Qualche sera fa mi è capitato di vedere Hates - House at the End of the Street (House at the End of the Street), diretto nel 2012 dal regista Mark Tonderai. Non l'avessi mai fatto...
Trama: Elissa e la madre si trasferiscono in una nuova casa, acquistata a buon prezzo perché qualche tempo prima, nell'edificio di fronte, una ragazza aveva ucciso i propri genitori e poi era scomparsa. Nella casa tuttavia vive ancora Ryan, fratello dell'assassina e unico sopravvissuto alla strage, il quale ovviamente nasconde un segreto...
Mio Dio che due marroni. Probabilmente la maggior parte di coloro che leggono il Bollalmanacco avranno già avuto la sventura di incappare in Hates (non ho voglia di scrivere ogni volta il titolo completo) e capiranno di cosa sto parlando ma gli altri probabilmente non avranno idea di quale noia camurriosa sia la visione di questa pellicola. Il film di Mark Tonderai fa toccare alla frase "non succede niente" nuove forme di significato, una più menosa dell'altra: in Hates non solo non succede niente ma i personaggi "fanno cose" tanto per, si incaponiscono sui soliti problemi di incomprensione generazionale, indulgono in storie d'amore che nascono giusto per esigenze di copione e muoiono rigorosamente fuori scena, non sia mai che agli spettatori tocchi vedere una singola goccia di sangue e risvegliarsi così dal torpore (con tutto ciò, in Italia l'hanno vietato ai minori di 14 anni. Mah). Io credo veramente che Jennifer Lawrence, ora come ora, non parteciperebbe ad un film simile nemmeno se ne andasse della sua vita ma, si sa come vanno le cose, all'epoca non era ancora arrivato l'Oscar per Il lato positivo, l'attrice era una biondina caruccetta e carismatica come tante altre wannabe scream queen e di qualcosa bisognava pur vivere (non a caso l'uscita di Hates è stata ritardata di un anno proprio per cavalcare il successo derivato da The Hunger Games). Questo "qualcosa", nella fattispecie, è un thriller dalle vaghe tinte horror nel quale bisogna scoprire se l'odio di una madre per il nuovo ragazzo della figlia è sensato o no, se è vero che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina e, soprattutto, per quanto tempo gli sceneggiatori avranno voglia di perculare lo spettatore che ha capito tutto neanche dal primo fotogramma ma direttamente dall'elenco degli attori protagonisti. L'unico momento divertente della visione infatti è stato quando, più o meno a metà pellicola, ho riaperto gli occhi e con sommo scazzo ho spoilerato con ostentata sicumera il twist finale al Bolluomo che, tenero lui, non credeva possibile che degli sceneggiatori potessero arrivare a tanto e non mi ha creduto fino alla fine. Vi dirò, lì per lì non ci ho creduto nemmeno io ma ho riso davvero molto.
E quindi, a parte un'ininterrotta sequela di insulti e sputi, cosa ci sarebbe ancora da dire per riempire questo secondo paragrafo? Bah, forse che il regista ha capito di avere per le mani un'unica cosa sfruttabile, ovvero la bellezza di Jennifer Lawrence, e si è quindi impegnato a rendere meno anonima la piattissima regia piazzando ogni tanto delle riprese da dietro in cui si glorificano le chiappe della protagonista oppure da davanti, con simpatici primi piani delle sue sise, cosa che, in quanto donna eterosessuale, non ha però alzato il mio indice di gradimento. Oppure potrei dire che tutti gli attori, impegnati in dialoghi di una banalità sconcertante, paiono avere voglia di recitare in Hates quanto di tirarsi delle martellate sui marroni o sulle dita, nonostante la pluricitata Lawrence ci metta intenzione e tanto, pure troppo sudore. Potrei concludere dicendo che il titolo è ingannevole e fa venire voglia di recuperare le vere case che ci mettevano paura negli anni '80 ma non è mai ingannevole quanto l'inizio, girato come un horror sovrannaturale e per questo scorrettissimo, probabilmente realizzato per impedire che gli spettatori più o meno occasionali abbandonassero la visione della pellicola dopo 5 minuti. Ed ecco che, ridendo e scherzando, siamo arrivati alla fine del paragrafo e io, appena smesso di scrivere sulla tastiera, fortunatamente dimenticherò l'esistenza di Hates - House at the End of the Street condannandolo all'oblio dei film né belli né brutti, soltanto insignificanti. Il che è anche peggio. Fatevi un favore ed evitate.
Di Jennifer Lawrence (Elissa), Max Thieriot (Ryan), Elisabeth Shue (Sarah), Nolan Gerard Funk (Tyler) e Allie McDonald (Jillian) ho già parlato ai rispettivi link.
Mark Tonderai è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come Hush - Panico ed episodi di serie come 12 Monkeys. Anche attore, sceneggiatore e produttore, ha 41 anni.
Gil Bellows interpreta Weaver. Canadese, ha partecipato a film come Love e una .45, Le ali della libertà, Biancaneve nella foresta nera, Parkland, La regola del gioco e a serie come Ally McBeal, Smallville, CSI - Scena del crimine e Bones. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 48 anni e film in uscita.
Del film esiste anche una versione Unrated che chiarisce meglio le responsabilità dello sbirro negli eventi accorsi e che, per il resto, aggiunge giusto un paio di goccine di sangue in più. Non statevi dunque a sbattere a recuperarla e, nel malaugurato caso in cui House at the End of the Street vi fosse piaciuto, guardate invece Dream House, Il patrigno, Two Sisters, Secret Window e Le verità nascoste. ENJOY!
Bruttino, ma per me non bruttissimo.
RispondiEliminaAnche solo per la Lawrence, e "quella sua maglietta fina". :P
La fortuna di essere uomini: a me sinceramente il minchietta di Bates Motel non piace per nulla XD
EliminaChe brutta storia, quanto tempo mi ha fatto perdere!
RispondiEliminaLo so, avevo letto il tuo post ma sai che ogni tanto voglio farmi del male :P
EliminaEvito volentieri. E dire che per il basso livello di splatterume avrei potuto tollerarlo, ma non vedo perché farmi del male.
RispondiEliminaMa infatti utilizza il tempo prezioso per cose più belle!!!
EliminaFilm piuttosto prevedibile ed anonimo, che però tutto sommato non mi è dispiaciuto, dai.
RispondiEliminaNon so, io ho dormito XD
EliminaIdem anche io. Un film piuttosto noiosetto a dirla tutta, che funziona poco sia come horror sia come thriller. Funziona però alla grande per quel che riguarda Jennifer Lawrence e la sua canottiera.
RispondiEliminaE daje con 'sta canotta!! Dovevano un po' pensare anche a noi donnine!
EliminaQuesto mi manca! Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questa pellicola :O
RispondiEliminaTranquilla, a volte rimanere in una beata ignoranza è la cosa migliore! :D
EliminaPer me invece davvero brutto. E quel finale che scimmiotta "Psycho" mi ha fatto veramente innervosire...
RispondiEliminaVabbé ma HATES a Psycho non lecca nemmeno le scarpe...
EliminaLeggermente (è un eufemismo) prevedibile e noioso ma non mi è dispiaciuto tanto, soprattutto perché c'era Jennifer XD
RispondiEliminaAvete la mente obnubilata eh? Beh non le si può dire nulla, gnocca era e gnocca è rimasta!
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