lunedì 23 marzo 2015

Crossposting: Cenerentola (1950)

Avevate nostalgia dei Crossposting? Non temete! Oggi e domani con Prevalentemente Anime e Manga ci occuperemo di un paio di pellicole dedicate alla Principessa Disney più sbadata di tutte, cominciando con Cenerentola (Cinderella), diretto nel 1950 dai registi Clyde Geronimi, Hamilton Luske e Wilfred Jackson.

QUI trovate il post di Acalia, su Prevalentemente Anime e Manga. ENJOY!


Trama: dopo la morte della madre e del padre, Cenerentola si ritrova a far da serva alla perfida matrigna e alle sciocche sorellastre. Un giorno, arriva la notizia che alla reggia ci sarà un ballo aperto a tutte le fanciulle in età da marito; matrigna e sorellastre cercano di ostacolare Cenerentola e di impedirle di andare in ogni modo ma le malvagie nulla possono contro la Fata Madrina e gli amici a quattro zampe della gentile servetta...


Cenerentola è stato il secondo film visto al cinema per me, l'anno dopo Biancaneve e i sette nani. Da quel giorno credo di averlo riguardato solo due volte, una qualche tempo fa, durante il suo primo passaggio televisivo sulla RAI e una in occasione della stesura del post che state leggendo. Alla mia veneranda età, mi aspettavo incredibili sommovimenti sopraccigliari durante la visione e invece guardare Cenerentola non mi ha annoiata per un solo istante, tanto che non mi sono neppure accorta del tempo trascorso davanti allo schermo. Razionalmente, mi rendo conto di dover ringraziare per questo la mia innata passione per Tom & Jerry e i cartoni della Warner perché Cenerentola avrebbe potuto serenamente intitolarsi GasGas & Giac vs Lucifero: la trama "principale" si consuma nell'arco di un giorno e prenderà si e no 20 minuti di pellicola, tutto il resto è un florilegio di fughe e rincorse tra gatto e topi, epiche battaglie tra canidi e felini, balletti e canzoncine di uccellini e ratèn, ancora oggi topiche (eh) ed indimenticabili, in grado di spingere a canticchiare le vecchie carampane nostalgiche come la sottoscritta. Ed effettivamente, diciamocelo, Cenerentola come personaggio fa poco. Non poco a livello "Aurora de La bella addormentata nel bosco", ché Cenerella un po' più spigliata e sveglia lo è (anche un po' più ironica, eh), ma quanto a sapersela cavare da sola, stendiamo un velo pietoso, senza i suoi amici animaletti e la Fata Smemorina la gentile signorina sarebbe ancora in soffitta a languire, mentre il Principe sarebbe diventato un tutt'uno con le colonne del Castello. Nel 1950 alla Casa del Topo non si parlava ancora di emancipazione femminile, ci mancherebbe, ma non si faceva cenno neppure a quella maschile; laddove infatti in La bella addormentata (uscito nove anni dopo) il Principe si impegnava e combatteva per la sua amata, in Cenerentola l'erede al trono si limita a sottostare ai voleri di un padre folle oltre ogni dire che, non potendone più di vederlo lì inespressivo a fissare il vuoto, decide di accasarlo, spingerlo ad innamorarsi e costringerlo a sfornargli dei vivaci pargoletti per rallegrargli la vecchiaia. Detto questo, sono più belle le storie di contorno e ben più simpatici e ben caratterizzati i comprimari, Matrigna e sorellastre incluse, rispetto ai due incolori protagonisti.


