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mercoledì 31 maggio 2023
La sirenetta (2023)
martedì 30 maggio 2023
La sirenetta (1989)
In italiano: "sgualdrina". Alla faccia del MOIGE. |
venerdì 26 maggio 2023
Renfield (2023)
E' uscito ieri in tutta Italia uno dei film che aspettavo di più quest'anno, Renfield, diretto dal regista Chris McKay.
Trama: dopo secoli di leale servizio, Renfield comincia a mettere in dubbio il suo legame con Dracula e cerca di liberarsi del suo giogo...
Ciò che ho scritto nell'incipit del post è un eufemismo. In realtà, Renfield è il film che aspettavo di più in assoluto, secondo solo a quel capolavoro di trash che si preannuncia essere Barbie. Ovviamente, la ragione della mia fibrillazione è sempre stato Nicolas Cage, fin dalle prime foto di scena che lo ritraevano come un pallidissimo Giucas Casella, poi è arrivato il primo trailer online e ho perso ogni freno inibitore (ma mai come in sala, quando di fronte al trailer italiano su grande schermo ho squittito come una ragazzina, perplimendo ogni altro spettatore presente). Per fortuna le mie aspettative sono state ripagate e, nonostante sia costretta ad ammettere che Renfield non è un film memorabile, è comunque una pellicola che regala un'ora e mezza di puro divertimento caciarone e, sorpresa sorpresa, a seconda del vostro mood potrebbe anche portarvi a fare alcune riflessioni. Il protagonista, come da titolo, è Renfield, ovvero colui che per primo cade sotto l'influenza di Dracula nel romanzo di Bram Stoker, finendo poi rinchiuso nel manicomio gestito dal Dott. Seward a cianciare di sangue, vita ed insetti; nel film di McKay (che, secondo le intenzioni del regista, è una sorta di sequel del Dracula di Browning) Renfield non è mai stato rinchiuso, anzi, ha continuato a servire Dracula nei secoli, fino ai giorni nostri, procacciandogli prede e nascondigli assortiti, il che lo ha reso una creatura rosa dai dubbi e divisa tra la lealtà al padrone e un fortissimo desiderio di vivere un'esistenza finalmente normale. Ciò dà il via alla gag portante del film, ovvero la presenza di un Renfield impegnato in una "moderna" relazione tossica da affrontare con tutti gli strumenti disponibili oggigiorno, life coach e gruppi di supporto in primis, idea simpatica che si innesta all'interno di una classica trama fatta di eroi costretti a sconfiggere un vampiro potentissimo prima che quest'ultimo riesca ad approfittare di tutti gli aspetti negativi della società attuale per dominare il mondo. Definire Renfield un "racconto di formazione" potrebbe essere un po' eccessivo, ma l'obiettivo finale, per quanto ironico, è proprio quello di mostrare un percorso di redenzione, non solo del protagonista ma anche della sua integerrima spalla, la poliziotta Rebecca, vittima di un triste passato a base di genitori ammazzati e sorelle ripudiate.
Certo, tutto ciò è solo un contorno per la performance di Nicolas Cage, che come sempre si diverte come un matto, gigioneggiando a tutto spiano e mangiandosi (a volte letteralmente) il resto del pur validissimo cast. La sua interpretazione di Dracula (da godersi preferibilmente in originale, onde gioire dell'accento del Conte) riesce miracolosamente a tenersi sul filo che separa il realmente terrificante dal comico ed è semplicemente spettacolare, non ho altro modo di definirla; con la chiostra di zanne sempre in mostra, l'adorato Cage percula Renfield, sgozza vittime, svetta per arroganza e carisma su buona parte dei vampiri cinematografici degli ultimi decenni e riesce persino ad essere sensuale, aiutato, nel corso di un'esilarante sequenza iniziale, da un regista che non si fa scrupolo a ricreare fotogrammi interi del Dracula di Browning, col nostro amatissimo attore al posto dell'elegante Bela Lugosi. Il resto del film è un mix riuscitissimo di momenti di pura commedia, scene esageratissime "di menare" dove gli effetti digitali la fanno da padrone, e sequenze splatter a livello Peter Jackson prima maniera, perfettamente riassunte dalle esilaranti parole di Awkwafina alla fine della mattanza perpetrata da Renfield nel cortile del suo appartamento. Renfield è, in soldoni, la commedia horror migliore che vedrete quest'anno, sia per merito di una sceneggiatura mai stupida (d'altronde c'è di mezzo Robert Kirkman), che omaggia molti dei più riusciti ibridi anni '80, sia di un comparto tecnico di tutto rispetto, dove eccellono le scenografie e, soprattutto, la fotografia coloratissima e molto attenta a rispecchiare i diversi stati d'animo di questo dolce Renfield sgnoccolone. Il mio consiglio è quello di non perderlo per nulla al mondo, sia mai che cominciate a rivalutare Cage per l'idolo vero che è, invece di un cretino finito a recitare per caso!
Del regista Chris McKay ho già parlato QUI. Nicholas Hoult (Renfield), Nicolas Cage (Dracula), Awkwafina (Rebecca) e William Ragsdale (Prete anziano) li trovate invece ai rispettivi link.
Ben Schwartz interpreta Tedward Lobo. Americano, ha partecipato a film come The Interview e Star Wars - Il risveglio della forza; come doppiatore, ha lavorato per I Simpson, BoJack Horseman, Robot Chicken, Ducktales, American Dad! e The Boys Present: Diabolical. Anche sceneggiatore, produttore, regista e compositore, ha 42 anni.
