lunedì 30 novembre 2015
Mario Monicelli Day: I soliti ignoti (1958)
Mario Monicelli quest'anno sarebbe diventato centenario. Purtroppo, il raggiungimento di quest'importante traguardo è stato interrotto cinque anni fa, il 29 di novembre, ed è per questo che noi Blogger uniti abbiamo deciso di celebrare oggi (con un giorno di ritardo) la memoria del grande regista e sceneggiatore italiano. Io ho scelto di riguardare per l'occasione il divertentissimo I soliti ignoti, diretto e co-sceneggiato da Monicelli nel 1958. ENJOY!
Trama: un gruppo di ladruncoli decide di scassinare la cassaforte di un banco dei pegni ma le cose non vanno come dovrebbero...
Dovete sapere che mentre scrivo queste righe non soltanto il mondo va letteralmente a puttane per colpa di assurdi attentati, ma persino il paesino vicino al mio è al ventesimo giorno di assedio da parte di una banda di ladri. Non sto a dirvi, avendo cugini, zii, una nonna e degli amici che vivono da quelle parti, quanto sia difficile per me rimanere "zen" e non farmi influenzare da quello sgradevole morbo salviniano che vorrebbe 'sta gentaglia presa a fucilate appena varcata la soglia di casa (soprattutto davanti a minacce disperate urlate nel cuore della notte, alle quali viene risposto molto candidamente "La prossima volta entriamo e ti ammazziamo noi"), né quanto trovi inconcepibile che carabinieri, vigili et similia non siano ancora riusciti a prenderne in custodia nemmeno uno. Non sto nemmeno a dirvi il terrore che provo quando esco la sera e magari lascio mamma da sola o, ancor peggio, quando ce ne andiamo tutti lasciando la mia gagliardissima nonna al piano di sopra, anche solo per un'oretta, ché il pensiero di ritrovarla tramortita o peggio mi fa salire il leghismo a livelli inenarrabili. In queste condizioni, devo ammettere di aver provato parecchie volte un senso di disagio e parecchia depressione guardando un film solitamente divertente come I soliti ignoti e di essermi incupita a riflettere su come siano cambiati, ovviamente in peggio, i tempi. Nell'Italia post-guerra la fame attanagliava ancora le viscere di molti italiani e buona parte dei nostri connazionali per sopravvivere erano costretti ad arrabattarsi come potevano, con piccole truffe, traffici poco puliti e ovviamente furti, sia ai danni del pubblico che del privato; non sono così ingenua da credere che la malavita "reale" fosse come ce la dipinge Monicelli, tenuto assieme agli sceneggiatori Age, Furio Scarpelli e Suso Cecchi D'Amico ad assecondare le regole della commedia, eppure sono anche convinta che all'epoca ci fosse una sorta di "umanità" nelle azioni di questa gente disperata, dei limiti che la maggior parte dei delinquenti non avrebbero varcato e che ora paiono non esistere più, schiacciati dalla massima "homo homini lupus".
