Ce ne ho messo di tempo ma finalmente, dopo che mi è stato consigliato da mille persone, sono riuscita a guardare Ballata dell'odio e dell'amore (Balada triste de trompeta), diretto e sceneggiato nel 2010 dal regista Álex de la Iglesia.
Trama: dopo un'infanzia sciagurata nella quale è stato costretto a vedere prima arrestare e poi morire il padre, Javier decide di continuare la tradizione di famiglia e diventare un pagliaccio, sebbene il suo passato lo costringa necessariamente ad essere quello triste. Lavorando al circo si innamora dell'acrobata Natalia, vittima delle violenze del fidanzato Sergio, il clown felice: da questo sentimento nascerà un triangolo che porterà i tre alla follia...
Mi dispiace sempre deludere le poche persone che leggono questo blog e, sopratutto, mi dispiace deludere Silly che ama alla follia questo film ma io (e l'amico Toto con me) non sono tanto riuscita a capire o ad apprezzare La ballata dell'odio e dell'amore, nonostante ne abbia riconosciuto la particolarità e la genialità. Probabilmente perché tutte le nozioni di storia spagnola che mi sono state inculcate ai tempi dell'università ormai sono sparite dal mio cervellino e purtroppo per godere al meglio della trama e delle metafore del film sarebbe stata necessaria un po' di conoscenza dell'argomento "Guerra civile, regime Franchista, attentati dell'ETA" o forse perché avrei voluto vedere morti i due terzi del triangolo formato da Javier, Natalia e Sergio (ma probabilmente anche perché a un certo punto, come gli accade spesso, de la Iglesia perde un po' il filo della trama e della consecutio temporum, dando parecchie cose per scontate e senza offrire spiegazioni logiche allo spettatore). La storia raccontata in La ballata dell'odio e dell'amore infatti comincia negli anni della guerra civile spagnola, continua durante il regime franchista e si conclude poco prima della morte del Generalissimo, quando i ribelli cercavano di fare fuori i suoi alleati con terrificanti e sanguinosi attentati, e il rapporto che viene ad instaurarsi tra i tre protagonisti si interseca alla storia della Spagna, riproponendola in piccolo: Natalia è il popolo spagnolo, soggiogato dalla repressione e dalla violenza ma beatamente incapace di sottrarsi ai soprusi del suo amante, Sergio è il dittatore che con pugno di ferro governa non solo la mente e il cuore di Natalia ma anche l'intera vita del circo (per il loro bene, ovviamente. Poi esagera ma in fondo gli dispiace, e certo) mentre Javier è il clown triste, il terrorista esasperato che vorrebbe ribellarsi e riprendersi la Spagna ma purtroppo, portato alla follia dalla sottomissione del popolo bue e dalle proprie visionarie convinzioni, non riesce a trovare un metodo non violento per riuscire nei suoi intenti. La Spagna, dunque, vista come un circo di freaks dove le violenze e i soprusi sono all'ordine del giorno, l'amore è un sentimento da operetta buono solo per i musicarelli al cinema e il clown triste se la prende sempre nello stoppino, vessato da chiunque perché ingenuo e di buon cuore, oppure deve perdere ogni vestigia di umanità diventando un mostro animalesco.
Al di là della trama che, per vari motivi, non è riuscita ad entusiasmarmi rimane però il genio visionario di de la Iglesia, che non può lasciare indifferenti. I suoi clown sanguinari più che terrorizzare il pubblico lo sconvolgono marchiandogli a fuoco il cervello con delle icone devastanti come il pagliaccio "donna" col machete o il pagliaccio triste dal volto sfigurato e la mitra papale, simbolo iconoclasta di follia religiosa e amorosa. Impossibile, inoltre, non rimanere basiti davanti ai freaks che popolano il circo e alle loro storie grottesche e surreali, come il domatore di elefanti che ha visto la moglie morire sotto il peso di un'elefantessa gelosa oppure il "motociclista fantasma", pronto a schiantarsi contro i muri per amor della velocità. Non mancano intere sequenze di inaudita violenza fisica in cui de la Iglesia da sfogo ad esplosioni (la più spettacolare, per inciso, è realmente avvenuta), bagni di sangue o sconvolgenti mix di eros e thanatos ma l'aspetto più disturbante di La ballata dell'odio e dell'amore è sicuramente la violenza psicologica alla quale vengono sottoposti (e si sottopongono, talvolta, volutamente) tutti i personaggi, anche i più negativi, persi in un vortice di autodistruzione che li rende inevitabilmente protagonisti di una tragedia annunciata; personalmente, l'unica scena che non dimenticherò mai sarà la grottesca ed angosciante sequenza finale in cui i pagliacci, di fronte alla conclusione definitiva della loro vicenda, si confrontano diventando le imbarazzanti e mostruose caricature dei loro stessi personaggi di finzione. A tal proposito, gli attori sono tutti favolosi, in primis Carlos Areces e Antonio De La Torre, ma mi tocca spezzare una lancia anche per la fascinosa Carolina Bang, costretta in un personaggio odioso e anche l'unica donna al mondo in grado di cacciare degli urli mi sentiti prima sullo schermo! Quindi, insomma, non è che La ballata dell'odio e dell'amore non mi sia piaciuto ma come spesso succede mi condizionano le simpatie o le antipatie verso i protagonisti e stavolta volevo bene solo a Javier, inoltre la prima parte della pellicola è molto più interessante e coerente della seconda, dispersiva e tirata per le lunghe. Non un diludendo, questo no, ma mi aspettavo molto meglio!! Scusa ancora Silly!!!
