Con l'animo fiaccato dalle recensioni negative, giovedì sono andata a vedere Lo Hobbit - La desolazione di Smaug (The Hobbit: The Desolation of Smaug), diretto dal regista Peter Jackson. Tante volte è bene non dar retta a quel che si legge in giro...
Trama: la compagnia dei Nani, Gandalf e l'hobbit Bilbo continuano il loro viaggio verso Erebor, ora dimora del terribile drago Smaug. Nel cammino, dovranno guardarsi da mostri, ragni giganti, elfi e da un'oscura minaccia che sta prendendo forma...
Leggendo qua e là le recensioni di La desolazione di Smaug vien da farsi solo una domanda: ma cosa diamine vi aspettavate? Se Un viaggio inaspettato già non vi era piaciuto non proseguite con la lettura del post perché il nuovo film della trilogia de Lo Hobbit è essenzialmente identico al precedente, solo più virato in chiave horror, maggiormente legato alla trilogia de Il signore degli anelli e, manco a dirlo, maggiormente distaccato dal libro da cui è stato tratto. Come già accadeva con Un viaggio inaspettato, La desolazione di Smaug non arriva ai livelli epici della precedente trilogia Tolkeniana ed è essenzialmente un lento racconto di formazione focalizzato sulla crescita dell'hobbit Bilbo contrapposta alla progressiva corruzione del nano Thorin che, da valoroso condottiero, sta diventando un monarca disposto a sacrificare chiunque rischi di rallentare la sua impresa; qui e là, ovviamente, la storia è inframmezzata da battaglie, intrighi, inseguimenti, incantesimi, complotti e persino improbabili ma assai apprezzate storie d'amore, il tutto immerso nel solito, splendido paesaggio neozelandese ed arricchito dagli effetti speciali della WETA, come sempre una spanna sopra quelli realizzati per molti altri film simili. Quindi, cos'altro c'è da dire rispetto a Un viaggio inaspettato?
Le note positive sono che, archiviata l'introduzione del primo capitolo, la storia qui fa un passo avanti, la sceneggiatura si concentra su pochi personaggi relegando quelli più deboli a mere comparse e il tutto risulta molto più dinamico e "adulto": in tal senso, ho trovato molto belle, per quanto da pelle d'oca, le sequenze dove i nostri sono costretti a combattere i ragni, la battaglia sul fiume tra elfi ed orchi (magnificamente coreografata) e l'incontro tra Gandalf e il Necromante. Simpatico il ritorno, a mo' di omaggio, di un inquartato Orlando Bloom nei panni di Legolas, abbastanza tosta (per quanto stereotipata) la rossa elfa Tauriel, l'unico personaggio non tolkeniano introdotto giusto per dare la svolta romantica e aggiungere un altro nano fico oltre a Thorin e, ovviamente, oltre ogni dire la bellezza dello Smaug del titolo, un drago talmente ben fatto che ad ogni sua apparizione rimanevo a bocca aperta come una scema (e non oso immaginare cosa sia visto in originale con la voce di Benedict Cumberbatch!!), soprattutto nel momento in cui si scrolla di dosso una cascata di oro liquido, lasciando gli spettatori con un bel cliffhanger lungo un anno intero.
D'altra parte, la pellicola non è esente nemmeno da difetti. Si sente molto la mancanza di una colonna sonora adeguata, per esempio: col film precedente mi ero riuscita a commuovere immergendomi nell'effetto nostalgia del Tema della Contea o della melodia che si associa sempre a Gollum, stavolta ne ho sentito solo un assaggio e il resto delle musiche non sono riuscite ad imprimersi nel mio cuoricino di spettatrice. Un altro grande difetto è la durata eccessiva, raggiunta inserendo sequenze inutili o troppo legate alla vecchia trilogia, con dettagli che rischiano di mettere a dura prova la pazienza di chi o non la conosce affatto o non rientra nel novero degli appassionati all'utimo stadio. Ritengo sarebbe stato meglio curare gli aspetti più legati a Lo Hobbit cartaceo, magari approfondendo i personaggi già esistenti come il povero Beorn, messo quasi da parte come un novello Tom Bombadil, oppure evitando di dare all'elfo Thranduil quell'inquietante aspetto da Sirenetta incrociata con Elio che mi ha strappato la risata isterica in più di un'inquadratura. Insomma, Jackson poteva sicurmaente ridurre l'aspetto essenzialmente commerciale della pellicola e rispettare maggiormente la furbizia e l'affetto degli spettatori, ma La desolazione di Smaug resta comunque un film ben fatto e godibile, che invoglia a vedere come andrà a finire l'anno prossimo.
