venerdì 19 dicembre 2025

2025 Horror Challenge: Goksung - La presenza del diavolo (2016)

Per la challenge horror settimanale il tema era "Released in the 2010s". La scelta è caduta su Goksung - La presenza del diavolo (곡성 - Gokseong), diretto e sceneggiato nel 2016 dal regista Na Hong-jin.


Trama: nel villaggio di Goksung, alcuni abitanti apparentemente impazziti uccidono i loro familiari. Il poliziotto Jong-goo, indagando, scopre che la causa di questa follia potrebbe essere uno spirito maligno, proprio quando anche la figlioletta comincia a mostrare i segni della maledizione...


Goksung
, forse più conosciuto come The Wailing, era un altro di quei film di cui avevo sentito parlare moltissimo e che, finora, non ero mai riuscita a recuperare. Come struttura, ha moltissime somiglianze con Exhuma. In particolare, quello che salta all'occhio al pubblico occidentale, è la complessità di una trama multisfaccettata, protratta nel tempo, che esula dalla struttura tipica di questo genere di horror imperniato su demoni e maledizioni. In un film americano, per esempio, il protagonista si sarebbe messo ad indagare, da solo o in compagnia, senza essere ovviamente creduto, si sarebbe rivolto ad un esperto inutile e il film si sarebbe concluso con un esorcismo più o meno efficace, senza che ci fosse un grande approfondimento dei personaggi. Goksung, invece, se la prende molto più con calma e oltre a mostrare i cambiamenti diretti di una misteriosa maledizione che spinge le persone a uccidere i propri cari, si concentra sulle conseguenze più profonde dell'orrore sovrannaturale. Dopo i primi, terrificanti omicidi, trattati tutto sommato con un piglio anche ironico, perché il protagonista è un poliziotto goffo e rozzo, è tutta l'atmosfera del film che cambia. L'atteggiamento baldanzoso di Jong-Joo, convinto di trovarsi davanti una follia circoscritta affrontabile con decisione, si sgretola nel corso del film, man mano che il paese in cui vive sprofonda in un vortice di oscurità crescente e, quando la sua famiglia viene toccata direttamente, qualcosa in lui si rompe. Il "male", incarnato nello straniero, in quel giapponese protagonista di mille dicerie, una più terrificante dell'altra, si fa strada all'interno dell'animo di Jong-Joo, il quale diventa così preda inconsapevole ma anche agente diretto della maledizione, una pedina facilmente manipolabile all'interno di un quadro generale sempre più tragico. Di conseguenza, anche lo spettatore risulta incapace di prevedere la direzione che intraprenderà la trama, vittima allo stesso modo di pregiudizi ed inganni, così che il finale colpisce con un orrore inaspettato, da gelare il sangue nelle vene; non c'è redenzione in Goksung, non esiste protezione dal male, esistono solo sbagli continui e rivelazioni tardive, che decretano la perdita di tutto ciò che si dava per scontato, in primis la serenità di una banale vita quotidiana. 


Sul finale, tutti i fili imbastiti nel corso del film si combinano in un quadro chiarissimo, nonostante la sua cupezza, e a Goksung si arriva a perdonare anche una durata elefantiaca e una prima parte dal ritmo un po' calante, che avrebbe forse giovato di qualche taglio qui e là. Non che le immagini scioccanti manchino, soprattutto per quanto riguarda l'efferatezza delle scene del delitto, oppure le sequenze inquietanti, come quella, tesissima, in cui Jong-Joo e il collega, assieme al prete, vanno ad indagare nel rifugio del giapponese, ma Goksung parte a bomba senza più fermarsi con l'impressionante esorcismo sciamanico. Come già mi era successo guardando Exhuma, potrei stare ora a bocca aperta a guardare gli scatenati rituali degli sciamani coreani, fatti di urla e percussioni forsennate; in questo caso, è anche il montaggio ad essere magistrale, perché in parallelo con l'esorcismo dello sciamano si compie anche il rito del giapponese, in un continuo gioco di similitudini e depistaggi che rende la sequenza indimenticabile. In questo caso, è anche interessante vedere come all'interno del film si mescolino un'infinità di suggestioni religiose che contribuiscono ulteriormente al clima di incertezza che pervade l'opera. Lo sciamanesimo sembrerebbe la religione più potente, alla quale gli anziani fanno maggior riferimento, ma c'è anche un elemento cristiano (che, a dirla tutta, ci fa una ben magra figura), qualcosa che richiama l'oscura magia nera con un piede nel voodoo, e spiriti dalla natura non meglio definita, tutto mescolato in un affresco decisamente affascinante, benché spaventoso. Anche gli effetti speciali sono di ottima fattura, in particolare l'agghiacciante make-up sul finale, e gli attori sono tutti bravissimi, con menzione speciale per il protagonista Kwak Do-Won e Jun Kunimura. Il primo offre un'interpretazione misurata, quasi sottotono, almeno all'inizio, lasciando poi spazio ad una furia e una disperazione che però non lo privano mai di quell'aura da "uomo della strada", di poveraccio in balia di eventi incomprensibili, e spezza quasi il cuore; il secondo è imperscrutabile dall'inizio alla fine, un foglio bianco che riporta esattamente solo ciò che i suoi interlocutori si aspettano da lui, tanto che lo spettatore non sa se averne paura o provare pietà. Ovviamente, vi lascio il piacere di scoprirlo da soli, invitandovi a recuperare questo ennesimo, splendido esempio di horror sudcoreano. 
 
Na Hong-jin è il regista e sceneggiatore della pellicola. Sudcoreano, ha diretto film come The Chaser e The Yellow Sea. Anche produttore, compositore e montatore, ha 51 anni e un film in uscita. 


Jun Kunimura
, che interpreta il giapponese, era il boss Tanaka di Kill Bill. Se Goksung - La presenza del diavolo vi fosse piaciuto, recuperate Exhuma. ENJOY!

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