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martedì 10 dicembre 2024

Bolle di recensioni: Wicked (2024) e Oceania 2 (2024)

Lo so. E' brutto accorpare le recensioni di due film recenti così importanti, ma purtroppo il tempo di scrivere è poco e siamo già a dicembre, con le classifiche di fine anno in vista, ed articoli più corposi rischierebbero di finire a gennaio. Quindi, bando alle ciance e cominciamo! ENJOY!


Wicked
(Jon M. Chu, 2024)

Uno dei motivi per cui non mi sono sentita di scrivere un post intero su Wicked, è la mia ignoranza totale relativamente al musical da cui è tratto. Avevo letto il romanzo di Gregory Maguire ai tempi dell'università, quando la mia padronanza dell'inglese non era poi così eccelsa, e avevo fatto molta fatica a finirlo e ad apprezzarne la complessità, la cupezza e il twist adulto che trasformava Oz in una landa di depravazione, violenza e razzismo. Non mi è mai venuta la curiosità di recuperare un video del musical, quindi non conoscevo nemmeno una canzone prima di guardare il film, e ciò mi ha salvata, ma è un altro dei motivi per cui ho deciso di non scrivere un post di lunghezza standard. La scellerata distribuzione italiana ha scelto, infatti, di portare in sala Wicked DOPPIATO, sia nei dialoghi che nelle canzoni; da una parte, non conoscere le versioni originali di queste ultime, mi ha impedito di vomitare anche l'anima, ma siccome ormai "qualche" film l'ho visto, ho provato ugualmente fastidio davanti a un adattamento banale e a movimenti labiali fuori sincrono rispetto alle parole pronunciate. Questa immane sventura mi impedisce di scrivere alcunché relativamente alle interpretazioni di Cynthia Erivo ed Ariana Grande, se non per un'impressione meramente "espressiva"; le due attrici mi sono sembrate perfettamente in parte, la Elphaba della Erivo è affascinante e dignitosa, e la Glinda/Galinda della Grande un concentrato di sofferente leziosità che dissimula il terrore dell'anonimato e della solitudine, e c'è tantissima alchimia tra le due (non mi vergogno di dire che ho pianto, durante la scena del ballo, il primo passo verso l'amicizia reciproca). E' un bene che le attrici principali siano così brave, perché riescono a dissimulare il problema vero di Wicked, la natura di "cane arrabbiato maledetto" (per citare Lucia) del regista Jon M. Chu. Lo spettatore, ovviamente, non se ne accorge lì per lì, stordito dalle canzoni, dai costumi, dalle scenografie e coinvolto dalla storia, ma già ho cominciato a farmi domande durante l'orrendo numero di "danza" che accompagna l'arrivo di Fiyero, e la testa mi è definitivamente esplosa sul finale, il terrificante trionfo della CGI più pacchiana, reso ancora più tremendo da una fotografia peggio che brutta. Detto questo, lo riguarderò in lingua originale prima che esca Wicked 2, ché la storia di Elphaba e Glinda è rimasta incompleta, ma intanto mi chiedo: perché, se il musical dura 2 ore e 42, a Jon M.Chu è servito lo stesso tempo per coprire solo la prima parte della vicenda?


Oceania 2
(David G. Derrick Jr., Jason Hand, Dana Ledoux Miller, 2024)

Oceania è stato uno degli ultimi film Disney visti al cinema di cui mi sia rimasto un concreto ricordo, soprattutto delle canzoni, e il rewatch su Disney + ha confermato la bontà di un'opera che riesce a commuovermi anche a una seconda visione. Oceania 2, pensato per essere una serie e poi diventato lungometraggio (in effetti, gli elementi sono palesi, dai nuovi "alleati" di Vaiana/Moana, ognuno dotato di un compito e una caratteristica ben precisi, ai villain destinati a fare squadra), non è riuscito a raccogliere un testimone così importante. Francamente noioso nel primo atto, che ripropone quasi identiche situazioni e persino melodie dell'originale, si riprende quando comincia il viaggio verso Motufetu, diventando così un film d'avventura in piena regola, emozionante benché "leggero", privo di quel gioioso, epico desiderio di abbracciare una vita di scoperte ed esplorazioni. Delle canzoni, non ne ricordo nemmeno una, ma ho apprezzato molto la scelta della bella voce di Giorgia per doppiare Matangi, mentre tra i nuovi personaggi vince una sorta di blob nasone velenoso, talmente weird da battere persino il pollo HeiHei. Diciamo che la mancanza di registi di spessore si vede e si sente, purtroppo. A parte le critiche, sono comunque contenta, come sempre, di avere visto l'annuale cartone della Disney in sala, anche se mi chiedo perché non escano più a Natale, come da tradizione, cosa che mi intristisce un po'. 
 

martedì 27 dicembre 2016

Oceania (2016)

Neanche fosse il film che più aspettavo quest'anno, giovedì mi sono fiondata al cinema a vedere Oceania (Moana), diretto dai registi Ron Clements, Don Hall, John Musker e Chris Williams.


