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venerdì 5 febbraio 2016

Balle spaziali (1987)

Chiedo perdono, qualche tempo fa vi ho buggerati. Avevo promesso di non toccare più l'argomento Star Wars fino al 2017 ma oggi ci picchierò molto vicino grazie al post dedicato ad uno dei miti della mia infanzia: Balle spaziali (Spaceballs), diretto e co-sceneggiato nel 1987 dal regista Mel Brooks.



Trama: in una galassia lontana lontana il malvagio Presidente Scrocco, coadiuvato dal fido Casco Nero e dal Colonnello Nunziatella, trama per rubare l'aria al pianeta Druidia. Cerca così di rapire la principessa Vespa ma deve fare i conti con Stella Solitaria e il suo aiutante Rutto, protetti dal potere dello Sforzo...



Alzi la mano chi oggi ha più di 30 anni e ancora ricorda con gioia le serate passate davanti alla TV a guardare scult come Balle spaziali!! All'epoca dei suoi passaggi televisivi questa parodia "minore" di Mel Brooks era probabilmente famosa quanto la trilogia che metteva alla berlina e non c'era ragazzino che non si scompisciasse dalle risate davanti alle mattane di Casco Nero, al potente Yogurt con il suo Sforzo, all'abominevole Pizza The Hutt, all'"allarme" vergine di Dorothy, al tenero Rutto e all'inopportuna Comandantessa Zircon, apprezzando forse più le fantasiose e a tratti geniali forzature dell'adattamento italiano che la storia in sé (col senno di poi posso affermare tranquillamente che come parodie sono molto meglio riuscite Robin Hood - Un uomo in calzamaglia e Dracula morto e contento, non nomino ovviamente Frankenstein Jr. perché lì siamo nell'empireo dei cult). Storia che ricalca piuttosto fedelmente quella dei primi due Guerre Stellari, con personaggi che sono le parodie delle loro controparti "reali" e un protagonista che è l'unione di Han Solo e Luke Skywalker, dotato dell'arrogante piacioneria del primo e dei poteri del secondo; Balle spaziali gioca interamente sulle esilaranti gag dei "cattivi" (Scrocco, Nunziatella e soprattutto Casco Nero fanno a gara per accaparrarsi il ruolo di massimo idiota nel film ma vince di misura il primo pare, almeno a quello che dicono ad un certo punto gli altri due!) e affonda i denti della sua parte più satirica nelle scandalose campagne marketing condotte da Lucas, il quale ha convertito fin da subito la trilogia di Guerre Stellari in una macchina per soldi basata interamente sul merchandising. Nel mondo di Scrocco e persino in quello di Yogurt tutto è basato sul profitto e qualsiasi oggetto compaia sullo schermo reca fiero il logo di Balle Spaziali, pellicola dove i protagonisti sono consapevoli di trovarsi all'interno di un film, tanto da utilizzarne la videocassetta per trovare i nemici oppure augurarsi di ritornare in un seguito (che, dispiace dirlo, c'è stato solo in Italia, nel momento in cui dei titolisti/distributori scellerati hanno deciso di tradurre Martians, Go Home! con Balle Spaziali 2 - La vendetta).


