ad un film praticamente privo degli attori principali, però a tratti mi è sembrato di trovarmi davanti un film a microepisodi il cui unico scopo è esaurirsi puntando al finale necessariamente sospeso. Un’altra cosa che mi ha fatta storcere il naso è l’assoluta assenza di un elemento fondamentale come il Mantello dell’Invisibilità e che, nonostante l’abbondanza di episodi particolarmente significativi dal punto di vista “psicologico”, ci si sia dimenticati di far recuperare ad Harry l’occhio di Moody, incastonato nella porta dell’ufficio della Umbridge, e soprattutto che non si sia fatta menzione della foto strappata nella camera di Sirius; questo mi fa temere che nel secondo episodio si sorvolerà parecchio sulla vita di Piton, il che mi fa notevolmente irritare. Cerchiamo di non pensarci, e di apprezzare quello che abbiamo. Per fortuna gli attori sono tutti in gran forma (tutti tranne il solito Daniel Radcliffe che, nei panni di Harry, ormai è proprio arrivato alla frutta: l’unico momento in cui è realmente credibile, paradossalmente, è quando interpreta qualcun altro!!) nonostante debba lamentarmi del fatto che Piton e, soprattutto, Lucius, si vedano poco e che Helena Bonham Carter sia leggermente sottotono rispetto ai film precedenti. Tra l’altro ho adorato l’attore che, per una decina di minuti, sostituisce Radcliffe nelle scene ambientate al ministero: duro come un bacco ma con un’espressività esilarante! Molto bella anche la vena horror che, fin dall’inizio, percorre il film (pare che per evitare ulteriori divieti la scena della tortura di Hermione sia stata pesantemente tagliata), ma perdonate se alla fine, di fronte alla morte del pupazzo CG più mollo che la storia ricordi, non è riuscita a scendermi nemmeno una lacrima. Insomma, alla fine, do al film la sufficienza piena con un paio di virgole confidando che facciano ancora meglio nell’ultimo capitolo.

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"Lucius... mi NECESSITA la bacchetta...." GENIALE XD



Ho già parlato, e più volte, sia del regista David Yates che di quasi tutti gli attori che recitano in questo film, quindi metterò il loro nome linkabile, in caso voleste saperne di più: Daniel Radcliffe (Harry Potter), Rupert Grint (Ron Weasley), Emma Watson (Hermione Granger), Alan Rickman (Severus Piton), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Bill Nighy (Il ministro della magia Rufus Scrimgeour), Julie Walters (Molly Weasley), Timothy Spall (Codaliscia), Brendan Gleeson (Malocchio Moody) e per finire John Hurt (il fabbricante di bacchette, Olivander).

Jason Isaacs interpreta *sbava copiosamente* Lucius Malfoy. Attore inglese che la Bolla apprezza particolarmente per la beltade che lo caratterizza, lo ricordo in film come Dragonheart, Armageddon, Resident Evil, Lo Smoking, Harry Potter e la camera dei segreti, Peter Pan, Harry Potter e il Calice di fuoco, Grindhouse e Harry Potter e l’Ordine della Fenice. Ha 47 anni e quattro film in uscita tra cui, ovviamente, la seconda parte de I doni della Morte.

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Ralph Fiennes interpreta nientemeno che Voldemort. Attore inglese tra i più bravi, più volte nominato per l’Oscar, fratello del meno famoso Joseph Fiennes (quello che ha fatto Shakespeare in Love, per intenderci…), lo ricordo per film come Schindler’s List, Strange Days, Il paziente inglese, The Avengers – Agenti speciali, Spider, Red Dragon, Harry Potter e il Calice di fuoco e Harry Potter e l’Ordine della Fenice, e per aver prestato la voce ne Il principe d’Egitto e Wallace & Gromit – La maledizione del coniglio mannaro. Ha 48 anni e tre film in uscita, tra cui la seconda parte de I doni della Morte.

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Robbie Coltrane interpreta Hagrid. L’attore scozzese ha partecipato a tutti i film della serie Harry Potter, e tra le sue altre pellicole ricordo Flash Gordon, la versione tv di Alice nel paese delle meraviglie, From Hell – La vera storia di Jack lo squartatore, Van Helsing e Ocean’s Twelve. Ha 60 anni e due film in uscita.   

