A 'sto giro il ripasso è stato facile ed indolore visto che la saga americana di The Ring si era fermata nel 2005 con The Ring 2 (The Ring Two), diretto nientemeno che da Hideo Nakata.
Trama: Rachel e il figlio Aidan hanno cambiato città ma lo spirito inquieto di Samara non smette di perseguitarli, persino senza l'ausilio della fatale videocassetta...
A scanso di equivoci, The Ring 2 mi era sembrato una camurrìa già all'epoca dell'uscita cinematografica e la mia difficoltà a tenere gli occhi aperti durante la visione recente ha confermato la mia impressione. Ha un bel da fare Hideo Nakata a creare immagini oniriche, eleganti richiami all'acqua, sequenze incentrate su Samara che non si limitino a ricopiare pedissequamente quelle giapponesi o le più famose del remake americano, il problema di The Ring 2 è che la trama non solo è soporifera ma anche di una banalità sconcertante. Messa da parte la maledizione della videocassetta (alla quale si accenna giusto all'inizio ma andrebbe visto il corto Rings per capire l'estensione ormai virale del video maledetto), The Ring 2 si concentra quasi esclusivamente sul passato di Samara e sul fatto che la pargola defunta si è incapricciata di Rachel, probabilmente perchè è stata l'unica ad averle dato attenzione nel corso degli anni. Siccome Rachel l'ha di fatto "liberata" alla fine del film precedente, Samara non è intenzionata ad ucciderla, bensì a farla diventare la propria mamma, e per fare questo cerca di possedere il bimbo più inquietante del mondo, quell'Aidan che crescendo non è migliorato affatto, per inciso. Il film dunque procede lento, lentissimo, tra visioni di Samara che ogni tanto spunta tra le ombre, cervi che si catafrangono sulle automobili, bambini sempre più freddi e molli, tv che si accendono da sole, scorci di passato, fenomenali poteri psichici e l'onnipresente pozzo. Insomma, basterebbe togliere Samara dall'equazione ma il risultato cambierebbe poco e avremmo probabilmente l'ennesimo film imperniato sulle possessioni demoniache o spirituali, una sorta de Il presagio meets J-Horror, con risultati a dir poco risibili.
Quindi, in sostanza, non saprei cosa altro dire su The Ring 2 se non sottolineare il modo elegante e paraculo con cui lo sceneggiatore Ehren Kruger ha scelto di sorvolare non solo sulla trama di Ringu 2, fatta di maledizioni perpetrate nel tempo, spiriti che si moltiplicano a causa della codardia dei coinvolti (e pensare che il corto Rings, sempre sceneggiato da lui, faceva ben sperare!) e stranissimi esorcismi elettronici ma anche sulla trama di Spiral, che probabilmente avrebbe mandato in pappa il cervello di qualsiasi americano tanto folle da guardarlo. Per quanto riguarda gli effetti speciali, non si distaccano dalle soluzioni trovate in The Ring, l'unica differenza è una terrificante ed efficace scalata del pozzo da parte di Samara (l'unico momento che mi ha messo davvero i brividi), per il resto le immagini televisive mi sono sembrate ancora più fasulle e il make up della mostrA anche troppo invasivo, oltre che poco fantasioso, però sono molto belli i giochi d'acqua, preponderanti rispetto al primo capitolo. Tra gli attori, segnalo la presenza di Sissy Spacek nei panni della vera madre di Samara, un ruolo che non le rende affatto giustizia, mentre Naomi Watts e il piccolo Aidan Dorfman, all'epoca ormai dodicenne e meno "bimbo" rispetto al primo film quindi ancora più inquietante, portano a casa la pagnotta ma senza sforzarsi più di tanto, quasi non ci credessero neppure loro, nonostante il film sia parecchio imperniato sul difficile recupero di un rapporto madre-figlio tra i due. Insomma, The Ring 2 non è un film memorabile e già dodici anni fa mostrava come il franchise avesse ormai più poco da dire quindi non oso immaginare cosa tireranno fuori col terzo capitolo. Attendiamo con (s)fiducia.
Del regista Hideo Nakata ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Gary Cole (Martin Savide), Sissy Spacek (Evelyn), Ryan Merriman (Jake), Emily Vancamp (Emily) e Daveigh Chase (che compare come Samara solo negli spezzoni presi dal film precedente) li trovate invece ai rispettivi link.
