venerdì 31 agosto 2012

WE, Bolla! del 31/08/2012

Buon venerdì a tutti! Come dicevano i Righeira “L’estate sta finendo e un anno se ne va”, roba che mi ha sempre messo addosso una tristezza inenarrabile. Nel mio multisala l’anno nuovo, almeno quello cinematografico, non è ancora arrivato, dunque non hanno messo in programmazione nessun nuovo film. Tolto Madagascar 3 - Ricercati in Europa, che non ho ancora visto, vi rimando quindi alle vecchie recensioni per avere un’idea delle pellicole disponibili. ENJOY!

Il cavaliere oscuro – Il ritorno (consigliatissimo!!)

Biancaneve e il cacciatore (evitabilissimo!)

I mercenari 2 (consigliato da Chuck Norris, meglio non contraddirlo!)

Riapre però il cinema d’élite, e lo fa con un film tra quelli che avrei voluto vedere…



Monsieur Lazhar
Reazione a caldo: dai, prometto solennemente che per il 2013 mi faccio la tessera…
Bolla, rifletti!: del film in questione ho già parlato un po’ qui. Negli USA è uscito ad aprile, ovviamente da noi lo fa col solito ritardo e con una distribuzione penosa, che lo relega ai cinema di nicchia quando va bene. Siccome, però, potrebbe essere quel genere di malinconica commedia che prediligo, è un sicuro candidato al recupero!

mercoledì 29 agosto 2012

Robin Hood (1973)

E' finalmente giunto il momento di parlare di uno dei film Disney che risiedono nella mia personale top 5 di capolavori d'animazione, ovvero Robin Hood, diretto nel 1973 dal regista Wolfgang Reitherman.


Trama: il film racconta la leggenda di Robin Hood, una volpe che combatte contro il Principe Giovanni e i suoi subdoli alleati, Sir Biss e lo sceriffo di Nottingham, per portare la pace e la prosperità nell'omonima cittadina subissata dalle tasse...


Basterebbe solo dire "Urca urca tirulero oggi splende il sol" e la recensione potrebbe essere finita lì. Alzi la mano chi non ha mai visto uno dei cartoni Disney più trasmesso dalle reti Rai, forse IL più trasmesso, uno di quelli che ci ha accompagnati ogni anno, ogni Natale/Capodanno, ininterrottamente fin dall'infanzia. Uno dei meglio disegnati, meglio sceneggiati, con dei personaggi indimenticabili, delle sequenze magistrali, poche ma azzeccatissime canzoni e un doppiaggio italiano che regala perle di pura gioia utilizzando parole come "eziandio", "lepido", "stolido", "trepido", roba che non sentiremo mai più in quest'epoca di Crassa ignoranza. Potete dir quello che volete, ma ogni volta che mi capita di  vedere Robin Hood è come se fosse la prima: sto lì, come una bambina, a bocca aperta, ridendo come una pazza del sciocco infantilismo del principe Giovanni, fischiettando assieme a Cantagallo la ballata dell'inizio (che è diventata anche la suoneria del mio cellulare, by the way...), deprimendomi e spezzandomi il cuore davanti alla consapevolezza che "qua e là c'è serenità ma non a Nottingham", trattenendo il respiro durante la rocambolesca fuga finale di Robin.


A riguardarlo oggi, la storia risulta veramente semplice perché il film è sorprendentemente breve. Alla fine, infatti, la trama inanella tre beffe ai danni del Principe Giovanni, con un paio di interludi atti a mostrarci come e perché Robin Hood meriti davvero l'appellativo di eroe del popolo, seguendo il tipico percorso "situazione tranquilla - errore del protagonista - camurrìa che ricade su tutte le persone legate al protagonista - ritorno alla situazione iniziale con punizione per i cattivi". Una pellicola semplice, come ho detto, forse per questo ancor più godibile, ed incredibilmente ironica. I villain, infatti, rubano spesso e volentieri la scena ai buoni (con la sola eccezione di Little John e, soprattutto, Lady Cocca, due mattatori eccezionali) grazie ad una dose di umorismo in grado di sdrammatizzare anche le sequenze più cupe. Come si può, infatti, tenere il broncio davanti al malvagio e mammonissimo Principe Giovanni, al sssssubdolo ma ssssssssfigato Biss, al vanesio e boccalone "bragalone", alias lo Sceriffo di Nottingham? Sarebbe impossibile, tanto quanto sarebbe impensabile rimanere indifferenti alla dolcezza dei coniglietti che vanno a giocare nel giardino di Lady Marian, o davanti alla vista del povero Fra Tuck, trascinato in catene e sotto la pioggia verso il suo triste destino. Suvvia, non tituBBate, cosa fate ancora qui? Recuperate questo capolavoro Disney!

Wolfgang Reitherman è il regista della pellicola. Tedesco, ha diretto capolavori come La carica dei 101, La spada nella roccia, Il libro della giungla, Gli Aristogatti e Bianca e Bernie. Anche animatore, produttore e attore, è morto nel 1985 per un incidente stradale, all'età di 75 anni.


Peter Ustinov (vero nome Peter Alexander Freiherr von Ustinov) da la voce, in originale, sia al Principe Giovanni che a Re Riccardo. Famosissimo attore inglese, lo ricordo per film come Spartacus (per il quale ha vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista), Topkapi (per il quale ha vinto l'Oscar come miglior attore non protagonista), La fuga di Logan, Assassinio sul Nilo, Appuntamento con la morte, C'era un castello con 40 cani e L'olio di Lorenzo. Anche sceneggiatore, regista e produttore, è morto per un attacco cardiaco nel 2004, all'età di 82 anni.  


Tra gli altri doppiatori originali segnalo quello di Sir Biss, Terry - Thomas, che ne L'abominevole Dr. Phibes interpreta il lubrìco Dr. Longstreet mentre Phil Harris, doppiatore di Little John, aveva già prestato la voce a personaggi Disney storici come l'orso Baloo e il gatto Romeo. Nel DVD si può vedere una scena tagliata, durante la quale il principe Giovanni minaccia di uccidere Robin, gravemente ferito, con un pugnale, per poi venire fermato appena in tempo dal ritorno di Re Riccardo. La scena era stata tagliata perché avrebbe reso troppo sinistro il personaggio del Principe. Impossibile non notare invece come i personaggi di Little John e del Baloo de Il libro della giungla siano identici, così come il balletto che entrambi gli orsi fanno rispettivamente con Lady Cocca e Re Luigi. Il fatto è che, all'epoca, gli studi Disney erano in ristrettezze economiche, e per girare Robin Hood si è deciso di risparmiare dove possibile, in questo caso riutilizzando il character design di un vecchio personaggio e ricalcando sequenze già disegnate. Concludo, infine, consigliandovi di recuperare Il libro della giungla, La carica dei 101, Gli Aristogatti e La spada nella roccia. ENJOY!


martedì 28 agosto 2012

Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II (1989)

Continuano i post dedicati ad uno dei miei miti degli anni '80! Dopo avervi introdotto all'argomento con Ghostbusters - Acchiappafantasmi, oggi parlerò di Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II (Ghostbusters II), diretto nel 1989 da Ivan Reitman.