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Rhys Ifans è la new entry del film ed interpreta Xenophilius Lovegood, il papà di Luna. Attore gallese, ha recitato in Twin Town, Notting Hill, The Shipping News – Ombre dal passato, Hannibal Lecter – Le origini del male, Elizabeth: The Golden Age e il geniale I Love Radio Rock. Ha 42 anni e cinque film in uscita, tra cui il reboot di Spiderman (GIA?????) dove interpreterà, probabilmente, Lizard, e una versione televisiva di Peter Pan dove vestirà il ruolo di Capitan Uncino.

Rhys-Ifans

E ora, un paio di curiosità. Quasi all’inizio del film vengono introdotti due personaggi che sarebbero dovuti spuntare già nei film precedenti, ed uno di questi è Bill Weasley che, guarda caso, è interpretato da Domnhall Gleeson, figlio di quel Brendan Gleeson che incarna degnamente lo sfortunato Malocchio Moody. Pare, inoltre, che sia Shyamalan che Guillermo del Toro si fossero offerti di dirigere il film. Peccato che il secondo sia stato lasciato fuori, ma se il maledetto Sciabadà avesse anche solo sfiorato la cinepresa credo gli avrei amputato le mani. E ora vi lascio con il trailer che unisce i due film... vi dico la verità, non vedo l'ora che esca l'ultimo!! ENJOY!

mercoledì 29 luglio 2009

Harry Potter e il Principe mezzosangue (2009)

E’ bello, talvolta, andare a vedere i film completamente disillusi, sia a causa di recensioni negative di amici e colleghi, sia a causa di naturale diffidenza. Ed è bello scoprire che, in effetti, quello che si sta vedendo non è poi male come ci aspettavamo, nonostante le mille effettive pecche. Questo è il caso di Harry Potter e il Principe mezzosangue (Harry Potter and the Half-Blood Prince) girato nel 2009 da David Yates e sesto capitolo dell’ormai quasi conclusa saga tratta dai libri della scrittrice inglese J. K. Rowling.

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La trama, per chi non la sapesse, è questa: Harry Potter, al sesto anno di Hogwarts, viene introdotto dal Preside Silente in un viaggio nei ricordi e nel passato del malvagissimo mago Voldemort, così da trovare una chiave per poterlo, eventualmente, distruggere. Tra un ricordo e l’altro Harry, assieme ai suoi amici di sempre Ron ed Hermione, ha tutto il tempo di indulgere nei primi amori adolescenziali, di trovare un infallibile libro di pozioni appartenuto ad un certo Principe Mezzosangue, e di temere che il buon Draco Malfoy stia cercando di introdurre i servi di Voldemort, i Mangiamorte, nella scuola.


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Metto subito le mani avanti: questo capitolo è meno curato ed approfondito degli altri, quindi chi non ha letto il libro farebbe meglio a starsene a casa o, almeno, ad affittarsi i precedenti film per cercare di rinfrescarsi la memoria. Infatti la storia principale, da me malamente condensata poco sopra, è molto più complessa di quanto la pellicola non mostri, e si vede: i ricordi di chi ha avuto a che fare con Voldemort, che nel libro hanno un ruolo importantissimo per delineare l’inquietante natura del malvagio, qui vengono ridotti a rapidi viaggi onirici che approfondiscono veramente poco e lasciano lo spettatore digiuno dai libri assai confuso. Perché Silente ci ha rimesso una mano? Di chi era l’anello che si vede ad un certo punto? Che legame ha la Caverna in mezzo al mare con Voldemort? Cosa diamine sono gli Horcrux? Questi sono interrogativi che il film stupidamente pone ma mica risolve, li usa solo come “contorno”d’atmosfera, privo di importanza. Altra questione che rimane solo nel titolo è quella del Principe Mezzosangue, il cui libro di pozioni ha una rilevanza talmente marginale che, arrivati alla fine, la rivelazione dell’identità del suddetto principe lascia lo spettatore con un:”embé? Chi? Aah, è vero, c’era un Principe Mezzosangue…” Ora, va bene che la maggior parte degli spettatori lo sa chi è il Principe, ma a beneficio di chi guarda solo i film un po’ di suspance e di attenzione in più non guastava..