Simon Baker (vero nome Simon Baker-Denny) interpreta Max Rourke. Australiano, ha partecipato a film come L.A. Confidential, L'intrigo della collana, La terra dei morti viventi, Il diavolo veste Prada e serie quali I racconti della cripta, Home and Away e soprattutto The Mentalist. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 48 anni e un film in uscita.
Elizabeth Perkins interpreta la Dottoressa Emma Temple. Americana, ha partecipato a film come Big, I Flinstones, Miracolo nella 34sima strada, Pazzi in Alabama, 28 giorni, Come cani & gatti, Ghostbusters e a serie quali Monk e Weeds; come doppiatrice ha lavorato in Alla ricerca di Nemo. Ha 47 anni e un film in uscita.
Questo avrebbe dovuto essere il film d'esordio di Mary Elizabeth Winstead, che interpreta la giovane Emily, ma purtroppo le sue scene si vedono solo nella versione unrated di The Ring 2; Richard Kelly e Noam Murro hanno invece rifiutato di dirigere la pellicola, lasciando il posto a Hideo Nakata che, per la cronaca, aveva già diretto il Ring giapponese. Come già detto nel post, The Ring 2 segue The Ring ed ignora completamente Ringu 2 e Rasen ma se vi interessasse sapere come sono connessi i vari film vi rimando alle note del post su The Ring, così se il film vi fosse piaciuto sapete cosa recuperare. ENJOY!
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martedì 14 marzo 2017
domenica 12 marzo 2017
The Ring (2002)
Siccome il 16 marzo dovrebbe uscire The Ring 3 in tutta Italia e probabilmente anche a Savona, ho deciso di fare un po' di ripasso con i remake americani della saga nipponica dedicata a Samara/Sadako, cominciando proprio con The Ring, diretto nel 2002 dal regista Gore Verbinski.
Trama: dopo la morte della nipote in circostanze misteriose, la giornalista Rachel comincia ad indagare e scopre l'esistenza di una videocassetta che condanna lo spettatore a morire sette giorni dopo averla guardata.
Questo sarà un post strano, diviso tra passato e presente, nel quale cercherò di essere più sentimentale e allo stesso tempo più obiettiva possibile. Cominciamo per l'appunto con un momento amarcord. Quella sera lontana di ormai quindici anni fa, seduta al cinema e pronta a guardare The Ring, non avevo assolutamente idea del fatto che esistessero i film di Hideo Nakata o, meglio, lo sapevo ma non avendoli mai visti ero assolutamente "vergine" e la storia di Samara e della videocassetta maledetta mi aveva colta impreparata e conseguentemente uccisa di paura. Ricordo in particolare (e come faccio a dimenticarlo) di essere quasi morta durante la sequenza finale, quella che mostra il destino di chi arriva al settimo giorno e si ritrova alla mercé della cattivissima ragazzina; l'immagine della mocciosa dai lunghi capelli neri che, tra scatti, freeze frame e stacchi improvvisi di montaggio, usciva dalla TV pronta a ghermire il malcapitato di turno mi aveva sconvolta al punto che, arrivata a casa, avevo staccato le spine di tutti gli apparecchi televisivi e, per buona misura, li avevo anche coperti con un asciugamano, per la gioia di mia madre che si era finalmente resa conto di avere una figlia scema. Dopo quella volta, ho rivisto The Ring almeno in altre 3/4 occasioni, l'ultima assieme al Bolluomo (visione interrotta da un blackout che ha convinto il povero Mirco, già impaurito di suo, a non proseguire oltre), e non sono mai riuscita a voler male al remake di Verbinski, nonostante risulti, se paragonato all'originale nipponico, la solita pappetta premasticata e sputata nel piatto del pubblico bue occidentale che abbisogna di spiegoni, retroscena, effetti speciali e make-up ben preciso, così da non lasciare nulla al dubbio o all'immaginazione. Col tempo, fortunatamente, si è attenuata un po' la paura di Samara, sebbene sia la sequenza iniziale che la già citata scena finale mi stringano ancora oggi il petto e non possa quindi dire che The Ring sia un film noioso o poco efficace, eppure riguardandolo qualche sera fa ho dovuto constatare che qualcosa è cambiato in me oppure che gli anni non sono stati proprio clementi con questa pellicola.