Trama: Gli Acchiappafantasmi sono tornati, e stavolta devono salvare il piccolo figlio di Dana dalle mire di Vigo il Carpatico, e New York da un fiume di slime ectoplasmatico che si nutre delle emozioni negative dei cittadini...


Un po’ meno “mitico” del primo capitolo, questo Ghostbusters II ne ricalca lo schema più o meno fedelmente, con la minaccia paranormale che, a poco a poco, diventa sempre più incombente, le autorità che non credono ai poveri acchiappafantasmi e il confronto finale con l’entità maligna che, chissà perché, punta sempre alla sfigatissima quanto affascinante Dana. A differenza del capostipite, che mostrava la “novità” di un’attività come quella di acchiappare fantasmi, Ghostbusters II comincia invece dal momento in cui l’intera città di New York ha deciso di dimenticare i suoi eroi e relegarli al ruolo di ciarlatani, con ovvie conseguenze: l’ingenuità dunque, più che il difetto, che rende questo film inferiore a Ghostbusters è una sorta di blanda critica sociale che, in realtà, tradisce il buonismo e patriottismo di fondo, che punta a mostrare gli americani come un popolo fondamentalmente bue, pronto a riscoprire i valori che dovrebbero animarlo solo se c’è la possibilità di riunirsi attorno ad un simbolo, che sia una lattina di Coca Cola o la Statua della Libertà. Da qui, l’idea un po’ deboluccia ed infantile del fiume di melma “umorale”, che si nutre dell’odio e delle emozioni negative della città di New York e che tocca l’apice dell’inquinamento proprio nel periodo di Capodanno, quando tutti dovrebbero essere più propensi al perdono e al cambiamento. Uh, credici.


Detto questo, non crediate che Ghostbusters II non mi piaccia, anzi. Il film è pieno di momenti e personaggi mitici, impossibili da dimenticare o da non citare almeno una volta nella vita. Lasciamo stare per un momento i protagonisti e parliamo dei villain: come non amare il povero Janosz, con quel terribile, esilarante accento che ci hanno propinato fin da piccoli i doppiatori italiani? Roba come “il buiame”, “il bianco pelo” o “Vigo, comanda me padrone!” mi fa piangere dalle risate ancora adesso, per non parlare poi di Vigo il Carpatico, Terrore della Moldavia, l’uomo inguardabile per eccellenza, la “bionda scema” protagonista del set fotografico più esilarante dopo quello di Pozzetto in Sono fotogenico. Passando ai protagonisti e ai personaggi del primo film, c’è qualche cambiamento a livello visivo, “imposto” quasi sicuramente dall’uscita, nel 1986, della serie animata The Real Ghostbusters: le tutine degli acchiappafantasmi sono personalizzate con colori diversi, il ruolo di Winston assume leggermente più importanza, la segretaria Janine sfoggia la sgargiante e rossa capigliatura dei cartoni animati e ricompare anche Slimer come fantasma fondamentalmente buono. Più che di cambiamenti, quindi, parlerei di aggiustamenti di tiro oppure omaggi (anche alla pellicola precedente), che non cambiano comunque il fatto che l’alchimia e il cameratismo tra i vari attori riescono a dare vita al solito tripudio di gag, battute e sequenze mitiche, sostenute da effetti speciali comunque buoni, che risentono poco del peso del tempo, e da qualche momento vagamente inquietante (non so a voi, ma a me Janosz versione Mary Poppins spettrale ha sempre messo ansia!). In definitiva, un film da recuperare assolutamente.

Vigo il Carpatico approves
Del regista Ivan Reitman ho già parlato qui. Di Bill Murray (Peter Venkman), Dan Aykroyd (Ray Stantz), Sigourney Weaver (Dana), Harold Ramis (Egon Spengler), Rick Moranis (Louis), Ernie Hudson (Winston), Annie Potts (Janine), Kurt Fuller (Jack Hardemeyer) e David Margulies (il sindaco) ho già parlato nei rispettivi link. Nella pellicola compaiono anche Cheech Marin, nei panni del marinaio che commenta l’arrivo del Titanic, e Philip Baker Hall in quelli di un poliziotto, mentre Max Von Sydow presta la voce a Vigo.

Peter MacNicol interpreta Janosz. Americano, lo ricordo per film come La scelta di Sophie, La famiglia Addams 2, Dracula morto e contento e Mr. Bean – L’ultima catastrofe, inoltre ha partecipato alle serie Ally McBeal, 24, Numb3rs e Grey’s Anatomy. Anche regista e sceneggiatore, ha 58 anni.


Harris Yulin interpreta il giudice Wexler. Caratterista americano, ha partecipato a film come Scarface, Corsari, Mi sdoppio in quattro, Mr. Bean – L’ultima catastrofe, The Million Dollar Hotel e a serie come Il tenente Kojak, Dynasty, Wonder Woman, X – Files, Buffy l’ammazzavampiri e 24. Ha 75 anni e due film in uscita.


Il bambino che dice a Ray che, secondo suo padre, “gli acchiappafantasmi vendono fumo e merda” è il figlio del regista Ivan Reitman, Jason, mentre sua figlia è la bambina che gioca con il cucciolo durante l’esperimento di Egon. Per rimanere sempre in famiglia, uno degli psichiatri che cercano di curare i Ghostbusters è il fratello di Bill Murray, Brian Doyle – Murray.  Come già accennato nel post precedente, state attenti ad Aykroyd e alla sua folle idea di far uscire un terzo film e recuperate assolutamente Ghostbusters - Acchiappafantasmi. ENJOY!!!






lunedì 27 agosto 2012

Ghostbusters - Acchiappafantasmi (1984)

La recensione odierna sarà quantomeno atipica, perché andrà a toccare uno dei miei miti di sempre, il film che, probabilmente, ho visto più volte in vita mia. Sto parlando dell'indimenticabile Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghost Busters), diretto nel 1984 da Ivan Reitman.