Presa da queste spiacevoli considerazioni ho avvertito ancora più netta la presa di posizione dei realizzatori de I soliti ignoti e la cura messa nel far intendere che il modo di vivere di Peppe, Mario e soci, per quanto apparentemente "divertente", non fosse quello giusto. I protagonisti del film sono simpatici e quasi "ammirevoli" nel momento in cui la scelta della loro "vittima" ricade su un banco dei pegni, reo di prosperare sulla povertà altrui, e nel momento in cui la pianificazione del furto prevede l'utilizzo di attrezzi e sotterfugi piuttosto che violenza, mentre Cosimo va incontro ad un triste destino perché non ha rispetto per il prossimo, probabilmente messo male quanto lui, ed attenta ad auto posteggiate e vecchiette. Un modo semplice di vedere la vita, di rappresentarla e forse anche di viverla, sicuramente molto rassicurante eppure intriso a mio avviso di una malinconia infinita, perché i protagonisti de I soliti ignoti sono dei poveracci disperati che l'esistenza ha preso a pesci in faccia e che non riusciranno a veder compiuto il loro machiavellico piano e, una volta concluso l'audace colpo, torneranno alla solita vita oppure, come Peppe, saranno costretti ad affrontare la società. I meccanismi della commedia ci sono tutti e le battute da antologia si sprecano (credo che I soliti ignoti abbia alcuni dei dialoghi più belli ed esilaranti della storia del Cinema mondiale) eppure più il tempo passa più è impossibile non provare nostalgia per una concezione della vita e della Settima Arte che ormai non torneranno più. Di Monicelli ce n'era uno solo e ogni immagine e sequenza de I soliti ignoti è pura meraviglia, soprattutto quando i movimenti dei protagonisti vengono coreografati come il più elegante e realistico dei balletti (basta guardare le scene finali con la tensione del furto che si taglia con un coltello per poi sgonfiarsi in una bolla fatta di pasta e ceci e tanta rassegnata "nostranità" per rendersene conto). Attori raffinati come Vittorio Gassman, inizialmente non voluto dai produttori perché troppo bello per recitare il ruolo del pugile suonato, e Marcello Mastroianni nobiliterebbero persino il filmino della recita di Natale ma le chicche de I soliti ignoti si trovano soprattutto in caratteristi di lusso come Totò, semplicemente indimenticabile nel ruolo dello scassinatore, nella splendida Claudia Cardinale, nella verace Sora Lella, nel rude e malinconico Memmo Carotenuto, nei guasconi Renato Salvatori e Tiberio Murgia e infine nell'adorabile ed affamato vecchino di Carlo Pisacane.
Il Furto in una pasticceria di Italo Calvino, chiara fonte d'ispirazione, completa il quadro di uno dei film più belli mai girati in Italia, una pellicola di cui dovremmo andare tutti fieri e conoscere a memoria, non solo per ricordare Monicelli ma anche per provare a capire come tornare ad essere orgogliosi di un'Italia e di un mondo che stanno andando letteralmente a catafascio. Come post commemorativo non è granché, lo so bene, ma il periodo mi porta ad essere incline allo sconforto e alla malinconia, anche davanti ad un film esilarante come I soliti ignoti. Chiedo venia e vi invito a leggere i post degli altri colleghi che hanno aderito all'iniziativa:
Solaris: Il marchese del Grillo
Combinazione casuale: Un borghese piccolo piccolo
Non c'è paragone: Amici miei
Ford: La grande guerra
Director's Cult: La ragazza con la pistola
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Parto col dire che mi dispiace davvero per la situazione da te descritta ad inizio recensione, non posso capirla e mi dispiaccio ancora di più, se ci penso mi rendo conto di come le cose siano diverse tra nord e sud ma ci sia comunque qualcosa che le lega, perché la paura diventa sempre più palpabile.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il film, questo è un piccolo gioiello con Monicelli che si mette dal punto di vista del (sotto) proletariato e, come dici tu, lo descrive quasi con rimpianto, mettendone in evidenza la nostalgica naturalezza, bonarietà: un po' come disse De Andrè, loro (che sono in un certo senso carnefici, criminali) sono vittime di questo mondo e la loro non è propriamente cattiveria ma un modo di affrontare questo mondo terribile, per arrangiarsi quando tutte le altre strade sono precluse.
Mi è piaciuto molto il mondo in cui ne hai parlato, sentiti complimenti.
Già che citi De André non posso che essere d'accordo: la musica, come il cinema, unisce regioni ed esperienze lontane :)
EliminaGrazie dei complimenti anche se tuttora mi spiace di non avere scritto un post "sensato".
Devo ammettere che l'ho recuperato recentemente, vedendolo su Rai Movie. L'ho trovato davvero un gran film... Non aggiungo altro, che finirei per diventare banale.
RispondiEliminaSull'introduzione... Ti capisco benissimo...
E' la cosa che mi terrorizza sempre quando devo affrontare i capolavori, scrivere banalità inenarrabili!!
