Finalmente mi ritrovo ad ottemperare alla richiesta dell'adorata Lucia de Il giorno degli zombi, la quale mille anni or sono mi aveva raccomandato di guardare Blu profondo (Deep Blue Sea), diretto nel 1999 dal regista Renny Harlin. Il prossimo film On Demand sarà invece Fuori orario di Martin Scorsese! ENJOY!
Trama: degli scienziati si ritrovano bloccati all'interno di un laboratorio di ricerca situato proprio in mezzo all'oceano, all'interno del quale degli squali potenziati artificialmente danno loro la caccia...
Blu profondo è uno di quei film che anche chi non bazzica il cinema avrà probabilmente intravisto cento volte durante i suoi passaggi televisivi, senza magari prestargli particolare attenzione. Non me ne voglia Lucia ma a me è successo proprio così, tant'è che, durante la visione, un paio di sequenze e di dialoghi si sono riproposti non nuovi alla mia memoria, soprattutto per quanto riguarda una delle scene più cruente ed inaspettate. Diciamo che Blu profondo, almeno per me, è sempre stato uno di quei film da guardare col cervello spento, magari d'estate, quando in TV non passava altro al convento, possibilmente facendo zapping o altre attività, e questa è stata la prima volta che ho messo cuore, attenzione e cervello nell'impresa. Ciò non ha portato ad una rivalutazione della pellicola, che non finirà mai in un'ideale top 10 dei miei film preferiti, però ne ho sicuramente apprezzato lo spirito caciarone ma non raffazzonato, l'entusiasmo di regista e sceneggiatori, la particolarità di alcune scelte narrative prima ancora che registiche. Lasciando perdere l'assunto che da il la alla vicenda (squali che vengono geneticamente modificati onde trovare una cura per l'alzheimer) è interessante vedere come gli sceneggiatori siano riusciti a gestire i personaggi e lo spietato meccanismo che li porta a finire, uno dopo l'altro, nelle fauci degli squali, spiazzando lo spettatore a più riprese. Gli archetipi del genere horror/fantascientifico ci sono tutti: abbiamo l'eroe un po' grezzo, la bella ed intelligente scienziata, il capo carismatico, gli scemi del gruppo e l'inevitabile accozzaglia di carne da macello alla mercé di tre killer pinnuti e in un film simile uno si aspetterebbe che le "gerarchie" venissero rispettate, invece il bello di Blu profondo è che fino alla fine non si può a prevedere chi uscirà vivo dall'esperienza, grazie ad un paio di twist azzeccati (e ad una coerente "punizione") che concorrono ad alzare ancora di più il tasso di tensione già abbondantemente presente nel film, tra acqua, claustrofobici tunnel sottomarini, pesci zannuti, fuoco e tempeste.
Con tutti questi elementi in campo Harlin ha sicuramente avuto un bel da fare a gestire l'intera faccenda, eppure il regista c'è riuscito, e anche bene. Blu profondo vanta infatti un ottimo gusto per l'esagerazione che riesce a non sfociare nel cacofonico (non siamo ai livelli di Sharknado, per dire, e per fortuna) e trasuda tanto di quell'amore per il genere e l'effetto artigianale che è impossibile non volergli bene, anche quando la situazione sbulacca talmente da farti urlare "eeehhhhh???!!!". Io di squali mi intendo poco ma anche se ormai è passato qualche anno dall'uscita di Blu Profondo mi è sembrato che la combinazione di pupazzoni e timida CGI funzionasse ancora alla grande, sia nei campi lunghi che nei primi piani in cui le zannine di questi orrori genetici triturano i poveri malcapitati, per non parlare delle esplosioni e degli altri sanguinosissimi momenti morte&distruzione di cui questo film è pieno. Non sono molte le pellicole, in effetti, che hanno la faccia tosta di mescolare gente che muore masticata malissimo, devastanti incendi a pelo d'acqua, squali che sfondano vetrate nel modo più crudele possibile, discorsi motivazionali dai risvolti imprevedibili e forni utilizzati come improbabili vie di salvezza eppure il finlandese Harlin (prima di ammosciarsi e girare vaccate prive di suspance come Il passo del Diavolo) è riuscito a fare questo e anche altro, realizzando un film con gli squali di una cattiveria totale, capace di inchiodare alla poltrona anche chi questo genere di pellicole non lo ama particolarmente e di farlo divertire come un bambino. Sicuramente, Blu profondo non avrà la stessa raffinatezza de Lo squalo o la capacità di mozzare il respiro come The Shallows o 47 metri (Uscito proprio la settimana scorsa al cinema, non perdetelo!) ma è comunque un onestissimo film di intrattenimento, di quelli che non vengono più girati ahimé, e che merita quindi tutto il rispetto del mondo, sperando che prima o poi Harlin si decida a tornare agli antichi fasti.