Trama: Quando gli atipici scienziati Peter, Ray ed Egon vengono cacciati dall'università decidono di mettere a frutto le loro conoscenze nel campo del paranormale reinventandosi acchiappafantasmi. Quello che non immaginano neppure lontanamente è che presto la città di New York avrà un disperato bisogno di loro...


Come ho detto, questa sarà una recensione atipica. Il motivo è presto detto: Ghostbusters è un f**tuto capolavoro, degno di essere visto sia dal più peppia dei cinefili che dal più streppone degli ignoranti, è divertente, emozionante, ben diretto, ben recitato, ben scritto, a distanza di quasi trent'anni non è invecchiato di un solo giorno e anche riguardandolo almeno venti volte, come ho fatto io, viene voglia di riprenderlo comunque e ricominciare tutto da capo. Impossibile, quindi, che la sottoscritta possa buttare giù la consueta critica obiettiva, andando anche a trovare dei difetti. Per me Ghostbusters non ne ha, punto. L'amore, di qualsiasi tipo, rende ciechi. Quindi, per una volta, mi limiterò ad elencare una serie di motivi per cui chiunque dovrebbe guardare questo film, almeno una volta nella vita.


Perché dovete imparare che, nelle biblioteche, è SEMPRE consigliabile fare silenzio.
Perché il confine tra scienza e cialtroneria è molto sottile, ma c'è una sola persona in grado di percorrerlo con incredibile eleganza.
Perché la persona  in questione, il Dr. Venkman, il meraviglioso, incommensurabile Bill Murray è stato oggetto della mia prima cotta di bambina.
Perché Dan Aykroyd con la sigarettina in bocca fa tanta tenerezza.
Perché Egon è talmente serio e compassato che è impossibile non prenderlo per il culo.
Perché Janine è la segretaria che tutti vorremmo avere... o che vorremmo essere.
Perché la sirena della "ghostmobile" è unica e indimenticabile.
Perché esistono vicini di casa talmente rompipalle e sfigati che non è possibile passare davanti alla loro porta senza essere beccati e bloccati da uno spiegone infinito.
Perché anche il vostro frigorifero potrebbe non essere sicuro.
Perché ogni volta che andrete a New York non potrete fare a meno di cercare il profilo del palazzo disegnato da Ivo Shandor, un architetto tanto geniale quanto pazzo.
Perché gli alberghi newyorchesi sono pieni di "disgustosi bioccoli" e "scarafaggi enormi, che staccano le teste a morsi".
Perché non bisogna MAI incrociare i flussi.
Perché "andammo, venimmo, e lo inculammo!"
Perché potremmo essere costretti a cercare, un giorno, il nostro Mastro di Chiavi o il nostro Guardia di Porta.
Perché i twinkie possono essere dei fantastici termini di paragone.
Perché "Qui non c'è nessuna Dana. Soltanto Zuul".
Perché quando vi chiederanno "Sei tu un Dio?", capirete qual'è l'unica e sensata risposta da dare.
Perché dovete sapere che anche l'omino dei Marshmallow, per quanto teneroso e dolciotto, può diventare l'incredibile strumento per la fine del mondo.
Perché un bacio davanti a una folla adorante non ha prezzo.
Perché, soprattutto...

"If there's something strange in the neighborhood... who ya gonna call??"

La risposta, ovviamente, è una sola. Cosa fate ancora qui? Andate a guardarvi Ghostbusters o possa l'ira di Gozer il Gozeriano abbattersi su di voi!!!


Di Bill Murray (Peter Venkman, ruolo che era stato pensato per il compianto John Belushi), Dan Aykroyd (Ray Stantz), Sigourney Weaver (Dana Barret), Rick Moranis (Louis Tully, ruolo che era stato pensato per il compianto John Candy) ho già parlato nei rispettivi link.

Ivan Reitman è il regista della pellicola e da anche la voce a Zuul e Slimer. Di origine slovacca, ha diretto film come Polpette, Stripes un plotone di svitati, I gemelli, Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II, Un poliziotto alle elementari, Junior, Due padri di troppo, Sei giorni sette notti, Evolution e La mia super ex - ragazza. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha 66 anni e un film in uscita.


Harold Ramis interpreta Egon Spengler. Sceneggiatore americano (ha scritto insieme a Dan Aykroyd anche la sceneggiatura di Ghostbusters), lo ricordo per aver partecipato a film come Stripes un plotone di svitati, Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II, Ricomincio da capo, Airheads - Una band da lanciare, Qualcosa è cambiato e Alta fedeltà. Anche produttore, ha 68 anni.


Annie Potts (vero nome Anne Hampton Potts) interpreta Janine. Americana, la ricordo per film come Jumpin' Jack Flash e Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II; inoltre, ha doppiato la pastorella Bo Peep in Toy Story - Il mondo dei giocattoli, Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa, alcuni personaggi nelle serie Hercules e Johnny Bravo e partecipato ad episodi di Ai confini della realtà, Magnum P.I., Ugly Betty, Two and a Half Men. Anche produttrice, ha 60 anni e un film in uscita.


William Atherton (vero nome William Atherton Knight) interpreta Walter Peck. Americano, ha partecipato a film come Trappola di cristallo, 58 minuti per morire - Die Harder, Oscar - Un fidanzato per due figlie, Il rapporto Pelican, Il corvo 3 - Salvation, L'ultimo samurai e a serie come Ai confini della realtà, La signora in giallo, Nash Bridges, Oltre i limiti, Desperate Housewives, Numb3rs, Monk e Lost. Anche produttore, ha 65 anni e un film in uscita.


Ernie Hudson (vero nome Earnest Lee Hudson) interpreta Winston Zeddmore, ruolo che era stato scritto per Eddie Murphy. Americano, ha partecipato a film come il mio mito d'infanzia Leviathan (che devo rivedere e recensire!!), Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II, Il corvo, Airheads - Una band da lanciare, Mr. Magoo, Dragonball Evolution (Cristo, l'infamous Sifu Norris era lui!!) e alle serie L'incredibile Hulk, Radici, La casa nella prateria, Hazzard, The A - Team, Oz, Senza traccia, E.R. - Medici in prima linea, Cold Case, Desperate Housewives, Bones, Heroes, Criminal Minds e Grey's Anatomy. Anche produttore, ha 67 anni e sette film in uscita.


David Margulies interpreta il sindaco. Americano, ha partecipato a film come Vestito per uccidere, 9 settimane e 1/2, Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II, Ace Ventura - L'acchiappanimali e alle serie Il tenente Kojak, NYPD, I Soprano. Ha 75 anni e un film in uscita.