Del regista e sceneggiatore Álex de la Iglesia ho già parlato QUI mentre Carolina Bang (Natalia) e Santiago Segura (il padre di Javier) li trovate ai rispettivi link.
Carlos Areces interpreta Javier, il clown triste. Spagnolo, ha partecipato a film come Gli amanti passeggeri e Las brujas de Zugarramurdi. Anche sceneggiatore e animatore, ha 39 anni e quattro film in uscita.
Antonio De La Torre (vero nome Antonio de la Torre Martín) interpreta Sergio, il clown felice. Spagnolo, ha partecipato a film come Il giorno della bestia, Volver e Gli amanti passeggeri. Anche produttore, ha 47 anni e due film in uscita.
Tra i mille habitué dei film di de la Iglesia segnalo la presenza di Manuel Tallafé (Ramiro) ed Enrique Villén (Andrés) mentre il film visto da Javier al cinema è Sin un adiós, dove il cantante Raphael si profonde per l'appunto nella canzone Balada de la trompeta. Detto questo, se Ballata dell'odio e dell'amore vi fosse piaciuto recuperate l'altrettanto delirante Santa Sangre. ENJOY!
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domenica 5 luglio 2015
martedì 30 giugno 2015
Musarañas (2014)
Dopo averne letto benissimo praticamente ovunque, finalmente sono riuscita anche io a recuperare Musarañas, diretto nel 2014 dai registi Juanfer Andrés ed Esteban Roel.
Trama: al tempo del regime Franchista, due sorelle vivono
assieme nello stesso appartamento e la più giovane è vittima della follia
crescente della sorella maggiore Montse che, a causa di terribili traumi
infantili, non è mai uscita di casa. La situazione peggiora quando un vicino di
casa è costretto a chiedere asilo proprio a Montse…
Quando ho cominciato a sentire nominare Musarañas in giro
per la rete, ancor peggio dopo aver letto il titolo inglese, Shrew’s Nest, mi è
ovviamente venuto in mente l’orrido Night of the Killer Shrews, uno dei film
più trash della storia del cinema, dove branchi di topi mutanti (interpretati
da cani travestiti) asserragliavano un gruppo di sparuti esseri umani. Erano i
tempi della fantascienza d’accatto USA ma il toporagno è un animaletto
peculiare, timidino, anche un po’ stronzetto, non bisogna tirarlo fuori a forza
dal suo nido e trasformarlo in un mostro da due soldi, bensì bisogna avere
pazienza e ritrarlo come merita, rispettando i suoi spazi e gli ambienti chiusi
che gli sono consoni. Gli spagnoli Juanfer Andrés ed Esteban Roel sono riusciti
con pazienza ad addomesticare la bestiola e hanno creato così un
claustrofobico, meraviglioso thriller/horror psicologico di quelli che
piacciono tanto a me, giocato soprattutto sulle interpretazioni delle
fantastiche attrici principali e quasi interamente girato all’interno delle
ristrette quattro mura di un appartamento. Musarañas racconta la storia di due
donne apparentemente diverse ma in realtà più simili di quanto loro stesse
vorrebbero ammettere, intrappolate non solo dalle loro fobie, dai traumi del
passato o da un difficile affetto reciproco ma anche dalla società, dalla
guerra, dalla dittatura: negli anni '50 si era in pieno regime Franchista e la Spagna era uno stato profondamente cattolico e questi due elementi "coercitivi" risultano fondamentali all'interno della pellicola, soprattutto per capire la psicologia delle due protagoniste e contestualizzare alcuni comportamenti dei personaggi. I mille segreti che circondano Montse affondano infatti le radici nella guerra e nella natura maschilista della società dell'epoca e lo strano rapporto con la sorella è legato a doppio filo con una concezione fortemente repressiva del cattolicesimo mentre la sorella incarna la Spagna che vorrebbe rinascere, che vede nella fine della guerra la possibilità di ottenere un futuro di libertà e amore. Tutti questi elementi si fondono alla perfezione con una storia che li sfrutta appieno per alimentare fobie, follia e un'incontrollabile escalation di violenza e sangue.