Balle Spaziali è ricco di trovate simpatiche ma c'è da dire che dopo quasi 30 anni dalla sua uscita quello che porta lo spettatore ad apprezzarlo sono soprattutto i camei di attori amatissimi in quegli anni e le citazioni capaci di non soccombere al tempo che passa (John Hurt e l'alien ballerino meriterebbero l'Oscar ancora oggi, così come la citazione de Il pianeta delle scimmie mentre Max Headroom chi se lo ricorda più?). Il compianto John Candy nei panni di Rutto è fantastico nella sua incosciente tenerezza canina e vedere spuntare Michael Winslow ad imitare la vocetta del radar mette i brividi lungo la schiena ma è a Rick Moranis che va il mio amore eterno: il suo Casco Nero è la banalità del male, la mancanza di spina dorsale di un ragioniere occhialuto costretto a fare la voce grossa, un umanissimo (e basso) Gatto Silvestro al quale toccano le peggiori sfighe. Da il bianco anche Mel Brooks, che non solo è regista e co-sceneggiatore ma interpreta anche due personaggi, il cattivissimo Presidente Scrocco (col suo saluto esilarante) e l'anziano Yogurt con il suo Sforzo, ovvero lo Schwartz, in lingua originale. A questo punto, poveracci, mi tocca spezzare una lancia per gli adattatori al doppiaggio perché se mi dovessi trovare davanti un'opera di Mel Brooks da tradurre probabilmente mi metterei a piangere, zeppe come sono di riferimenti alla cultura Yiddish e, ovviamente, a quella Americana: trasformare Pizza the Hutt (riferimento a Jabba the Hutt, ovviamente, ma anche alla catena Pizza Hut) in Pizza Margherita, il Colonnello Sandurz (dal colonnello Saunders del Kentucky Fried Chicken, ecco perché a un certo punto Casco Nero gli da del pollo) in Colonnello Nunziatella e, appunto, lo Schwartz (che non vuol dire nulla in effetti ma ricorda tanto la parola Yiddish Schwanz, ovvero coda o fallo, non a caso le spade laser si tengono in maniera "equivoca") in Sforzo e tante altre "acrobazie" linguistiche meritano il plauso per il tentativo di venire incontro al pubblico italiano e rendere il film più fruibile e divertente. A voi, non resta altro che scoprirlo o ri-scoprirlo e augurarvi che lo Sforzo sia con voi!!


Di Mel Brooks, regista, sceneggiatore e interprete sia di Scrocco che di Yogurt, ho già parlato QUI. John Candy (Rutto), Rick Moranis (Casco Nero), Bill Pullman (Stella Solitaria), Michael Winslow (Addetto al radar), John Hurt (John Hurt) e Tony Cox (Dink) li trovate invece ai rispettivi link.

Daphne Zuniga interpreta la Principessa Vespa. Americana, ha partecipato a film come La mosca 2, Pandora's Clock - La Terra è in pericolo e a serie come Casa Keaton, Melrose Place e Nip/Tuck; come doppiatrice, ha lavorato per le serie Johnny Bravo e Spaceballs: The Animated Series. Anche produttrice e regista, ha 44 anni e tre film in uscita.


Dick Van Patten (vero nome Richard Vincent Van Patten) interpreta Re Roland. Americano, ha partecipato a film come Pistaaa... arriva il gatto delle nevi, Tutto accadde un venerdì, Quello strano cane di... papà, Robin Hood - Un uomo in calzamaglia e a serie come Strega per amore, Wonder Woman, L'uomo da sei milioni di dollari, Happy Days, Chips, La famiglia Bradford, Love Boat, La signora in giallo, Genitori in blue jeans, Baywatch e That's 70s Show; come doppiatore, ha lavorato nella serie I Griffin. E' morto nel 2015 all'età di 86 anni.


Joan Rivers (vero nome Joan Alexandra Molinsky) è la voce originale di Dorothy. Americana, ha partecipato a film come Senti chi parla, La signora ammazzatutti, I Puffi, Iron Man 3 e a serie come Love Boat, Perfetti... ma non troppo e Nip/Tuck; inoltre ha lavorato come doppiatrice per le serie Spaceballs: The Animated Series, I Simpson e il film Shrek 2. Anche sceneggiatrice, produttrice e regista, è morta nel 2014 all'età di 81 anni.