Del regista Renny Harlin ho già parlato QUI. Thomas Jane (Carter Blake), Samuel L. Jackson (Russell Franklin), Michael Rapaport (Tom Scoggins) e Stellan Skarsgård (Jim Whitlock) li trovate invece ai rispettivi link.
Saffron Burrows interpreta la dottoressa Susan McAlester. Inglese, ha partecipato a film come Nel nome del padre, Gangster n°1, Frida, Peter Pan, Troy e a serie quali Bones e Agents of S.H.I.E.L.D.. Ha 45 anni e un film in uscita.
LL Cool J (vero nome James Todd Smith) interpreta Preacher. Rapper americano, ha partecipato a film come Toys - Giocattoli, Halloween - 20 anni dopo, Ogni maledetta domenica, Charlie's Angels, S.W.A.T. - Squadra speciale anticrimine e a serie quali Dr. House e 30 Rock, inoltre ha lavorato come doppiatore in American Dad!. Anche produttore, ha 49 anni.
Aida Turturro interpreta Brenda Kerns. Americana, la ricordo per il ruolo di Janice Soprano ne I Soprano, inoltre ha partecipato a film come Tutte le manie di Bob, Misterioso omicidio a Manhattan, Alla ricerca di Jimmy, Junior, Sleepers, Il tocco del male, Al di là della vita, Crocodile Dundee 3 e ad altre serie quali E.R. Medici in prima linea, Medium e Grey's Anatomy. Ha 55 anni e un film in uscita.
Il film ha subito dei rimaneggiamenti dopo i primi test screening, nella fattispecie SPOOOOILERRRR si è deciso di far morire il personaggio della Dottoressa McAlester in quanto "genio malvagio" della situazione riducendo le scene in cui la stessa mostrava un po' più di umanità e, soprattutto, si è deciso di glissare sul fatto che Janice fosse incinta, rendendo così la sua morte meno crudele e più "sopportabile" per lo spettatore. FINE SPOILER. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate i già citati Lo squalo, The Shallows (o Paradise Beach: Dentro l'incubo, titolo italiano tra i più orridi ever) e 47 metri. ENJOY!
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mercoledì 31 maggio 2017
martedì 11 marzo 2014
Kiss of the Damned (2012)
Siccome adoro i vampiri e questo film in particolare aveva attirato la mia attenzione per la bella locandina che c’è sul sito Imdb, qualche sera fa ho deciso di guardare Kiss of the Damned, diretto e sceneggiato nel 2012 dalla regista Xan Cassavetes.
Trama: Djuna è una vampira che vive in un’enorme villa con la sola compagnia di una domestica. Un giorno si innamora, ricambiata, dello sceneggiatore Paolo e lo fa diventare a sua volta un vampiro, cominciando così un’idilliaca vita di coppia che, tuttavia, viene turbata dall’arrivo della folle sorella di Djuna…
Non saprei dire se Kiss of the Damned mi sia piaciuto oppure no. Sarà che ormai sono passati i tempi in cui la figura del vampiro mi affascinava a prescindere, sarà che dopo Spike, Cassidy e i goons di Vampires mi sarei aspettata una rilettura del mito in chiave un po' più realistica, sarà che avevo grandi speranze perché la regista è una donna, sarà che non credo nell'amore a prima vista ma Kiss of the Damned mi è parso spesso troppo anacronistico e compiaciuto e, soprattutto, alla cinematografia vampirica non aggiunge nulla di nuovo. La protagonista, Djuna, è una vampira tormentata dalla sua natura e, dopo quasi un secolo passato a paranoiarsi e trattenere i suoi naturali istinti limitandosi a sbranare animaletti boschivi, trova in una videoteca l'amore della sua vita, il bel Paolo. Ovviamente questo tizio, una volta scoperta la natura di questa donna misteriosa, non sta a farsi tante domande, anzi: diventa prima uno stalker di prim'ordine, poi ovviamente accetta che lei lo faccia diventare nosferatu, non morto. Questo per i primi dieci minuti di film. Poi, per fortuna, arriva Mimi, la sorella zoccola (sia per la promiscuità sessuale che per il grado di stronzaggine) di Djuna, un soffio di aria fresca, per quanto perversa, all'interno di una routine fatta di film in bianco e nero, abiti eleganti, ville di lusso, apericena chic, teatro e discussioni elitarie, tuttavia nemmeno la sua presenza riesce a salvare Kiss of the Damned da una certa, noiosa prevedibilità. Xan Cassavetes rappresenta la figura del vampiro che tutti si aspettano, sia per quel che riguarda la fazione "buona", sia quella "cattiva": i membri della prima sono tutti belli, colti, raffinati, annoiati e ascoltano musica classica, gli altri sono dei metallozzi deviati, una dicotomia che si ripropone, nel caso lo spettatore non avesse ancora capito il concetto, anche nella colonna sonora.