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Ma veniamo ora alla principale critica che è stata mossa dai fan a questo film: il troppo amore. L’aspetto legato a Voldemort e al Principe in effetti viene drasticamente ridotto in favore dei primi turbamenti amorosi di Harry e compagnia che, per carità, sono presenti anche nel libro, ma lì riescono a formare un miracoloso equilibrio con il resto della trama. Qui sono anche troppo presenti e valorizzati, tanto da risultare pesanti e quasi inadatti al genere della pellicola: fin dall’inizio c’è un’improbabile scena in cui Harry cerca di concupire una babbana (e qui gli sceneggiatori si sono dimenticati del fatto che il maghetto dovrebbe essere prostrato dalla morte dello zio Sirius, altro che andare in giro a flirtare…), la sua attrazione verso la sorellina di Ron, Ginny, viene manifestata prepotentemente fin da subito, e quella di Hermione verso Ron è fin troppo palese ed esagerata, mentre quest’ultimo è l’unico personaggio che viene trattato come merita, meravigliosamente ottuso e preda delle morbose attenzioni della stupidissima Lavanda.


 


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Personalmente, sono stata molto più disturbata da alcune gravi mancanze che non da questo eccesso di “aMMore”, che rendeva il film anche divertente. Quello che mi ha sconcertato di più è la scena, che in alcuni telegiornali è stata fatta passare come la più attesa (ma da chi??!!), in cui i Mangiamorte fanno saltare in aria la Tana, ovvero la casa della famiglia Weasley. Ma cari giornalisti, se vi prendeste la briga di leggere i libri, sapreste che un simile incendio avrebbe fatto inveire più di un fan, e che peraltro la scena in questione, oltre ad essere ripetitiva visto che ci sono altri due incendi nel film, è totalmente inutile e poteva essere tranquillamente evitata in favore della splendida battaglia finale contro i Mangiamorte ad Hogwarts della quale, assurdamente, non c’è traccia, e peccato perché avrebbe dato modo di vedere in azione personaggi come Luna, Neville, Fenrir Greyback, Tonks e Lupin, che nel film si intravedono appena. Altro grave errore di sceneggiatura, tralasciando il fatto che il mistero delle azioni di Draco non viene praticamente mantenuto, lo troviamo sempre nel finale (evidentemente regista, sceneggiatori e attori non ce la facevano più): Harry non impedisce la morte di Silente per non contrastare i suoi ordini. Rimane fermo come un fesso mentre non una, ma CINQUE persone accerchiano l’amato preside per farlo fuori, e il primo dei cinque è una mezza pippa. Una scena simile è paradossale ed inverosimile! Infatti nel libro a Silente servono un incantesimo e un mantello dell’invisibilità per bloccare Harry ed impedirgli di intervenire. Qui invece il nostro mago ci fa davvero la figura dell’imbelle, regalandoci uno dei finali più insulsi della storia del cinema.


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E a proposito di cose insulse. Daniel Radcliffe è il potenziale erede di Tom Hanks quanto ad aria bolsa. Ha il carisma nonché il fascino di un cetriolino sottaceto, eppure è il protagonista. Nelle scene sentimentali, con una Ginny alta 30 cm più di lui e che si atteggia a sensuale lolita, lui ci fa davvero la figura del minchione, rigido e statico come un gatto di marmo. Quando ci prova con la ragazza al bar la sua faccia è da dimenticare, così come quando prende la Felix Felicis, che lo porta a vagare per Hogwards con lo sguardo strafatto di un figlio dei fiori… anche se non crediate che perda la sua solita espressione di chi non sa perché è finito nel film. Finché era piccino poteva anche andare, ma dopo tanti anni basta, non ci sono scusanti, visto e considerato che Rupert Grint ed Emma Watson, nonostante il ruolo idiota del primo, hanno sviluppato espressività e bravura in grado di farli sfigurare accanto ai bravissimi altri grossi calibri del film. Quanto ad attori carismatici, infatti, anche questo capitolo non può davvero lamentarsi: oltre agli ormai consolidati e splendidi Alan Rickman (il suo Piton è sempre un meraviglioso modello di scazzo mortale e aplomb assassino) ed Helena Bonham Carter (la sua folle Bellatrix da, come sempre, i brividi) che svettano sugli altri splendidi ma ahimé poco sfruttati attori, il Lumacorno di Jim Broadbent è semplicemente geniale nella sua spietata caricatura di un patetico professore universitario laido e classista.




