Nel lontano continente australiano si è molto influenzati dai cuginetti americani. Capita quindi che i giornali della Terra dei Canguri diano molto risalto a film che hanno pian piano raggiunto un livello di cult raramente eguagliato, mentre qui magari gli stessi film passano praticamente inosservati. Ed è così che io sono riuscita ad infiammarmi, prima ancora della sua uscita, per Snakes on a Plane, pellicola del 2006 diretta da David R. Ellis, semplicemente leggendo di un film modellato sui gusti del pubblico, tramite un blog che il regista ha tenuto per tutta la realizzazione per rimanere in contatto con quanti aspettavano con ansia la sua uscita. I miei studenti di allora ricorderanno i miei deliranti status su MSN, che recitavano cose tipo: “Can’t wait to see those motherfucking snakes on that motherfucking plane!”, tanto che alla fine credo di essere stata l’unica insegnante a venire accompagnata da un branco di teenagers festanti che non vedevano l’ora di assistere allo spettacolo non tanto del film ma della prof ormai impallata. E il bello è che ne siamo usciti tutti soddisfattissimi, e anche a rivederlo questo Snakes on a Plane è puro delirio.
La trama? Ci sono serpenti. Su un aereo in volo. E Samuel L. Jackson a farli fuori. Direi che basta questo per convincere chiunque a vederlo.Allora, freno un attimino l’entusiasmo. Io ho ADORATO questo film, ma non posso pretendere che lo facciano tutti, quindi un piccolo prontuario per l’uso è doveroso. Innanzitutto, se da piccoli non vi siete mai appassionati per roba come Lo squalo, Piranha o simili, non provateci neppure ad avvicinarvi a SOAP. Il motivo è presto detto, visto che la pellicola è una sorta di “operazione nostalgia”, un film dove è assolutamente vietato pensare, bisogna solamente farsi avvolgere dalle spire dei serpenti, accettare un assunto così assurdo da risultare irritante e pretestuoso e perdersi in ogni sboronata registica ed attoriale. Bisogna tornare bambini e fare “ooh”” saltando sulla sedia ad ogni attacco di serpenti, senza farsi troppe domande. Attenzione però a non confonderlo con boiate pseudo fashion come potrebbe essere un Anaconda, o un Blu profondo. Quelli sono privi della necessaria ironia, mentre in SOAP sembra di essere tornati ai tempi di Indiana Jones e a quel caustico, sprezzante umorismo che non risparmia nemmeno un personaggio, dallo steward apparentemente gayo, alla signora cicciona, dal marito ansioso, alla donnina con l’inseparabile chihuahua, passando ovviamente per lo sbirro di Samuel L. Jackson che si spreca in frasi storiche degne di quelle che uscivano dalla bocca di un Indy o di un Rambo. Se si è disposti a prendere il tutto come un gioco, allora si uscirà assolutamente soddisfatti dalla visione. Altrimenti, serpenti su di voi!
Ovviamente la regia è ottima, così come la realizzazione. I serpenti sono molto realistici, e a volte viene utilizzata anche la “serpentovisione” che consente di vedere attraverso i loro occhi, espediente che per fortuna viene usato con parsimonia. Il ritmo è serratissimo, com’è giusto per questo genere di film, e le scene catastrofiche si sprecano: spettacolare il primo attacco dei serpenti e la decisione finale di Jackson di eliminarli nel modo più pericoloso per i passeggeri all’urlo di “I’ve had enough of those motherfucking snakes on this motherfucking plane!”. I personaggi sono assai simpatici, sebbene proprio il protagonista che dovrebbe affiancare Samuel è tra tutti il più moscio ed insignificante, tanto che non sarebbe una gran perdita se i serpenti lo masticassero. Assolutamente esilaranti le due guardie del corpo del rapper nero terrorizzato dai germi altrui e il bastardissimo snob che usa cagnolini innocenti come scudo contro i serpenti. Persino la lunghezza del film è pressoché perfetta: non troppo corta da dar l’idea di un filmetto buttato via, e nemmeno troppo lunga da lasciar subentrare noia e tempi morti. “Imperdibile” il video musicale che accompagna i titoli di coda, con un branco di strepponcelli fighetti a cantare, appunto, una canzone dall’inequivocabile titolo: Snakes on a Plane. Un tocco di trash che, indubbiamente, in un simile film non può mancare.
Di Samuel L. Jackson ho già parlato qui. Nel frattempo i suoi impegni si sono moltiplicati, e oltre a dare la voce a uno dei personaggi di Astroboy interpreterà Nick Fury (ma non era bianco? O___O) in una marea di film Marvel di prossima uscita, tra cui il seguito di Iron Man, Thor, The Avengers, Nick Fury e dovrà presenziare in altri 12 film. Auguri, Sam!!
David R. Ellis è il regista della pellicola. Americano, non proprio di primo pelo ma neppure troppo famoso,tra i suoi film ricordo Final Destination 2 e The Final Destination, l’ultimo episodio della saga, rigorosamente in 3D. Ha 57 anni e tre film in uscita.
Julianna Margulies interpreta l’hostess Claire. L’attrice americana è diventata famosa e familiare agli occhi di molti telespettatori grazie al ruolo dell’infermiera Carol Hathaway nella serie ER, dove la fortunata donna era la fidanzata del buon George Clooney. Tra i suoi film ricordo Nave fantasma e Il giovane Hitler, mentre tra le serie tv alle quali ha partecipato cito Law and Order, La Signora in giallo, Scrubs, I Soprano. Ha 43 anni.Nathan Phillips interpreta il testimone, Sean. Australiano, ha raggiuntola notorietà con lo splendido, inquietantissimo Wolf Creek, che è l’unico altro suo film degno di menzione. Come tutti gli attori australiani che non hanno avuto parte in Home and Away ha partecipato comunque all’altra famosa soap del paese: Neighbours. Ha 29 anni e due film in uscita.
E ora vi lascio con la cosa più trash del film, come promesso: i Cobra Starship e la loro Snakes on the Plane! ENJOY!!
Mi rendo conto solo adesso di avere un unico, grandissimo rimpianto nella vita....... quello di essermi perso i tuoi deliranti status su MSN, ai tempi XD
RispondiEliminaProbabile mi guarderò il film per consolarmi.. ho rivisto di recente Pulp Fiction e non posso negare che Samuel Jackson stia iniziando a piacermi come attore. Sono curioso di vederlo all'opera qui : P