La particolarità della pellicola, se di particolarità si può parlare, è che Xan Cassavetes indugia parecchio sull'aspetto sessuale del vampirismo, nel senso che i due protagonisti copulano di lungo mentre la sorella la da volentieri a destra e manca e la regista si sofferma sui loro amplessi per periodi considerevolmente lunghi. Per carità, la signora ci sa fare con la macchina da presa, le immagini sono tutte molto belle e raffinate, la fotografia è nitida, il montaggio in alcuni momenti è usato con intelligenza, la colonna sonora è particolare (per dire, l'uso del metal tedesco non è cosa comune in un horror americano), il trucco dei vampiri è uno dei più belli visti di recente e anche i costumi sono scelti con gusto, tuttavia i personaggi sono poco approfonditi e molto stereotipati, inoltre non ci sono twist degni di nota, tranne forse per quel riguarda l'ironico finale. Passando agli interpreti, devo ammettere che le attrici sono tutte bravissime. Joséphine De La Baume, che interpreta Djuna, ha una bellezza molto particolare e delicata ed è perfetta per il personaggio ma quella che mi ha colpita maggiormente è Anna Mouglais, che veste i panni della tormentata "matrona" dei vampiri e si rende protagonista dell'unica sequenza davvero intrigante. Non classificato, purtroppo, Milo Ventimiglia: l'ex Peter Petrelli recita da cani, credendosi pure fico (peccato che già in Heroes lo superavano di duecento spanne non solo quel meraviglioso spreco omosessuale che risponde al nome di Zachary Quinto, ma persino il ciccionetto Greg Grunberg ) e per tutto il film si limita a copulare oppure a guardarsi intorno con l'aria scazzata di chi è too sexy for his shirt, too sexy for his shirt, so sexy it hurts. Ma va', vah. Insomma, Kiss of the Damned per essere un'opera prima tecnicamente è fatto benissimo ma soffre di anche troppe ingenuità e, in definitiva, è un film che potrei consigliare agli irriducibili amanti dei vampiri... ma solo se non si aspettano grandi innovazioni di sorta.
Xan Cassavetes (vero nome Alexandra Katherine Cassavetes) è la regista e sceneggiatrice della pellicola, per ora al suo primo e ultimo film. Figlia di John Cassavetes e Gena Rowlands, anche attrice, ha 49 anni.
Joséphine De La Baume interpreta Djuna. Francese, ha partecipato a film come Johnny English - La rinascita e Rush. Ha 30 anni e tre film in uscita.
Milo Ventimiglia (vero nome Milo Anthony Ventimiglia) interpreta Paolo. Indimenticato Peter Petrelli della serie Heroes, lo ricordo anche per film come Cursed - Il maleficio, Rocky Balboa e Un Weekend da bamboccioni 2; inoltre, ha partecipato ad altre serie come Willy il principe di Bel Air, Sabrina vita da strega, CSI - Scena del crimine, Una mamma per amica e doppiato un episodio di Robot Chicken. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 37 anni e quattro film in uscita.
Michael Rapaport interpreta Ben. Caratterista americano, lo ricordo per film come True Romance, Il bacio della morte, Il 6° giorno e Il dottor Dolittle 2, inoltre ha partecipato a serie come Willy il principe di Bel Air, NYPD, ER - Medici in prima linea, Friends, My Name is Earl e Prison Break. Anche regista e produttore, ha 44 anni e due film in uscita.
