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martedì 26 novembre 2013

L'uomo lupo (1941)

Un simpatico evento "globale" a cui parteciperò domani mi "costringerà" a far slittare le recensioni di Thor e Thor: The Dark World a venerdì e domenica, quindi oggi vi butto lì un paio di pensieri su un film che è entrato nella storia del genere horror, ovvero L'uomo lupo (The Wolf Man), diretto nel 1941 da George Waggner.


Trama: dopo molti anni di lontananza, Larry Talbot torna al suo paese natale, nel castello dove vive ancora suo padre. Una sera, Larry viene morso da un lupo e lo uccide ma quando arrivano i soccorsi la bestia scompare e al suo posto rimane il cadavere di un uomo. Sospettato di omicidio, Larry comincia a sperimentare anche strani cambiamenti nel suo corpo... 


Come si affronta una leggenda cinematografica? Ovvio, con lo sguardo disincantato di chi, a 32 anni, non aveva mai guardato questo caposaldo dell'horror e, pur conoscendo a menadito la storia grazie a remake e quant'altro, è rimasta comunque affascinata da tutto ciò che rendeva grandi i film della Universal. La freschezza de L'uomo lupo, il suo meritato status di capolavoro, diventano perfettamente tangibili dal momento in cui l'occhio, abituato ormai a effetti speciali e computer graphic, lascia che il cuore si affezioni in pochissimi istanti al viso piacente ma in qualche modo segnato di Lon Chaney e si interessi alle sue vicissitudini, nelle quali conta più il non detto, il non visto, quell'aria di mistero che ci fa dubitare fino all'ultimo di tutto ciò che accade di notte nei boschi del villaggio. L'occhio lascia che il cervello pensi ad un film girato la bellezza di settant'anni fa, quando le idee grandiose non erano affidate a pixel e milioni ma alla fantasia degli artigiani, all'abilità degli scenografi e alla perizia degli addetti al montaggio che, assieme a dei grandi caratteristi, riuscivano a dare corpo alle paure del pubblico dell'epoca con pochi dettagli ben piazzati in grado di evocare immagini ben più spaventose di quelle mostrate, entrando in perfetta risonanza con lo spettatore.


La storia di Larry Talbot è il modo in cui lo sceneggiatore Curt Siodmak ha esorcizzato il terrore provato durante l'occupazione dei nazisti in Germania (il lupo è un essere umano normalmente buono che, come i Nazi, all'improvviso si trasforma in bestia e identifica le prossime vittime grazie al simbolo di un pentagramma/stella) ma è anche la storia di un uomo solo, schivo, intelligente ma lontano ormai dai luoghi che lo hanno visto crescere. L'insorgere del Lupo, del lato negativo che tutti noi celiamo, è l'espressione fisica del disagio di una persona in lotta da sempre per le attenzioni del padre, guardato con sospetto dai paesani, innamorato di una donna già promessa a un altro e quindi incapace, già in forma umana, di integrarsi con gli altri. "The way you walked was thorny though no fault of your own, but as the rain enters the soil, the river enters the sea, so tears run to a predestined end": queste sono le parole che la zingara Maleva ripete più di una volta nel corso del film, ad indicare come il tragico cammino di Larry fosse già scritto ed inevitabile a prescindere da quello che lui o chiunque altro, come il padre o Gwen, avessero cercato di fare per impedirlo e questo pensiero porta con sé una tristezza e una profondità che, in qualche modo, travalicano l'ambito ristretto di un prodotto di genere. Il mostro, specchio del disagio profondo dell'individuo, non è mai stato così umano e degno di pietà. Se non avete mai guardato L'uomo lupo evitate le pacchianate americane ed immergetevi in un'epoca in cui il Cinema era davvero una fabbrica di meraviglie con un cuore e un'anima.


Di Bela Lugosi, che interpreta Bela lo zingaro, ho già parlato qui.