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In poche parole alla Bolla il film è piaciuto o no? Non mi è dispiaciuto, lo ammetto, ma purtroppo ci sono mille virgole e ripensamenti. Diciamo che è un bel film, ben realizzato, per la maggior parte ben recitato, con sprazzi di assoluta e deliziosa ironia (le scenette di Lavanda, il funerale di Aragog e la festa di Lumacorno con tanto di vomitata sulle scarpe di Piton), momenti toccanti (la tristezza di Hermione e l’alzata di bacchette finale) e scene emozionanti (la caduta del ponte all’inizio, oppure l’attacco degli Inferi, seppur troppo debitore al Signore degli Anelli…). Però il finale tirato per i capelli e la mancanza di un reale approfondimento su quello che doveva essere il tema portante del film… mah. Cacca sugli sceneggiatori. Darò 6 e mezzo tendente al 7, ma solo per l’incentivo dato dalla presenza di Piton.




Di Alan Rickman ho già parlato qui.


David Yates è il regista del film. Il regista inglese è ormai un veterano della serie, aveva già diretto il precedente Harry Potter e l’Ordine della Fenice e sta girando i due episodi che comporranno Harry Potter e i doni della morte. Per il resto ha lavorato soprattutto come regista di telefilm. Oltre ai già citati ultimi episodi di Harry Potter, ha un altro film in uscita. Ha 46 anni.


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Daniel Radcliffe interpreta Harry Potter. Inutile stare ad elencare i film interpretati dall’ormai famosissimo attore inglese, ovvero tutti i capitoli della saga. Attivo anche a teatro, ha esordito con il film Il sarto di Panama, ha 20 anni e un film in uscita.




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Rupert Grint interpreta Ron Weasley, lo storico e sfigato amico di Harry. Premesso che in questo film supera sé stesso e che, a mio avviso, come attore è una spanna sopra a tutti gli altri ragazzini, anche per lui vale quanto detto per Radcliffe, la sua carriera si concentra principalmente sui capitoli della saga. In Italia, è uscito anche un altro suo film, In viaggio con Evie. L’attore inglese ha 21 anni.




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Emma Watson interpreta la streghetta prodigio Hermione Granger. Poco credibile che un’attrice così carina si possa innamorare, nel film, di un mostrillo come Ron, ma tant’è: a differenza della Hermione del libro la Watson si è sicuramente sviluppata meglio dei suoi due colleghi. Oltre a tutti i film della saga, l’attrice inglese, nata in Francia, conta nel suo curriculum il delizioso film per la TV Ballet Shoes e il doppiaggio del film Le avventure del topino Desperaux. Ha 19 anni e un film in uscita.


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Helena Bonham Carter interpreta la pazza e crudelissima Bellatrix Lestrange a partire dal capitolo Harry Potter e l’Ordine della Fenice. La bravissima attrice inglese, fortunata compagna di un mostro sacro quale il regista Tim Burton, dagli esordi è sempre stata considerata adattissima come attrice da parti “in costume”, e solo negli ultimi anni si è distaccata da questa etichetta, elevandosi a icona weird e dark. Tra i suoi film ricordo Camera con vista, Amleto, Casa Howard, Frankenstein di Mary Shelley, Merlino, Fight Club, Il pianeta delle scimmie, Big Fish, La fabbrica di cioccolato, Sweeney Todd, Terminator Salvation; ha inoltre dato la voce ad uno dei personaggi di Wallace & Gromitt e la maledizione del coniglio mannaro, nonché alla Sposa dello splendido La sposa cadavere, mentre per la TV ha partecipato a Miami Vice. Ha 46 anni e sei film in uscita, tra cui il film che attendo di più in assoluto, l’Alice in Wonderland di Tim Burton, dove lei interpreterà la Regina Rossa!! Non vedo l’ora!




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Jim Broadbent interpreta il ruffianissimo professore Horace Lumacorno, alla sua prima apparizione nella saga. Il veterano inglese, un attore da Oscar visto che ne ha vinto uno come non protagonista per il film Iris, ha una filmografia molto vasta che comprende film come l’allucinante Brazil, La moglie del soldato, Riccardo III; lo storico e da me e Toto tanto bramato The Secret Agent, Moulin Rouge!, Gangs of New York, Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio, Hot Fuzz, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Ha 60 anni e tre film in uscita.


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E ora vi lascio con i meravigliosi e ormai storici Harry Potter Puppet Pals ed il loro Mysterious Ticking Noise. ENJOY!!!


 


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