Dom DeLuise (vero nome Dominick DeLuise) è la voce originale di Pizza Margherita. Americano, lo ricordo per film come Mezzogiorno e mezzo di fuoco, L'ultima follia di Mel Brooks,  Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, Il silenzio dei prosciutti e Killer per caso, inoltre ha partecipato a serie come Beverly Hills 90210, Una famiglia del terzo tipo, Hercules e Sabrina vita da strega; come doppiatore, ha lavorato nelle serie The Ren & Stimpy Show, Mucca e Pollo, Scuola di polizia, Rugrats, Il laboratorio di Dexter, Robot Chicken, Spaceballs: The Animated Series e per i film Brisby e il segreto di Nimh, Fievel sbarca in America, Oliver & Company e Fievel conquista il West. Anche regista e produttore, è morto nel 2009 all'età di 75 anni.


George Lucas si era letteralmente innamorato dello script del film, tanto da avere prestato a Brooks non solo il Millenium Falcon ma anche alcuni effetti speciali e scene "scartate" dalla trilogia... ovviamente, a condizione che non venisse prodotto alcun merchandising di Balle spaziali. Per quanto riguarda gli attori, pare che Brooks abbia cercato inutilmente di convincere Tom Cruise o Tom Hanks ad interpretare Stella Solitaria mentre Steve Martin sarebbe stata la prima scelta per il Colonnello Nunziatella. Del film, come ho detto, non è stato girato un seguito; in compenso, nel 2008 è uscita Spaceballs: The Animated Series, durata solo una stagione ed inedita in Italia. In conclusione, se Balle spaziali vi fosse piaciuto recuperate Robin Hood - Un uomo in calzamaglia, Frankenstein Jr., Mezzogiorno e mezzo di fuoco, L'aereo più pazzo del mondo, la trilogia de Una pallottola spuntata, Hot Shots! e Hot Shots! 2. ENJOY!

martedì 15 giugno 2010

The Blues Brothers (1980)

Tempo d’estate, tempo di mondiali, tempo di finire Heroes e al cinema non passano nulla di decente nemmeno a mettersi a piangere quindi, come avete notato, le mie recensioni languono. Ciò non vuol dire che, nei ritagli di tempo, non mi veda dei film e che film! In questo post parlerò di un altro capolavoro, The Blues Brothers, girato da John Landis nel 1980.


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La trama: Jake ed Elwood Blues sono due musicisti debosciati, il primo appena uscito di galera. Quando vengono a sapere che l’orfanotrofio cattolico dove sono cresciuti rischia di venire demolito perché le suore non hanno i soldi per pagare le tasse, insieme si impegnano a raccoglierli rimettendo insieme la vecchia band. Una “missione per conto di Dio” che li metterà nei casini con sbirri, neonazisti, cantanti country e un sacco di altre persone…


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Come già per Animal House, un film simile non verrà mai più girato. Certo, si può cercare di avvicinarsi, ma qui siamo nel sacro terreno del cult. La storia è quella che è, un assurdo pretesto per consentire ad Aykroyd e Belushi di portare su grande schermo due loro personaggi consacrati nello show Saturday Night Live ma, ragazzi, di questi tempi chi riuscirebbe ad ottenere un simile risultato? Se si pensa a comici come Will Ferrell, Adam Sandler, Chris Rock e compagnia si arriva a livelli di pochezza spesso indecenti, filmetti che magari fanno ridere ma che sicuramente non possono diventare dei capisaldi della storia cinematografica. E invece The Blues Brothers c’è riuscito e ha fatto storia.


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Non voglio entrare nel merito della critica cinematografica pura, quindi mi limiterò a dire perché The Blues Brothers piace un sacco a me. Beh, innanzitutto vogliamo parlare di quanto sono “cool” due persone conciate come Jake ed Elwood? La loro divisa ha fatto storia; nel film possono chiamarli beccamorti o simili, ma due personaggi che bucano lo schermo solo con la loro semplice e muta presenza non si trovano tutti i giorni. Lasciamo stare quando cantano, ne parlerò dopo. Basta solo citare le scene in cui vengono malmenati dalla suora, quando cercano di far più casino possibile al ristorante di lusso, quando Jake si toglie gli occhiali davanti alla sua ex promessa sposa solo per lanciarle una devastante occhiata da cucciolo (si noti che, per tutto il film, Elwood non si toglierà mai gli occhiali mentre Jake non si toglierà mai il cappello, fateci caso!), quando camminano con quell’aria costantemente indifferente e scazzata. Ok, li adoro. Così come adoro i personaggi di contorno, a partire dalla mitica suora “pinguina” con tanto di bacchetta da combattimento, per arrivare al reverendo interpretato da James Brown, ma mi fa impazzire anche il nazi che fa outing verso la fine del film e che si vede solo per un istante, per dire come ogni particolare di The Blues Brothers rimanga impresso.