George Waggner (vero nome George Waggoner) è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come Il ritorno del kentuckiano e Squalo tonante, entrambi con John Wayne, ed episodi della serie Batman. Anche sceneggiatore, produttore e attore, è morto nel 1984 all’età di 90 anni.


Claude Rains (vero nome William Claude Rains) interpreta John Talbot. Inglese, lo ricordo per film come L'uomo invisibile, L'uomo che vide il futuro, Mr. Smith va a Washington, Casablanca, Il fantasma dell'Opera, Notorius - L'amante perduta, Lawrence D'Arabia La più grande storia mai raccontata, inoltre ha partecipato alla serie Alfred Hitchcock presenta. E' morto nel 1967 all'età di 77 anni.


Lon Chaney Jr. (vero nome Creighton Tull Chaney) interpreta L'uomo lupo Larry Talbot. Americano, ovviamente figlio di un'altra grande star dell'horror, Lon Chaney, lo ricordo per film come Il terrore di Frankenstein, Frankenstein contro l'uomo lupo, Il figlio di Dracula, Al di là del mistero, La casa degli orrori, Il cervello di Frankenstein, Mezzogiorno di fuoco, Spider Baby e Dracula vs. Frankenstein. E' morto nel 1973 all'età di 67 anni.


Tra gli altri interpreti segnalo la presenza di Ralph Bellamy (il colonnello Montford), che nel capolavoro Rosemary's Baby avrebbe vestito i panni dell'inquietante Dottor Sapirstein. E adesso un paio di curiosità. Nei trailer originali si vede l'uomo lupo combattere contro un orso: effettivamente le scene in questione erano state girate per il film ma l'orso è scappato prima che venissero completate. A li vello di cambiamenti nello script, invece, nell'idea originale Larry non doveva avere nessuna parentela con Sir John, ma avrebbe dovuto essere semplicemente uno sfortunato ingegnere chiamato al castello per aggiustare il telescopio del padrone e destinato poi a finire vittima della maledizione. Infine, i seguiti "diretti" de L'uomo lupo sono Frankenstein contro l'uomo lupo, Al di là del mistero, La casa degli orrori e Il cervello di Frankenstein, tutti con Lon Chaney Jr., mentre il remake ufficiale è il passabile Wolfman. Nel caso L'uomo lupo vi fosse piaciuto recuperatelo (se non altro per il bel Benicio Del Toro) assieme a Wolf - La belva è fuori, Un lupo mannaro americano a Londra, L'ululato e il classicone Dracula. ENJOY!

martedì 10 maggio 2011

Il Dottor Miracolo (1932)

Ogni tanto è salutare fare un bel tuffo nel passato e riscoprire le vecchie glorie, magari in ruoli diversi da quelli già straconosciuti. Così ho deciso di guardarmi Il Dottor Miracolo (Murders in the Rue Morgue), diretto dal regista Robert Florey nel 1932, ovviamente tratto dal racconto I delitti della Rue Morgue, scritto da Edgar Allan Poe.

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Trama: nella Parigi del diciannovesimo secolo arriva assieme al Circo il Dottor Miracolo, un uomo in grado di parlare con le scimmie. Parrebbe una belinata, se non fosse che costui ha anche velleità di creare l’uomo (o meglio, la donna…) perfetto, e si diletta nel fare trasfusioni di sangue gorillesco alle sue vittime che, guarda un po’, muoiono dopo ogni tentativo…

Cinema

Sinceramente parlando, sono rimasta abbastanza meravigliata davanti a questo Il Dottor Miracolo. Innanzitutto, per come unisce l’icona (famosissima per l’epoca) del Mad Doctor alla trama di uno dei più famosi racconti di Edgar Allan Poe, rivelando fin dall’inizio al pubblico chi sia il responsabile dei delitti e perché, e usando il racconto dello scrittore americano come un mero pretesto per mostrare una storia che si discosta parecchio da quella originale. Inoltre, mi ha stupita l’assoluta e crudele modernità di alcune immagini. I delitti del Dottor Miracolo non vengono suggeriti, ma ben mostrati (sebbene la morte della donna in strada sia stata censurata, così come il suo essere legata ad una sorta di croce), e sono parecchio inquietanti; soprattutto la già citata scena della semi – tortura della donna, decisamente malsana anche per gli ovvi rimandi all’iconografia cristiana e per il “pentimento” postumo del dottore che, nonostante ciò, non desiste dai suoi propositi e continua a mietere vittime.