Il povero Principe, purtroppo per lui, non viene distinto neppure da un character design particolare, poveraccio, anzi per quel poco che appare è totalmente anonimo. Cenerentola invece è bellissima davvero, ha tutta l'eleganza di una diva anni '50 ed è vezzosa e gradevole sia vestita da servetta sia inguainata nell'iconico abito bianco/azzurro che le viene donato da una materna ed amorevole Fata Smemorina, personaggio che ho molto apprezzato per il tenero abbraccio con cui consola la protagonista disperata. Molto espressivi e particolari il rubizzo Re, il vessato Visconte Monocolao e le Sorellastre dai piedi giganteschi, mentre topolini, uccellini, cane e cavallo vantano lo stesso stile di disegno che le "ottantine" come me hanno imparato ad amare negli anni consumando le videocassette di Robin Hood e Gli Aristogatti; il personaggio più impressionante in assoluto, quello che rimane indelebile nella mente anche dopo una singola visione è però la "Signora Madre" Lady Tremaine, con quella inquietantissima faccia da nobildonna psicopatica alla Bette Davis e i penetranti e maligni occhi identici a quelli del gatto Lucifero. Le animazioni e i colori risultano ancora oggi molto belli e la trasformazione della carrozza a mio avviso continua a dare dei punti anche alla versione moderna mostrata da Branagh (di cui parleremo domani) mentre la visionarietà che costituirà la cifra stilistica di capolavori come Alice nel Paese delle Meraviglie (realizzato praticamente in contemporanea ma uscito l'anno dopo) si può ritrovare nell'ipnotica sequenza in cui la figura di Cenerentola viene moltiplicata all'interno di mille bolle dai colori acidi. Spezzo infine una lancia per quel doppiaggio e quegli adattamenti che all'epoca venivano giustamente considerati i migliori del mondo; la polifonia di Canta Usignol mette tuttora i brividi e quelle trillanti vocette di topini che cantano "Se sta solo un po' tranquilla c'è qualcuno che le strilla, Cenerella! Cenerella!" toccano vertici di pura genialità superata solo dalla favolosa, arcaica espressione utilizzata dal Visconte per giustificare l'improvvisa dipartita della protagonista durante la festa: "Sire, dileguòssi!". La lingua italiana si è impoverita? Ahimé, sì. Per fortuna possiamo riascoltare, oltre che rivedere, questi grandi e sempre apprezzati classici!


Dei registi Clyde Geronimi e Hamilton Luske ho già parlato ai rispettivi link.

Wilfred Jackson è uno dei tre registi della pellicola. Americano, ha diretto alcune sequenze di film come Biancaneve e i sette nani, Pinocchio, Fantasia (La notte sul Monte Calvo), Dumbo, Saludos Amigos, I racconti dello zio Tom e pellicole come Alice nel Paese delle Meraviglie, Le avventure di Peter Pan e Lilli e il vagabondo. Anche animatore e compositore, è morto nel 1988 all'età di 82 anni.


Eleanor Audley, la voce originale della matrigna Lady Tremaine, avrebbe poi incarnato un'altra storica villain Disney, la Malefica de La bella addormentata. Nonostante il film sia stato girato nel 1950, la Disney ha realizzato nel 2002 e nel 2007 (probabilmente in occasione dell'uscita dell'edizione speciale in due DVD) due seguiti usciti direttamente sul mercato dell'home video, Cenerentola II - Quando i sogni diventano realtà e Cenerentola - Il gioco del destino. Personalmente non li ho mai visti e dubito che lo farò ma se Cenerentola vi è piaciuto magari recuperateli e aggiungete, oltre al film di Kenneth Branagh di cui parleremo domani, Biancaneve e i sette nani, La bella addormentata nel bosco, La leggenda di un amore - Cinderella e Come d'incanto. ENJOY!

28 commenti:

  1. Questi erano quei film che da ragazzino divoravo.
    In realtà non mi faceva impazzire, ma di fondo all'epoca guardavo di tutti... basta che c'era scritto Disney sopra!

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    1. Penso che a noi figli degli anni '80 (perché tu SEI un po' figlio degli anni '80, vero? :D) succedesse a tutti!

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  2. Da piccolo, il mio cartone meno preferito - come ho detto parlando del film di Branagh - però adesso rimpiango i film così. Sì. Il cartone Disney mi piace tradizionale fino al midollo, questo non cambia :)

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    1. Cenerentola ha sempre avuto un posticino nel mio cuore, per i motivi che ho spiegato. Della Cenerentola di Branagh parlerò domani ma non sarò tenera :P

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  3. Io con quei topi ho sempre avuto un problema: mai sopportati! E quindi anche il film mi risultava indigesto per tutte quelle scene a loro dedicate ;-P
    Nonostante tutto, però, avevo la VHS originale e l'ho vista mille volte (anche perché a mia sorella piaceva) e potrei quasi ripeterti i dialoghi a memoria XD
    Per non parlare poi di quel principe mollusco che è così innamorato ma così innamorato, che manda il Granduca a cercargli la morosa XD (Persino quello di Biancanve riesce a fare di meglio!)

    Bellissima recensione :D
    È sempre un piacere fare i cross-posting insieme a te :D

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    1. Ahaha pensa che se non ci fossero stati quei ratti io mi sarei sicuramente annoiata a morte anche perché, per l'appunto, il principe è una bella tenia santo cielo!!