Tra gli altri interpreti segnalo la già citata Anna Mouglais, che interpreta Xenia e che aveva partecipato al film Romanzo Criminale. Per concludere, se Kiss of the Damned vi fosse piaciuto consiglierei la visione di Intervista col vampiro e Miriam si sveglia a mezzanotte. ENJOY!
Trama: Djuna è una vampira che vive in un’enorme villa con la sola compagnia di una domestica. Un giorno si innamora, ricambiata, dello sceneggiatore Paolo e lo fa diventare a sua volta un vampiro, cominciando così un’idilliaca vita di coppia che, tuttavia, viene turbata dall’arrivo della folle sorella di Djuna…
Non saprei dire se Kiss of the Damned mi sia piaciuto oppure no. Sarà che ormai sono passati i tempi in cui la figura del vampiro mi affascinava a prescindere, sarà che dopo Spike, Cassidy e i goons di Vampires mi sarei aspettata una rilettura del mito in chiave un po' più realistica, sarà che avevo grandi speranze perché la regista è una donna, sarà che non credo nell'amore a prima vista ma Kiss of the Damned mi è parso spesso troppo anacronistico e compiaciuto e, soprattutto, alla cinematografia vampirica non aggiunge nulla di nuovo. La protagonista, Djuna, è una vampira tormentata dalla sua natura e, dopo quasi un secolo passato a paranoiarsi e trattenere i suoi naturali istinti limitandosi a sbranare animaletti boschivi, trova in una videoteca l'amore della sua vita, il bel Paolo. Ovviamente questo tizio, una volta scoperta la natura di questa donna misteriosa, non sta a farsi tante domande, anzi: diventa prima uno stalker di prim'ordine, poi ovviamente accetta che lei lo faccia diventare nosferatu, non morto. Questo per i primi dieci minuti di film. Poi, per fortuna, arriva Mimi, la sorella zoccola (sia per la promiscuità sessuale che per il grado di stronzaggine) di Djuna, un soffio di aria fresca, per quanto perversa, all'interno di una routine fatta di film in bianco e nero, abiti eleganti, ville di lusso, apericena chic, teatro e discussioni elitarie, tuttavia nemmeno la sua presenza riesce a salvare Kiss of the Damned da una certa, noiosa prevedibilità. Xan Cassavetes rappresenta la figura del vampiro che tutti si aspettano, sia per quel che riguarda la fazione "buona", sia quella "cattiva": i membri della prima sono tutti belli, colti, raffinati, annoiati e ascoltano musica classica, gli altri sono dei metallozzi deviati, una dicotomia che si ripropone, nel caso lo spettatore non avesse ancora capito il concetto, anche nella colonna sonora.
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Orrore, questi crateri deturperanno la mia virile beltade! |
Xan Cassavetes (vero nome Alexandra Katherine Cassavetes) è la regista e sceneggiatrice della pellicola, per ora al suo primo e ultimo film. Figlia di John Cassavetes e Gena Rowlands, anche attrice, ha 49 anni.
Joséphine De La Baume interpreta Djuna. Francese, ha partecipato a film come Johnny English - La rinascita e Rush. Ha 30 anni e tre film in uscita.
Milo Ventimiglia (vero nome Milo Anthony Ventimiglia) interpreta Paolo. Indimenticato Peter Petrelli della serie Heroes, lo ricordo anche per film come Cursed - Il maleficio, Rocky Balboa e Un Weekend da bamboccioni 2; inoltre, ha partecipato ad altre serie come Willy il principe di Bel Air, Sabrina vita da strega, CSI - Scena del crimine, Una mamma per amica e doppiato un episodio di Robot Chicken. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 37 anni e quattro film in uscita.
Michael Rapaport interpreta Ben. Caratterista americano, lo ricordo per film come True Romance, Il bacio della morte, Il 6° giorno e Il dottor Dolittle 2, inoltre ha partecipato a serie come Willy il principe di Bel Air, NYPD, ER - Medici in prima linea, Friends, My Name is Earl e Prison Break. Anche regista e produttore, ha 44 anni e due film in uscita.
Tra gli altri interpreti segnalo la già citata Anna Mouglais, che interpreta Xenia e che aveva partecipato al film Romanzo Criminale. Per concludere, se Kiss of the Damned vi fosse piaciuto consiglierei la visione di Intervista col vampiro e Miriam si sveglia a mezzanotte. ENJOY!
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