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Bolle dall'Abisso: Scream VI (2023)
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Women Talking - Il diritto di scegliere (2022)
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Bolle dall'Abisso: L'ultima notte di Amore (2023)
lunedì 13 marzo 2023
Oscar 2023
Buon lunedì a tutti! Eeeeh, lo so che non siete per nulla contenti, cari cinèfili, ma personalmente ho trovato l'ultima edizione degli Academy Awards una delle più soddisfacenti degli ultimi anni, ed è quasi paradossale pensare che non ho nemmeno visto la premiazione causa sonno devastante (Sandy mi ha svegliata in tempo per vedere il discorso dell'adorabile Michelle Yeoh e il giusto premio come miglior film ad Everything Everywhere All at Once!). Ma bando alle ciance, cominciamo con il gioioso recap dei premi! ENJOY!
Come poteva non vincere Everything Everywhere All at Once come Miglior Film? La pellicola dei Daniels è stata la mia preferita l'anno scorso, l'ho vista, tradotta per giorni, amata dall'inizio alla fine per il suo essere un riuscitissimo mix di momenti seri, faceti, trash e commoventi; la folle poetica dei Daniels e la loro celebrazione della normalità e della gentilezza mi hanno conquistata, così come la loro capacità di surclassare film ben più costosi e blasonati, arrivando a creare un mondo con un budget proporzionalmente irrisorio grazie a fantasia e perizia tecnica. A maggior ragione, trovo legittimo l'Oscar per la Miglior Regia (e mi dispiace per gli altri), quello per l'ottimo Montaggio e quello per la Miglior Sceneggiatura Originale e doverosi sia quelli per la Miglior Attrice Protagonista a un'emozionatissima Michelle Yeoh e per il Miglior Attore Non Protagonista al dolcissimo Ke Huy Quan, il cui discorso mi ha ovviamente commossa fino alle lacrime. Davvero incommentabile, invece, l'Oscar a Jamie Lee Curtis per la Miglior Attrice Non Protagonista. Non ne faccio una colpa a lei, alla quale voglio bene da sempre e che ritengo una delle più grandi attrici (nonché donne) viventi, ma la stupidità dell'Academy è palese e un premio simile offre giustamente il fianco alle critiche e agli strali piovuti addosso alla marea di premi dati al film dei Daniels, e non è così diverso da un'eventuale statuetta concessa alla Bassett. Quest'anno avrebbe dovuto vincere Kerry Condon ma, evidentemente, Gli spiriti dell'isola, partito favoritissimo e tornato a casa (a mio parere ingiustamente) a bocca asciutta, è risultato inviso ai membri dell'Academy, o non si spiega. Peccato, sono queste cadute di stile a rendere gli Oscar sempre meno credibili col passare degli anni, come se già non bastasse il rifiuto totale a riconoscere validità all'horror e ai suoi interpreti a meno che non siano mainstream e in linea con la politica attuale.
Altra gioia altro regalo! Brendan Fraser si è portato a casa l'Oscar per il Miglior Attore Protagonista, spezzando il cuore di chi gli ha sempre voluto bene con un discorso commoventissimo pronunciato con voce rotta e sull'orlo delle lacrime. Che questo sia davvero il primo, importante passo per la ripartenza di una carriera ingiustamente stroncata da un'industria senza pietà, che nasconde le brutture pluriennali sotto glamour e lustrini. The Whale vince anche l'Oscar per il Miglior Make-Up, come avevo ampiamente previsto, anche perché il lavoro dietro alla trasformazione di Fraser è stato imponente e meritevole di un riconoscimento.
Continuando a parlare di gioia, il piccolissimo, meraviglioso Women Talking (di cui parlerò nei prossimi giorni) ha vinto il premio per la Miglior Sceneggiatura Non Originale. Se non avete ancora recuperato il film di Sarah Polley è giunto il momento di farlo, magari informandovi prima sull'orribile vicenda di cronaca che ha ispirato il romanzo, prima di sparare a zero su contentini al #metoo e affini.
Un po' di delusione, per quanto mi riguarda, c'è stata a livello di Miglior Film Straniero. Niente di nuovo sul fronte occidentale ha vinto non solo un premio che, personalmente, avrei destinato a The Quiet Girl (mi si dice che anche Closer meritava molto, non stento a crederlo), ma anche un sacco di altri importanti premi tecnici che mi hanno lasciata basita: la Fotografia era da dare a Deakins e al suo impressionante lavoro in Empire of Light, mentre la Colonna Sonora Originale (nonostante sia una delle poche ad avere apprezzato lo score dissonante composto da Volker Bertelmann) e la Scenografia sarebbero dovute andare a Babylon (ma anche ad Elvis, per quanto riguarda l'ultima categoria). Poi vi lamentate di Everything Everywhere All at Once, perlomeno un po' più originale e coraggioso di questo ennesimo, banale film di guerra!
Torniamo ai mille motivi di felicità con l'Oscar più giusto di tutti, ovvero quello al Pinocchio di Del Toro che, dopo alcuni anni di egemonia, strappa dalle mani della Disney l'Oscar come Miglior Film d'Animazione riconfermandosi, se mai ce ne fosse bisogno, come un capolavoro. Disney, Pixar, prendete esempio.
Infine, riassumo quell'altro paio di premi "tecnici" andati ad altre pellicole. Giusto per non farlo rimanere senza nulla, a Black Panther: Wakanda Forever è andato l'Oscar per i Migliori Costumi a scapito di Elvis (a mio parere uno dei film più bistrattati della serata assieme a Gli spiriti dell'isola), Top Gun: Maverick, come avevo previsto, ha vinto solo l'Oscar per il Miglior Sonoro, RRR continua a fare proseliti con la sua Canzone Originale (il che richiede che io trovi tre ore per vedere 'sto maledetto film!) e James Cameron probabilmente si starà sparando nelle palle perché dopo 10 anni di lavoro il suo Avatar - La via dell'acqua vince solo un premio, quello doverosissimo per i Migliori Effetti Speciali. Aggiungo infine quelle categorie di cui non ho assolutamente conoscenza: Navalny come Miglior Documentario, Raghu, il piccolo elefante come Miglior Corto Documentario, Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo come Miglior Corto Animato e An Irish Goodbye come Miglior Corto. Ci risentiamo l'anno prossimo, intanto torno a festeggiare e vi lascio con un paio di immagini tra il commovente e l'esilarante!!
Oscar al miglior bestinetto di diritto! |