Del regista Peter Jackson ho già parlato qui. Ian McKellen (Gandalf), Martin Freeman (Bilbo), Richard Armitage (Thorin), Ken Stott (Balin), Graham McTavish (Dwalin), James Nesbitt (Bofur), Orlando Bloom (Legolas), Evangeline Lilly (Tauriel), Cate Blanchett (Galadriel), Luke Evans (Bard e Girion) e Stephen Fry (Governatore di Lungolago) li trovate invece ai rispettivi link.
Aidan Turner interpreta Kili. Irlandese, ha partecipato a film come Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, Shadowhunters - Città di ossa e a serie come I Tudors e Being Human. Ha 30 anni e anche lui, come gli altri interpreti, tornerà nel 2014 con Lo Hobbit - Racconto di un ritorno.
Benedict Cumberbatch (vero nome Benedict Timothy Carlton Cumberbatch) presta la voce sia al Necromante che a Smaug. Inglese, ha partecipato a film come La talpa, Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, Into Darkness - Star Trek, 12 anni schiavo, Il quinto potere e alla serie Sherlock, inoltre ha doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttore, ha 37 anni e sette film in uscita, tra cui Lo Hobbit - Racconto di un ritorno e The Penguins of Madagascar.
Peter Jackson compare in un piccolo cammeo all'inizio del film, come hobbit mangiacarote. Detto questo, se La desolazione di Smaug vi fosse piaciuto, recuperate ovviamente Un viaggio inaspettato e l'intera Trilogia de Il signore degli anelli. ENJOY!
Visualizzazione post con etichetta ken stott. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ken stott. Mostra tutti i post
domenica 22 dicembre 2013
mercoledì 19 dicembre 2012
Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012)
Lunedì mi sono gettata a capofitto nella visione (che doveva essere alle 21 ma è stata spostata alle 22,15 CON occhialetto 3D della morte, mannaggia al multisala!!!) de Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, la pellicola che ha segnato il ritorno del regista Peter Jackson nella Terra di Mezzo creata da Tolkien.
Trama: 60 anni prima degli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli, troviamo un giovane Bilbo Baggins alle prese con una spedizione organizzata dal mago Gandalf e da un pugno di Nani che desiderano riprendersi la loro dimora, usurpata dal feroce Drago Smaug.
"Ma... sei emozionata??". Questa la prima domanda postami all'inizio del film dal buon Toto, che ha accettato di buon grado di accompagnarmi a vedere Lo Hobbit. La risposta è giunta naturalissima: sì!! E non per una questione di amore nerd o incredibile passione per i film della trilogia dedicata al Signore degli Anelli, ma per l'inspiegabile sensazione che mi ha presa nel vedere la primissima inquadratura della casa di Bilbo, accompagnata dalla meravigliosa musica "della Contea" che inevitabilmente associo alla paciosa, coraggiosissima e splendida figura di Samvise Gamgee: è stato come incontrare nuovamente degli amici che non vedevo da tempo o, meglio, andare a casa loro, una casa che è rimasta esattamente come me la ricordavo. Per questo non crederei mai ad una recensione scritta da una persona che, dopo aver visto la trilogia e averla amata, arrivasse a dire che Lo Hobbit è un brutto film oppure "non è come Il Signore degli Anelli". Perché non è davvero cambiato nulla per quanto riguarda attori, colonna sonora, regia ed effetti speciali: parliamo di un prodotto confezionato al meglio, che annienta lo spettatore con splendide riprese di paesaggi naturali a dir poco mozzafiato, lo incanta con battaglie epiche ed effetti speciali all'avanguardia, lo diverte con personaggi destinati a diventare icone, lo commuove con canti e musiche in grado di sottolineare alla perfezione il momento per cui sono stati scritti (il canto iniziale dei Nani mette i brividi) e, infine, mette sullo stesso piano sia i fan del libro che quelli della trilogia Jacksoniana, consentendo ai primi di godere di un adattamento minuziosissimo de Lo Hobbit e ai secondi di trovare alcuni dei personaggi più amati dei "vecchi" film e maggiori riferimenti all'epico tomo Il Signore degli Anelli.