EliminaDispiace per l'assedio, tempi davvero a dir poco osceni in Italia. Grandi registi come Risi e Monicelli avevano intuito che l'Italia storta era nata, e storta era rimasta. E I soliti ignoti rappresenta una sorta di verginità che avevano gli italiani, dove ci si arrabattava un po' come si poteva (anche se il messaggio Monicelli lo dice alla fine: devi andare a lavorare se il pane lo vuoi mangiare) prima di svendersi prendendo il lato più brutto del boom economico.Che bella lettera d'amore che hai scritto con questa recensione, Monicelli avrebbe gradito!
RispondiEliminaSperiamo, anche se sicuramente la situazione contingente ha influenzato molto il mio umore durante la visione del film e la stesura del post :)
EliminaGrazie comunque!
Fa abbastanza effetto come tu abbia scelto di mischiare "sacro" e "profano"..... Una condizione di quotidianità piccolo borghese di provincia, con l'avita dimora stratificata per generazioni ed il territorio del "clan" asserragliati contro le crepe dell'ordine pubblico, e uno dei capolavori più alti della settima arte dove hanno felicemente convolato regia, scrittura, recitazione e critica sociale.
RispondiEliminaMi rendo conto che non è una "recensione" ortodossa ma come sempre il mio approccio al cinema è personale e molto "umorale". Come ho detto ad Alessandra, il mio umore e la quotidianità influenzano molto il modo in cui mi approccio ad un film e, se può consolarti, avere riguardato I soliti ignoti con questo fondo di "paura" e disagio mi ha depresso a livelli che non credevo possibili visto che adoro questo film!
EliminaNon troverai certo me sul bastione dell'ortodossia recensiva! XD
EliminaE' solo che il fatto che tu accorpi una tematica da "home invasion" con un film che nulla ha a che vedere svela una oarte precisa della tua ottica. Appunto: mi fa strano ;)
Davvero un bel film, l'ho visto tantissime volte e non stanca mai.
RispondiEliminaPS mi spiace per la tua situazione :(
Non stanca assolutamente, è uno dei pochi film che riguarderei anche tutti i giorni!
EliminaMi spiace davvero per la tua situazione cara. Per quanto riguarda il film spesso si usa a sproposito il termine "capolavoro"...non è decisamente questo il caso. Una pietra miliare del cinema italiano, tra l'altro uno dei preferiti di mio padre
RispondiEliminaQuesto sicuramente lo rende ancora più prezioso per te, sono contenta allora di averne parlato :)
EliminaBrutta brutta la situazione che descrivi, purtroppo salirebbe il salvinismo a tutti in queste situazioni (sarà per questo che piace tanto alla ggente??? bah). Comunque, I soliti ignoti lo vidi non troppo tempo fa in televisione, assieme a mio padre e devo dire che mi piacque molto. UNa commedia divertente con un cast assurdo!
RispondiEliminaSì, credo proprio che Salveenee non sia bello ma piaccia allaGGente proprio perché fa leva su paure e timori atavici, oltre che sull'ignoranza. Ma perché insozzare il blog nominando esseri innominabili?
EliminaL'importante è che la vita venga rallegrata da bei film e che certe brutture scompaiano davanti alle cose veramente belle :)
Mi dispiace tanto per la situazione del paese!
RispondiEliminaAmmetto la mia ignoranza, questo film mi manca completamente. Dovrò recuperarlo.
Assolutamente, è un film splendido che merita di essere visto ed adorato!
EliminaSecondo me una delle cose bellissime stupende emozionanti del cinema è che puoi conoscere un film a memoria, amarlo appassionatamente o detestarlo, ma il tuo stato d'animo renderà ogni visione diversa da quella prima, è come vedere sempre film diversi. Spero che la situazione dalle tue parti si risolva il più velocemente possibile.
RispondiEliminalo spero anche io e concordo assolutamente con quello che hai detto! :)
EliminaMi dispiace davvero per quanto dici all'inizio... capisco il tuo stato d'animo. Che tuttavia non ti ha impedito di riservare il giusto omaggio a uno dei più grandi film di tutti i tempi (non solo italiani), forse il film più saccheggiato della storia del cinema!
RispondiEliminaSaccheggiato è la parola giusta ma, d'altronde, quando il materiale di partenza è ottimo..! :)
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