Oggi si torna a parlare dell'amico
Rob Zombie, regista e sceneggiatore di
31, uno degli horror che non dovete assolutamente perdere quest'anno.
Trama:
la notte di Halloween un gruppo di giostrai viene costretto a partecipare al terrificante survival game 31, che prevede un ambiente dal quale non è possibile uscire e un gruppo di killer travestiti da clown.
Ormai lo avrete letto in ogni blog, sito e rivista che conta:
Rob Zombie è tornato. Intendiamoci, per me si era giusto un po' allontanato, anche perché, sinceramente, a me erano piaciuti sia
Halloween - The Beginning sia il tanto vituperato
Le streghe di Salem, ma devo ammettere che le vette de
La casa dei 1000 corpi e, soprattutto, di quel capolavoro che era
La casa del diavolo erano ben lontane dalle sue ultime opere. Con
31, Rob è tornato a fare quello che gli riesce meglio, ovvero riunire un branco di personaggi brutti, sporchi e cattivi, e farli interagire nel peggiore dei modi possibili, con una piccola differenza. Se in
La casa dei 1000 corpi avevamo il solito gruppetto di teenager insopportabili dati in pasto a degli psicopatici, cosa che portava lo spettatore a non parteggiare né per gli uni né per gli altri (anzi, forse un po' più per gli psicopatici), e in
La casa del diavolo il regista era riuscito addirittura a portare lo spettatore a vergognarsi di provare qualcosa per i "cattivi", qui i sentimenti che mi hanno mossa durante la visione del film sono stati ancora diversi. E' impossibile, infatti, non empatizzare con Charly, Roscoe, Venus e compagnia, artisti di strada talmente uniti da poter tranquillamente venire definiti una famiglia e non proprio quelli che chiameremmo degli stinchi di santo: rozzi, trasandati e dediti ad alcool e droghe, i protagonisti di
31 vivono alla giornata in un mondo di libertà assoluta, forse non assolutamente soddisfacente ma comunque l'unico dal quale riescono a trarre sostentamento, cercando tra spostamenti ed espedienti di rimanere fuori dalla strada e da un destino di povertà e degrado. Quando i nostri si vedono uccidere alcuni membri della "famiglia", prima di venire rapiti e inseriti a forza in un gioco patrocinato da ricconi annoiati, qualcosa si spezza in loro e nello spettatore, che di fatto soffre a vederli alla mercé dei terrificanti clown che infestano il luogo. Allo stesso tempo, è difficile non rimanere affascinati da personaggi iconici quali l'inquietante Doom-Head, killer folle e raffinato dall'eloquio ipnotico e dal sorriso agghiacciante, capo ideale del resto della marmaglia partorita dalla mente deviata di
Rob Zombie.
Forse solo
Alex De La Iglesia avrebbe avuto l'ardire di portare sul grande schermo nani messicani nazisti (comunque, Rob, io aspetto ancora un lungometraggio su
Werewolf Women of the SS, sallo) e teutonici giganti in tutù ad accompagnare più prosaici ma non meno sanguinosi
redneck col cerone da clown e la pettorina, tutti al servizio di tre vecchi catananni conciati come il Conte Uguccione e la Madre di Jean Claude in
Sensualità a Corte e già solo questo meriterebbe a
Rob Zombie un plauso. Ma, non contento, il regista ha scelto di nobilitare questo sanguinoso trionfo di follia e grezzume con una splendida introduzione in bianco e nero, dove tanto è pulita e nitida la fotografia quanto è ruzzo il terrificante
Richard Brake, e col finale più bello e poetico mai visto quest'anno in un horror: le immagini finali di
31, che ovviamente non vi spoilero, concentrano tutta la follia, il desiderio di sopravvivere e combattere, la comunione di due animi affini che solo una parvenza di civiltà ha fatto evolvere in maniera differente, in due intensissimi minuti accompagnati dall'evocativa
Dream On degli
Aerosmith, mai così bella e adatta all'atmosfera. Vi assicuro che, di fronte ad una simile conclusione, il resto del film, per quanto pregevole (soprattutto per ciò che riguarda le scenografie claustrofobiche ed oscure, il make up dei vari clown e la coraggiosa bellezza naturale di
Meg Foster), scompare. Quel che ancora non è scomparso, dopo quasi una settimana dalla visione di
31, è l'ammirazione spropositata per l'attore
Richard Brake il quale, come ho scritto su
Facebook appena finito il film, sarebbe in grado di cancellare con uno sputacchio sanguinoso le interpretazioni di
Jared Leto e Heath Ledger per diventare il Joker migliore di sempre, possibilmente accompagnato da una Harley Quinn interpretata da
Sheri Moon Zombie. Dolce Sheri, poi dovrai spiegarmi come diamine fai, all'età di quasi 50 anni, ad essere ancora così gnocca, secca e sexy al punto che tuo marito non riesce a staccarti la cinepresa di dosso né a smettere di vantarsi inguainandoti dentro quella robetta che poco lascia all'immaginazione ma, se il risultato è quello di spingerlo a girare film come
31, accetto con filosofia la cosa e più non dimando!
Del regista e sceneggiatore
Rob Zombie ho già parlato
QUI.
Sheri Moon Zombie (Charly),
Jeff Daniel Phillips (Roscoe Pepper),
Meg Foster (Venus Virgo),
Malcom McDowell (Father Murder),
Judy Geeson (Sister Dragon) e
Richard Brake (Doom-Head) li trovate invece ai rispettivi link.
Lew Temple interpreta Psycho-Head. Americano, ha partecipato a film come
La casa del diavolo, Non aprite quella porta: l'inizio, Déjà Vu, Halloween: The Beginning, The Lone Ranger e a serie come
Walker Texas Ranger, CSI: Miami, Criminal Minds e
The Walking Dead. Ha 49 anni e quattordici film in uscita.
Se
31 vi fosse piaciuto recuperate i già citati
La casa dei 1000 corpi e
La casa del diavolo. ENJOY!