Me l'avevano detto, si capiva già dal trailer, ma ho voluto comunque dare una chance a quel disastro annunciato di Le rose di Versailles - Lady Oscar (ベルサイユのばら - Versailles no Bara), diretto dalla regista Ai Yoshimura e tratto dal manga omonimo di Ryoko Ikeda.
Trama: la vita della Delfina di Francia, Maria Antonietta, e quella di Oscar François de Jarjayes, ragazza cresciuta come un uomo e Capitano delle guardie reali, si intrecciano alla corte di Versailles...
Cercherò di non scrivere la solita recensione boomer basata su infanzie stuprate e via dicendo. Ritengo che le opere famose possano e debbano essere aggiornate al gusto odierno, andare incontro alle nuove generazioni, abbracciare un'originalità che non le stravolga, ma ritengo anche che simili aggiornamenti siano molto difficili, e bisognerebbe eseguirli con intelligenza. Tenendo a mente ciò, ho provato a capire il senso di un'opera come Le rose di Versailles - Lady Oscar, ma sto avendo serie difficoltà ad individuare il target a cui è rivolta. Di sicuro, non è un anime per chi ha adorato la serie storica. Per quanto mi riguarda, e con tutto il rispetto per Ryoko Ikeda, grazie alla quale è nato un simile capolavoro di animazione nipponica, la serie è addirittura superiore al manga, e nessuno potrà mai convincermi del contrario. Il perché è presto detto. Il manga della Ikeda è accuratissimo storicamente, ma anche zeppo di elementi umoristici, con uno stile di disegno che, spesso, si rifà a quello di Osamu Tezuka, e rende i personaggi molto cartooneschi, anche nei momenti meno adatti. L'anime, in particolare dopo l'arrivo di Osamu Dezaki alla regia e grazie al character design di Shingo Araki, ha un taglio tragico, adulto, gode di sequenze indimenticabili e incredibilmente drammatiche proprio grazie al taglio delle inquadrature e all'uso dei chiaroscuri (vorrei ricordare, inoltre, le dettagliatissime "cartoline" coi fermo immagine, tipiche del regista), per non parlare poi delle splendide, dolorose melodie di Koji Makaino, che ancora oggi non riesco ad ascoltare, nemmeno fuori contesto, senza sciogliermi in lacrime. Le rose di Versailles - Lady Oscar, di questa drammaticità al limite del nichilismo e della depressione, non ne ha neppure un'oncia. Piallato dai brillantissimi, computerizzati colori tipici delle produzioni dello Studio NAPPA e, più in generale, di tutta l'animazione giapponese moderna (vedi il remake di Ranma 1/2 o Sailor Moon Crystal), Le rose di Versailles - Lady Oscar è intriso di levità dalla prima all'ultima scena e, salvo per i personaggi principali, è popolato da pupazzetti che si muovono su sfondi in CGI, che nessuna emozione suscitano nello spettatore, a prescindere che passeggino oziosi a Versailles o che muoiano per la Rivoluzione. Il character design è simile per quasi tutti i comprimari, in particolare a livello di struttura fisica, mentre quelli principali alternano un rispetto quasi filologico verso i disegni della Ikeda (i capelli di Oscar hanno le stesse onde tratteggiate del manga) a momenti di locura in cui Maria Antonietta sembra una bambolotta dagli occhioni giganteschi.
Questi elementi grafici possono sicuramente essere accattivanti per un pubblico più giovane, ovviamente, così come la scelta di puntare molto sui numeri musicali, caratterizzati da una colonna sonora pop, ben lontana dall'epoca in cui è ambientato l'anime. Anzi, un paio di questi momenti "musical" hanno una regia splendida ed invenzioni grafiche che scaldano il cuore, come la sequenza che omaggia l'art nouveau (a mio parere, il momento più alto di un anime deludente; altri dettagli stupendi sono gli abiti di Maria Antonietta, dettagliatissimi, e le scenografie degli interni, che sembrano quasi quelli di un live action), ma anche il piccolo momento onirico sul finale, simbolo di una libertà e un amore che travalicano le convenzioni sociali e le catene di un destino imposto. Però, tutto ciò mi costringe a tornare al discorso che facevo all'inizio, quello del target. Un pubblico di giovani neofiti potrebbe rimanere deliziato dalle animazioni, apprezzare il messaggio di fondo e le due storie d'amore tormentato, ma dubito che qualcuno potrebbe appassionarsi a un'opera superficiale come questa, che trasforma la guerra tra Maria Antonietta e la Du Barry e il tristissimo ballo tra Oscar e Fersen in brevissime parentesi musicali, incomprensibili per chi non conosce la serie originale. Privato di sottotrame fondamentali (anche storicamente) e di ben tre rose (la nera, Jeanne, la gialla, la Contessa de Polignac, e il bocciolo, Rosalie), Le rose di Versailles - Lady Oscar è un bignami storico zeppo di buchi, e talmente rapido negli sviluppi delle storie d'amore che quasi non si capisce perché mai André, a un certo punto, sia così tanto innamorato di Oscar da decidere di commettere un omicidio-suicidio pur di non vederla sposata a Girodel. Né si capiscono il perché Oscar si infatui di Fersen, oppure il livello degli sperperi monetari di Maria Antonietta (la quale risulta molto più stupida ed infantile rispetto all'opera originale), la corruzione e la depravazione dei nobilastri di corte, tutto ciò che ha portato il popolo a ribellarsi in maniera sanguinosa per fuggire alla morte e alla povertà. L'unico approfondimento psicologico-sociale è riservato ad Oscar ma, purtroppo, arriva poco prima del finale ed è eccessivamente pedante, quasi noioso, e priva lo sventurato legame tra Oscar e André di tutto il pathos e la sofferenza che ha reso la loro una delle storie d'amore più belle di sempre. In sostanza, per me è no, anche perché il rischio è che, dopo la visione di Le rose di Versailles - Lady Oscar, i giovani spettatori perdano la voglia di approfondirne le vicende e di recuperare la serie, cosa gravissima. Se siete invece fan di Lady Oscar e deciderete di guardare questo inno alla mediocrità, premuratevi di farlo con un amico pronto a salvarvi la serata con pain au chocolat, macarons e cioccolato ruby allo champagne, che è ciò che ho fatto io. Altrimenti, vi sembrerà di avere buttato via due preziosissime ore!
Ai Yoshimura è la regista della pellicola. Giapponese, ha diretto la serie Ano Hana.
Miyuki Sawashiro, che doppia Oscar, è la voce di Fujiko Mine ormai dai tempi di Lupin III - Il sigillo di sangue, la sirena dell'eternità. Neanche a dirlo, se Le rose di Versailles - Lady Oscar vi fosse piaciuto (ma anche se vi ha fatto schifo), recuperate o riguardate per la trecentesima volta la serie Lady Oscar. ENJOY!
Non ho ancora visto il film ma ne ho lette di ogni in giro! xD
RispondiEliminaAppena ho un attimino mi cimenterò nel buttare via un paio di ore! ;p
In bocca al lupo! Fammi poi sapere come ti è sembrato!
EliminaMe l'avevano detto, si capiva già dal trailer, ma soprattutto me lo ribadisci con puntualità e precisione senza le urla indegne che popolano l'internet, quindi non darò una chance a questo film bignami che ha l'unico merito di avermi fatto venir voglia di rivedere la serie originale e tornare a struggermi per André.
RispondiEliminaNon credo fosse questo l'intento dello studio giapponese o di Netlix, ma così farò.
Vado a procurarmi i macarons :)
Ecco, meglio recuperare dall'inizio la serie, che non fa mai male!!
Elimina