Trama: fin da bambina, Sandra è affascinata dalla morte. Una volta cresciuta, va a lavorare in un'agenzia di pompe funebri, dove la sua fascinazione si evolve ulteriormente...
Franz mi aveva nominato Kissed nei commenti di The Corpse of Anna Fritz, definendolo "un film che ha saputo rendere fruibile il tema della necrofilia riuscendo a mostrarci il delicato e, sotto certi aspetti, comprensibile ritratto di una bella e sensibile necrofila". Ammetto di avere accolto il commento con parecchio scetticismo, perché la necrofilia è una delle poche cose che mi danno davvero fastidio, specialmente se mostrate sullo schermo, ma siccome Franz mi ha ribadito il concetto anche nel commento seguente, ho deciso di inserire Kissed negli on demand. Ora, il film di Lynne Stopkewich non rientrerà mai nel mio novero di opere preferite e non mi ha spinta a cambiare idea relativamente alla rappresentazione di un argomento che ritengo debba essere tabù, ma non posso che dare ragione a chi mi ha consigliato di vederlo senza timore, perché ha un registro narrativo sorprendente. Kissed, pellicola peraltro molto breve, comincia mostrando squarci dell'infanzia di Sandra, ragazzina affascinata dalla morte al punto da indulgere in complicati rituali prima di seppellire gli animaletti morti trovati per strada. La fascinazione di Sandra non nasce da una perversione, quanto piuttosto dalla convinzione di riuscire a percepire l'anima delle creature defunte, qualcosa che rimane in loro anche dopo la morte e che non li rende meri corpi inanimati. La natura spirituale della "devianza" della ragazzina è palese, e l'accompagna durante gli anni del liceo e, infine, della maturità, quando per un'occasione fortuita Sandra finisce a lavorare in un'agenzia di pompe funebri. Il desiderio di contatto, di comunione con la morte, della protagonista aumenta di pari passo con le pulsioni sessuali proprie di una donna della sua età, generando un tormento che Sandra cerca di sedare cominciando a frequentare Matt, studente fuori corso di medicina. La particolarità della vicenda è il modo in cui il personaggio principale agisce seguendo convinzioni innocenti e pure, frutto di ragionamenti ponderati, nonostante la consapevolezza che agli occhi degli altri risulteranno comunque sbagliate (per non dire orribili, disgustose e passabili di condanne penali); Sandra, inevitabilmente, soffre della sua dipendenza ma non la rinnega, la vive come un modo per rispettare i morti e coglierne l'essenza più pura e luminosa.
A proposito di luminoso, la luce bianca è l'aspetto fondamentale di Kissed. Qui, più che in tantissimi altri film visti nel corso della mia vita, ho percepito il valore fondamentale della regia, della fotografia e delle immagini attraverso le quali un autore decide di raccontare una storia. Lynne Stopkewich (la quale, nonostante il sensazionale successo di Kissed è finita in un limbo di lavori televisivi neppure troppo famosi) confeziona sequenze che non sfigurerebbero in una pellicola romantica, ammantando Sandra di una delicata luce soffusa che ne ammorbidisce i lineamenti rendendoli ancora più dolci, la separa dalla trivialità del mondo e rende quasi "sacra" (passatemi il termine, vi prego) la sua unione sessuale con le salme. Non si percepisce morbosità alcuna, non passa nessuna sensazione di disgusto tranne quella razionale inculcata giustamente dalla morale comune, e la sfida vinta dalla Stopkewich è stata proprio quella di consentire allo spettatore di accettare Sandra come essere umano, non come mostro. Un essere umano complesso, colmo di contraddizioni, condannato alla solitudine da una sensibilità troppo particolare, eppure fermo nelle sue decisioni e nel perseguire i suoi obiettivi, quindi non una persona "fallita" o per la quale provare pietà. Fondamentale è anche l'uso degli sfondi, dei colori e degli abiti, soprattutto nel momento in cui Sandra incontra Matt. Là dove la prima viene mostrata, fin dall'inizio, circondata dalla natura e vestita con abiti dallo stile un po' bohemien i cui colori richiamano la luce fredda della morte, Matt è connotato come uno stalker sudaticcio che frequenta ambienti chiusi, squallidi e bui, un ragazzo vuoto che ritrova una scintilla di vita solo attraverso le stranezze di Sandra, di cui vorrebbe fare parte senza capirle. La cosa che ho più apprezzato di Kissed, comunque, è proprio la volontà di non fare della necrofilia (per quanto mostrata, questo è innegabile) l'argomento principale del film, quanto piuttosto un mezzo per indagare sull'animo umano e sul bisogno di trovare una connessione con qualcosa di "superiore", superando una dimensione terrena ed imperfetta che rischia di spegnere la luce interiore delle persone. Non so se Kissed è un film che mi sento di consigliare a cuor leggero, perché la necrofilia comunque c'è ed è potenzialmente un enorme, comprensibile veicolo di trigger, ma confermo la sensibilità, la delicatezza e la serietà con cui la regista si è approcciata all'argomento.