Di nuovo, il Bolluomo si è fatto ipnotizzare dall'inizio di un film visto in TV e di nuovo l'ho lasciato fare, ché come al solito ogni lasciata cinematografica con lui è persa. Così è successo che una di queste sere abbiamo guardato I tartassati, diretto e co-sceneggiato nel 1959 da Steno.
Trama: Torquato Pezzella è il proprietario di un elegantissimo negozio di abiti e ha modi creativi di evadere il fisco. I suoi guai cominciano quando l'integerrimo Maresciallo Topponi decide di indagare...
Il Bolluomo è commercialista e non poteva evitare di venire attirato dalle premesse de I tartassati, con leggi radicate nell'economia del dopoguerra e un commercialista interpretato da Louis de Funès un po' troppo allegro e pronto ad assecondare l'evasione fiscale del signor Pezzella dietro lauti compensi. Mi sono fatta ovviamente trascinare dal suo entusiasmo e così mi sono goduta una divertentissima commedia con Totò e Fabrizi, un duo comico che onestamente non conosco troppo, pronti a prendere in giro vizi e virtù italiani in cui ci si può tranquillamente riconoscere ancora oggi. La coppia funziona in virtù delle opposte caratteristiche: laddove il Pezzella di Totò è un furbone matricolato e benestante che cerca ogni pretesto per frodare il fisco (aiutato dal commercialista), il Topponi di Fabrizi è invece un uomo tutto d'un pezzo, assolutamente incorruttibile e apparentemente perfetto sotto ogni punto di vista. Questi due caratteri opposti, uniti alla goffaggine di Pezzella e del suo fido aiutante, daranno il via ad una serie di equivoci ed eventi tragicomici, scatenati dalla ferma volontà del commerciante di ingraziarsi il Maresciallo, magari pungendolo là dove risiede la reale differenza tra i due, ovvero nel portafoglio. I primi tentativi di corruzione del Maresciallo fanno infatti leva sulle comodità della vita moderna più che sull'offerta di denaro contante: un televisore qui, un frigorifero là, tutte cosette sicuramente allettanti per le mogli di un'epoca in cui le famiglie erano costrette a riunirsi in casa di chi era fortunatamente dotato del mezzo televisivo per poterne fruire.
L'umorismo de I tartassati è popolare ma fine, per nulla volgare, e lascia persino spazio a una parentesi sentimentale tipica della commedia dell'arte, in cui i figli risultano versioni più assennate dei genitori, indispensabili per appianare i contrasti "tra vecchi". Inutile dire, purtroppo, che detti figli hanno l'unico pregio di essere giovani e belli, perché ogni scena viene divorata da Totò e Aldo Fabrizi, le vere gioie derivanti dalla visione de I tartassati assieme alla scoperta dell'attore francese Louis de Funès il quale, nonostante funga da spalla di Totò, non rimane indietro in quanto a potenza comica. Continuo a dire che, come già i miei genitori, non sono un'estimatrice folle del Principe De Curtis ma assistere ai duetti tra lui e Aldo Fabrizi, l'uno esagitato e ciarliero, l'altro flemmatico e burbero, è quasi come rivedere le comiche di Stanlio e Ollio e richiama alla mente un tipo di comicità che ha il sapore dell'infanzia, di una semplicità che non coincide mai con la sciatteria, di un'innocenza che traspare anche nel mettere alla berlina l'italiano medio. A proposito di italiano medio, anzi, di "cinefilo medio", troppo spesso ci ritroviamo a snobbare la televisione, io per prima, quando invece a volte propone film vecchissimi ma validi di cui i cataloghi Netflix, Prime ecc. sono sprovvisti e che probabilmente non si trovano nemmeno più in DVD/BluRay o sui servizi streaming non proprio legali (forse giusto su Youtube?), in quanto privi dello status di "cult". I tartassati è un esempio di quanto sopra, nonostante sia rilassante e gradevolissimo, quindi vi consiglierei di recuperarlo al prossimo passaggio televisivo, se siete ignoranti come me e non lo avete mai visto!
Di Totò (Torquato Pezzella) e Aldo Fabrizi (Maresciallo Fabio Topponi) ho già parlato ai rispettivi link.
Steno (al secolo Stefano Vanzina) è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Nato a Roma, ha diretto film come Totò cerca casa, Guardie e ladri, Totò e i re di Roma, Un giorno in pretura, Un americano a Roma, Tempi duri per i vampiri, Letto a tre piazze, I due colonnelli, Arriva Dorellik, Piedone lo sbirro, Piedone a Hong Kong, Febbre da cavallo, Piedone l'africano, Piedone d'Egitto, Banana Joe e Mani di fata. Anche attore, è morto nel 1988 all'età di 71 anni.
Louis de Funès interpreta Ettore. Francese, ha partecipato a film come Una ragazza a Saint Tropez, Fantomas 70, Fantomas minaccia il mondo e Fantomas contro Scotland Yard. Anche sceneggiatore e regista, è morto nel 1983 all'età di 68 anni.
