Ogni tanto anche questo blog deve ospitare, al di là dell'horror e del trash, qualche film un pò più dolce e carino. In questo caso, dopo una lunga attesa, sono riuscita a vedere l'ultima fatica del maestro Hayao Miyazaki, datata 2009: Ponyo sulla scogliera (Gake no ue no Ponyo). L'attesa purtroppo non è stata ripagata come avrebbe dovuto, in effetti.
La trama è questa: Brunilde, una piccola pesciolina dal volto umano, figlia dello scienziato/stregone Fujimoto, fugge dalla sua casetta in fondo al mare e viene salvata in superficie da un bimbo umano, Sosuke, che la ribattezza Ponyo. Quando il papà riesce a recuperarla e a riportarla all'ovile, Ponyo gli confessa che vuole diventare umana perché innamorata del bimbo. Riesce così nuovamente ad uscire dalla sua casa/prigione e, pasticciando un pò con la magia di cui dispone il padre, riesce a tornare da Sosuke e da sua madre, trasformata in bambina umana. Ma il suo gesto causerà inondazioni a non finire, e la fuoriuscita di parecchia magia che rischierebbe di modificare l'intera realtà...
In un'epoca in cui la CG domina, questo Ponyo sembra davvero un film d'altri tempi. Completamente realizzato con disegni fatti a mano, dallo stile un pò vecchio stampo sia come character design che come colori è comunque una gioia per gli occhi ed è l'ennesima conferma che Miyazaki è una spanna sopra a qualsiasi produzione ipertecnologica giapponese e americana. Scene come la splendida danza delle meduse, che trascinano Ponyo in superficie, il mare che insegue la madre di Sosuke in macchina, su per le colline, come se fosse un terribile ed instancabile gigante fatto d'acqua, la splendida luce della mamma di Ponyo, la divinità Gran Mammare (un nome che rimane identico anche nell'originale, e che palesa l'amore incondizionato di Miyazaki per l'Italia) rimangono impresse nella mente dello spettatore per lungo tempo, tanto sono perfette e grandiose.
Purtroppo, in tutta questa meraviglia stilistica, ciò che manca a Ponyo è proprio l'anima. Intendiamoci, i grandi temi di Miyazaki ci sono sempre: l'attenzione per la natura corrotta dalla stupidità umana, l'ammonimento a non turbare forze più grandi di noi, una nostalgia per l'innocenza dei tempi passati, l'inno all'amicizia e all'amore, le forze più grandi che esistono, infine il rispetto assoluto per chi è anziano e quindi saggio, nonostante possa essere bislacco. Però sembra che questa volta i temi tanto cari al maestro siano solamente una cifra stilistica, e che non vengano affatto approfonditi. Ponyo sembra più una favola per bambini, ma non poetica e commovente come nel caso de Il mio vicino Totoro, quanto piuttosto sciocchina e anche un pò superficiale. Forse a dare quest'impressione è proprio il personaggio di Ponyo, a mio avviso uno dei meno riusciti del regista. Certo, la pesciolina dalla faccia umana è deliziosa, paurosamente carina; però è anche scemina, ripetitiva, somiglia tanto a una di quelle maghette oche dello Studio Pierrot. Inoltre alcune sboronate, come quella dei pesci preistorici che invadono il pacifico villaggio di Sosuke, riconosciuti specie per specie da un bambino prodigio di appena cinque anni sono francamente inverosimili anche per una favola. Altro difetto di Ponyo è la forse eccessiva velocità con la quale si scopre ogni cosa e si risolve ogni vicenda, lasciando lo spettatore con la sensazione di aver visto un cartone animato senza averlo però "vissuto" appieno. Solitamente Hayao Miyazaki coinvolge ed emoziona, offre un'immedesimazione con i personaggi (che pur sono simpatici anche in questa pellicola, soprattutto la madre di Sosuke ed il trio di vecchiette) che ha del miracoloso. Questa volta, ahimé, non è successo. Speriamo nella prossima pellicola!
Hayao Miyazaki è il regista e sceneggiatore della pellicola. Credo che pochi al mondo non conoscano questo maestro dell'animazione giapponese, e quelli che non lo conoscono sono comunque cresciuti con lui senza saperlo, visto che ha collaborato ad alcune tra le serie animate più famose della tv. Tra i suoi splendidi film (che peraltro stanno venendo rispettati solo ora nel nostro Paese, mentre in passato soffrivano di mutilazioni e mancanze che sfioravano il ridicolo: basti pensare che Totoro verrà distribuito nei cinema italiani a fine anno, pur essendo datato 1988) ricordo Lupin III - Il castello di Cagliostro, Nausicaa della valle del vento (di cui esiste anche un meraviglioso manga), Il mio vicino Totoro, Kiki's Delivery Service, Porco Rosso, La principessa Mononoke, La città incantata, Il Castello errante di Howl. Tra le serie animate citerei parecchi episodi di Lupin, Conan ragazzo del futuro e il bellissimo Il fiuto di Sherlock Holmes. Ha 68 anni.
E ora, semplicemente, vi lascio con il trailer originale di Ponyo sulla scogliera. Vale comunque una visione, a prescindere da quello che penso io! E ascoltate la canzoncina assurda e giapponese che lo accompagna XD! ENJOY!
Eppure mi è piaciuto moltissimo, anche se devo dire che di lui conosco solo "Il castello errante di Howl" che effettivamente mi è piaciuto di più.
RispondiEliminaTuttavia l'atmosfera del film è fiabesca al punto giusto da fare scattare quello stato d'animo per il quale, anche quando un bimbo riconosce a prima vista dei pesci preistorici, tutto rientra nella normalità del film.
Però ora che hanno ripubblicato Nausicaa lo leggerò di sicuro, è tempo di approfondire questo autore.
Ciao
Questo me lo sono perso, anche se dello stesso autore conosco Nausicaa della Valle del Vento e la Principessa Mononoke.
RispondiEliminaDifficile non cogliere al volo i temi che stanno a cuore a Miyazaki e sarei curioso adesso di 'aggiornarmi' sulle altre opere che ho perso, Ponyo e Il castello errante di Howl in primis : P
questo film mi è piaicuto davvero molto
RispondiElimina(http://ilpiaceredegliocchi.splinder.com/post/20211746/Ponyo+sulla+scogliera)
l'unica cosa che non mi ha convinto è l'eccessivo buonismo della storia, ma questa è una caratteristica tipica del cinema di miyazaki. Che come fai notare tu coi suoi disegni un pò all'antica, in tempi di computergrafica, ci regala ancora grandi emozioni
molto bello e divertente
RispondiElimina"l'attenzione per la natura corrotta dalla stupidità umana, l'ammonimento a non turbare forze più grandi di noi, una nostalgia per l'innocenza dei tempi passati, l'inno all'amicizia e all'amore, le forze più grandi che esistono, infine il rispetto assoluto per chi è anziano e quindi saggio, nonostante possa essere bislacco."
RispondiEliminaAah, ma allora sei tu che non hai capito una ceppa del film. Allora okey.
Mi sembra un commento assai costruttivo, chapeau.
EliminaSe ritieni che io non abbia capito, sarebbe quantomeno cortese estendere la tua conoscenza al prossimo e spiegare il senso reale del film, no?
Magari firmandoti anche con un nome, giusto per dimostrare un minimo di educazione.