Infatti, l'unica critica che si può muovere all'ex ciccione neozelandese è: bimbo bello, ma come hai potuto tirare fuori due ore e mezza di film dalle prime pagine di un romanzo che ne conterrà si e no quattrocento?? Eh, come si dice, "volere è potere". La struttura de Lo Hobbit viene rispettata dall'inizio alla fine, ma regista e sceneggiatori si sono presi, pur senza snaturare troppo il materiale di partenza, parecchie libertà, prendendo spunto dalle Appendici de Il Signore degli Anelli e ricollegando il nuovo film a quelli vecchi: la caduta del regno dei Nani viene narrata con un intensissimo e drammatico flashback iniziale (dove Smaug viene prefigurato, in maniera deliziosa, da un aquilone a forma di Drago...), l'avventura di Bilbo viene introdotta da un'intera sequenza nella quale compare anche Frodo, riusciamo finalmente a vedere il mago Radagast il bruno nonché un indizio della nascita di Sauron, assistiamo a un conciliabolo tra Gandalf, Saruman, Galadriel ed Elrond di cui ne Lo Hobbit non si fa affatto menzione ma che serve comunque a costituire una sorta di "prequel" dei tre film precedenti. Il materiale nuovo non stona con quello originale e l'inserimento non risulta forzato ma, sicuramente, osservandolo con un occhio disincantato si vede che è stato messo per allungare parecchio il brodo e giustificare una nuova trilogia. Tuttavia, personalmente, mi sento di perdonare l'avidità di Peter Jackson e di tutti i coinvolti, perché le quasi tre ore di film sono passate in un lampo.
D'altronde, è impossibile non farle passare, soprattutto in modo assolutamente soddisfacente. Ammetto che l'inizio, nonostante l'innegabile simpatia dei personaggi (e la bellezza del nano Thorin, porca misera, non me l'aspettavo!!!), il film risulta un po' troppo lento e che l'apparizione di Radagast, con la sua slitta trainata da conigli, sfiora i limiti del trash ma, a parte questi due aspetti, il resto del film è un trionfo. Assolutamente epiche la fuga dal sotterraneo dei Goblin e la battaglia tra i giganti di pietra, mozzafiato il volo finale delle aquile, splendide le scenografie che rappresentano Gran Burrone. I personaggi nuovi sono ben caratterizzati e la trama del primo film mira a concludere un percorso di formazione per il giovane hobbit Bilbo e anche per il nano Thorin: il primo deve cercare di diventare parte integrante di un gruppo in cui è stato inserito con l'inganno (a fin di bene, ma pur sempre inganno) e di aprire gli occhi sul mondo che lo circonda e sulle proprie, enormi potenzialità, mentre il secondo deve imparare a diventare un vero re e una guida a prescindere dalla sua forza morale e fisica, mettendo da parte pregiudizi e diffidenze legate ai torti passati e a un distorto senso di superiorità razziale. Ovvio, il punto più alto della pellicola si tocca con l'apparizione di Gollum, con il solito Andy Serkis che, pur nascosto dall'orrido sembiante della creatura (e il film abbonda di bestie inguardabili, a cominciare dal Re dei Goblin dotato di pappagorgia mastodontica!), riesce a mangiarsi in un sol boccone tutti gli altri bravissimi interpreti con un'interpretazione magistrale, inquietante e pietosa allo stesso tempo. Roba che mette i brividi, son sincera. E per concludere, altrettanto sinceramente e come lo direbbe Gandalf, vi dico: andate a vedere Lo Hobbit, sciocchi!!
Del regista Peter Jackson ho già parlato qui, mentre Martin Freeman (il giovane Bilbo), James Nesbitt (Bofur), Ian Holm (il vecchio Bilbo), Hugo Weaving (Elrond), Christopher Lee (Saruman) ed Andy Serkis (Gollum) ho già parlato nei rispettivi link.
Ian McKellen interpreta Gandalf, ruolo ripreso dalla trilogia de Il Signore degli Anelli. Grandissimo attore inglese, lo ricordo anche per film come The Last Action Hero - L'ultimo grande eroe, L'uomo ombra, Demoni e dei, L'allievo, X-Men, X-Men 2, Il codice Da Vinci, X-Men - Conflitto finale e Stardust. Anche sceneggiatore e produttore, ha 73 anni e film in uscita, tra cui i seguiti di Lo Hobbit e X-Men - Giorni di un futuro passato, dove riprenderà il ruolo di Erik "Magneto" Lehnsherr.