Rivedendo The Ring per la quinta volta sono stata colpita come un maglio dalla sua aria "finta". La fotografia è piagata da un filtro che rende ogni immagine verdastra (il che ha senso visto il legame tra Samara e l'acqua) e le immagini dell'acero ripreso al tramonto feriscono gli occhi per quanto sono alterate digitalmente; sicuramente è una scelta stilistica, come se i personaggi dopo aver visto la videocassetta maledetta fossero letteralmente entrati in una dimensione "altra", irreale, però credetemi se dico che i quindici anni passati si sentono tutti. Lo stesso vale per il video di Samara, che a differenza dell'originale giapponese sembra davvero "il lavoro di uno studente di cinema" (come viene detto ironicamente nel film), privo di anima e mai davvero inquietante, per non parlare di alcuni elementi tratti direttamente da esso, come la disgustosa scolopendra in CGI che sembra appiccicata allo schermo (a differenza della mosca. Quella è sempre molto realistica). Purtroppo, anche la sequenza incriminata, ovvero quella in cui Samara esce finalmente dallo schermo, sta cominciando a mostrare il fianco, non tanto per quel che riguarda l'atmosfera quanto proprio per l'effetto digitale che sta dietro alla costruzione della stessa: paradossalmente, nonostante la versione giapponese sia più artigianale, Ringu fa molta più paura, anche grazie all'utilizzo di una colonna sonora capace di fare accapponare la pelle, elemento di cui il film di Verbinski difetta. Quello che è ancora oggi molto apprezzabile è invece la scelta della carismatica Naomi Watts come protagonista, costretta a dismettere gradualmente la sua natura pragmatica man mano che la maledizione comincia ad agire sulle sue percezioni e su coloro che le stanno attorno, e anche il bimbetto che interpreta suo figlio continua ad essere inquietante come la prima volta che l'ho visto, oltre che fastidioso come pochi. Comunque, pur con tutti i difetti e la diminuzione progressiva dei pregi, The Ring ha segnato un'epoca particolare dell'horror (se in maniera positiva o negativa non sta a me dirlo ma punterei il dito su di lui se vi siete stufati, come me, dell'ondata di mostre bianchicce e capellone del cosiddetto J-Horror che per un decennio hanno invaso il mercato occidentale) e ad ogni visione non mi lascia mai insoddisfatta quindi ribadisco il mio voler bene alla creatura di Verbinski. Basta che non me lo chiamate "regista visionario" come nei trailer de La cura dal benessere, ecco. Quello proprio no.
Del regista Gore Verbinski ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Brian Cox (Richard Morgan), Jane Alexander (Dr. Grasnik), Sasha Barrese (una delle due ragazze che fumano con Rachel dopo il funerale di Katie) e Adam Brody (all'epoca solo una comparsa, è il ragazzo che dopo il funerale di Katie racconta a Rachel della cassetta) li trovate invece ai rispettivi link.
Amber Tamblyn interpreta Katie. Figlia di Russ Tamblyn, ovvero il viscido dottor Jacobi di Twin Peaks, ha partecipato a film come The Grudge 2, 127 ore, Django Unchained e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, CSI, Senza traccia, Dr. House e Due uomini e mezzo. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.
Daveigh Chase interpreta Samara. Americana, ha prestato per anni la voce a Lilo nei film Lilo & Stitch, Stitch! The Movie, Leroy & Stitch e in Lilo & Stitch: La serie e ha doppiato Chihiro nella versione inglese de La città incantata oltre ad essere stata Samantha Darko sia in Donnie Darko che nel sequel S. Darko. Ha partecipato a serie come Sabrina vita da strega, Streghe, ER Medici in prima linea, CSI, Cold Case e Senza traccia. Ha 27 anni.
Il ruolo di Rachel era stato offerto a Jennifer Connelly (che avrebbe poi partecipato al remake di Dark Water) poi a Gwyneth Paltrow, Jennifer Love Hewitt e Kate Beckinsale prima di andare a Naomi Watts mentre Daveigh Chase è diventata Samara dopo che le era stata preferita Kristen Stewart per il ruolo della figlia di Jodie Foster in Panic Room. Altro fatto interessante: Chris Cooper avrebbe dovuto essere presente nel film ed interpretare un killer, probabilmente pedofilo, che all'inizio cerca di convincere Rachel a riabilitare il suo nome mentre sul finale riceve dalla giornalista la copia della videocassetta duplicata dal figlio, un subplot completamente tagliato dalla versione definitiva del film assieme ad un altro finale in cui Rachel nasconde la videocassetta tra i titoli di un videonoleggio. The Ring è stato seguito nel 2005 da The Ring 2 (nel mezzo c'è il corto Rings, girato nello stesso anno, utile ma non indispensabile per capire gli eventi iniziali della pellicola) e tra poco arriverà The Ring 3 mentre per quel che riguarda le versioni giapponesi, The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film TV), il quale ha dato origine alla serie TV in 12 episodi Ringu - Saishuushou, al sequel Ringu 2 e al prequel Ringu 0: Birthday; in realtà, il "vero" sequel di Ringu, in quanto basato sui romanzi di Kouji Suzuki, sarebbe però Rasen, conosciuto come The Spiral, che ha dato vita a una serie TV omonima e ai sequel Sadako 3D e Sadako 3D 2. Se ancora non vi basta, sappiate che esiste anche un remake coreano dal titolo Ring e, come dimenticarlo, Sadako vs Kayako, dove la saga di The Ring si incrocia con quella di The Grudge. Recuperate tutto e... ENJOY!