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Come ho detto, importantissima la musica, ovviamente, con pezzacci che hanno fatto (e continueranno a fare) storia. La Blues Brothers Band, composta da alcuni tra i migliori musicisti dell’epoca, è devastante, qualunque canzone suoni: la mia preferita, lo ammetto, rimane la sigla di Raw Hide, con Belushi che fa schioccare la frusta per deliziare una platea di bifolchi patiti della musica country in una delle scene più esilaranti della pellicola. Ma anche gli altri grandi cantanti presenti non stanno a guardare; personalmente più che alla vista di Ray Charles mi commuovo al sentire Cab Calloway cantare Minnie The Moocher al concerto, o la grande Aretha Franklin “mettere in guardia” il marito deciso ad andare coi due fratellini sulle note di Think, e ovviamente non si può dimenticare l’illuminazione divina che infonde James Brown al miscredente Jake facendo ballare tutti i fedeli presenti in chiesa. Così come non si può dimenticare che The Blues Brothers non si basa solo sui numeri musicali, ma c’è un numero incredibile di inseguimenti in macchina, uno più spettacolare (e, ammettiamolo, surreale ed impossibile) dell’altro. Normalmente non amo i film che ne fanno troppo uso, ma vedere le faccette di Jake ed Elwood mentre scappano e l’idiozia degli inseguitori che puntualmente vengono fregati mi fa sempre ridere, è qualcosa di universale e infantile come i cartoni di Tom e Jerry e della Warner. E forse è proprio la stessa cattiveria “innocente” e sovversiva che mi fa amare tanto questo film. Se, per assurdo, non l’avete mai visto dateci un’occhiata, ne vale davvero la pena!


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Di John Landis e John Belushi, che interpreta Jake Blues, ho parlato nel post precedente. Anche John Candy, che qui interpreta Burton Mercer, è già stato protagonista del Bollalmanacco qui.


Dan Aykroyd interpreta Elwood Blues. L’attore canadese, che è anche sceneggiatore del film, era uno dei miei preferiti. Purtroppo, a differenza di Bill Murray che praticamente non sbaglia un film, il povero Dan è dagli anni ’90 che imbrocca una ciofeca dopo l’altra, dopo essere stato persino nominato all’Oscar come attore non protagonista per il dolcissimo A spasso con Daisy. Tra i suoi film segnalo 1941: Allarme a Hollywood, I vicini di casa, Una poltrona per due, Ai confini della realtà, Indiana Jones e il tempio maledetto, il meraviglioso Ghostbusters – Acchiappafantasmi, Ho sposato un’aliena, Ghostbusters II, Poliziotti a due zampe, il deprimentissimo e dolce Papà ho trovato un amico, Charlot, Il mio primo bacio, Casper, Due mariti per un matrimonio e l’orrenda bestemmia Blues Brothers  – Il mito continua; ha partecipato a serie tv come Racconti di mezzanotte, La tata, Quell’uragano di papà, Soul Man – Casa & chiesa e La vita secondo Jim e ha inoltre prestato la voce ad uno dei personaggi del film Z la formica. L’attore ha 58 anni e tre film in uscita, tutti assai particolari: doppierà Yogi nel mix CG/live action di prossima uscita Yogi Bear, lo Spaventapasseri nell’ennesimo cartone 3D (ugh!!!) tratto da un must della letteratura infantile, Dorothy of Oz, e ovviamente lo attendo a braccia aperte nell’auspicato terzo episodio di Ghostbusters, che non vedo l’ora di vedere!