Incredibile ma vero, in mezzo alla folla quando l'unità di contenimento della centrale esplode c'è anche Ron Jeremy, almeno da quel che dice il sito Imdb. Il film ha ricevuto due nomination all'Oscar, una per i migliori effetti speciali e l'altra per la miglior canzone originale. La leggenda narra che, nelle intenzioni originali di Dan Aykroyd, il film avrebbe dovuto ambientarsi in un futuro in cui l'esistenza di squadre di Acchiappafantasmi era la prassi; purtroppo, una cosa simile sarebbe venuta a costare milioni di dollari, quindi Harold Ramis è stato ingaggiato per mettere a posto la sceneggiatura e riportarla "al presente", per così dire. Sempre rimanendo nell'ambito delle "cose che avrebbero dovuto essere", il ruolo di Gozer era stato offerto a Paul Reubens e il personaggio si sarebbe dovuto manifestare con le sembianze di Ivo Shandor, non con quelle di una donna spettrale. L'attore ha evidentemente rifiutato il ruolo, così come hanno fatto Michael Keaton per quelli di Peter ed Egon e Chevy Chase per quello di Peter. Di Ghostbusters esiste un seguito del 1989, che recensirò presto, una serie animata dal titolo The Real Ghostbusters - I veri acchiappafantasmi, che credo chiunque abbia visto almeno una volta nella vita, e il suo "sequel" Extreme Ghostbusters del 1997, serie andata in onda anche in Italia sebbene io non l'abbia mai vista. Si vocifera da tempo, inoltre, l'uscita di un Ghostbusters III: le ultime news confermano che Bill Murray se n'è giustamente chiamato fuori, mentre un delirante Dan Aykroyd conferma la volontà di coinvolgere una nuova generazione di attori per rinverdire la franchise. Che qualcuno, per quanto mi possa addolorare la cosa, lo abbatta!!! Voi, intanto, recuperate Ghostbusters II e... ENJOY!









sabato 25 agosto 2012

Calvaire (2004)

Vi avviso subito. Quella di Calvaire, diretto da Fabrice Du Welz nel 2004, non sarà una recensione normale. Non sarà proprio una recensione. Ricordate, negli anni '80 - '90 quei cineracconti dove l'intero film veniva, appunto, raccontato sulle pagine di TV Sorrisi e Canzoni? Ecco, affronterò Calvaire in questo modo, per un paio di motivi. Innanzitutto, è un film troppo ammorbante e sconfortante, al momento non sono dell'umore adatto per trattarlo con la serietà che merita. In secondo luogo, ribadisco che io e l'horror belga o francese non andiamo d'accordo: parlatemi pure di elogio della follia, di significati nascosti, di arte registica, di pessimismo cosmico, di scossa all'horror mondiale... io ho visto solo un film che non sta né in cielo né in terra, che si prende troppo sul serio quando una simile cosa meritava un taglio molto più trash e autoironico. In ultima istanza, questo blog è tuttora gestito da una persona che di cinema non capisce una mazza, è stato creato per divertirmi e per palesare, se necessario, la mia crassa ignoranza. Racconterò quindi Calvaire come ho fatto con le mie povere, sfortunate colleghe di ufficio... ergo, se cercate una recensione seria e, soprattutto, se non avete mai visto Calvaire, NON PROSEGUITE NELLA LETTURA!!



Calvaire comincia con la tristissima esibizione di un ancor più triste cantante che intrattiene, sotto le feste natalizie, un branco di vecchie in un ospizio. Il fanciullo, che risponde al nome di Marc, è bellino ma sacrificato in un improbabile quanto orribile abito di scena. Ma si sa, l'ardore di una vecchia è difficile da sedare con queste quisquilie, e il film prosegue mostrando allo spettatore la scena più scioccante dell'intera pellicola: una delle vegliarde cerca di concupire Marc, prendendogli la mano in camerino e mettendosela... proprio lì. E per lì intendo lì dove non batte il sole. Il cantante prende atto della cosa, ripromettendosi di non mettere MAI più piede nell'ospizio, senza sapere che il destino riserva brutte cose a chi non si accontenta. Mentre scappa (quasi) a gambe levate, viene aggredito da una delle infermiere, anche lei palesemente innamorata. Lui, da buon gatto di marmo, mostra di non comprendere, stuzzicando così ancor di più il karma negativo che, di lì a poco, lo farà pentire di aver rifiutato due donne così focose. Morale dell'introduzione (e dell'intero film, almeno io l'ho capita così): MAI essere reffi, prendere sempre quello che la vita ci offre, perché potrebbe andarci anche peggio!

Eccolo lì, belin. Elvis, roditi il fegato.
Il destino comincia ad accanirsi su Marc nei panni del cliché più sfruttato della storia dell'horror: il furgone gli si ferma in mezzo a un bosco, sotto la pioggia. Il giovine, digiuno di pellicole di genere, affida così la sua salvezza al primo streppone, palesemente pazzo, che passa di lì per caso cercando un fantomatico cane (anzi, cagna. E' importante). Boris, questo il nome del pazzo, lo conduce fino a una sorta di agriturismo sperduto nella campagna belga, dove Marc viene accolto da un altro tizio palesemente dotato di problemi, il signor Bartel. Costui si dimostra subito assai zelante, ma anche uno scassacabasisi di prim'ordine: telefona al meccanico perché vada subito ad aggiustare il furgone e poi si offre di ospitare Marc, visto che la cosa parrebbe andare per le lunghe, costringendolo anche a cantare per lui in cambio di un'orrenda barzelletta che farebbe rivoltare nella tomba persino Gino Bramieri. Bartel, ex comico inspiegabilmente decaduto e abbandonato dalla compagna Gloria, parrebbe felicissimo di avere il cantante come ospite, in quanto collega artista... peccato che, il giorno dopo, qualcosa nella facciata gentile dell'uomo cominci a creparsi. Marc decide di andare a fare una paseggiata ma il locandiere lo avverte: "Non si avventuri in paese perché lì non amano gli artisti". Il cantante, senza neppure provare a protestare, si avvia per la sua passeggiata in solitaria, mentre Bartel, con una maleducazione infinita, lungi dal provare ad aggiustargli il furgoncino gli frega cellulare, soldi, documenti e anche le foto porno che la frizzante infermiera dell'inizio aveva infilato in una busta destinata a Marc. In tutto questo, il fanciullo interrompe la passeggiata nel momento esatto in cui si imbatte, non visto, in un gruppo di contadinassi che stanno stuprando un vitello. "Basta" questo a convincere il cantante che, forse, è arrivato il momento di portar via le suole dall'amena località di villeggiatura.

Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che abbiamo noi...
Da questo momento in poi il film lascia che la follia appena accennata si sfoghi senza limiti. Marc scopre di essere stato allegramente coglionato da Bartel: il telefono con cui il locandiere millantava di chiamare il fantomatico meccanico non ha mai funzionato, il furgone è senza batteria, vicino all'albergo c'è una catapecchia in cui Marc scopre tutta la sua roba, cellulare compreso... infine, nella stanza dove ha dormito sono comparsi inquietanti vestiti da donna. Avete già capito dove vuole andare a parare Calvaire, vero? Se non ci siete ancora arrivati, come il povero Marc, la spiegazione arriverà nel momento in cui Bartel deciderà di sfasciare a colpi di accetta il furgone e di spaccare la faccia al cantante con un colpo di batteria ben assestato. E qui comincia a delinearsi il tema portante dell'intera pellicola: il locandiere si è autoconvinto che Marc sia la sua amata/odiata Gloria, tornata da lui dopo tempo immemorabile. Seguono inenarrabili scene in cui il cantante viene pestato, rasato a zero, incaprettato da un infoiato Bartel, portato a scegliere un albero di natale nel bosco, prima di riuscire a fuggire solo per finire intrappolato in un laccetto e riportato al suo aguzzino dall'idiota dell'inizio, quello che non smette di cercare la cagna. Nel frattempo, la vecchia e l'infermiera dell'ospizio si stanno sicuramente facendo delle grasse risate, ma forse c'è un barlume di speranza!!! Due contadinassi hanno visto tutto, e sicuramente ora libereranno il povero Marc. Dai, ecco che arriva l'happy ending, riprenditi la tua dignità di gatto di marmo, bello, basta piangere come una donnicciola, un po' di spina dorsale, suvvia!

Tranquilla, Gloria. Fa più male a me che a te.
Bartel, diciamolo, non ha preso bene il tentativo di fuga di Marc. Siccome il film si chiama Calvaire decide di crocifiggere quello che ormai è per lui donna a tutti gli effetti, ma si interrompe quando si accorge di essere osservato. Leso nella propria dignità di uomo padrone ed ex cornuto e mazziato, il locandiere si arma di fucile e, come nella migliore tradizione "terrona" (senza offesa), si reca al bar del paese per mettere in guardia gli abitanti (una decina in tutto, tutti uomini): "Gloria è tornata, èmmmmìa!!! Non me la porterete via, non mi impedirete di essere felice!!!". E voi direte: ma belin, cosa gliene frega a 'sto branco di contadini di rubargli una donna che in realtà è un uomo? La risposta arriverà dopo la scena migliore del film, un ballo completamente folle a cui si abbandonano i clienti del bar, qualcosa di così decerebrato e trash da risultare quasi commovente.

Il pianista del bar ci delizia con la sua musica...
Ma torniamo al povero Marc, che ormai ha cambiato film, passando da Calvaire a Non aprite quella porta: ormai succube del suo aguzzino, viene anche irriso durante una cena di Natale in cui, udite udite, si presenta il folle Boris felice come una pasqua per aver ritrovato la sua cagnolina. Certo, l'idiota arriva con un vitello al guinzaglio, ma nessuno in sala è così scortese da farglielo notare. In compenso, insomma, se rammentate la storia del vitello, avrete già capito che questa storia di amanti e gelosia non potrà finire bene... e infatti i clienti del bar arrivano armati di tutto punto per recuperare la bestiola, che tanta gioia aveva elargito ai loro corpi bisognosi d'aMMore. E così, dai che ti ridai, Bartel e Boris vengono trucidati per lo sgarro commesso e per Marc dovrebbe, a rigor di logica, essere arrivato il momento della liberazione. Purtroppamente, anche il capovecchiaccio dei contadinassi  (quel Philippe Nahon che già in Alta tensione aveva dimostrato di essere un tipo perlomeno irragionevole...) è convinto che Marc sia in realtà Gloria, quella maledetta zoccola che prima lo aveva tradito per Bartel e poi li aveva mandati, giustamente, tutti quanti a spigolare. Potrebbe ucciderlo risparmiando allo spettatore ulteriori camurrìe, ma lì per lì decide di concedere ai suoi compagni l'onore di incaprettare Gloria (chiamiamolo così, d'ora in poi...) prima di farla fuori... e qui arriva il secondo monito della pellicola: MAI cedere ai piaceri della carne, accontentati di quel che hai!!! Soprattutto se sei rimasto senza donne per così tanto tempo da uscire fuori di testa!! Gloria infatti riesce a scappare e lascia tutti a bocca asciutta. I villici si mettono al suo inseguimento grazie ad un maiale/segugio, ma è solo Nahon che riesce a raggiungerla, prima di finire inghiottito nelle famigerate sabbie mobili del belgio, un ambiente talmente ostile che nemmeno Bear Grylls potrebbe salvarlo. Il finale sancisce così la rassegnazione e la trasformazione del cantante da Marc a Gloria, perché il protagonista risponde alle suppliche del vecchiaccio morente con un "Sì... ti ho sempre amato". Il film finisce, seguono dei silenziosi titoli di coda alla fine dei quali il verso trionfante del maiale lascia intendere che forse, alla fine, Marc/Gloria è stato catturato, incaprettato e ucciso per la gioia delle sue ammiratrici scornate. E per la mia, che spero di non vedere mai più una roba simile.

Tranquillo! Mangia il ratto muschiato del belgio, è ricco di proteine!
Di Philippe Nahon, che interpreta Robert Orton, ho già parlato qui.

Fabrice Du Welz è il regista della pellicola. Belga, ha diretto anche Vinyan, che devo ancora vedere. Anche sceneggiatore, ha 40 anni e un film in uscita.







venerdì 24 agosto 2012

WE, Bolla! del 24/08/2012

Dopo una settimana abbastanza pregevole dal punto di vista delle uscite, questo venerdì la distribuzione delle mie parti torna a mordere il freno e mi condanna ad un altro periodo di stop. Pazienza, vedremo cosa porterà il futuro… ENJOY!


Madagascar 3: Ricercati in Europa
Reazione a caldo: eh, questo potrebbe essere bellino…
Bolla, rifletti!: non è che non voglia andarlo a vedere, è che mi manca il secondo capitolo della saga. Lo so che mi divertirei come una matta a reimmergermi nel mondo di Alex, Melman e compagni (per non parlare dei pinguini!!) e solo vedere la zebra che, nel trailer, si esibisce in un esilarante “tattattarataratattà circo!” con parruccona afro incorporata mi fa piegare in due dalle risate… ma non avrei proprio il tempo materiale di recuperare i capitoli precedenti, quindi credo mi farò serata home video in seguito.