Detto questo, pur essendo un thriller psicologico Musarañas non lesina momenti molto gore che in qualche modo danno "sfogo" ad una componente di altissima tensione che altrimenti risulterebbe insostenibile; le riprese di Juanfer Andrés ed Esteban Roel riescono infatti a rendere l'appartamento di Montse una "tana" vera e propria, quasi interamente impenetrabile al mondo esterno, con due unici accessi rappresentati da una finestra e una porta che tuttavia da sulle scale di un condominio, quindi un altro luogo chiuso e labirintico, inoltre la soffocante presenza della protagonista funge già di per sé da elemento ansiogeno. Macarena Goméz, come direbbe Silly, ha una "perfetta faccia da toporagno" e i suoi occhi enormi e spiritati sembrano volere inghiottire lo spettatore all'interno degli abissi di follia del personaggio, che l'attrice peraltro riesce ad interpretare senza mai renderlo ridicolo, neppure una volta. Attorno alla bravissima Macarena gravitano attori altrettanto bravi come Hugo Silva e Carolina Bang, già visti ed apprezzati ne Las Brujas de Zugarramurdi (Musarañas è stato prodotto da Alex de la Iglesia, mica pizza e fichi!!), l'inquietante e cattivissimo Luis Tosar e l'ambigua Nadia de Santiago, che interpreta la sorella di Montse e vi assicuro che nasconde più di una sorpresa, nonostante l'apparente tranquillità del personaggio. Devo dire che da una produzione di De la Iglesia mi sarei aspettata roboanti e trashissime scene di violenza e grottesco, invece Musarañas è di una bellezza quasi classica, un dramma da camera che si trasforma in un horror degno di quella new wave spagnola che tanto sta offrendo ad un genere ancora in grado, soprattutto al di fuori degli USA, di regalare delle bellissime sorprese! Vi consiglio di andare a caccia di questo Musarañas e di incrociare le dita perché venga distribuito anche in Italia prima o poi!!
Lo spagnolo Juanfer Andrés è il co- regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. E' affiancato dal messicano Esteban Roel, a sua volta alla prima esperienza "importante" dietro la macchina da presa dopo avere partecipato a parecchie serie TV come attore.
Macarena Gómez (vero nome Macarena Gómez Traseira) interpreta Montse. Spagnola, ha partecipato a film come Dagon - La mutazione del male e Las Brujas de Zugarramurdi. Ha 37 anni e un film in uscita.
Hugo Silva (vero nome Rafael Hugo Fernández Silva) interpreta Carlos. Spagnolo, ha partecipato a film come Gli amanti passeggeri e Las Brujas de Zugarramurdi. Ha 38 anni e quattro film in uscita.
Luis Tosar (vero nome Luis López Tosar) interpreta il padre di Montse. Spagnolo, ha partecipato a film come Miami Vice e Bed Time. Anche produttore e sceneggiatore, ha 44 anni e quattro film in uscita.
Carolina Bang (vero nome Carolina Herrera Bang) interpreta Elisa. Spagnola, moglie di Alex de la Iglesia, ha partecipato a film come Ballata dell'odio e dell'amore, Las Brujas de Zugarramurdi e a serie come Velvet. Anche produttrice, ha 30 anni e un film in uscita.
Anche Gracia Olayo, che interpreta Doña Puri, aveva lavorato già col produttore Alex de la Iglesia in La ballata dell'odio e dell'amore. Detto questo, se Musarañas vi fosse piaciuto recuperate assolutamente Che fine ha fatto Baby Jane? e Misery non deve morire. ENJOY!
Lo spagnolo Juanfer Andrés è il co- regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. E' affiancato dal messicano Esteban Roel, a sua volta alla prima esperienza "importante" dietro la macchina da presa dopo avere partecipato a parecchie serie TV come attore.
Macarena Gómez (vero nome Macarena Gómez Traseira) interpreta Montse. Spagnola, ha partecipato a film come Dagon - La mutazione del male e Las Brujas de Zugarramurdi. Ha 37 anni e un film in uscita.
Hugo Silva (vero nome Rafael Hugo Fernández Silva) interpreta Carlos. Spagnolo, ha partecipato a film come Gli amanti passeggeri e Las Brujas de Zugarramurdi. Ha 38 anni e quattro film in uscita.
Luis Tosar (vero nome Luis López Tosar) interpreta il padre di Montse. Spagnolo, ha partecipato a film come Miami Vice e Bed Time. Anche produttore e sceneggiatore, ha 44 anni e quattro film in uscita.
Carolina Bang (vero nome Carolina Herrera Bang) interpreta Elisa. Spagnola, moglie di Alex de la Iglesia, ha partecipato a film come Ballata dell'odio e dell'amore, Las Brujas de Zugarramurdi e a serie come Velvet. Anche produttrice, ha 30 anni e un film in uscita.
Anche Gracia Olayo, che interpreta Doña Puri, aveva lavorato già col produttore Alex de la Iglesia in La ballata dell'odio e dell'amore. Detto questo, se Musarañas vi fosse piaciuto recuperate assolutamente Che fine ha fatto Baby Jane? e Misery non deve morire. ENJOY!
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