Trama: Vaiana è la figlia del capo di un villaggio polinesiano, che ama il suo popolo ma brama l'Oceano e l'avventura. Grazie alla nonna paterna, la ragazza viene in possesso del cuore della dea Te Fiti, rubato mille anni prima dal semidio Maui, e, per salvare la propria terra dall'oscurità che si è estesa fino al suo villaggio, decide di cercare Maui e costringerlo a restituire il cuore.


E' dai tempi di Lilo e Stitch che il mio cuore palpitava per rivedere un'eroina Disney col naso a patatina, gli occhi enormi e le estremità per nulla filiformi, impegnata a ballare sulle note di un'evocativa melodia hawaiiana. Quattordici anni dopo, alla Disney hanno risposto alle mie preghiere e mi hanno dato Oceania, la storia di una principessa che tale non è, più interessata ad essere esploratrice e condottiera piuttosto che la regnante di uno statico castello, pronta a solcare oceani sconosciuti per salvare il suo popolo e riportarlo alle sue radici. Vaiana (che, a chiamarla Moana, in Italia pareva brutto. Vero è che Vaiana significa acqua fresca, però...) è intelligente, carismatica e coraggiosa, eppure ha il cuore diviso tra dovere e desiderio: consapevole del suo ruolo di futuro capo del villaggio, la giovane cerca di zittire la voce dell'Oceano che la chiama fin da piccola e cerca di concentrarsi sulla quotidianità del suo popolo, risolvendo problemi via via sempre più insormontabili. Quando i disagi dell'isola in cui vive cominciano a collegarsi sospettosamente alle leggende raccontate dalla nonna materna, Vaiana decide di seguire il proprio cuore e si imbarca, letteralmente, in un'impresa pericolosa che risveglierà in lei gli istinti ancestrali di un popolo di esploratori ed esperti naviganti, un retaggio sepolto da ignoranza, timore e sì, anche dai danni causati dal semidio Maui. Oceania mette così in scena il rapporto tra due personaggi che, apparentemente, non avrebbero nulla da spartire (potente ed arrogante semidio l'uno, assai simile ad Hercules e a quel cretino di Kuzco, incerta ma determinata l'altra, nonostante sia appena una ragazzina) ma che in realtà scopriranno di essere afflitti entrambi da un grande problema, ovvero quello di non capire più bene quale strada far intraprendere alla propria esistenza. Influenzati dai fallimenti e convinti erroneamente che il valore di una persona sia legato al modo in cui viene percepita dagli altri, Vaiana e soprattutto Maui (ma non solo loro) hanno smarrito il loro vero io per strada, al punto da perdere coraggio e fiducia, accontentandosi di essere molto meno di ciò che sarebbero potuti diventare. Sarà l'oceano capriccioso e testardo a mettere alla prova entrambi e ad instradarli sul giusto cammino, per la loro salvezza e quella di tutto il mondo che li circonda, offrendo allo spettatore una girandola di avventure, gag, ironiche stilettate ai grandi classici Disney e ovviamente qualche canzoncina (non troppe, che Maui non gradisce!).


