domenica 10 giugno 2018

Cargo (2017)

Ne ho letto recensioni contrastanti ed ero quasi tentata di non guardarlo ma per un caso fortuito qualche sera fa ho recuperato su Netflix il film Cargo, diretto nel 2017 dai registi Ben Howling e Yolanda Ramke, anche sceneggiatrice.


Trama: a seguito di una non ben precisata epidemia che trasforma gli uomini in famelici "vaganti", Andy si ritrova solo con la figlia Rosie, di un anno, costretto a cercare una famiglia a cui affidarla dopo essere stato morso ed infettato a sua volta...



Sarà che sto invecchiando ma ultimamente trovo assai gradevoli quegli horror "poco horror", che puntano maggiormente sull'elemento umano piuttosto che sulle terribili circostanze in cui vengono a trovarsi i protagonisti o su jump scare da due soldi. Cargo, è bene dirlo fin da subito, è un film di una banalità sconcertante, prevedibile dall'inizio alla fine e popolato da personaggi che fanno quello che ci si aspetterebbe in un film a tema "pandemia zombie"; c'è la famigliola costretta a sfaldarsi perché i suoi membri non rispettano le basilari regole di sicurezza che li farebbe altrimenti campare cent'anni, c'è il tizio che ha approfittato dell'epidemia per diventare uno stronzo da primato, c'è la popolazione indigena che, in quanto portatrice di valori antichi, della tragedia che ha colpito la civiltà se ne sbatte abbastanza ed è pronta a prosperare in una landa deserta, mostrando un bel dito medio all'uomo moderno. Tutti questi elementi topici vengono mescolati all'interno di una trama che fin dall'inizio punta alla tragedia senza alcuna possibilità di speranza, col cuore dello spettatore che si stringe sempre di più e cerca di mettere delle barriere per non ritrovarsi sul finale sanguinante e ricoperto di lacrime copiose, mentre i pochi "zombie" che compaiono a mettere in pericolo i protagonisti vengono quasi dismessi come se di loro ce ne fregasse assai poco, cosa che in effetti è. A noi, o perlomeno a me, è fregato solo di Andy, Rose e della giovane aborigena Thoomi, tre vite che a un certo punto si intrecciano dopo essere state mostrate separate per almeno metà pellicola, divise ma parallele; Andy percorre le lande desolate dell'Australia onde cercare una famiglia per Rosie e salvarla, Thoomi invece fugge dalla propria per "salvare" l'anima e il corpo di suo padre, convinta che la malattia sia solo una maledizione alla quale si può porre rimedio, prima che la tribù riesca a uccidere e bruciare l'uomo. Le disavventure di questo piccolo manipolo di disperati sono scandite da un orologio impietoso, che scala le 48 ore rimanenti ad Andy prima di trasformarsi a sua volta e dimenticarsi di Rosie o, ancora peggio, ucciderla... ma, come ho scritto sopra, Cargo non punta sull'ansia trasmessa da questo countdown.


Quello che interessa ai due registi è piuttosto mostrare il coraggio di un uomo buono, la disperazione di chi ama la propria famiglia e sa che non potrà più proteggerla (disperazione che porta a due diversi esiti, uno dei quali assai angosciante e triste...), il dolore che scava dentro e rischia di distruggere una persona, il tutto immerso nel brullo paesaggio Australiano, salvifico e insidioso allo stesso tempo; in una Terra così vasta c'è effettivamente la possibilità di salvarsi da una simile epidemia ma per contro sopravvivere diventa molto difficile, soprattutto per un uomo solo costretto a portarsi in spalla una bimbetta di un anno con esigenze ovviamente particolari. In tutto questo, comunque, quello che ho apprezzato maggiormente è stato Martin Freeman. Ho letto di come i registi abbiano lodato la recitazione dell'esordiente Simone Landers, ragazzina molto sensibile e finalmente "vera", sgamata ma nei limiti del realistico, eppure a me è andato il cuore dietro all'attore inglese, con quel suo volto da uomo "medio" ma buono, il tipico cittadino che non saprebbe sopravvivere un giorno nel bosco ma perlomeno ci prova, per amore della moglie e della figlia; con tutti gli horror (migliori, per carità) visti fino a oggi, vedere questo simpatico attore preda di convulsioni, costretto a sbavare sangue terrorizzando figlia e piccola compagna di viaggio, impegnato ad ricorrere alla soluzione estrema che era il cuore del corto da cui è tratto Cargo, mi ha fatto davvero male. E chiunque non si sia sciolto in lacrime davanti alla scena della piccola Rosie che, con tutta la genuinità che solo un piccolo, paffutissimo ravatto biondo può avere, sbavussa il naso di Martin Freeman a mo' di bacio, è una persona davvero MALE. Mentre io ormai sono una vecchia ciabatta piagnona, lo ammetto.


Di Martin Freeman, che interpreta Andy, ho già parlato QUI.

Ben Howling è il co-regista della pellicola, al suo primo lungometraggio, e ha diretto il corto Cargo. Australiano, è anche produttore e sceneggiatore.
Yolanda Ramke è la co-regista e sceneggiatrice della pellicola, al suo primo lungometraggio, e ha diretto il corto Cargo. Australiana, è anche attrice e produttrice.


Cargo è l'estensione dell'omonimo cortometraggio del 2013, diretto sempre da Ben Howling e Yolanda Ramke. Se il film vi fosse piaciuto recuperatelo e aggiungete magari Contagious: epidemia mortale e gli altri due film nominati QUI.


10 commenti:

  1. L'ho visto anche io qualche giorno fa, controvoglia a dire il vero, e ne sono rimasto abbastanza sorpreso. Non è niente di eccezionale e ha i suoi bei difetti, però non l'ho trovato affatto male.

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    1. Anch'io l'ho visto controvoglia, ne parlano tutti malissimo. Sarà che non cercavo nulla di che ma a me è piaciuto :)

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  2. Un on the road zombesco... Non so, potrei anche vederlo (odio gli zombi, ma qui da come dici pare siano un elemento quasi distante)...

    Moz-

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    1. Non ti aspettare chissà che film, però. E' molto classico, magari prima prova il corto omonimo.

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  3. Devo assolutamente vederlo. Papà lo ha adorato e si è commosso, mi diceva. :)

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    1. Eh, sul finale io ero abbastanza ridotta uno straccio, quindi lo capisco XD

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  4. Se è come Contagious proprio entusiasta di vederlo non sono, ma chissà potrebbe sorprendermi..

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    1. I temi secondo me sono molto simili ma ovviamente hanno due approcci diversi. Dagli una chance, è molto gradevole :)

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  5. Ehm, premesso che non mi aveva convinta neppure il corto, questo l'ho visto per "compromesso" da quieta condivisione tv/netflix/divano. È un brodo lungo del corto con tante scene francamente inutili. Neonata pucciosa a parte, devo essere una persona "MALE" perchè la lacrimuccia non mi è venuta. Voto sufficiente solo rispetto alla media delle produzioni Netflix.

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    1. Sì, ricordavo come non ti fosse piaciuto :)
      A mio avviso, credo di essere stata presa in un momento "buono" in cui guardare Cargo, diversamente magari non mi sarei emozionata neppure io, chissà!

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