Elena Fabrizi interpreta l'infermiera. Nata a Roma, meglio conosciuta come la Sora Lella, ha partecipato a film come I soliti ignoti, C'eravamo tanto amati, Bianco rosso e Verdone, 7 chili in 7 giorni e Bellifreschi. E' morta nel 1993, all'età di 78 anni.
Del film esiste una versione francese, intitolata Fripouillard et Cie, con meno scene dedicate ad Aldo Fabrizi e maggior spazio per Louis de Funès, compresa un'intera sequenza ambientata in carcere dopo che Ettore viene arrestato per bracconaggio. Se il film vi fosse piaciuto recuperate Guardie e ladri. ENJOY!
Maccheroba vintaggia😀 dopo tanti morti ammazzati e gente problematica che proponi di solito, questo è un pezzo di storia del cinema italiano mica da poco.
RispondiEliminaCi sta benissimo😀
Sono anche io una brava persona a volte u.u
EliminaIn quegli anni si facevano spesso i film in coproduzione e poi venivano rimontati a seconda del paese dove erano distribuiti. Ne esiste anche uno con Franco E Ciccio, Le Spie Vengono Dal Semifreddo dove recita anche Vincent Price (ovviamente nella parte del villain) e la versione americana lascia più spazio a Bill Dexter, l'agente dell' FBI co-protagonista coi due comici siciliani.
RispondiEliminaEcco perché sono felice di aver aperto un blog. Si vengono a sapere un sacco di cose interessanti!
EliminaQuesto non l'ho visto, ma Totò e Fabrizi sono sempre formidabili. Oltretutto la regia è di Steno, vale a dire uno dei registi italiani più longevi e "mestieranti", che non dirigeva mai film d'autore ma sapeva arrivare eccome al cuore del pubblico, da onesto artigiano del cinema, sempre con umiltà, rispetto e mai con volgarità. I suoi figli purtroppo non hanno preso da lui...
RispondiEliminaEsatto. Lo stacco tra generazioni è davvero triste, specchio dei tempi in cui ci troviamo, comunque, e dell'umorismo che piace al giorno d'oggi.
EliminaVisto ovviamente cento volte e, sempre con lo stesso entusiasmo, sarei pronto a rivedermelo altre cento. Ho sempre preferito la coppia Totò-Fabrizi a quella Totò-Peppino proprio perché, per Totò, mi pare funzioni meglio una spalla burbera di una maschera triste.
RispondiEliminaTra l'altro quel particolare dei figli che risultano versioni più assennate dei genitori è alla base anche dell'altro grande capolavoro della coppia: "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi".
Ci credi che di Totò e Peppino no ho mai visto nulla?
EliminaPer il resto penso proprio che d'ora in avanti starò attenta ai vari passaggi televisivi della coppia Totò-Fabrizi!
Il Bolluomo ha ottimi gusti, se ti va aggiungo un paio di elementi in più. Della versione francese, con maggior spazio a De Funes hai già detto tu, io ricordo anche che Fabbrizi e Totò funzionavano molto perché i due rivali sul lavoro erano ottimi amici nella vita, lo stesso Aldo ricordò più volte che quando lui ed il Principe della Risata si trovavano a lavorare assieme spesso e voletieri si inventavano sul momento le battute (ma per Totò questa era la norma al Cinema)ed andavano avanti finché o non veniva loro da ridere o fino al momento in cui il regista doveva fermare le riprese perché ridevano gli operatori e che lavorare con Totò era un piacere dal momento che dalla bocca del comico napoletano non uscivano mai cattiverie nei confronti dei colleghi. Ma anche il rapporto tra Totò e De Funes fu ottimo, all'inizio il Principe svelò ai giornalisti che con l'attore francese nonostante le difficoltà della lingua si erano intesi benissimo. Dico difficoltà della lingua perchè de Funes da buon francese non parlava nessuna lingua straniera mentre la conoscenza del francese da parte di Totò era basilare, nonostante questo i due lavorarono benissimo assieme (fecero anche un altro film in coppia), divennero ottimi amici e nel corso degli anni successivi De Funes divenne il doppiatore di Totò quando i suoi film vennero importati oltralpe.
RispondiEliminaCiao! :)
Grazie mille per le informazioni in più, a me questi retroscena piacciono sempre tantissimo :)
EliminaI cari vecchi classici che non deludono mai, e di cui oggi si ha tanta nostalgia. Anche io come altri preferisco la coppia Totò- Fabrizi anche se Peppino non l disdegno di certo! Se vuoi ti consiglio "Guardie e ladri" per me è ancora meglio di questo, con in più un giovanissimo Carlo Delle Piane nel ruolo dello sgamato figlio di Totò che dà lezioni di vita all'ingenuo figlio del Fabrizi.
RispondiEliminaDai, appena ho un po' di tempo lo recupero :)
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