Trama: dopo la morte della nipote in circostanze misteriose, la giornalista Rachel comincia ad indagare e scopre l'esistenza di una videocassetta che condanna lo spettatore a morire sette giorni dopo averla guardata.
Questo sarà un post strano, diviso tra passato e presente, nel quale cercherò di essere più sentimentale e allo stesso tempo più obiettiva possibile. Cominciamo per l'appunto con un momento amarcord. Quella sera lontana di ormai quindici anni fa, seduta al cinema e pronta a guardare The Ring, non avevo assolutamente idea del fatto che esistessero i film di Hideo Nakata o, meglio, lo sapevo ma non avendoli mai visti ero assolutamente "vergine" e la storia di Samara e della videocassetta maledetta mi aveva colta impreparata e conseguentemente uccisa di paura. Ricordo in particolare (e come faccio a dimenticarlo) di essere quasi morta durante la sequenza finale, quella che mostra il destino di chi arriva al settimo giorno e si ritrova alla mercé della cattivissima ragazzina; l'immagine della mocciosa dai lunghi capelli neri che, tra scatti, freeze frame e stacchi improvvisi di montaggio, usciva dalla TV pronta a ghermire il malcapitato di turno mi aveva sconvolta al punto che, arrivata a casa, avevo staccato le spine di tutti gli apparecchi televisivi e, per buona misura, li avevo anche coperti con un asciugamano, per la gioia di mia madre che si era finalmente resa conto di avere una figlia scema. Dopo quella volta, ho rivisto The Ring almeno in altre 3/4 occasioni, l'ultima assieme al Bolluomo (visione interrotta da un blackout che ha convinto il povero Mirco, già impaurito di suo, a non proseguire oltre), e non sono mai riuscita a voler male al remake di Verbinski, nonostante risulti, se paragonato all'originale nipponico, la solita pappetta premasticata e sputata nel piatto del pubblico bue occidentale che abbisogna di spiegoni, retroscena, effetti speciali e make-up ben preciso, così da non lasciare nulla al dubbio o all'immaginazione. Col tempo, fortunatamente, si è attenuata un po' la paura di Samara, sebbene sia la sequenza iniziale che la già citata scena finale mi stringano ancora oggi il petto e non possa quindi dire che The Ring sia un film noioso o poco efficace, eppure riguardandolo qualche sera fa ho dovuto constatare che qualcosa è cambiato in me oppure che gli anni non sono stati proprio clementi con questa pellicola.
Rivedendo The Ring per la quinta volta sono stata colpita come un maglio dalla sua aria "finta". La fotografia è piagata da un filtro che rende ogni immagine verdastra (il che ha senso visto il legame tra Samara e l'acqua) e le immagini dell'acero ripreso al tramonto feriscono gli occhi per quanto sono alterate digitalmente; sicuramente è una scelta stilistica, come se i personaggi dopo aver visto la videocassetta maledetta fossero letteralmente entrati in una dimensione "altra", irreale, però credetemi se dico che i quindici anni passati si sentono tutti. Lo stesso vale per il video di Samara, che a differenza dell'originale giapponese sembra davvero "il lavoro di uno studente di cinema" (come viene detto ironicamente nel film), privo di anima e mai davvero inquietante, per non parlare di alcuni elementi tratti direttamente da esso, come la disgustosa scolopendra in CGI che sembra appiccicata allo schermo (a differenza della mosca. Quella è sempre molto realistica). Purtroppo, anche la sequenza incriminata, ovvero quella in cui Samara esce finalmente dallo schermo, sta cominciando a mostrare il fianco, non tanto per quel che riguarda l'atmosfera quanto proprio per l'effetto digitale che sta dietro alla costruzione della stessa: paradossalmente, nonostante la versione giapponese sia più artigianale, Ringu fa molta più paura, anche grazie all'utilizzo di una colonna sonora capace di fare accapponare la pelle, elemento di cui il film di Verbinski difetta. Quello che è ancora oggi molto apprezzabile è invece la scelta della carismatica Naomi Watts come protagonista, costretta a dismettere gradualmente la sua natura pragmatica man mano che la maledizione comincia ad agire sulle sue percezioni e su coloro che le stanno attorno, e anche il bimbetto che interpreta suo figlio continua ad essere inquietante come la prima volta che l'ho visto, oltre che fastidioso come pochi. Comunque, pur con tutti i difetti e la diminuzione progressiva dei pregi, The Ring ha segnato un'epoca particolare dell'horror (se in maniera positiva o negativa non sta a me dirlo ma punterei il dito su di lui se vi siete stufati, come me, dell'ondata di mostre bianchicce e capellone del cosiddetto J-Horror che per un decennio hanno invaso il mercato occidentale) e ad ogni visione non mi lascia mai insoddisfatta quindi ribadisco il mio voler bene alla creatura di Verbinski. Basta che non me lo chiamate "regista visionario" come nei trailer de La cura dal benessere, ecco. Quello proprio no.