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Carrie Fisher interpreta la misteriosa donna che vuol fare fuori i Blues Brothers. Quest’attrice vivrà per sempre nel ricordo di ogni appassionato di fantascienza per aver prestato il volto alla principessa Leia Organa della prima (e unicamente degna, secondo me..) trilogia di Guerre Stellari. Tra gli altri suoi film ricordo Harry ti presento Sally, Hook – Capitan Uncino, Austin Powers, Scream 3, Heartbreakers – Vizio di famiglia, Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood! e Charlie’s Angels: Più che mai; per la tv ha lavorato in Frasier, Smallville, Weeds e come doppiatrice per Robot Chicken: Star Wars Episode II e parecchi episodi de I Griffin. Americana, ha 54 anni.


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Sterminate le guest star, in campo musicale soprattutto, ma anche cinematografico: tra i cantanti che partecipano al film figura gente del calibro di James Brown, Aretha Franklin, Cab Calloway e Ray Charles, tra i registi che interpretano piccoli ruoli minori ci sono Frank Oz, Steven Spielberg e lo stesso John Landis; in aggiunta ci sono l’allora famosissima modella Twiggy (la ragazza che rimedia un improbabile quanto rozzo appuntamento da Elwood solo per essere lasciata lì ad aspettarlo inutilmente per ore..), il comico Paul “Pee – Wee Herman” Reubens e nientemeno che Mr. T quando ancora non era famoso. Del film è stato fatto un orrendo seguito, Blues Brothers – Il mito continua; praticamente un delitto consumato in famiglia dato che il regista è sempre John Landis e l’interprete principale sempre Dan Aykroyd, che cerca di sopperire alla mancanza di Belushi infilandoci ben tre nuovi Blues Brothers che non valgono nemmeno la metà del vecchio Jake Blues, nonostante uno sia un pezzo grosso come John Goodman. Il mio consiglio è quello di evitarlo come la peste e di buttarsi nella visione di qualcosa di attinente ma più degno, come I Love Radio Rock, di cui trovate la recensione qui. Vi lascio ora con il mio pezzo preferito... Raw Hide!! ENJOY!


giovedì 30 aprile 2009

La piccola bottega degli orrori (1986)

Al mattino sono solita, prima di andare al lavoro, guardare un film a pezzetti, giusto per rilassarmi un po’ e non svegliarmi proprio del tutto bruscamente. Ultimamente è toccato a La piccola bottega degli orrori (Little Shop of Horrors), film del 1986 diretto da Frank Oz, remake del film omonimo diretto da Roger Corman nel 1960 e trasposizione cinematografica del musical off Brodway datato 1982 e tratto proprio dalla pellicola di Corman.

 



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La trama: Seymour è uno sfigatissimo commesso nello squallido negozio di fiori del signor Mushnick. Un giorno, durante un’eclissi, trova una strana piantina che presto diventa l’attrazione della bottega e gli porta clienti a frotte, così come un successo personale inaspettato e l’attenzione della ragazza da cui è da sempre innamorato, Audrey. Peccato che la pianta (ribattezzata Audrey II) per sopravvivere ha bisogno di un inquietante nutrimento: il sangue. E mentre la pianta cresce, cresce anche il suo appetito…

 



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Quante volte da piccola ho visto questo film, pur non capendo un’acca delle canzoni che, se non erro, nella versione italiana non sono sottotitolate. E’ ovvio che ci sono molto affezionata, nonostante tutti dicano che il film di Corman sia nettamente migliore. Ma come si fa a non amare un musical che ha per protagonista la pianta carnivora più espressiva della storia del cinema? Audrey II rischierebbe di eclissare i protagonisti in carne ed ossa, se non fosse che gli attori sono la crema del Saturday Night Live dell’epoca, ed ogni guest appearence all’interno della pellicola è un’iniezione di nostalgia per ogni persona nata e cresciuta negli anni ’80. Rick Moranis, Bill Murray, Steve Martin, John Candy e James Belushi nella stessa pellicola sono un must per ogni appassionato ma in generale tutti gli attori della pellicola sono perfetti, così come perfette sono la voce e le movenze di Audrey II e delle sue piccole figliole.

