Con l'animo fiaccato dalle recensioni negative, giovedì sono andata a vedere Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (The Hobbit: The Desolation of Smaug), diretto dal regista Peter Jackson. Tante volte è bene non dar retta a quel che si legge in giro...
Trama: la compagnia dei Nani, Gandalf e l'hobbit Bilbo continuano il loro viaggio verso Erebor, ora dimora del terribile drago Smaug. Nel cammino, dovranno guardarsi da mostri, ragni giganti, elfi e da un'oscura minaccia che sta prendendo forma...
Leggendo qua e là le recensioni di La desolazione di Smaug vien da farsi solo una domanda: ma cosa diamine vi aspettavate? Se Un viaggio inaspettato già non vi era piaciuto non proseguite con la lettura del post perché il nuovo film della trilogia de Lo Hobbit è essenzialmente identico al precedente, solo più virato in chiave horror, maggiormente legato alla trilogia de Il signore degli anelli e, manco a dirlo, maggiormente distaccato dal libro da cui è stato tratto. Come già accadeva con Un viaggio inaspettato, La desolazione di Smaug non arriva ai livelli epici della precedente trilogia Tolkeniana ed è essenzialmente un lento racconto di formazione focalizzato sulla crescita dell'hobbit Bilbo contrapposta alla progressiva corruzione del nano Thorin che, da valoroso condottiero, sta diventando un monarca disposto a sacrificare chiunque rischi di rallentare la sua impresa; qui e là, ovviamente, la storia è inframmezzata da battaglie, intrighi, inseguimenti, incantesimi, complotti e persino improbabili ma assai apprezzate storie d'amore, il tutto immerso nel solito, splendido paesaggio neozelandese ed arricchito dagli effetti speciali della WETA, come sempre una spanna sopra quelli realizzati per molti altri film simili. Quindi, cos'altro c'è da dire rispetto a Un viaggio inaspettato?
Le note positive sono che, archiviata l'introduzione del primo capitolo, la storia qui fa un passo avanti, la sceneggiatura si concentra su pochi personaggi relegando quelli più deboli a mere comparse e il tutto risulta molto più dinamico e "adulto": in tal senso, ho trovato molto belle, per quanto da pelle d'oca, le sequenze dove i nostri sono costretti a combattere i ragni, la battaglia sul fiume tra elfi ed orchi (magnificamente coreografata) e l'incontro tra Gandalf e il Necromante. Simpatico il ritorno, a mo' di omaggio, di un inquartato Orlando Bloom nei panni di Legolas, abbastanza tosta (per quanto stereotipata) la rossa elfa Tauriel, l'unico personaggio non tolkeniano introdotto giusto per dare la svolta romantica e aggiungere un altro nano fico oltre a Thorin e, ovviamente, oltre ogni dire la bellezza dello Smaug del titolo, un drago talmente ben fatto che ad ogni sua apparizione rimanevo a bocca aperta come una scema (e non oso immaginare cosa sia visto in originale con la voce di Benedict Cumberbatch!!), soprattutto nel momento in cui si scrolla di dosso una cascata di oro liquido, lasciando gli spettatori con un bel cliffhanger lungo un anno intero.
D'altra parte, la pellicola non è esente nemmeno da difetti. Si sente molto la mancanza di una colonna sonora adeguata, per esempio: col film precedente mi ero riuscita a commuovere immergendomi nell'effetto nostalgia del Tema della Contea o della melodia che si associa sempre a Gollum, stavolta ne ho sentito solo un assaggio e il resto delle musiche non sono riuscite ad imprimersi nel mio cuoricino di spettatrice. Un altro grande difetto è la durata eccessiva, raggiunta inserendo sequenze inutili o troppo legate alla vecchia trilogia, con dettagli che rischiano di mettere a dura prova la pazienza di chi o non la conosce affatto o non rientra nel novero degli appassionati all'utimo stadio. Ritengo sarebbe stato meglio curare gli aspetti più legati a Lo Hobbit cartaceo, magari approfondendo i personaggi già esistenti come il povero Beorn, messo quasi da parte come un novello Tom Bombadil, oppure evitando di dare all'elfo Thranduil quell'inquietante aspetto da Sirenetta incrociata con Elio che mi ha strappato la risata isterica in più di un'inquadratura. Insomma, Jackson poteva sicurmaente ridurre l'aspetto essenzialmente commerciale della pellicola e rispettare maggiormente la furbizia e l'affetto degli spettatori, ma La desolazione di Smaug resta comunque un film ben fatto e godibile, che invoglia a vedere come andrà a finire l'anno prossimo.
Del regista Peter Jackson ho già parlato qui. Ian McKellen (Gandalf), Martin Freeman (Bilbo), Richard Armitage (Thorin), Ken Stott (Balin), Graham McTavish (Dwalin), James Nesbitt (Bofur), Orlando Bloom (Legolas), Evangeline Lilly (Tauriel), Cate Blanchett (Galadriel), Luke Evans (Bard e Girion) e Stephen Fry (Governatore di Lungolago) li trovate invece ai rispettivi link.
Aidan Turner interpreta Kili. Irlandese, ha partecipato a film come Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, Shadowhunters - Città di ossa e a serie come I Tudors e Being Human. Ha 30 anni e anche lui, come gli altri interpreti, tornerà nel 2014 con Lo Hobbit - Racconto di un ritorno.
Benedict Cumberbatch (vero nome Benedict Timothy Carlton Cumberbatch) presta la voce sia al Necromante che a Smaug. Inglese, ha partecipato a film come La talpa, Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, Into Darkness - Star Trek, 12 anni schiavo, Il quinto potere e alla serie Sherlock, inoltre ha doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttore, ha 37 anni e sette film in uscita, tra cui Lo Hobbit - Racconto di un ritorno e The Penguins of Madagascar.