Richard Armitage interpreta Thorin. Inglese, ha partecipato a film come Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma e Capitan America – Il primo vendicatore. Ha 42 anni e tre film in uscita, tra cui ovviamente i due seguiti di Lo Hobbit.
Ken Stott interpreta Balin. Scozzese, ha partecipato a film come Piccoli omicidi tra amici, King Arthur e Le Cronache di Narnia: il principe Caspian. Ha 57 anni e due film in uscita, i seguiti di Lo Hobbit.
Elijah Wood interpreta Frodo, ruolo che lo ha reso famoso per la trilogia de Il Signore degli Anelli. Americano, lo ricordo per Ritorno al futuro – Parte II, Affari sporchi, Amore per sempre, L’innocenza del diavolo, Tempesta di ghiaccio, Deep Impact, The Faculty, Se mi lasci ti cancello e Sin City, inoltre ha doppiato episodi delle serie American Dad! e Robot Chicken. Anche produttore e assistente alla regia, ha 31 anni e otto film in uscita, tra cui i due seguiti di Lo Hobbit.
Cate Blanchett interpreta Galadriel, ruolo ripreso dalla trilogia de Il Signore degli Anelli. Splendida e assai capace attrice australiana, la ricordo per film come Elizabeth, Il talento di Mr. Ripley, The Gift - Il dono, The Shipping News - Ombre dal profondo, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, The Aviator (ruolo che le è valso l'Oscar per la miglior attrice non protagonista), Hot Fuzz, Elizabeth: The Golden Age, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo e Il curioso caso di Benjamin Button; inoltre, ha doppiato Granmamare nella versione USA di Ponyo sulla scogliera e un episodio de I Griffin. Anche produttrice e regista, ha 44 anni e nove film in uscita, tra cui i due seguiti di Lo Hobbit.
Jed Brophy, che interpreta Nori, aveva già partecipato alla trilogia del Signore degli Anelli e ad altri film di Peter Jackson come Splatters – Gli schizzacervelli e Creature dal cielo, mentre Sylvester McCoy, che interpreta il bizzarro stregone Radagast, è stato il settimo Dottor Who. Per chi, come me, non conosce benissimo l’universo Tolkieniano, aggiungo che questo Radagast viene solo citato nella versione cartacea de Lo Hobbit, ma compare nel libro Il Signore degli Anelli come ingenua pedina di Saruman e nel Silmarillion; l’orco Azog, invece, che passa per eterna nemesi del nano Thorin, viene appena menzionato in un’appendice de Il signore degli anelli nella quale si racconta di come l’orco sia stato decapitato da Dain Piediferro come vendetta per l’uccisione di Thror, nonno appunto di Thorin. Probabilmente non ci avrete capito una mazza, ma vi consiglio comunque di leggere questi libri perché sono un capolavoro della letteratura fantasy e non... inoltre, se Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato vi fosse piaciuto, nell'attesa che escano Lo Hobbit: La desolazione di Smaug nel 2013 e Lo Hobbit: Andata e ritorno nel 2014 vi consiglio di riguardare la trilogia de Il signore degli anelli. ENJOY!
Trama: 60 anni prima degli eventi narrati ne Il Signore degli Anelli, troviamo un giovane Bilbo Baggins alle prese con una spedizione organizzata dal mago Gandalf e da un pugno di Nani che desiderano riprendersi la loro dimora, usurpata dal feroce Drago Smaug.