 



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La storia è abbastanza stringata, un pretesto per far cantare i protagonisti, però è molto carina. L’idea della pianta venuta dallo spazio con un piano di conquista del mondo affonda le radici nella storia Faustiana dell’uomo che vende l’anima al diavolo per realizzare i suoi desideri: lo sfigatello Seymour passa le giornate desiderando di uscire dal malfamato quartiere di Skid Row, e di poter coronare il suo sogno d’amore con la sciacquetta dal cuore d’oro Audrey e, nonostante l’ovvio disgusto, accetta di scendere a compromessi con la pianta spinto dalla consapevolezza che solo lei potrà aiutarlo ad avere il successo sperato. Come nella migliore tradizione delle commedie, tuttavia, il buon Seymour dopo aver toccato il fondo si accorgerà che la disperazione lo aveva reso cieco su parecchie cose, riguardo a sé stesso e a ciò che lo circonda, e la morale del film potrebbe essere “credi in te stesso sempre”. Frustrazione, sogni infranti, ingenui desideri, amore, redenzione, tentazione e follia, sono tutti temi che arricchiscono la splendida colonna sonora. Tutti i cantanti sono bravissimi e alcune canzoni sono diventate assai famose, in primis l’iniziale Little Shop of Horror, per continuare con Dentist (con un esilarante Steve Martin che racconta l’infanzia e la vocazione del suo sadico dentista), Suddently Seymour, Downtown, e la canzone creata apposta per il film, l’assolo di Audrey II Mean Green Mother from Outer Space. Da sottolineare la presenza del graziosissimo “coro greco” formato dalle tre grazie di colore Crystal, Chiffon (Tisha Campbell – Martin, ovvero la moglie di Kyle in Tutto in Famiglia) e Rochelle.

 



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Ovviamente, come già detto, questo film non esisterebbe neppure senza la presenza di Audrey II, un perfetto animatronic che, pur privo di occhi in quanto pianta, canta, prende in giro, mangia, incombe come una presenza grottesca ed inquietante in tutto il film. Esilarante quanto tenta di morsicare le chiappe di una ragazza mentre Seymour è distratto nella sala d’attesa della radio e tenerissima nella sua “infanzia” quando comincia a ciucciare alla vista del sangue sul dito del suo padroncino. Certo, fa molto anche la voce che le fornisce Levi Stubbs, componente del gruppo motown Four Tops, azzeccatissima e molto molto cool.

Un film da vedere assolutamente se ancora non l’avete fatto (e cosa state aspettandoooo???).

 

Frank Oz è il regista della pellicola. Basta solo dire che presta la voce, in originale ovviamente, alla Miss Piggy dei Muppet per sottolineare quanto quest’uomo sia degno di stima. Tra i film del regista inglese ricordo Tutte le manie di Bob, Moglie a sorpresa, In & Out, La donna perfetta e Funeral Party. Ha 65 anni.

 



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Rick Moranis interpreta lo sfigatello Seymour. Indelebile nella memoria di ogni bravo bambino figlio degli anni ’80 dovrebbe esserci la sua performance nei panni di Louis (alias il Guardia di Porta) negli splendidi Ghostbusters e Ghostbusters II. Tra gli altri film di questo meraviglioso e ahimé scomparso, pare, caratterista, ricordo l’altrettanto geniale Balle spaziali, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, Tesoro mi si è allargato il ragazzino, The Flinstones. Ha prestato la voce per il film Koda fratello orso. L’attore canadese ha 56 anni e un solo, importante film di prossima (si spera!) uscita, Ghostbusters III. Prego perché sia assolutamente all’altezza degli altri due!