La memoria del cuore
Reazione a caldo: ho già l’orticaria…
Bolla, rifletti!: ma non l’avevano già girato un film in cui due innamorati si ritrovano costretti a ricominciare da capo la loro relazione perché uno dei due ha perso la memoria? Bah. Comunque pare questo sia ispirato ad una storia vera, di quelle lacrimevoli e ispiranti che tanto piacciono alle casalingue drogate di fiction. Personalmente, mi rammarico solo che in una simile boiata siano finiti sia Sam Neill che Jessica Lange, due attori che amo. Next, please!

giovedì 23 agosto 2012

I mercenari 2 (2012)

Grazie al povero Toto che ha accettato di immolarsi per preservare la mia fragile psiche da un ennesimo trauma, qualche sera fa sono riuscita ad andare a vedere I mercenari 2 (The Expendables 2), seguito di quella geniale, sfacciata ed esilarante tamarreide che era The Expendables – I Mercenari.


Trama: questa volta la zamarrissima squadra di mercenari capitanata da Stallone deve recuperare la mappa di una miniera di plutonio. Saranno accompagnati nell’impresa da una gentile (ma non troppo) donzella.


Squadra che vince non si cambia, infatti la formula de I mercenari 2 rimane invariata e regala allo spettatore così intelligente (o pazzo?) da accettarla con ironia quasi due ore di puro divertimento trash, innocente e citazionista. Io sono folle e non faccio testo ma, credetemi, chi è venuto con me è una persona che detesta gli action e si in****a come una biscia davanti alla violenza fine a sé stessa… eppure l’ho sentito ridere, più di una volta, e a fine serata non ha cercato di uccidermi per farmi espiare la camurrìa a cui l’ho sottoposto. Questo perché, come sempre, la chiave vincente de I mercenari è la palese auto presa in giro, la consapevolezza di attori che sono passati alla storia per determinati ruoli e non si tirano indietro nel fare il verso a sé stessi, prendendosi in giro a vicenda e prendendo in giro i cliché dei film che li hanno resi famosi: fantomatici luoghi situati nelle zone più impervie del pianeta, esplosioni come se piovessero, pallottole che non si limitano ad uccidere ma fanno esplodere i nemici, momenti introspettivi a base di luoghi comuni e assolutamente incomprensibili o  ininfluenti ai fini della storia (questa volta l’Oscar va a Liam Hemsworth “Ho scelto di stare coi Mercenari perché ero stufo di vedere gente uccisa e per rendere omaggio al povero cane randagio che i soldati mi hanno trucidato”… sì, vabbé, eh!!), l’atavica incapacità di tenere testa alle donne che, a scelta, possono essere o zamarre e letali come loro, o delle ambigue zoccolotte oppure delle mogli fedeli che pensano solo alla casa e ai figli. E siccome, fondamentalmente, la mia recensione del film potrebbe ricalcare esattamente quella del capitolo precedente, vediamo cosa cambia questa volta o, meglio… CHI cambia!!


Sì perché poi, alla fine, la gente (e mi ci metto di mezzo anch’io) va a vedere I mercenari 2 perché rammenta bene che nel primo film mancava qualcuno. Steven Seagal è ancora disperso nelle nebbie dell’intermundia o ancora sequestrato da Rodriguez, non mi è ben chiara la cosa. In compenso Jean - Claude Van Damme, che, ricordiamolo pure, aveva rifiutato di comparire nel primo film perché il ruolo che gli era stato proposto non era alla sua altezza, questa volta interpreta con gusto il villain (Vilen, appunto) della pellicola, un essere immondo con una capra tatuata sul collo, innamorato della propria (vuota) retorica, spietato fino all’inverosimile e, soprattutto, mascarato e liftato come nemmeno Moira Orfei potrebbe essere. Vedere ‘sta fighetta di plastica che ogni tanto torna a usare i suoi famosi calci volanti è in effetti una cosa abbastanza sconvolgente e già trash di per sé, ma non stiamo a cacciarci balle: alla fine quello che tutti noi volevamo vedere era il Walker Texas Ranger per eccellenza, Chuck Norris. Che appena compare nel film fa la sua straporca figura di lupo solitario in grado di uccidere ventordici killer E abbattere un carro armato (applauso a scena aperta, true story), concludendo la sequenza raccontando da solo e con invidiabile nonchalance una delle tante barzellette Norrisiane che girano in rete (altro applauso a scena aperta nella sala gremita).

Eccolo. E automaticamente il mio blog è diventato intoccabile!
Il film, dunque, varrebbe il prezzo del biglietto solo per queste due fondamentali presenze ma ci sono mille altri motivi validi per gioire, o amanti del trash spudorato e dell'action tout court! C'è Lundgren che fa il piacione, Stallone che tira fuori una penna talmente zamarra che persino Corona si è cavato gli occhi per la disperazione, c'è (per le donzelle) un Jason Statham apparentemene inutile ma quando tira fuori i coltelli è una gioia per gli occhi, ci sono Schwarzy e Bruce che duettano con la grazia e la faccia tosta di due comici consumati citando a vicenda i rispettivi film, ci sono battute da macho e giochi di parole da bimbi delle elementari che, alternativamente, abbattono e commuovono, c'è uno Scott Adkins che non conoscevo ma che ho molto apprezzato, tanto che cercherò di guardarmi un po' tutti i suoi film, c'è una coltellata con calcio da manuale, c'è un confronto finale che è praticamente uno scontro tra titani... NON c'è Jet Li, o meglio c'è poco, e forse questo è l'unico difetto serio che posso trovare a I mercenari 2, visto anche che hanno aggiunto un Liam Hemswort funzionalissimo per la trama ma assolutamente privo dell'aura quasi mitica degli altri protagonisti. Per il resto, basta staccare il cervello, accettare l'incredibile fatto che l'unico attore espressivo del cast sia un ex wrestler dall'orecchio mozzo e godersi il film per quello che è. Io, personalmente, non mi vergogno a consigliarlo e ad aggiungere.... tantaRRRRobba!


Di Sylvester Stallone (anche sceneggiatore oltre che interprete di Barney Ross), Jason Statham (Christmas), Jet Li (Yin Yang), Dolph Lundgren (Gunner Jensen), Jean – Claude Van Damme (Vilen), Bruce Willis (Church), Arnold Schwarzenegger (Trench) e Charisma Carpenter (Lacy) ho già parlato nei rispettivi link.