      Grazie cara, il sentimento è reciproco :P

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  4. Bella recensione, soprattutto sull'analisi dei vecchi adattamenti dei testi delle canzoni. Sono impareggiabili, Roberto de Leonardis era un grande! Non solo erano fedeli, ma suonavano anche naturali, per niente di traduzione! E pensare che ora abbiamo la Brancucci, che pensa solo al labiale, fregandosene poi se il testo non ha il minimo senso...

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    1. Grazie mille!
      La questione adattamento e doppiaggio mi sta molto a cuore in effetti, tanto che i film Disney e in generale molte delle pellicole dagli anni '50 ai '90 non riuscirei a vederli in lingua originale, mi risulterebbero totalmente estranei proprio per la bellezza delle voci, la particolarità dell'accento e la fantasia nel ricercare soluzioni traduttive propri degli anni d'oro del doppiaggio.
      Ora mi pare ci sia un diffuso piattume e una certa povertà di espressione...

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    2. Concordo! Anche se, secondo me, da metà degli anni '90 in poi c'è un generale declino: per esempio, ne 'Il Re Leone' non riesco proprio ad amare le canzoni italiane ("ma che dolce poesia, tutta frenesia" la odio con tutto il cuore: è palese che è roba messa solo per far rima!), mentre quelle originali hanno anche un bel testo...
      La robaccia tradotta della Brancucci è davvero ignobile, 'Let it go' è, a parer mio, inascoltabile in italiano, e puoi star certo che in ogni sua canzone c'è sempre un 'un po'' messo tanto per stare nella metrica.
      Ecco, il confronto tra de Leonardis e Brancucci è questo: se leggi i testi di de Leonardis anche senza musica han comunque senso (soprattutto quelli bellissimi di 'Alice', che riesce a volte anche a superare l'originale), mentre quelli della Brancucci mostrano tutta la loro sciatterià (leggi 'D'ora in poi lascerò che il cuore mi guidi un po', scorderò quel che so' senza musica, per non parlare di 'Io lo so, sì lo so'...).

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    3. Ah se tu mi parli di Alice io mi sciolgo, lo trovo un adattamento perfetto e tra l'altro anche molto colto (Gli uccellini sempre allegri, AFFABILI - chiedi a qualcuno oggi cosa vuol dire affabile! - e carini che cantano l'arie di Puccini mi ha sempre mandata in brodo di giuggiole). Per le canzoni moderne invece dovrei riguardarmi tutti i testi, sia originali che italiani, e rivedere i film perché purtroppo non mi rimangono proprio in testa (la canzone di Frozen per me è Let it Go, sai che non ricordo nemmeno come si intitoli in italiano?), è più forte di me :P
      Però se ripenso alle canzoni di Aladdin e La bella e la bestia le trovo ancora oggi molto ma molto belle, anche tradotte (magari non Il mondo è mio cantata dalla Tatangelo e D'Alessio, ecco. Quello no.).

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    4. L'adattamento di Alice è così bello anche perché è molto 'anni '50', anche per quanto riguarda le voci, soprattutto nel canto. E sì, hai proprio ragione, è molto colto! Tanto che, riguardandolo dopo parecchi anni mi son sorpreso nel vedere quanto fosse pieno di espressioni difficilissime che, con tutta probabilità, non avevo capito, da moccioso (moccioso che adorava il film a livelli stratosferici, comunque). 'L'arie di Puccini' è una bellissima traslazione culturale! Da piccolo quella canzone non la sentivo mai, perché la mia cassetta registrata partiva da quando parlava con il signor Serratura.
      A me fan commuovere 'non c'è che dir, non c'è che far la tinta dobbiam dar', ottimo adattamento di un pezzo per nulla facile, per la metrica italiana (maledette tronche!), e anche l'epico 'chi ha dato vernice qua!?', con tanto di GENIALE 'chi ha osato osar di Mia Maestà le rose profanar', che esprime alla perfezione quanto la vanitosa regina si elevi sopra agli altri: non solo c'è una frase con costrutto quasi alla latina, che davvero alle nostre orecchie sembra qualcosa di baroccheggiante ma al limite del ridicolo (come dev'essere la regina, per l'appunto), ma non si può neanche avere il coraggio DI AVERE IL CORAGGIO di rovinarle le rose!
      Se penso che ora, con la Brancucci, che dice che per i bambini il labiale è la cosa più importante, e al diavolo se il senso della canzone va a quel paese... Esemplare in questo senso è il titolo di 'Let it go', che esprime un significato apparentemente positivo, ma in realtà prelude al crollo psicologico di Elsa, che ha abbandonato ogni morale e ogni preoccupazione per gli altri. Il titolo italiano è invece un banale 'All'alba sorgerò'.