 



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Ellen Greene interpreta Audrey. Mi commuove vedere che di recente è apparsa davanti ai miei occhi proprio di recente, mentre guardavo Heroes, e neppure l’ho riconosciuta nei panni della madre di Sylar. L’attrice newyorchese ha partecipato anche al bellissimo Talk Radio, Una pallottola spuntata 33 e1/3: l’insulto finale, il meraviglioso Léon (era la mamma di Mathilda), Un giorno per caso e, per la tv, anche ad un episodio di X-files. Ha 58 anni e un film in uscita.

 



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Steve Martin interpreta il folle Orin Scrivello, rigorosamente D.D.S. E’ un attore che mi piace molto ma, chissà perché, non ha mai avuto troppo successo in Italia, ed è un peccato. Tra i suoi film ricordo Ho sposato un fantasma, Roxanne, Il padre della sposa, Moglie a sorpresa, Il principe d’Egitto (ovviamente come doppiatore), Looney Tunes: Back in Action, La Pantera Rosa ed il suo seguito. Per la TV ha dato la voce ad un episodio de I Simpson. Ha 64 anni e tre film in uscita.

 



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Bill Murray interpreta il masochista Paul Denton, unico paziente felice di Scrivello. Non esiste un film di Bill Murray che sia migliore dell’altro, ogni sua interpretazione, anche la più becera, è una perla. Posso dire con assoluta certezza che stiamo parlando di uno dei miei attori preferiti, se non IL preferito, anche perché mi ha praticamente cresciuta con i suoi film, tra i quali cito: Tootsie, i già citati Ghostbusters e Ghostbusters II, lo splendido S.O.S. Fantasmi, Tutte le manie di Bob, il geniale Ricomincio da capo, Lo Sbirro, il Boss e la Bionda, il meraviglioso Ed Wood, Sex Crimes: giochi pericolosi, Rushmore, Charlie’s Angels, Osmosis Jones, I Tenenbaum, Lost in Translation, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Broken Flowers, Il treno per il Darjeeling. Ha 59 anni e tre film in uscita, tra cui, ovviamente, Ghostbusters III!

 



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James Belushi interpreta Patrick Martin, in una piccola comparsata. I miei sentimenti verso costui sono sempre stati altamente contrastanti, non è ovviamente mai arrivato ai livelli del divino fratello John, di cui è sempre stato una pallida imitazione. Ma negli ultimi anni ha trovato la sua dimensione con l’esilarante La vita secondo Jim, che personalmente adoro. Tra i suoi non eccelsi film ricordo Una poltrona per due, Danko, Poliziotto a 4 zampe (e tutti i suoi seguiti..), Mister Destiny (che pur conta tra gli attori lo zio Quentin), Una promessa è una promessa, Cappuccetto Rosso e i soliti sospetti (doppia il Boscaiolo). Ha anche doppiato, tra l’altro, il Pinocchio di Benigni, e per la TV ha prestato la voce a serie storiche come Pinky and the Brain, Gargoyles, Timon & Pumbaa, Hercules, Rugrats, Jimmy Neutron. Ha inoltre partecipato a E.R. Ha 55 anni e due film in uscita.

 



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Il buon John Candy interpreta il dj Wink Wilkinson, piccolo cameo di questo grande (in tutti i sensi) comico canadese venuto a mancare troppo presto. Tra i suoi film ricordo 1941: allarme a Hollywood e The Blues Brothers (entrambi con il geniale John Belushi), Splash – Una sirena a Manhattan, Balle spaziali, Io e zio Buck, Mamma ho perso l’aereo, Bianca e Bernie nella terra dei canguri (come doppiatore), JFK – Un caso ancora aperto. E’ morto all’età di 44 anni, nel 1994, per un attacco cardiaco.





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Vi lascio con la clip della bellissima Mean Green Mother From Outer Space, il trionfo di Audrey II. ENJOY!!!





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