Nonostante la storia molto gradevole, la bellezza di Oceania risiede soprattutto nelle animazioni che gli meritano giustamente un nome grandioso come quello di un continente. Intanto, i paesaggi naturali sono talmente belli da far venire voglia di partire, come Vaiana, salire su una barca e solcare gli oceani; basta guardare l'azzurro cristallino dell'acqua che tratta la protagonista con tanta benevolenza per sentire profumo di mare e avvertire un soffio di vento tra i capelli. E a proposito di capelli, quanta meraviglia! Le chiome di Vaiana e Maui sono spettacolari, danno proprio l'impressione di morbidezza assoluta (non a caso il semidio se ne vanta: a bello, me ne vanterei anche io!!) e accompagnano alla perfezione il già citato design un po' chubby dei personaggi principali. Altra cosa bellissima sono le luminescenze che tanto mi hanno ricordato Il mistero della pietra azzurra, soprattutto per quel che riguarda la manta che diventa spirito guida di Vaiana e il momento in cui Tamatoa si esibisce nel suo one man show granchiesco (ah, rimanete fino alla fine dei titoli di coda, mi raccomando. Fan storici de La sirenetta, sto parlando con voi), alle quali vanno aggiunte le simpatiche interazioni tra Maui e i tatuaggi che lo ricoprono, interamente disegnati a mano: sì, il pollo HeiHei è un gran rincoglionito ma onestamente il premio simpatia lo vince il mini-semidio tatuato, che si palleggia un bel po' di battute esilaranti con la sua controparte "umana". Menzione speciale per le canzoni o, meglio, per la colonna sonora in generale. Sono due giorni che sfrutto Spotify per godermi la versione italiana del film, fatta molto bene se si esclude la tremebonda versione pop di Tranquilla, eseguita da Sergio Sylvestre e (orrore degli orrori!) Rocco Hunt; tra i brani spiccano quello cantato da Gualazzi, che infonde al già pregevole Tamatoa una personalità tutta particolare, e quelli più musicalmente "hawaiiani" come Tulu Tagaloa, An Innocent Warrior e Logo Te Pate. La canzone portante, ovvero Oltre l'orizzonte, come quasi tutte quelle cantate da Vaiana, sanno un po' troppo di Frozen ma obiettivamente non mi spiacciono, tuttavia la mia preferita resta Tranquilla cantata da Fabrizio Vidale, tradotta in maniera leggermente diversa rispetto a Prego (ribadisco: ugh!) e talmente insinuante che la canterete per i mesi a venire. Considerato anche che prima di Oceania c'è lo splendido corto Testa o cuore (Inner Workings), mi sento di dire che il Natale con la Disney è stra-consigliato anche quest'anno!


Dei registi e co-sceneggiatori Ron Clements, Don Hall, Chris Williams e John Musker ho già parlato ai rispettivi link e lo stesso vale per Jemaine Clement (Tamatoa) e Alan Tudyk (HeiHei).


Dwayne Johnson è il doppiatore originale di Maui. Americano, ex wrestler conosciuto come The Rock, lo ricordo per film come La mummia - Il ritorno, Il re scorpione e Jem e le Holograms, inoltre ha partecipato a serie come That's 70's Show, Hannah Montana, Cory alla Casa Bianca e doppiato episodi de I Griffin. Anche produttore e stuntman, ha 44 anni e otto film in uscita tra i quali Baywatch, Jumanji, Doc Savage e Shazam!.


Moana è stata ribattezzata Vaiana non solo in Italia, per evitare qualsivoglia legame con la povera Moana Pozzi, ma anche in altri paesi europei ed asiatici, per evitare problemi di copyright con questa marca di cosmetici QUI; anzi, perlomeno in Italia ci siamo limitati a cambiare il nome interno e ad adottare l'evocativo Oceania, mentre in Paesi come Francia, Germania, Olanda ed altri il film si intitola proprio Vaiana. Bleah. Rimanendo in ambito italiano, tra i doppiatori figurano il già citato Raphael Gualazzi nei panni del granchio Tamatoa e la brava Angela Finocchiaro in quelli della nonna. Detto questo, se Oceania vi fosse piaciuto recuperate La sirenetta, Aladdin, Frozen - Il regno di ghiaccio e Lilo e Stitch. ENJOY!


giovedì 22 dicembre 2016

(Gio)WE, Bolla! del 22/12/2016

Buon giovedì a tutti e quasi buone feste! Il post di oggi spero sarà soggetto a cambiamenti in quanto il sito del multisala non è aggiornato e parmi strano che a Savona non sia uscito Lion - La strada verso casa (lasciamo perdere Florence ma chi se ne frega, quello me lo guardo in lingua originale!!). Quindi oggi cos'è uscito? Vediamo e... ENJOY!!!

Oceania
Reazione a caldo: Oh!!
Bolla, rifletti!: Beh, il film di Natale della Disney vogliamo mica perdercelo, titolo italiano, doppiatori nostrani e Vaiana a parte? Il trailer è bellissimo e a me le principesse cazzute piacciono sempre tanto!! Andrò a vederlo proprio stasera, vi farò sapere...

Al cinema d'élite arriva invece un film francese...

Il medico di campagna
Reazione a caldo: Mmmh...
Bolla, rifletti!: Come da titolo, storia di un medico di campagna francese che si ammala e diventa paziente, con conseguente riflessione su due tipi di medicina diversi. Mah, mi interessa poco, preferivo altri film!

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