Peter Jackson compare in un piccolo cammeo all'inizio del film, come hobbit mangiacarote. Detto questo, se La desolazione di Smaug vi fosse piaciuto, recuperate ovviamente Un viaggio inaspettato e l'intera Trilogia de Il signore degli anelli. ENJOY!
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domenica 22 dicembre 2013
giovedì 12 dicembre 2013
(Gio)WE, Bolla! del 12/12/2013
Buon giovedì! Sentite aria di festa nell'aere? Io no, sembro il Grinch, ma perlomeno questa settimana riuscirò a tornare al cinema visto che a Savona hanno miracolosamente tenuto Blue Jasmine ed è uscito il secondo capitolo della saga di Peter Jackson. Vediamo cos' altro danno e... ENJOY!!
Lo Hobbit – La desolazione di Smaug
Reazione a caldo: aggiudicato!
Bolla, rifletti!: Il primo Hobbit non mi era affatto dispiaciuto, come potete leggere QUI. Nel frattempo, ahimé, me lo sono però dimenticata e lo stesso vale per il libro da cui sono state tratte queste pellicole, quindi speriamo che il buon Jackson faccia un minimo di riassunto o sarò fregata!
Il segreto di Babbo Natale
Reazione a caldo: ma cos’è?
Bolla, rifletti!: Animazione natalizia inglese per bambini, che almeno nella versione originale vanta la presenza della splendida voce di Tim Curry. Qui in Italia risulterà l’ennesimo, evitabile cartone animato cheap adatto giusto per la stagione ma.. occhio a portarci i bambini un po’ più grandicelli, perché pare che la pellicola sia “così noiosa che andrebbe presa a calci!”. Bimbo di nove anni dixit. Credo sia meglio aspettare Frozen.
Dietro i candelabri
Reazione a caldo: meglio tardi che mai.
Bolla, rifletti!: dico solo “Andatelo a vedere. Subito!”. La mia recensione la trovate QUI.
Un fantastico via vai
Reazione a caldo: per me c’è solo il vai via.
Bolla, rifletti!: Pieraccioni ha smesso di esercitare il suo già scarso appeal sulla sottoscritta dai tempi di Fuochi d’artificio. Sono passati 16 anni, per dire. E lui si ostina a riproporci sempre il terribile duo Panariello/Ceccherini raccontando la solita storia di un uomo disadattato che vorrebbe ritornare ragazzo. Ma basta con ‘sta sindrome di Peter Pan in salsa toscana, basta, maremma maiala!!
Al cinema d’élite compare invece un inquietante film uscito nel resto d’Italia a fine ottobre..
Un castello in Italia
Reazione a caldo: oddio…
Bolla, rifletti!: un film DI Valeria Bruni Tedeschi, CON Valeria Bruni Tedeschi, PER Valeria Bruni Tedeschi, immagino. Sì perché è un film vagamente autobiografico. Posso dire che non mi importa proprio di conoscere la vita romanzata della sorella di Carla Bruni? Con tutti i recuperi che si potevano fare (nello stesso periodo uscivano in Italia Miss Violence e il pregevole Blancanieves, per esempio…) hanno dovuto tirar fuori dalla naftalina proprio ‘sta roba? Mah… de gustibus…
Lo Hobbit – La desolazione di Smaug
Reazione a caldo: aggiudicato!
Bolla, rifletti!: Il primo Hobbit non mi era affatto dispiaciuto, come potete leggere QUI. Nel frattempo, ahimé, me lo sono però dimenticata e lo stesso vale per il libro da cui sono state tratte queste pellicole, quindi speriamo che il buon Jackson faccia un minimo di riassunto o sarò fregata!
Il segreto di Babbo Natale
Reazione a caldo: ma cos’è?
Bolla, rifletti!: Animazione natalizia inglese per bambini, che almeno nella versione originale vanta la presenza della splendida voce di Tim Curry. Qui in Italia risulterà l’ennesimo, evitabile cartone animato cheap adatto giusto per la stagione ma.. occhio a portarci i bambini un po’ più grandicelli, perché pare che la pellicola sia “così noiosa che andrebbe presa a calci!”. Bimbo di nove anni dixit. Credo sia meglio aspettare Frozen.
Dietro i candelabri
Reazione a caldo: meglio tardi che mai.
Bolla, rifletti!: dico solo “Andatelo a vedere. Subito!”. La mia recensione la trovate QUI.
Un fantastico via vai
Reazione a caldo: per me c’è solo il vai via.
Bolla, rifletti!: Pieraccioni ha smesso di esercitare il suo già scarso appeal sulla sottoscritta dai tempi di Fuochi d’artificio. Sono passati 16 anni, per dire. E lui si ostina a riproporci sempre il terribile duo Panariello/Ceccherini raccontando la solita storia di un uomo disadattato che vorrebbe ritornare ragazzo. Ma basta con ‘sta sindrome di Peter Pan in salsa toscana, basta, maremma maiala!!
Al cinema d’élite compare invece un inquietante film uscito nel resto d’Italia a fine ottobre..
Un castello in Italia
Reazione a caldo: oddio…
Bolla, rifletti!: un film DI Valeria Bruni Tedeschi, CON Valeria Bruni Tedeschi, PER Valeria Bruni Tedeschi, immagino. Sì perché è un film vagamente autobiografico. Posso dire che non mi importa proprio di conoscere la vita romanzata della sorella di Carla Bruni? Con tutti i recuperi che si potevano fare (nello stesso periodo uscivano in Italia Miss Violence e il pregevole Blancanieves, per esempio…) hanno dovuto tirar fuori dalla naftalina proprio ‘sta roba? Mah… de gustibus…
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