Simon West è il regista della pellicola. Inglese, ha girato film come Con Air, La figlia del generale, Lara Croft: Tomb Raider e Chiamata da uno sconosciuto. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha 51 anni e due film in uscita.

  
Terry Crews (vero nome Terrence Alan Crews) interpreta Hale Caesar. Americano, ha partecipato a film come Il 6° giorno, Starsky & Hutch, Cambia la tua vita con un click, Terminator Salvation, I mercenari e a serie come CSI: Miami e Tutto in famiglia; inoltre, ha doppiato un episodio di American Dad!. Ha 44 anni e due film in uscita.


Chuck Norris (vero nome Carlos Ray Norris) interpreta Booker. Esperto di arti marziali, consacrato di meme di internet come uomo più forte dell'universo, lo ricordo per film come L'urlo di Chen terrorizza anche l'occidente, Rombo di tuono, Rombo di tuono 2, Delta Force, Pugno d'acciaio ed Hellbound - all'inferno e ritorno, inoltre ha partecipato alle serie Più forte ragazzi e, soprattutto, Walker Texas Ranger. Anche produttore, sceneggiatore e stuntman, ha 72 anni (!!!) e un film in uscita.


Liam Hemsworth interpreta Bill The Kid. Australiano e fratellino del più famoso (per adesso!) Chris Hemsworth, ha partecipato a film come Segnali dal futuro, Hunger Games e a serie come Home & Away, McLeod's Daughters e Neighbours. Ha 22 anni e sei film in uscita, tra cui, ovviamente, Hunger Games: La ragazza di fuoco, dove tornerà ad interpretare il ruolo di Gale.


Scott Adkins interpreta Hector. Inglese, ha partecipato a film come Danny the Dog, The Pink Panther - La pantera rosa, The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo, X - Men le origini - Wolverine e El gringo. Anche stuntman e produttore, ha 36 anni e quattro film in uscita, tra cui un Mortal Kombat previsto per il 2013 (o credici, è la stessa!).


Per il ruolo di Bill the Kid era stato preso in considerazione anche Taylor Lautner, il Jacob di Twilight (una scelta simile mi avrebbe reso inviso il film a prescindere, sono cattiva, lo so!), ma siccome Liam Hemsworth avrebbe già dovuto essere presente nel primo film si è preferito tenere lui, per fortuna. Inutile dirlo, se il film vi fosse piaciuto vi consiglio di recuperare innanzitutto I mercenari, poi fossi in voi mi butterei sulla quadrilogia di Die Hard, di cui peraltro sta per uscire il quinto capitolo, Die Hard - Nulla è come appare... e aspettatevi anche un The Expendables 3, alla traditora, quando più sarete impreparati. ENJOY!



mercoledì 22 agosto 2012

Il Cavaliere oscuro - Il ritorno (2012)

Ieri sera sono andata con un paio di amici a vedere l’anteprima de Il Cavaliere oscuro – Il ritorno (The Dark Knight Rises), attesissimo capitolo finale della trilogia di Christopher Nolan. La recensione che segue, per rispetto di chi attenderà l’uscita ufficiale per andarlo a vedere, è rigorosamente spoiler free.


Trama: alla fine de Il cavaliere oscuro Batman era stato dichiarato nemico pubblico di Gotham City mentre Harvey Dent, alias Due Facce, era stato praticamente fatto santo. A seguito di questo, Bruce Wayne si è ritirato in una sorta di clausura e la città sta attraversando un periodo di pace che dura da otto anni, ma ci penserà il terrorista Bane a cambiare lo status quo…


Non mi vergogno a dire che i primi due Batman diretti da Nolan mi avevano lasciata come mi avevano trovata. Del primo non ricordo praticamente nulla, mentre il secondo, osannatissimo capitolo mi aveva abbattuta per la noia, salvo per le sporadiche apparizioni di Heath Ledger nei panni di Joker. Ero partita dunque con le peggiori aspettative riguardo questo Il cavaliere oscuro – Il ritorno… invece, e per fortuna, mi sono unita agli applausi a scena aperta che sono scattati automatici alla fine della pellicola. Per la prima volta, infatti, mi è parso che regista e sceneggiatori si siano impegnati a raccontare una storia di Batman, senza limitarsi a girare delle specie di pesantissimi action con un tizio in tenuta da pipistrello e perennemente complessato: qui c’è sì la disperazione, c’è la rinuncia, c’è finalmente un cattivo con le palle in grado di costituire una vera minaccia, sia fisica che psicologica, per l’uomo pipistrello e per Gotham, c’è la consapevolezza che Bruce Wayne è solo un uomo privo di superpoteri costretto ad affrontare problemi più grandi di lui, c'è un riferimento neppure troppo velato alla crisi mondiale e all'incredibile disparità tra troppo ricchi e troppo poveri… e ci sono, soprattutto, dei comprimari della madonna.


Non vado troppo nel dettaglio per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora visto la pellicola, ma ho sempre pensato che il bello di Batman non fosse il protagonista in sé, quanto la varietà di personaggi che ne popolano l’universo. In questo caso, Christian Bale, per quanto bravissimo e in parte, potrebbe tranquillamente non comparire mai all’interno della pellicola, perché bastano gli altri protagonisti a formare da soli un film praticamente perfetto. Michael Caine e Gary Oldman sono assolutamente inarrivabili, soprattutto il primo regala degli incredibili momenti di umorismo british e pura commozione; il nuovo villain Bane mette ansia ad ogni apparizione, è di una spietatezza senza confini ed è un piacere vederlo mettere in atto i suoi folli progetti (l’unico neo è la sua orrenda voce metallica, inascoltabile come quella di Batman: durante il confronto tra i due mancava solo la vocetta posticcia dell'Enigmista che invitava entrambi a fare un gioco con lui, poi eravamo davvero a posto…); Anne Hathaway è, inaspettatamente, una Selina perfetta, nelle movenze, nel costume e nelle motivazioni del personaggio, quasi affascinante come Michelle Pfeiffer; Joseph Gordon – Levitt è la scelta vincente per un protagonista fondamentale che viene “svelato” con intelligenza e senza troppi sensazionalismi, tenendolo quasi nell’ombra per tutta la durata della pellicola ed approfondendone al meglio le motivazioni; infine, Marion Cotillard è la raffinatezza fatta a persona, e cos’altro si può dire ad un’attrice simile? Al solito, purtroppo, il Fox di Morgan Freeman non mi ha fatto né caldo né freddo, trovo che sia un personaggio simpatico e utile in senso pratico, ma per il resto tranquillamente sacrificabile. 


