Tra challenge e nuove uscite è davvero difficile trovare spazio per le rubriche "storiche" del blog. Oggi, però, torna il Bollalmanacco On Demand con un film scelto da Ross, ovvero Little Sister (うみまちダイアリー - Umimachi Diary), diretto e sceneggiato nel 2015 dal regista Hirokazu Koreeda a partire dal manga Our Little Sister - Diario di Kamakura, di Akimi Yoshida. Il prossimo film On Demand sarà The Gangster, the Cop, the Devil.
Trama: alla morte del padre che le aveva abbandonate da piccole, le sorelle Koda si recano al suo funerale, nel paese dove l'uomo si era risposato per la terza volta. Lì, scoprono di avere una sorellastra, la giovanissima Suzu, rimasta ormai orfana, e decidono di invitarla a vivere con loro...
Our Little sister è un manga che ho adorato, forse perché l'ho acquistato poco dopo essere tornata dal mio secondo viaggio in Giappone e avere visto Kamakura, dov'è ambientato. Ero curiosa di vederne una trasposizione live action, tra l'altro diretta da un grande regista come Koreeda, ma mentirei se non dicessi che ne sono rimasta delusa. Prima di parlare del film, forse è meglio spiegare cos'è il manga, anche per capire le difficoltà che l'adattamento ha dovuto affrontare. Our Little Sister è uno slice of life e racconta le vicende quotidiane delle tre sorelle Koda che, un giorno, vengono convocate al funerale del padre che le aveva abbandonate da bambine. Lì incontrano Suzu, figlia di secondo letto dell'uomo, rimasta orfana di entrambi i genitori e costretta a affrontare la prospettiva di vivere con una terza donna che il padre aveva sposato dopo essere rimasto vedovo. Conquistate dalla maturità e dal contegno di Suzu, sentendosi in colpa per la natura scellerata del padre ("era uno stupido, ma buono"), le sorelle Koda invitano la ragazzina a vivere con loro nella grande casa materna, un edificio giapponese vecchio stile, a Kamakura, dove Suzu, letteralmente, rinasce. Il manga si concentra sulla carriera calcistica di Suzu e le vicende dei suoi compagni di scuola, sugli amori tormentati delle tre sorelle maggiori, sul loro legame con molti abitanti di Kamakura, cementati da attività "normali" come mangiare, preparare distillati, allenarsi, lavorare; attraverso questa quotidianità, l'opera tocca temi quali la morte (con tutto ciò che consegue, problemi economici e familiari in primis), la malattia, la capacità di tornare ad avere fiducia verso gli altri, l'importanza della famiglia, non necessariamente di sangue. E' un'opera che scorre lenta, una coccola quotidiana da leggere quando ci si sente malinconici, all'interno della quale ogni comprimario è importante. Purtroppo, date le premesse e la necessità di condensare una dozzina di volumi in due ore, il rischio di realizzare un film noioso e superficiale era dietro l'angolo, e purtroppo Little Sister è caduto nel tranello con tutte le scarpe.
Il film di Koreeda è, infatti, un bignami del manga. Ci sono interi dialoghi riproposti parola per parola e situazioni identiche (ci sono persino i rafidoforidi nel bagno, con tanto di inquadratura sull'insetto!); a volte, questo approccio funziona, per esempio durante il funerale del padre delle sorelle o durante il duro confronto con la madre delle Koda, altre volte vien da pensare che la sceneggiatura avrebbe potuto approfondire un po' di più altri momenti, magari elaborando qualcosa di originale, invece di mostrare interminabili cene e pranzi in famiglia. Per accontentare i fan del manga sono stati inseriti alcuni personaggi che lì sono fondamentali, come il vecchio dello Yamanekotei oppure il giovane mantenuto di Yoshino, ma nel film si limitano, appunto, ad essere degli omaggi privi di carisma o utilità, che solo chi conosce l'opera della Yoshida potrebbe apprezzare; la loro importanza nella crescita delle sorelle, così come quella di alcuni eventi come la morte della signora della trattoria Umineko (indispensabile motore delle scelte lavorative di Sachi e della maturità emotiva e sentimentale di Yoshino), non viene percepita e risultano come tocchi di "colore", tanto per ravvivare la trama. Anche le quattro protagoniste non sono particolarmente memorabili. Little Sister si concentra soprattutto sul legame tra la sorella maggiore, Sachi, e la piccola Suzu, che oscilla tra la diffidenza iniziale e una lenta apertura, mentre Yoshino e Chika incarnano, rispettivamente, l'ubriacona umorale e la stramba di casa; a onor del vero, le due sorelle sono così anche nella prima parte del manga, e la loro crescita avviene nella seconda, però il film le rende due stereotipi monodimensionali, soprattutto Chika. Il problema di Suzu, invece, è l'attrice. Troppo remissiva, quasi inespressiva, brilla durante la sequenza della partita di calcio per poi spegnersi, lontana anni luce dalla Suzu matura ma vivace del manga. Per quanto mi riguarda, l'unico pregio di Little Sister sono le location, in particolare la casa dove vivono le sorelle Koda, una struttura in stile tradizionale con un ingresso splendido e degli interni che profumano di vecchio Giappone, perfetta per catturare le atmosfere del manga. Per il resto, un prodotto evitabile, che la scellerata Amazon Prime offre (peraltro solo a noleggio, quindi costringendo l'utente a pagare pur avendo l'abbonamento) solamente doppiato in italiano, il che rende il tutto ancora più piatto e monocorde. Un'occasione sprecata, peccato!
Del regista e sceneggiatore Hirokazu Koreeda ho già parlato QUI.
Uno dei primi film che ho visto di questo regista, troppo zen anche per me che Kore-eda lo stimo e per favore, metti in lista 'L'innocenza ', sempre di questo regista, un film che mi è rimasto nel ❤️
RispondiEliminaTra il tuo commento e quello di Patrizia, direi che L'innocenza entra di diritto nei prossimi On Demand!
EliminaA me piacque, è in armonia con lo spirito e le tematiche care a Kore-eda. Regista che apprezzo molto. L'"innocenza" , cattiva traduzione del titoli originale "mostri" è il più recente del regista. Mi ha stupita , confusa, non sono sicura mi sia piaciuto al 100%. Un tuo parere per confronto sarebbe benvenuto . Ciao!! 🖖🖖
RispondiEliminaPurtroppo, avendo letto e amato il manga, era inevitabile che il lavoro di Kore-eda mi sembrasse una fredda semplificazione.
EliminaSegno l'Innocenza, ovviamente!
Non conosco il manga, ma ho apprezzato molto il film anche perché sembra un anime a tutti gli effetti. E comunque il regista mi piace e non è l'unico suo film che mi è piaciuto ;)
RispondiEliminaIl regista di solito piace anche a me. Purtroppo, come spesso accade nell'adattamento dei manga (vedi Takashi Miike) non sempre i risultati sono all'altezza.
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