Attirata da alcuni post contenenti opinioni positive, ho deciso di recuperare Red Dot, diretto e co-sceneggiato dal regista Alain Darborg e presente sul catalogo Netflix.
Trama: una coppia di neosposi in crisi decide di passare un weekend in mezzo ai ghiacci svedesi. Lì cominciano a venire presi di mira da persone misteriose armate di fucile..
Red Dot è un film shyamalano, non nella misura in cui è complicato, ci mancherebbe, ché la trama non potrebbe essere più lineare, ma perché a un certo punto c'è un twist che renderebbe metà recensione assai spoilerosa, quindi sarebbe meglio non parlarne, anche se così il post sarà molto breve. Trattasi, per buona parte di durata, di un survival horror ambientato nei ghiacci, nelle fredde steppe svedesi, dove nessuno può sentirti urlare perché giustamente nemmeno Alien avrebbe il belino di infrattarsi in posti così poco ospitali; i due sposini protagonisti, invece, sono tutti felici all'idea di andare lì per recuperare un rapporto già stantio, fiaccato da tanti piccoli problemi di convivenza che i due non si aspettavano al momento di dichiararsi ammore eterno, complice anche qualcosa che li rode al punto da spingere lei a non dire a lui di essere incinta. Purtroppo per i due lei è di colore ed anche nella moderna Svezia esistono gli
inbred razzisti, cosa che porta a un escalation di dispetti reciproci e alla più tipica delle situazioni horror, ovvero due poveracci isolati presi di mira da gente stronza che non vede l'ora di far loro la pelle, con dovizia di momenti splatter, scene violente e scelte di sceneggiatura abbastanza estreme, soprattutto dopo il già nominato
shyamalan twist. Fidatevi di queste pochissime righe per guardare
Red Dot e accontentatevi dunque di sapere che il film intrattiene, funziona, stupisce e onestamente come divertissement di una sera all'interno di un catalogo
Netflix non particolarmente interessante spicca più di tante schifezze quali
Kadaver, anche quello di origine scandinava ma molto meno interessante e, soprattutto, fiaccato da velleità autoriali che queste sciocchezzine non dovrebbero neppure avere. Io mi sono divertita nonostante gli attori un po' cani (lui è da prendere a ceffoni), Mirco ha concluso il film depresso, dicendomi "ma farmi vedere qualcosa di rilassante e carino tu mai, eh?". No, amore mio, mai. Se non altro, dopo una litigata, non ti verrà mai in mente di trascinarmi in mezzo alle nevi perenni a veder l'aurora boreale.
Alain Darborg è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Svedese, ha diretto il film The Master Plan. Anche attore e produttore, ha 39 anni.
Lo prendo in considerazione, quando però finirà la stagione dei recuperoni in vista Oscar!
RispondiEliminaIo ho deciso di prendermi una bella pausa, almeno finché non usciranno le nominéscions, così snebbio un po' il cervello depresso da "fregature" come Ma Rainey's Black Bottom. Al limite, potrei giusto recuperare prima del tempo un paio di vincitori dei Golden anche se cose come Nomadland vorrei vederle al cinema.
EliminaIncuriosiva anche me, e aspettavo pareri prima di buttarmici. Direi che mi hai convinto, lo tengo buono per una prossima serata, prima che il meteo cambi.
RispondiEliminaDai che poi arriva il caldo e i ghiacci si sciolgono!
EliminaPer me però doveva fermarsi qui: "due poveracci isolati presi di mira da gente stronza che non vede l'ora di far loro la pelle".
RispondiEliminaA me è piaciuto anche il risvolto, sono di bocca buona :)
EliminaOppure sono io che sto tornando finalmente cattiva :)
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