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Interessante anche la commistione di diversi generi: all’interno dell’horror c’è spazio per il melodramma d’aMMore, per il “musicarello” e per parecchi siparietti comici (uno su tutti: l’interrogatorio dove il tedesco accusa l’italiano, l’italiano accusa il danese e il danese accusa il tedesco, il tutto con un mix di inglese e lingua madre che non potevo non apprezzare), oltre che per parecchie immagini “Kingkongiane”. Quest’ultima caratteristica, in particolare, è interessante visto che King Kong sarebbe uscito solo l’anno dopo. Tuttavia, già qui possiamo vedere il gorilla che si carica in spalla la bella (un attore travestito che trascina un manichino, la stop – motion non era ancora stata considerata!) e comincia a scalare gli edifici; tra l’altro è interessante notare come i primi piani della bestia del Dottor Miracolo siano innegabilmente immagini di uno scimpanzé, mentre nelle inquadrature più distanti la corporatura è quella di un gorilla, come giustamente viene ribadito anche nei dialoghi. Detto questo, credo che Il Dottor Miracolo sia uno dei film in cui i fan potranno vedere Bela Lugosi ancora in forma smagliante, quindi lo consiglio a chi ama il grande attore e anche a chi volesse scoprire o riscoprire il cinema di quegli anni.
 
Robert Florey è il regista della pellicola. Attivissimo fin dagli anni ’20, negli anni ’50 si butta a capofitto nella TV e dirige episodi di telefilm storici come Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà e The Outer Limits. Originario di Parigi, anche sceneggiatore, attore e produttore, è morto nel 1979 all’età di 78 anni.

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Bela Lugosi (vero nome Béla Ferenc Dezsõ Blaskó) interpreta il protagonista, Dottor Mirakle. Il Dracula dell’attore Ungherese è l’icona horror per eccellenza, seconda forse solo al Frankenstein di Boris Karloff; è stata questa rivalità a segnare la vita del povero Bela, in effetti. Se amate Tim Burton e non vi siete persi il suo Ed Wood, capirete perché sono assai parziale quando parlo di Lugosi, e perché non riesco a “condannarlo” per come ha rovinato la sua carriera durante gli ultimi anni di attività, segnati dalla dipendenza da droghe e da un declino personale prima ancora che artistico, legati alle opere del “peggior regista di tutti i tempi”, Ed Wood appunto. Ecco quindi qualche titolo con Lugosi protagonista, che vi consiglio di recuperare, a prescindere dalla loro qualità; oltre al già citato Dracula aggiungo White Zombie, Ninotchka, L’uomo lupo, La iena e, ovviamente, le opere di Ed Wood: Glen or Glenda, Bride of the Monster e Plan 9 from Outer Space, l’ultimo film prima della morte per attacco cardiaco, nel 1956. Aveva 73 anni.

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E ora, un paio di curiosità. Il film fa parte di Shock Theater, un gruppo di 52 film della Universal andati in onda in America nel 1957; Shock Theater era uno di quei programmi che spesso ci vengono mostrati nei film americani, dove un tizio travestito da mostro/vampiro o quant’altro presenta a tarda notte uno o più film horror. Una sorta di Zio Tibia ante litteram, per intenderci. Se Il Dottor Miracolo vi fosse piaciuto, vi consiglio di cercare grandi classici dell’epoca, come King Kong, Frankenstein o Dracula. E ora vi lascio con il trailer originale della pellicola... ENJOY!


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