domenica 14 ottobre 2018

Housewife (2017)

Uno dei film presentati al ToHorror Film Fest e programmato venerdì sera è stato Housewife, diretto e co-sceneggiato nel 2017 dal regista Can Evrenol.


Trama: Holly, traumatizzata da un passato in cui la madre ha massacrato la sorella maggiore e il padre, cerca di vivere un'esistenza normale ma un giorno entra in contatto con una setta i cui membri traggono forza dai sogni...


Un paio di anni fa usciva Baskin. Malato, delirante, con reminescenze fulciane e parecchio splatter, nonostante le sue molte imperfezioni mi aveva fatta ben sperare per quel che riguarda il regista Can Evrenol, tanto che, all'uscita di Housewife, mi sono precipitata subito a guardarlo. Purtroppo, Housewife è un enormissimo NO già fin dal titolo, perché la protagonista, Holly, è tutto meno che una casalinga. Fancazzista sarebbe l'espressione più giusta ma comunque il suo grado di utilità all'interno della società conta davvero poco perché, in soldoni, la pellicola di Evrenol è una sorta di thriller sconfinante nel delirio onirico finale avente per protagonista una donna traumatizzata, che sia o meno casalinga. Per buona parte del film, vediamo dunque la "simpatica" Holly, donna che espleta le sue funzioni fisiologiche in vasche da bagno o lavandini perché da bambina ha visto la sorella venire annegata nel water, vagare per luoghi, sogni e memorie senza suscitare nello spettatore particolare interesse, caratterizzata giusto dalla sua ferma volontà di NON avere un bambino e di essere frigida e talvolta bisessuale, oltre che prona a scarabocchiare roba apocalittica su fogli di carta. A un certo punto, quest'inutile creatura viene introdotta ai riti di una setta il cui capo, un cinolaido di nome Bruce O'Hara, riesce a viaggiare nei sogni altrui e lì per lì, come ha scritto su Facebook il buon Simone facendomi riderissimo, il tizio "la terapizza e le stura LETTERALMENTE il water e poi è guarita e felice!", ma fosse finita lì sarebbe stato meglio. Invece, dopo questa raffinata metafora idraulica, Evrenol si convince di essere un Autore e perde completamente il controllo della sua creatura, dimenticandosi che, se non sei Nicolas Winding Refn o Darren Aronofsky, non conviene abbandonare la sceneggiatura e affidarsi al "così, de botto, senza senso" di Borisiana memoria e dare in pasto allo spettatore immagini schifide dotate di velleità artistiche "perché sì".


Non è questione di non capire una fava, benché ammetta che, a un certo punto, tra piano reale e piano onirico sia andata in marasma fantozziano mandando letteralmente al diavolo Evrenol e socio. Io posso anche aver perso il filo del discorso, va bene, ma se il discorso è semplicemente un'accozzaglia di suggestioni mutuate da altri film che non si ricollegano alle immagini iniziali salvo per una "rivelazione" che, arrivati a quel punto, non interessa davvero più a nessuno, io scoppio a ridere, altro che applaudire. Baskin era malato, rivoltante, sfidava lo spettatore a trarre un senso da quello che veniva mostrato, Housewife è solamente scemo perché cerca di darsi un'importanza che non merita e si prende tremendamente sul serio infilando qui e là scene morbosette affidate ad attori che, santo cielo, non chiamiamoli tali. La protagonista, che di suo brava non è o forse è solo costretta a dare corpo e anima a un personaggio fastidioso, è letteralmente circondata da cani ululanti, col carisma del nulla cosmico; come caposetta e portatore della novella di un'entità Lovecraftiana, il cinogiappocoreanolaido è imbarazzante, non mette inquietudine manco a morire e, al limite, fa venire voglia di urlare "non toccarmi!" sì, ma per lo schifo (poi quando fa tai chi nudo o quando, orrore!, compare all'interno della scopata a tre c'è proprio da sentirsi male), il marito a un certo punto si mette a sibilare, la bionda ricciolina svenevole da il meglio giusto quando viene corcata di mazzate e per il resto gli attori vagamente degni di nota sono forse le ragazzine e la signora all'inizio che poi, in effetti, è l'unica sequenza salvabile del film, anche come regia. Il fatto che a tratti Housewife mi abbia richiamato alla mente Le notti proibite del marchese De Sade e che, più ci penso, più lo ritengo un incrocio tra il "capolavoro" di Hooper, Madre! (magari, gli piacerebbe!) e l'arrogante The Void , filtrato dai colori di Crimson Peak (o della maglia del Genoa, fate voi), non depone molto a favore del film, vero?

NO
Del regista Can Evrenol ho già parlato QUI.


4 commenti:

  1. Esteticamente è un regista che mi piace, questo, ma già il precedente, su altri livelli, mi aveva lasciato freddo e stranito. Non so...
    Anche se lo conoscerai, ti segnalo comunque il fascinosissimo Apostolo!

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    1. L'Apostolo l'ho messo tra i preferiti di Netflix, così da riuscire a vederlo appena possibile.
      Housewife secondo me è uno dei film peggiori usciti dal ToHorror ma ad altri ben più esimi blogger ed appassionati è piaciuto, quindi non saprei davvero cosa dirti!

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  2. Evrenol bravo è bravo, ma secondo me è una persona che ha bisogno di aiuto. Tipo di uno sceneggiatore. Ma non per forza uno che sa scrivere, basta uno che gli sia amico e gli dica per esempio: "Senti Can, questa cosa di lui che le strappa la faccia e la indossa come maschera... Ecco, facciamo che la fai un'altra volta e adesso andiamo avanti con una trama?"

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    1. La cosa della maschera era di un gratuito (ed inutile) che levati. Come più o meno il 90% delle scene del film XD

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