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    5. Ma il labiale non può essere importante cioé, nei limiti (è ovvio che non puoi infilare 37 parole italiane in 5 inglesi, anche perché l'inglese è una lingua ben più "facilona" della nostra). Un bambino ha bisogno di sgranchire il cervello e sbrigliare la fantasia, imparando parole nuove, cosa gliene deve fregare del sincrono labiale? o__O Mah, trovo incomprensibili queste scelte...

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    6. Sinceramente, da bambino manco ci pensavo, al labiale... Mentre ancora oggi mi ricordo i bellissimi adattamenti dei vecchi film Disney!

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    7. Esatto. Bisogna ricominciare a pensare ai bambini in quanto tali, poverini!

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  5. Sarò nostalgica, sarò anche io una vecchia carampana, ma questo è uno degli articoli più belli che io abbia mai letto a proposito del classico Disney. E non solo, la nota finale sul doppiaggio d'epoca e sulla nostra povera, bistrattata lingua, è da standing ovation

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    1. Detto da te il complimento vale triplo :)
      Per quel che riguarda doppiaggio e adattamento, vale la risposta che ho dato a Gabriele, è una cosa che mi tocca nel profondo visto che la mia tesi verteva molto sull'adattamento italiano de L'età dell'innocenza, quindi sono meccanismi che mi interessano parecchio :)

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  6. Le canzoncine di allora erano veramente carine e piacevoli.. quelle più recenti non le sopporto molto.. sarà che sono rimasta ancorata al "vecchiume"! :p

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    1. Io sono una di quelle che non disdegna il musical e l'abbondanza di canzoni in un cartone Disneyano quindi non faccio testo ma sì, quelle vecchie erano più semplici, orecchiabili ed entravano subito in testa!

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  7. Mamma mia che ricordi mi hai riportato a galla!
    Credo di aver consumato il VHS di Cenerentola a furia di vederlo e rivederlo, e ancora oggi, a 35 anni suonati, mi capita di canticchiare "tu sogna e spera femamente - dimentica il presente - e il sogno realtà diverrà".
    attendo con ansia la tua recendione sulla versione di Branagh

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    1. Ahah effettivamente non sarebbe male canticchiarla e vedere arrivare stuoli di topolini e uccelliniche risolvono i problemi :P
      A domani allora, sperando che anche la mia poco indulgente recensione Branaghiana ti possa piacere!

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    2. Aiuto! Temo il peggio... perché a me la nuova versione è piaciuta, e non poco!
      Spero tu non sia troppo cattiva...

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    3. Un po' cattiva lo sono stata :P Mi spiace.

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  8. Come darti torto!
    La scena della carrozza è sempre meravigliosa.

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    1. Sì, un sogno. Quella e il vestito che sembra uscire da una colata di zucchero *__*

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  9. Mi accodo a tutti i meritatissimi complimenti che ti sono stati fatti ed a questo alone di nostalgia (sì, anche io degli '80) su questi gioielli che, poveracci i bambini di adesso, non ci sono più. E sì, interessante anche il tuo discorso sul doppiaggio. Ricordo ancora, nel famoso pomeriggio a prendere il tea con il Cappellaio Matto, la frase "ma non l'ho ancora adoperata" (la tazzina). Non "usata", non "utilizzata", ma "adoperata". Un po' come "affabili", sono parole che ti porti dietro, in un modo o nell'altro. "Esattevolmente", ci aggiungerebbe il Brucaliffo.

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    1. Grazie :)
      Eh, Alice e i vecchi cartoni come Robin Hood erano dei trionfi di espressioni arcaiche e piacevoli. Dimenticavo di citare il "sìììì, MaestaDE!" di Alice oltre alle frasi che ti sei ricordata tu ma anche il "Quisquilie e pinzillacchere" di Anacleto ne La spada nella roccia mica era male :D

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  10. M DAI....anche per me il primo flm al cinema è stato "biancaneve" (10 febbraio 1988), e il secondo "Cenerentola" (1989)! tu in che anno li hai visti?
    Concordo anche sulla sostanziale inutilità dei primi principi: tra l'altro non so se hai notato, fisicamente sono uguali, hano usato lo stesso modello, e inoltre sono talmente senza personalità che non hanno nemmeno un nome! il primo di cui ricordo un po' di diversità è il principe Filippo della "Bella addormentata", che guarda caso mi pare anche il primo ad avere un nome.....

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    1. Credo di averli visti proprio in quegli anni perché facevo le elementari :)
      Quanto alla personalità, concordo in pieno, è vero... si assomigliano parecchio XD

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