"Ma... sei emozionata??". Questa la prima domanda postami all'inizio del film dal buon Toto, che ha accettato di buon grado di accompagnarmi a vedere Lo Hobbit. La risposta è giunta naturalissima: sì!! E non per una questione di amore nerd o incredibile passione per i film della trilogia dedicata al Signore degli Anelli, ma per l'inspiegabile sensazione che mi ha presa nel vedere la primissima inquadratura della casa di Bilbo, accompagnata dalla meravigliosa musica "della Contea" che inevitabilmente associo alla paciosa, coraggiosissima e splendida figura di Samvise Gamgee: è stato come incontrare nuovamente degli amici che non vedevo da tempo o, meglio, andare a casa loro, una casa che è rimasta esattamente come me la ricordavo. Per questo non crederei mai ad una recensione scritta da una persona che, dopo aver visto la trilogia e averla amata, arrivasse a dire che Lo Hobbit è un brutto film oppure "non è come Il Signore degli Anelli". Perché non è davvero cambiato nulla per quanto riguarda attori, colonna sonora, regia ed effetti speciali: parliamo di un prodotto confezionato al meglio, che annienta lo spettatore con splendide riprese di paesaggi naturali a dir poco mozzafiato, lo incanta con battaglie epiche ed effetti speciali all'avanguardia, lo diverte con personaggi destinati a diventare icone, lo commuove con canti e musiche in grado di sottolineare alla perfezione il momento per cui sono stati scritti (il canto iniziale dei Nani mette i brividi) e, infine, mette sullo stesso piano sia i fan del libro che quelli della trilogia Jacksoniana, consentendo ai primi di godere di un adattamento minuziosissimo de Lo Hobbit e ai secondi di trovare alcuni dei personaggi più amati dei "vecchi" film e maggiori riferimenti all'epico tomo Il Signore degli Anelli.
Infatti, l'unica critica che si può muovere all'ex ciccione neozelandese è: bimbo bello, ma come hai potuto tirare fuori due ore e mezza di film dalle prime pagine di un romanzo che ne conterrà si e no quattrocento?? Eh, come si dice, "volere è potere". La struttura de Lo Hobbit viene rispettata dall'inizio alla fine, ma regista e sceneggiatori si sono presi, pur senza snaturare troppo il materiale di partenza, parecchie libertà, prendendo spunto dalle Appendici de Il Signore degli Anelli e ricollegando il nuovo film a quelli vecchi: la caduta del regno dei Nani viene narrata con un intensissimo e drammatico flashback iniziale (dove Smaug viene prefigurato, in maniera deliziosa, da un aquilone a forma di Drago...), l'avventura di Bilbo viene introdotta da un'intera sequenza nella quale compare anche Frodo, riusciamo finalmente a vedere il mago Radagast il bruno nonché un indizio della nascita di Sauron, assistiamo a un conciliabolo tra Gandalf, Saruman, Galadriel ed Elrond di cui ne Lo Hobbit non si fa affatto menzione ma che serve comunque a costituire una sorta di "prequel" dei tre film precedenti. Il materiale nuovo non stona con quello originale e l'inserimento non risulta forzato ma, sicuramente, osservandolo con un occhio disincantato si vede che è stato messo per allungare parecchio il brodo e giustificare una nuova trilogia. Tuttavia, personalmente, mi sento di perdonare l'avidità di Peter Jackson e di tutti i coinvolti, perché le quasi tre ore di film sono passate in un lampo.
D'altronde, è impossibile non farle passare, soprattutto in modo assolutamente soddisfacente. Ammetto che l'inizio, nonostante l'innegabile simpatia dei personaggi (e la bellezza del nano Thorin, porca misera, non me l'aspettavo!!!), il film risulta un po' troppo lento e che l'apparizione di Radagast, con la sua slitta trainata da conigli, sfiora i limiti del trash ma, a parte questi due aspetti, il resto del film è un trionfo. Assolutamente epiche la fuga dal sotterraneo dei Goblin e la battaglia tra i giganti di pietra, mozzafiato il volo finale delle aquile, splendide le scenografie che rappresentano Gran Burrone. I personaggi nuovi sono ben caratterizzati e la trama del primo film mira a concludere un percorso di formazione per il giovane hobbit Bilbo e anche per il nano Thorin: il primo deve cercare di diventare parte integrante di un gruppo in cui è stato inserito con l'inganno (a fin di bene, ma pur sempre inganno) e di aprire gli occhi sul mondo che lo circonda e sulle proprie, enormi potenzialità, mentre il secondo deve imparare a diventare un vero re e una guida a prescindere dalla sua forza morale e fisica, mettendo da parte pregiudizi e diffidenze legate ai torti passati e a un distorto senso di superiorità razziale. Ovvio, il punto più alto della pellicola si tocca con l'apparizione di Gollum, con il solito Andy Serkis che, pur nascosto dall'orrido sembiante della creatura (e il film abbonda di bestie inguardabili, a cominciare dal Re dei Goblin dotato di pappagorgia mastodontica!), riesce a mangiarsi in un sol boccone tutti gli altri bravissimi interpreti con un'interpretazione magistrale, inquietante e pietosa allo stesso tempo. Roba che mette i brividi, son sincera. E per concludere, altrettanto sinceramente e come lo direbbe Gandalf, vi dico: andate a vedere Lo Hobbit, sciocchi!!
