domenica 23 febbraio 2020

Diamanti grezzi (2019)

E' stata una fatica ma finalmente, dopo un'ordalia durata giorni, ho concluso la visione di Diamanti grezzi (Uncut Gems) il film scritto e diretto da Benny e Josh Safdie che TUTTI i cinefili hanno adorato. E io...


Trama: Howard commercia diamanti e altri oggetti preziosi ma è subissato da debiti derivanti dalla sua passione per le scommesse. Un giorno si ritrova per le mani degli opali grezzi, che diventano fulcro delle attenzioni del campione di basket Kevin Garnett e la fonte di parecchi casini...


Aiuto. Prima di imbarcarmi in un post su Diamanti grezzi fatemi dire che l'ho odiato dall'inizio alla fine, col cuore. Ho detestato ogni parola, ogni gesto e ogni pensiero dello stupidissimo Howard Ratner interpretato da Adam Sandler, probabilmente il gioielliere ebreo più scemo ed irritante della storia del cinema, con quella faccia da cazzo (sì, sono volgare, me ne frego) resa ancora più cretina da quei denti posticci che hanno fatto indossare a Sandler, un uomo talmente stronzo e testardo da continuare a scommettere anche con una pistola puntata alla testa. Che nessuno mi venga a parlare di moralette come "l'importante è morire col sorriso sulle labbra dopo avercela fatta, almeno una volta" perché comincio ad urlare e a tirare giù improperi come ogni, maledetto singolo personaggio del film, popolato da bonobi urlanti incapaci di portare avanti un discorso senza farsi esplodere i polmoni oppure, Dio non voglia, parlarsi addosso senza smettere un secondo. Lo so, i personaggi di Scorsese che io tanto adoro, se andiamo a vedere, sono altrettanto stronzi perché non accettano l'effimera "vittoria" e si rovinano la vita con le loro mani, eppure a loro sono sempre riuscita (a chi più, a chi meno) a volere bene; ma Howard (leggetelo come lo pronuncerebbe la madre di Wolowitz in The Big Bang Theory, con lo stesso disprezzo) è pittima, infingardo, piagnone, mollo, untuoso, sfigato, fastidioso, inutile, uno che andrebbe preso a schiaffi dal mattino alla sera, e benché i suoi "avversari" siano odiosi quanto lui, non avete idea della soddisfazione che ho avuto vedendogli esplodere il naso sotto un pugno ben assestato, fosse la volta buona che stava zitto, 'st'idiota. Respiro. Diamanti grezzi è stato molto difficile da sopportare anche perché fatica ad ingranare all'inizio, soprattutto per chi, come me, detesta le parlate nigga e qualunque cosa faccia anche solo un vago richiamo allo sport (dopo mezz'ora, alla prima visione, mi sono addormentata), poi però accelera e diventa impossibile da guardare perché ogni sequenza, ogni dialogo, ogni urlo diventano fonte d'ansia. E io in questo periodo non ho proprio bisogno di agitarmi ulteriormente, quindi vai di mezz' ora in mezz'ora (anche qui. Il primo che scrive che i film vanno visti senza interruzioni verrà cortesemente invitato a lavorare, spicciare casa, fare la spola tra medici e gestire l'ansia al posto mio).


Da quanto letto finora avrete concluso che Diamanti grezzi mi ha fatto più che schifo. *Wrong*. Mi è piaciuto, quindi oltre ad essere ansiosa sono anche diventata schizofrenica. Arrivata a un certo punto non sopportavo più di guardarlo ma mi dispiaceva interrompere la visione perché volevo capire dove andasse a parare, trascinata da quello stesso flow di montaggio rapidissimo, riprese allucinate e fiumi di parole, fiumi di parole tra noi, messo in piedi dai fratelli Safdie. Una volta superato il letargismo della prima mezz'ora, in effetti, la vicenda, per quanto sgradevole, è riuscita ad agganciarmi e mi sono ritrovata spesso e volentieri sul ciglio della poltrona con gli occhi spalancati, a mangiarmi le unghie per la tensione provocata dalle continue disavventure di Howard; verso la fine, sono persino arrivata a chiedere a Mirco di guardare al posto mio la partita di basket "risolutiva", perché non avrei retto all'idea di vedere quel gran demente di Howard beffato dalla sfiga e dalla sua stupidità per l'ennesima volta. Obiettivamente, le riprese e il montaggio del film sono entrambi efficacissimi. Se, da un lato, il "lirismo" di una cinepresa che zooma su pietre, buchi e orifizi fino a svelare la vastità di un universo cupo a cui fregacazzi delle vicende dei comuni mortali è quel momento di necessario autocompiacimento cinèfilo che si richiede a queste produzioni, dall'altra parte c'è una frenesia che non cessa un secondo, una perfetta resa di ciò che accade quotidianamente nell'animo di Howard e nell'ambiente che gli gravita attorno, che si traduce in una cacofonia di suoni spesso soverchiati da una colonna sonora invasiva ma calzante (però quella zamarrata di L'amour toujour alla fine proprio no, dai). Avrete infine letto che tutti si sono spellati le mani per l'interpretazione di Sandler. Mi unisco al coro unanime di apprezzamenti, per carità, ma dico anche "grazie al piffero": quello detestabile è nelle commedie e detestabile rimane nei panni di un personaggio tragicomico, anzi. Più diventa tragico, arrivando persino ai pianti sconsolati, più a me viene voglia di prenderlo a badilate nella faccia. Provare per credere, il film lo trovate su Netflix e io non posso che consigliarvelo, anche solo per provare sulla vostra pelle tutte le sensazioni contrastanti che ho provato io e apprezzare ancor più la strana, perversa magia del cinema!


Di Adam Sandler (Howard Ratner), LaKeith Stanfield (Demany), Eric Bogosian (Arno), Tilda Swinton (voce di Anne, auction manager di Adley) e Natasha Lyonne (voce, Boston Player Personnel) ho già parlato ai rispettivi link.

Benny Safdie e Josh Safdie sono i registi e co-sceneggiatori della pellicola. Americani, hanno diretto film come Go Get Some Rosemary, Heaven Knows What e Good Times. Anche attori e produttori, Benny ha 34 anni e Josh 36.


Pom Klementieff, la Mantide del MCU, interpreta Lexus mentre Idina Menzel, che interpreta Dinah Ratner, è la voce originale della Elsa di Frozen; John Amos, ovvero il vicino di casa di colore che rifiuta di far usare il bagno al figlio di Howard, ha recitato davvero sia in Il principe cerca moglie che nella serie Good Times, come detto nel film. Inizialmente, Sandler aveva rifiutato il ruolo di Howard e i due registi/sceneggiatori avevano pensato di darlo a Harvey Keitel oppure Sacha Baron Cohen, per poi preferire un attore più giovane, come Jonah Hill e, infine, nuovamente Sandler, convinto dal successo di Good Time, il film precedente dei Safdie, che probabilmente recupererò giusto per curiosità. ENJOY!


8 commenti:

  1. C'è qualcosa, in effetti, che mi respinge. Vedrò soprattutto per sorprendermi, spero, di Adam.

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    1. Possa tu odiarlo all'infinito, come ho fatto io u.u

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  2. Quindi è un film drammatico con Sandler?

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  3. Risposte
    1. Bwahaha sì, lo so, ho esagerato u.u

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    2. Ma io sono d'accordissimo. Solo che ho trovato tutto questo un enorme punto di forza del film.

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