Se Renfield vi fosse piaciuto recuperate Ammazzavampiri, Fright Night - Il vampiro della porta accanto, Ragazzi perduti, What We Do in the Shadows e, ovviamente, ciò che ha dato inizio a tutto: Stress da vampiro!! ENJOY!
mercoledì 24 maggio 2023
Guardiani della Galassia Vol. 3 (2023)
martedì 23 maggio 2023
Bollalmanacco on Demand: Greta (2018)
venerdì 19 maggio 2023
Orphan: First Kill (2022)
mercoledì 17 maggio 2023
Alice, Darling (2022)
martedì 16 maggio 2023
Winnie the Pooh: Blood and Honey (2023)
Lo so. Eravate erroneamente convinti che non avrei guardato Winnie the Pooh: Blood and Honey, diretto e sceneggiato dal regista Rhys Frake-Waterfield, e invece...
Trama: abbandonati da Christopher Robin nel Bosco dei Cento Acri e costretti a praticare cannibalismo, Winnie the Pooh e i suoi amici giurano vendetta contro gli esseri umani e si trasformano in feroci killer.
Togliamoci il dente. Non ho mai, e dico mai, sopportato Winnie the Pooh e i suoi amici, né da bambina quando passavano i cartoni Disney, né da adulta quando le mie coetanee si ricoprivano di gadget tenerelli di questa bestia del demonio e dei suoi compari foffi tra i quali, a scatenarmi il picco massimo di violenza, ricordo soprattutto Pimpi (creatura immonda nata dall'immorale rapporto tra un ravanello e un maialino) e quel mollo di Ih-Oh. E lo so, Winnie la cacchina non è una creatura Disney, magari leggendo i romanzi originali potrei arrivare ad adorarlo, chissà, ma ormai ho 42 anni suonati quindi ne dubito. Ciò detto, è stato forse questo mio odio atavico ad avermi spinta a guardare Winnie the Pooh: Blood and Honey, convinta che vedere dissacrato il personaggio mi avrebbe in qualche modo rallegrata; il problema è che il film di Rhys Frake-Waterfield è tutto meno che allegro e solo durante il prologo animato condanna al giusto destino uno dei comprimari dell'orsetto ricch... ehm, giallo, mangiato dai compari in tempo di carestia, per il resto la violenza viene inferta dagli abitanti del Bosco dei Cento Acri, non subita. Se non ci fossero Winnie e Pimpi, sui quali poi tornerò, Winnie the Pooh: Blood and Honey sarebbe un banalissimo, per quanto sanguinario, slasher a base di killer silenziosi ed efferati e vittime dal quoziente intellettivo pari a quello di Tigro, usate come carne da macello e seviziate nei luoghi più deprimenti che possiate immaginare. La sceneggiatura è un canovaccio che, di tanto in tanto, Rhys Frake-Waterfield "allunga" nel commovente tentativo di dare un po' più di spessore a quella che dovrebbe essere la final girl (poiché il suo passato non è connesso in alcun modo alla situazione contingente, sapere che è stata vittima di stalking è utile quanto sapere che due sue amiche sono lesbiche, che la terza è il tipico bagascione da Instagram e la quarta ha gli occhiali quindi dovrebbe essere più intelligente delle altre. Dovrebbe.) o di mostrare com'è diventato il Bosco dei Cento Acri da quando Pooh ha sbroccato male.
A tal proposito, facciamo due chiacchiere con la mia suspension of disbelief. Ok, in qualche modo Pooh e Pimpi dovevano diventare malvagi, ma dov'è mai stato scritto che Chistopher Robin li foraggiava e che senza di lui sarebbero morti di fame? L'altra domanda che mi sono posta spesso è perché trasformare il Bosco in una favela zeppa di rottami e carcasse di camper quando bastava dare al tutto un tocco gotico che richiamasse decomposizione e sangue senza far assomigliare la casa di Pooh a un covo di redneck, peraltro in Inghilterra. E rimanendo in tema redneck, ma quanto diavolo è rattuso Winnie the Pooh? Al di là delle orribili, invereconde maschere indossate dagli attori costretti ad incarnare Pooh e Pimpi (il quale però, finalmente, somiglia a un porco o, meglio, a un cinghiale), l'orsetto è diventato un borzo con annessa pettorina e camiciona a quadri, cosa che da una parte ha causato a me e al Bolluomo risate fuori scala, dall'altra però mi ha scatenato repulsione e disgusto perché più che un killer mi ricordava un maniaco sessuale. Ew. A parte tutta la rozzezza e le scelte sbagliate, sia a livello di cast (più cinofilo che cinefilo) che di messa in scena, c'è da dire che non mancano a Rhys Frake-Waterfield né la sfacciataggine né il gusto dello splatter artigianale, due caratteristiche che, gonfiando un po' più il budget e ficcandosi in testa l'idea di realizzare un secondo capitolo che non si basi esclusivamente sullo shock nato dallo scontro personaggino carino/incarnazione horror dello stesso, potrebbero anche portare ad un sequel più dignitoso. Nel frattempo, consiglio al regista una doccia di umiltà e il ricorso a un po' di sana ironia, perfetta per questo genere di film, perché il difetto più grosso della sua creatura è una totale mancanza di umorismo, se non vogliamo contare quello involontario.
Rhys Frake-Waterfield è il regista e sceneggiatore della pellicola. Inglese, ha diretto altri film come The Area 51 Incident, Demonic Christmas Tree e Firenado. Anche tecnico degli effetti speciali, produttore e attore, ha un film in uscita.