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mercoledì 12 aprile 2023

Nati con la camicia (1983)

Siccome un po' di tempo fa mi è capitato di vedere in TV Porgi l'altra guancia, mi sono resa conto che non guardavo seriamente un film con Bud Spencer e Terence Hill dal almeno 20 anni e, dato che era disponibile su Netflix, ho deciso di riguardare Nati con la camicia, diretto da E.B. Clucher nel 1983.


Trama: un'ex galeotto e un ventriloquo vengono scambiati per due super spie e ingaggiati dalla CIA per sconfiggere un criminale che vorrebbe distruggere il mondo...


A 42 anni suonati, posso dire che i film di Bud Spencer e Terence Hill sono l'unica certezza che ho, granitica ed immutabile. Non importa se sono passati decenni da quando, bambina, mi sbellicavo dalle risate in braccio a mio padre guardandoli, mi fanno sempre lo stesso effetto e sono una piccola scintilla di gioia in grado di ravvivare anche le giornate più buie. Nati con la camicia, di cui pure ricordavo poche sequenze e battute rispetto agli altri film del duo, non fa eccezione. La trama si sviluppa dal più classico e "budspencereterencehilliano" dei pretesti, ovvero quando due scappati di casa (Bud ex galeotto appena uscito di prigione e Terence vagabondo ventriloquo) vengono scambiati prima per dei ladri ricercati da tempo e poi, proprio per scappare da queste accuse infamanti, vengono presi per due infallibili super spie e trascinati di peso nelle trame della CIA, costretti a smascherare e sconfiggere un supervillain dal sapore Bondiano. E Bondiana è, per l'appunto, tutta la struttura parodica che regge il film. Una volta accettato di fare buon viso a cattivo gioco per amore di un milione di dollari, Bud e Terence vengono dotati di tutta una serie di accessori di lusso indispensabili per il mondo delle spie, di una macchina talmente accessoriata (nonché tamarrissima) da fare invidia all'Ispettore Gadget, e costretti ad affrontare vari scagnozzi dall'aspetto e dall'accento esotici, oltre a ritrovarsi bloccati in ambienti fantascientifici che, a un certo punto, fanno virare il film verso la direzione del nonsense più totale. Non che questo sia un difetto, beninteso. Anzi, Nati con la camicia sembra proprio voler puntare all'esagerazione crescente, quasi a voler sottolineare come la vita dei due poveri buzzurri Doug e Rosco, fatta di espedienti e scazzottate, sia normalissima e spartana in confronto al mondo "altro" delle superspie Steinberg e Mason (che, per inciso, non vengono mai mostrati); nonostante ciò, questo mondo bizzarro e "superiore" viene spesso messo in ridicolo dal semplice buonsenso dei nostri, ai quali bastano un po' di astuzia e faccia tosta per smascherare la cortina di fumo che cela funzionari pasticcioni (la gag del "Potreste non scriverlo nel rapporto?" è esilarante) e cattivoni da operetta, costretti a soccombere davanti al cervello e, soprattutto, ai pugni dei due agenti per caso.


A proposito di pugni, sapete benissimo che io ADORO le scazzottate di Bud Spencer e Terence Hill, è una passione che ho fin da piccola e che già all'epoca mi portava a non aspettare altro che quelle. Quindi è con un po' di delusione che mi tocca sottolineare come Nati con la camicia non sia particolarmente zeppo di pestaggi, anzi, passa anche troppo tempo tra una scazzottata e l'altra. Certo, il film in questione conta una delle scene più iconiche tra quelle aventi Bud Spencer come protagonista, ovvero quella in cui con un "guarda là" e un perfetto gesto dell'ombrello fa fesso il quartetto di "cinesi" mandati ad ucciderlo, ma giustamente Clucher aveva probabilmente per le mani il budget delle grandi occasioni e ha preferito puntare su inseguimenti in auto, lussuosi hotel, panoramiche di Miami e grandi navi da crociera, oltre a un paio di terrificanti capi d'abbigliamento da far indossare ai due protagonisti. A proposito di abbigliamento, il film è del1983 e un paio di cose a cui, ovviamente, non avevo fatto caso da bambina mi hanno letteralmente agghiacciata. Bud Spencer per metà film porta un berretto in testa con su scritto "Kiss me, I'm black" (tradotto in uno dei dialoghi come "Baciatemi, sono ne*ro") e l'intera sequenza in cui, con l'ausilio di un filtro d'amore, l'integerrima segretaria del capo della CIA viene ridotta a una cutrettola sognante dopo essere stata presa in giro dagli uomini in quanto "quella non sa nemmeno cos'è il sesso", vista al giorno d'oggi raggiunge livelli di cringe altissimo. Per fortuna, l'enorme simpatia di Bud e Terence e la loro enorme alchimia compensano ampiamente, e lo stesso vale per la gradevolissima colonna sonora di Franco Micalizzi, che acquista punti in più in quanto autore anche della sigla di Lupin III cantata da Castellina Pasi. Vedete quanto è piccolo il mondo delle cose belle bellissime e quanto fa bene, ogni tanto, ricordarci della loro esistenza?


