domenica 9 agosto 2015

What We Do in the Shadows (2014)

Mi ha fatto penare ma finalmente anch'io sono riuscita a vedere What We Do in the Shadows, diretto nel 2014 dai registi Jemaine Clement e Taika Waititi.


Trama: una troupe viene invitata nella casa di quattro vampiri per documentare il loro stile di vita..



Non avevo dubbi che l'unico Paese in grado di ridare un senso alla parola mockumentary e alla stra-abusata figura del vampiro sarebbe stato la Nuova Zelanda. Così come non avevo dubbi che What We Do in the Shadows sarebbe stato uno spasso incredibile, una commedia horror dai risvolti tanto imprevedibili quanto esilaranti, con un po' di spazio anche per alcune riflessioni malinconiche e non banali. Il film (o meglio il documentario) ci introduce nelle vite di Vladislav, Viago, Deacon e Petyr, quattro vampiri strappati a quattro differenti epoche e conseguentemente dotati ognuno di una spiccata personalità legata ad altrettante figure leggendarie e sdoganate dall'industria cinematografica/letteraria. Vladislav è la parodia del Conte Dracula, l'"impalatore" (o meglio il "poker") un tempo capace di ipnotizzare gli esseri umani, di devastare intere nazioni e di far cadere ai suoi piedi ogni donna (e viene giustamente rappresentato come un mezzo zingaro inverosimilmente zamarro), Viago è il vampiro incredibilmente dandy, raffinato e al limite dell'effemminato, Deacon il ribelle più "cattivo" ed incurante della vita umana e Petyr un Nosferatu fatto e finito che parla a malapena; attorno a questi quattro elementi ruotano una varietà di "subalterni", vittime, amici e nemici che offrono al documentario una serie di dinamiche in grado di trasformarlo in un racconto per immagini e dotarlo di una trama parecchio appassionante. I vampiri, come avrete capito, vengono dipinti come degli sfigati, delle creature fuori dal tempo che, nonostante i loro patetici tentativi di interagire col mondo, non hanno ancora capito quanto la società sia cambiata e quanto i loro pregiudizi o le errate convinzioni rischino di portarli ad una prematura estinzione: l'arrivo del "moderno" Nick e del dolce Stu (un uomo talmente benvoluto che al confronto lo Sbranzo di Daw è l'ultimo degli ultimi) li porterà ad aprire gli occhi e ad abbracciare il cambiamento, anche per superare la tristissima ed imbarazzante solitudine a cui si sono volutamente condannati. Jemaine Clement e Taika Waititi, anche sceneggiatori della pellicola nonché protagonisti, imbastiscono una trama dove ogni cliché del genere "vampirico" viene messo alla berlina e, unito alle caratteristiche tipiche delle commedie alla Animal House nonché a dialoghi brillanti ("We're Werewolves, NOT Swearwolves"), diventa una scusa per offrire allo spettatore delle gag esilaranti, apprezzabilissime sia dagli amanti dell'horror che da chi non bazzica questo tipo di film.


La scelta di girare il film con la tecnica del mockumentary non è, per fortuna, una scusa per indulgere nella sciatteria tipica del genere e nonostante gli ambienti mostrati siano quelli squallidi della periferia di Wellington o quelli decadenti in cui amano trastullarsi queste quattro "creature della notte", si vede che Clement e Waititi ci sanno fare dietro la macchina da presa. A dirla tutta, ci sanno fare anche davanti visto che Vladislav e Viago (rispettivamente interpretati da Clement e Waititi) sono due dei personaggi più irresistibilmente comici che mi sia capitato di vedere ultimamente sullo schermo (alla danza erotica sono morta malamente) ma anche il resto del cast, fatto di visi "banali" in aperto contrasto con le regole che vogliono i vampiri e chi sta loro accanto tutti "belli belli in modo assurdo", è davvero ottimo e l'interpretazione "rilassata" di tutti i coinvolti (buona parte di quel che accade nel film e dei dialoghi sono stati improvvisati partendo da un progetto generale) da l'idea di un'operazione creata non solo per il piacere dello spettatore, ma anche per il divertimento di chi ci ha lavorato. Siccome What We Do in the Shadows è, non dimentichiamolo nonostante non faccia paura neppure per un istante, anche un horror, è inevitabile la presenza di sequenze esageratamente sanguinose e realizzate con tutti i crismi: la scena in cui Viago "cena" con una gentile donzella e sbaglia mira azzannando la giugulare, la trasformazione dei licantropi, le battaglie volanti dei protagonisti e l'incredibile trucco di Petyr farebbero invidia a più di una produzione dotata di fondi considerevolmente più consistenti ed è un peccato che il buon Petyr non si veda di più nel film ma il suo make-up era davvero parecchio costoso. Punto d'onore anche alla colonna sonora affatto banale, nella quale spiccano l'ipnotica Lastochka del gruppo russo Leningrad e la deliziosa improvvisazione del delirante terzetto di vampiri. Ora che ci penso, vista la scena post-credits non avrei dovuto riuscire a scrivere nulla su What We Do in the Shadows ma tant'è, siccome mi sono divertita come una pazza guardandolo non posso fare altro che ignorare l'ordine di "dimenticarlo" e consigliarvelo spassionatamente!

Jemaine Clement è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta Vladislav. Neozelandese, ha partecipato a film come Men in Black 3, Muppets 2 - Ricercati e doppiato pellicole come Cattivissimo me e serie come I Simpson. Anche compositore e produttore, ha 41 anni.


Taika Waititi è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, inoltre interpreta Viago. Neozelandese, ha partecipato a film come Lanterna verde. Anche produttore, ha 40 anni e un film in uscita.


Se What We Do in the Shadows vi fosse piaciuto recuperate anche Suck e Shaun of the Dead! ENJOY!






5 commenti:

  1. Lo trovi commentato anche dalle mie parti, ma confermo tutto il tuo entusiasmo, ci sono gag da spanciarsi (quella del vomito o la scena con licantropi mi hanno fatto morire) e un film divertente e molto intelligente, rispettoso delle regole delle mockumentary ma anche del vampirismo, un gran titolo ;-) Cheers!

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  2. MI incuriosisce mica poco!Vado a mostrare il trailer al Khal e vediamo se lo invoglio ;)

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  3. Ce l'hai fatta!!!
    Come già sai l'ho adorato, durante la visione non riuscivo a smettere di ridere.

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  4. Lo voglio vedere assolutamente! Grazie!

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