Per quanto riguarda l’aspetto tecnico della pellicola, anche i primi due capitoli rasentavano la perfezione, e Il cavaliere oscuro – Il ritorno non fa eccezione. La scena iniziale è mozzafiato, da pelle d’oca, così come l’attacco definitivo di Bane alla città di Gotham, punto focale del film (apro una parentesi sulla colonna sonora, bellissima, ma tante volte è molto più emozionante e carica di valore la delicata voce di un bambino che canta l'inno nazionale al momento giusto per far rimanere a bocca aperta...), inoltre i mezzi tecnologici dell’uomo pipistrello sono forse ancora più impressionanti delle altre volte e consentono sicuramente la realizzazione di efficacissime sequenze dove inseguimenti, sparatorie ed esplosioni la fanno da padrone. Sensazionali le scenografie: personalmente, ho amato molto l’immagine del tribunale “temporaneo” di Gotham City (e dovreste vedere il giudice che lo presiede…!), emblema di un caos mascherato da legge, e sono molto suggestivi anche il rifugio del villain e la prigione sotterranea nel bel mezzo del deserto. Non mi hanno fatta impazzire i costumi invece, con Bane che sembra uno zamarro appena caduto dall’aereo de I mercenari e con le solite, impersonalissime tutine che avvolgono le chiappe di Catwoman e Batman, né ho apprezzato i combattimenti tra protagonista e villain, lenti e rozzi incontri di pugilato tra monoliti di marmo. Ma a parte questi ultimi, trascurabili dettagli, è bello vedere come Nolan sia riuscito a tirare con maestria le fila del complesso discorso cominciato ormai sette anni fa, dando alla saga una degna e logica conclusione, che non lascia assolutamente l’amaro in bocca né una sensazione di incompletezza, come spesso accade in questi casi. Personalmente, confido che la cosa finisca qui e che non vengano fatti altri seguiti o reboot che saprebbero di fasullo lontano un miglio. Intanto, mi preparo a recuperare l’intera trilogia in DVD, chissà che il tempo non mi consenta di essere più indulgente con i primi due film e di dichiararli bellissimi come questo Il cavaliere oscuro – Il ritorno.


Del regista e cosceneggiatore Christopher Nolan ho già parlato qui. Di Christian Bale (Batman/Bruce Wayne),  Gary Oldman (Jim Gordon), Tom Hardy (Bane), Joseph Gordon – Levitt (Blake, ruolo per il quale erano stati considerati anche Leonardo Di Caprio, Ryan Gosling e Mark Ruffalo), Anne Hathaway (Selina, ruolo per cui erano "arrivate in finale" anche Keira Knightley e Jessica Biel), Marion Cotillard (Miranda), Morgan Freeman (Fox), Michael Caine (Alfred), Cillian Murphy (Jonathan Crane/Scarecrow), Liam Neeson (Ra's Al Ghul) e Nestor Carbonell (il sindaco), ho già parlato nei rispettivi link.

Matthew Modine interpreta Foley. Americano, lo ricordo per film come Full Metal Jacket (era il soldato Joker), America oggi, Corsari, Notting Hill, Ogni maledetta domenica, inoltre ha partecipato alla serie Weeds. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 53 anni e due film in uscita.


Inutile dirlo, se il film vi è piaciuto vi consiglio il recupero di Batman Begins e di Il Cavaliere oscuro, oltre ovviamente a Batman e Batman Returns di Tim Burton. ENJOY!!



lunedì 20 agosto 2012

Tony Scott (1944 - 2012)

Il lunedì di solito è il giorno in cui scrivo il mio bravo post sulle uscite americane. Questa settimana avrei saltato, perché il sito non consigliava nulla, ma stamattina mi è arrivata una doccia così fredda che persino con Lucifero di mezzo mi sono venuti i brividi. Tony Scott morto suicida. Giusto venerdì sera avevo visto per la prima volta Déjà Vu - Corsa contro il tempo e, lo ammetto, mi è piaciuto, nonostante non sia proprio il mio genere. Non ringrazierò Tony per questo film, però permettetemi di commemorarlo così.


Grazie Tony, per Miriam si sveglia a mezzanotte. Per quanto imperfetto, vale più questo patinato, trashissimo horror lesbochic di molti altri celebratissimi horror sui vampiri.

Grazie Tony, per L'ultimo Boyscout - Missione sopravvivere. Ha dato ulteriore gloria al già glorioso Bruce Willis.

Grazie Tony, per Una vita al massimo. E' uno dei miei film preferiti, sicuramente quello che più amo tra quelli che hai girato.

Grazie Tony, per Nemico Pubblico. Detesto Will Smith ma, diamine, la tua regia serrata mi ha stretta nella paranoia e mi ha emozionata per tutta la durata del film.

Grazie Tony, per quella perla che è Beat the Devil. Il corto più bello che abbia mai visto, qualcosa che conservo con gelosia da quando l'avevano passato per la prima volta in TV, millenni fa.


Per tutto questo e per tutti gli altri film che non ho citato, ancora, grazie.






venerdì 17 agosto 2012

WE, Bolla! del 17/08/2012

Oggi è venerdì 17, giorno infausto per i superstiziosi, giorno fausto per chi è Zamarro nell'animo, come la sottoscritta. Avete già capito perché, eh..? Su, su, andiamo a vedere cosa offre il multisala per questa settimana... ENJOY!!


I mercenari 2
Reazione a caldo: weeeeeh!!!!! *___*
Bolla, rifletti!: e come si fa a riflettere, quando questo film è stato fatto apposta per non pensare? Ho amato il primo The Expendables, cogliendone fino in fondo l'essenza trash e lo spirito giocoso che lo animava, figuriamoci ora che si sono aggiunti alla squadra anche Chuck Norris e Jean - Claude Van Damme... con più Willis e più Schwarzenegger!! Prego solo di trovare qualcuno abbastanza incauto da portarmi, altrimenti andrò da sola, ma c'è meno gusto!


21/08/2012
Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno
Reazione a caldo: evabbé, si cerca di andare all'anteprima senza sacrificare Stallone e i suoi...
Bolla, rifletti!: come sopra. Non sono entusiasta della cosa, ma devo comunque completare la trilogia. Pare che quest'ultimo episodio dedicato al Cavaliere Oscuro di Nolan non si differenzi troppo dall'ammorbante (almeno per me) Il Cavaliere Oscuro, dunque più o meno so già cosa aspettarmi. Gioisco solo all'idea di rivedere Joseph Gordon - Levitt su grande schermo.






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