Di Bud Spencer, che interpreta Doug O'Riordan/Mason, ho già parlato QUI mentre David Huddleston, che interpreta Tigre, lo trovate QUA.

E.B. Clucher (vero nome Enzo Barboni) è il regista della pellicola. Nato a Roma, ha diretto film come Lo chiamavano Trinità..., Continuavano a chiamarlo Trinità, Anche gli angeli mangiano fagioli, I due superpiedi quasi piatti, Non c'è due senza quattro e Renegade, un osso troppo duro. Anche direttore della fotografia e sceneggiatore, è morto all'età di 79 anni.


Terence Hill
(vero nome Mario Girotti) interpreta Rosco Frazer / Steinberg. Nato a Venezia, lo ricordo per film come Il gattopardo, Dio perdona, io no!, I quattro dell'Ave Maria, Lo chiamavano Trinità..., Continuavano a chiamarlo Trinità, ... Più forte ragazzi!, ... Altrimenti ci arrabbiamo!, Porgi l'altra guancia, I due superpiedi quasi piatti, Pari e dispari, Io sto con gli ippopotami, Poliziotto superpiù, Chi trova un amico trova un tesoro, Don Camillo, Non c'è due senza quattro, Miami Supercops, Renegade, un osso troppo duro, Lucky Luke e Botte di Natale, inoltre ha partecipato a serie quali Lucky Luke, Un passo dal cielo e Don Matteo. Anche regista, produttore e sceneggiatore, ha 84 anni. 


Se Nati con la camicia vi fosse piaciuto, avete da sbizzarrirvi con la filmografia di Bud Spencer e Terence Hill, ovviamente! ENJOY!

venerdì 22 luglio 2016

Bud Spencer Day: Non c'è due senza quattro (1984)


Il 27 giugno è venuto a mancare lo zione buono di tutti noi bimbi cresciuti negli anni '80, l'immenso Carlo Pedersoli alias Bud Spencer. Per ricordarlo, noi blogger uniti abbiamo deciso di scrollarci di dosso l'apatia estiva e salutare con un doveroso sorriso l'attore che ci ha regalato tanto divertimento. Per contribuire all'omaggio ho scelto Non c'è due senza quattro, diretto dal regista E.B. Clucher nel 1984. ENJOY!


Trama: Eliot Vance e Greg Wonder sono due scapestrati che, un giorno, vengono ingaggiati per sostituirsi a due ricconi brasiliani dei quali sono le copie sputate, onde evitare che questi ultimi vengano fatti fuori da un misterioso individuo...