Del regista Peter Jackson ho già parlato qui, mentre Martin Freeman (il giovane Bilbo), James Nesbitt (Bofur), Ian Holm (il vecchio Bilbo), Hugo Weaving (Elrond), Christopher Lee (Saruman) ed Andy Serkis (Gollum) ho già parlato nei rispettivi link.
Ian McKellen interpreta Gandalf, ruolo ripreso dalla trilogia de Il Signore degli Anelli. Grandissimo attore inglese, lo ricordo anche per film come The Last Action Hero - L'ultimo grande eroe, L'uomo ombra, Demoni e dei, L'allievo, X-Men, X-Men 2, Il codice Da Vinci, X-Men - Conflitto finale e Stardust. Anche sceneggiatore e produttore, ha 73 anni e film in uscita, tra cui i seguiti di Lo Hobbit e X-Men - Giorni di un futuro passato, dove riprenderà il ruolo di Erik "Magneto" Lehnsherr.
Richard Armitage interpreta Thorin. Inglese, ha partecipato a film come Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma e Capitan America – Il primo vendicatore. Ha 42 anni e tre film in uscita, tra cui ovviamente i due seguiti di Lo Hobbit.
Ken Stott interpreta Balin. Scozzese, ha partecipato a film come Piccoli omicidi tra amici, King Arthur e Le Cronache di Narnia: il principe Caspian. Ha 57 anni e due film in uscita, i seguiti di Lo Hobbit.
Elijah Wood interpreta Frodo, ruolo che lo ha reso famoso per la trilogia de Il Signore degli Anelli. Americano, lo ricordo per Ritorno al futuro – Parte II, Affari sporchi, Amore per sempre, L’innocenza del diavolo, Tempesta di ghiaccio, Deep Impact, The Faculty, Se mi lasci ti cancello e Sin City, inoltre ha doppiato episodi delle serie American Dad! e Robot Chicken. Anche produttore e assistente alla regia, ha 31 anni e otto film in uscita, tra cui i due seguiti di Lo Hobbit.
Cate Blanchett interpreta Galadriel, ruolo ripreso dalla trilogia de Il Signore degli Anelli. Splendida e assai capace attrice australiana, la ricordo per film come Elizabeth, Il talento di Mr. Ripley, The Gift - Il dono, The Shipping News - Ombre dal profondo, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, The Aviator (ruolo che le è valso l'Oscar per la miglior attrice non protagonista), Hot Fuzz, Elizabeth: The Golden Age, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo e Il curioso caso di Benjamin Button; inoltre, ha doppiato Granmamare nella versione USA di Ponyo sulla scogliera e un episodio de I Griffin. Anche produttrice e regista, ha 44 anni e nove film in uscita, tra cui i due seguiti di Lo Hobbit.
Jed Brophy, che interpreta Nori, aveva già partecipato alla trilogia del Signore degli Anelli e ad altri film di Peter Jackson come Splatters – Gli schizzacervelli e Creature dal cielo, mentre Sylvester McCoy, che interpreta il bizzarro stregone Radagast, è stato il settimo Dottor Who. Per chi, come me, non conosce benissimo l’universo Tolkieniano, aggiungo che questo Radagast viene solo citato nella versione cartacea de Lo Hobbit, ma compare nel libro Il Signore degli Anelli come ingenua pedina di Saruman e nel Silmarillion; l’orco Azog, invece, che passa per eterna nemesi del nano Thorin, viene appena menzionato in un’appendice de Il signore degli anelli nella quale si racconta di come l’orco sia stato decapitato da Dain Piediferro come vendetta per l’uccisione di Thror, nonno appunto di Thorin. Probabilmente non ci avrete capito una mazza, ma vi consiglio comunque di leggere questi libri perché sono un capolavoro della letteratura fantasy e non... inoltre, se Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato vi fosse piaciuto, nell'attesa che escano Lo Hobbit: La desolazione di Smaug nel 2013 e Lo Hobbit: Andata e ritorno nel 2014 vi consiglio di riguardare la trilogia de Il signore degli anelli. ENJOY!
Iscriviti a:
Post (Atom)