Del regista Gore Verbinski ho già parlato QUI. Naomi Watts (Rachel), Brian Cox (Richard Morgan), Jane Alexander (Dr. Grasnik), Sasha Barrese (una delle due ragazze che fumano con Rachel dopo il funerale di Katie) e Adam Brody (all'epoca solo una comparsa, è il ragazzo che dopo il funerale di Katie racconta a Rachel della cassetta) li trovate invece ai rispettivi link.
Amber Tamblyn interpreta Katie. Figlia di Russ Tamblyn, ovvero il viscido dottor Jacobi di Twin Peaks, ha partecipato a film come The Grudge 2, 127 ore, Django Unchained e a serie quali Buffy l'ammazzavampiri, CSI, Senza traccia, Dr. House e Due uomini e mezzo. Americana, anche produttrice, sceneggiatrice e regista, ha 34 anni e tre film in uscita.
Daveigh Chase interpreta Samara. Americana, ha prestato per anni la voce a Lilo nei film Lilo & Stitch, Stitch! The Movie, Leroy & Stitch e in Lilo & Stitch: La serie e ha doppiato Chihiro nella versione inglese de La città incantata oltre ad essere stata Samantha Darko sia in Donnie Darko che nel sequel S. Darko. Ha partecipato a serie come Sabrina vita da strega, Streghe, ER Medici in prima linea, CSI, Cold Case e Senza traccia. Ha 27 anni.
Il ruolo di Rachel era stato offerto a Jennifer Connelly (che avrebbe poi partecipato al remake di Dark Water) poi a Gwyneth Paltrow, Jennifer Love Hewitt e Kate Beckinsale prima di andare a Naomi Watts mentre Daveigh Chase è diventata Samara dopo che le era stata preferita Kristen Stewart per il ruolo della figlia di Jodie Foster in Panic Room. Altro fatto interessante: Chris Cooper avrebbe dovuto essere presente nel film ed interpretare un killer, probabilmente pedofilo, che all'inizio cerca di convincere Rachel a riabilitare il suo nome mentre sul finale riceve dalla giornalista la copia della videocassetta duplicata dal figlio, un subplot completamente tagliato dalla versione definitiva del film assieme ad un altro finale in cui Rachel nasconde la videocassetta tra i titoli di un videonoleggio. The Ring è stato seguito nel 2005 da The Ring 2 (nel mezzo c'è il corto Rings, girato nello stesso anno, utile ma non indispensabile per capire gli eventi iniziali della pellicola) e tra poco arriverà The Ring 3 mentre per quel che riguarda le versioni giapponesi, The Ring è il remake diretto di Ringu (già remake di un omonimo film TV), il quale ha dato origine alla serie TV in 12 episodi Ringu - Saishuushou, al sequel Ringu 2 e al prequel Ringu 0: Birthday; in realtà, il "vero" sequel di Ringu, in quanto basato sui romanzi di Kouji Suzuki, sarebbe però Rasen, conosciuto come The Spiral, che ha dato vita a una serie TV omonima e ai sequel Sadako 3D e Sadako 3D 2. Se ancora non vi basta, sappiate che esiste anche un remake coreano dal titolo Ring e, come dimenticarlo, Sadako vs Kayako, dove la saga di The Ring si incrocia con quella di The Grudge. Recuperate tutto e... ENJOY!
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