Come ho detto su e come, giustamente, ha fatto anche il Dottor Manhattan in questo bellissimo post, voglio ricordare Bud Spencer col sorriso e con profonda gratitudine, magari giusto una punta di nostalgia. Quest'ultima sensazione si concretizza soprattutto nell'immagine di me bambina seduta sulle ginocchia di mio padre, che allora puzzava di fumo da far cadere (poi ha smesso quando ho compiuto 8 anni, per fortuna!), pronto ad insegnarmi a giocare a scala 40 oppure a ridere come un pazzo davanti all'ennesimo sganassone ben dato dal possente Bud al malcapitato di turno. E io, ovviamente, a ridere con lui ad ogni "SCIAFF!!" emesso da quelle manone che impattavano sulla nuca o la faccia di quei buffi scagnozzi da operetta mentre il lato più femminile della sottoscritta ammiccava con un "ah però!" davanti all'agilità di Terence Hill e i suoi occhioni blu non ancora Don Babbeizzati. Ma con tutti i film della "strana coppia" che ho visto in braccio a mio padre, perché ho scelto proprio Non c'è due senza quattro per ricordare Bud? Beh, forse perché è proprio in questo film che andrebbe ricercata l'origine della mia insana passione per i cosiddetti what if?, gli universi alternativi in cui non solo gli eventi prendono una piega diversa rispetto alla realtà conosciuta ma, soprattutto, in cui i personaggi cambiano indole e comportamento (la mia saga Marvel preferita è, ancora oggi, L'era di Apocalisse, non sto neanche a dirvi quanto abbia amato la Willow vampira malvagia di Buffy The Vampire Slayer e qui chiudo la parentesi nerd). Immaginatevi la meraviglia di una bimba: DUE Bud Spencer, DUE Terence Hill, tutti nella stessa scena e, per di più, una delle due coppie che agisce in modo diametralmente opposto rispetto al dinamico duo tutto sganassoni e allegria. Praticamente, Natale in anticipo! Antonio e Bastiano, questi i nomi dei doppioni aristocratici, sono infatti due meravigliosi "bulicci" (Antonio più di Bastiano, che perlomeno ha una relazione platonica con una fanciulla), pavidi e codardi come pochi, terrorizzati persino dalla loro ombra e assolutamente disgustati dai "soliti" personaggi di Bud Spencer e Terence Hill i quali, per contro, sono dei grezzoni dal linguaggio a dir poco colorito che fortunatamente riusciranno non solo a salvare capra e cavoli, guadagnando un cospicuo gruzzolone da scoppiarsi in fagioli e riso, ma anche a portare una ventata di allegria tra la servitù dei due nobiluomini.


Tra una scazzottata e un'esibizione di estrema figaggine, il clou di Non c'è due senza quattro (o, perlomeno, la scena che aspettavo fin da bambina) è lo showdown finale con i mercenari dagli altisonanti nomi di Cobra, Apocalisse, Pitone e quant'altro, all'interno del quale le due coppie si scambiano con risultati esilaranti quali le corsette "pazze" di Bastiano e Antonio, gli inaspettati colpi incassati da Spencer e Hill nei panni dei due gentiluomini e, ovviamente, il riscatto di Eliot e Greg a son di schiaffoni, con tanto di favolosa invettiva del cattivo di turno rivolta ad uno scoglionatissimo Bud, capace di sciorinare le espressioni annoiate migliori di sempre (a tal proposito, indimenticabile anche il "E a te che te ne frega?" rivolto da Bud Spencer allo psichiatra, ma lì è da ringraziare lo storico doppiatore Glauco Onorato, al quale devo altrettanto rispetto e massima stima). Riguardandolo con occhio adulto, Non c'è due senza quattro risulta più "audace" rispetto ad altri film della coppia per la quantità di parolacce utilizzate, per le vaghe caratterizzazioni omosessuali di un paio di personaggi e per la quantità di carne al vento presente (d'altronde, siamo in Brasile e pare che lì persino i chiuli parlino), apprezzata in particolar modo proprio dal festeggiato di oggi. Alle musiche mancano gli Oliver Onions, ahimé, tuttavia l'atmosfera brazileira è resa benissimo da brani a tema quali Samba é alegria e dalla Mississippi Blues suonata da Bud Spencer che, a quanto pare, nonostante nel film si esibisca in una performance quantomeno "finta", il sassofono lo sapeva suonare davvero e anche il pianoforte: indubbiamente, a vederlo ballare a ritmo di musica guidando uno stuolo di camerieri indiavolati, assieme alla risata è arrivata l'inevitabile lacrima e anche il pensiero di come il buon Carlo Pedersoli avesse non due, neppure quattro, ma ben mille facce tutte da scoprire. Alcune di esse potete scorgerle nei post dei colleghi blogger, per le altre lascio a voi l'onore, d'altronde si sa che Chi trova un Bud Spencer trova un tesoro!


Bud Spencer è già comparso sul Bollalmanacco nei panni di Diomede, detto Dio, in Quattro mosche di velluto grigio!


Ecco la rassegna completa per il Bud Spencer Day:

WhiteRussian - Bomber
Combinazione Casuale - Lo chiamavano Buldozer
Non c'è paragone - Pari e dispari + Altrimenti ci arrabbiamo
Cuore di celluloide - Lo chiamavano Trinità 
Director's Cult - Io sto con gli ippopotami
GiocoMagazzino - Il soldato di ventura
In Central Perk - Cantando dietro i paraventi
Solaris - I due superpiedi quasi piatti

Aggiungo anche ai link quelli da leggere assolutamente di:

Aislinn
I 400 calci



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